...e venne chiamata Due Cuori

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Elke
00lunedì 28 settembre 2009 19:22


di Marlo Morgan, editore Sonzogno

E' un libro davvero incantevole, che racconta di una marcia attraverso il deserto australiano insieme ad un gruppo di aborigeni, che vivono solo dei doni del Tutto. Alcuni pezzi in particolare sono splendidi, e lasciano intuire la profondità del rapporto fra uomo e natura ancora coltivato da questi popoli antichissimi.
Ve lo consiglio assolutamente, è anche ricchissimo di spunti, ah e parla del Tempo di Sogno [SM=g27836]

Tanti bacini [SM=g27822] [SM=g27838]
Danae_88
00lunedì 28 settembre 2009 20:19
Il messaggio è per Noi

Elke cara,
è incredibile.. oggi stavo per scrivere la brutta a mano di un post che parla di questo libro, ma ahimè, lo hai fatto prima tu [SM=g27822] io sono stata presa da un'altra discussione prima di poter scrivere..
..è bello però sapere che qui condividiamo molte cose [SM=g27838]
Se non ti dispiace scrivo alcune frasi che mi hanno colpito quando lessi questo libro tre anni fa.. e così partecipo vivamente a questa discussione che adoro.

"Nulla è casuale, privo di senso o sbagliato. Ci sono solo equivoci o misteri non ancora svelati all'uomo mortale"

"Tutti sognano, ma non tutti si curano di ricordare i propri sogni o di trarne insegnamento. I sogni sono l'ombra della realtà"

"I Mutanti sono troppo legati alla forma, non riescono ad accettare ciò che è invisibile"

"Il Tutto è essenza, energia"

"Il tempo del sogno è divisibile in tre parti. Era il tempo prima del tempo, ma esisteva anche dopo che la terra era comparsa [...] la terza parte è ora. Il sogno sta ancora avvenendo"

"I Mutanti sono incapaci di riconoscere un tempo che non sia l'oggi. Per questo distruggono senza tenere conto del domani"

"Ci incontreremo ancora, e senza l'ingombro dei nostri corpi umani"

"Ciò che è fatto non può essere disfatto, ma può essere modificato"

Dall'autrice al lettore:
Se tu sei fra coloro che sono in grado di ascoltare il messaggio, lo sentirai forte e chiaro. Te lo sentirai nelle viscere, nel cuore, nella testa e fin nel midollo delle ossa. [...] Il mio suggerimento è che tu assapori il messaggio, gusti quello che va bene per te e sputi fuori il resto; in fondo, è proprio così che gira il mondo.

Voglio instillarvi curiosità, perciò stop.. non voglio rovinarvi la sorpresa [SM=g27828]

AlessandroSkryer
00martedì 29 settembre 2009 02:11


Non ho letto il libro, quindi non posso parlarne, come non posso, di conseguenza, valutare il valore di ciò che insegna, né il modo in cui trasmette tali insegnamenti, né quello in cui l’autrice li ha appresi.

Ricordo che, all’uscita, il libro ebbe enorme successo e suscitò molte impressioni entusiastiche. In seguito si scoprì, tuttavia, che non era il resoconto di un’esperienza realmente vissuta, e non era neppure un resoconto veritiero della spiritualità degli aborigeni australiani. In sé questo potrebbe non riflettersi in alcun modo sul valore degli insegnamenti, e vale per molti autori e molti libri, che per molti lettori sono stati e sono molto importanti. Tuttavia credo che non sia giusto, da parte degli Occidentali moderni, appropriarsi delle poche culture arcaiche dei popoli non occidentali che ancora sopravvivono, e neppure attribuire a tali popoli visioni che, per quanto belle, affascinanti, e magari anche vere, non appartengono realmente alle loro culture.

Studiando le culture di alcuni popoli Nativi Americani, mi sono reso conto di quanto e come i Bianchi, dopo avere distrutto la Natura primeva in cui gli Indiani avevano sempre vissuto liberi e prosperi in Armonia, dopo avere distrutto la loro economia, le loro culture, la loro spiritualità, dopo averli quasi completamente sterminati con ogni mezzo, li hanno sfruttati ulteriormente, fingendo di riscoprirne la spiritualità, in modo da presentare certe concezioni di vita in sintonia con la Natura, del tutto occidentali e moderne, come espressione e diretta continuazione di tradizioni native arcaiche apprese dagli stessi autori bianchi per esperienza diretta o per «iniziazione», anziché attraverso qualche libro. Molto spesso i Nativi Americani che ancora custodiscono ciò che resta delle loro autentiche, antiche tradizioni, si sono giustamente ribellati contro questi mistificatori. Purtroppo questi ultimi hanno, di solito, molto più potere e riescono a imporre la loro voce, cancellando quella delle loro vittime.

Se esiste anche soltanto il sospetto che una simile mistificazione sia stata compiuta anche ai danni degli Aborigeni australiani, credo sia giusto tenerne conto, e magari approfondire.

Scusate, se il tono dovesse risultare un po’ duro… È una cosa che sento e che mi sembra importante…







Danae_88
00martedì 29 settembre 2009 12:24

Hai fatto bene a sollevare il quesito Alessandro [SM=g27823]
E provo a risponderti visto che conosco abbastanza bene questo libro.
Nello stesso vi è scritto:

"...e venne chiamata Due Cuori" è il racconto romanzato della straordinaria avventura umana e spirituale di una donna.
Tutto ha inizio quando Marlo Morgan, l'autrice, un'americana che per motivi di lavoro si trova a vivere in Australia, accetta l'invito di una tribù di aborigeni, convinta di partecipare a una cerimonia in suo onore quale riconoscimento per l'attività svolta.

Con sua grande sorpresa, invece . . .

Rientrata in America è così forte il messaggio che porta con sè - intriso della saggezza e della filosofia di una cultura che da 50.000 anni è immutata - che Marlo decide di pubblicare a proprie spese la sua storia, romanzandola per proteggere la Vera Gente dalla curiosità e salvaguardare il riserbo.

Alla fine vi è riportata una lettera:

Io sottoscritto Burnam Burnam, aborigeno australiano della tribù di Wurundjeri, dichiaro di aver letto parola per parola il libro ...E venne chiamata Due Cuori.
E' il primo libro in vita mia che ho letto tutto d'un fiato dal principio alla fine, pervaso da un sentimento di grande eccitazione e rispetto. E' un'opera classica e non viola in nessun modo la fidicia che noi della Vera Gente le abbiamo dato, ma piuttosto ritrae il nostro sistema di valori e alcune questioni esoteriche in modo tale da farmi sentire estremamente fiero del mio retaggio.
Nel narrare l'insieme delle Sue esperienze, Lei ha rimediato a un errore storico. Nel sedicesimo secolo l'esploratore olandese William Dampier scrisse di noi che eravamo "il popolo più primitivo e miserabile sulla faccia della terra" ...E venne chiamata Due Cuori ci innalza a un superiore livello di consapevolezza e fa di noi quel popolo regale e maestoso che siamo.


Lettera di Burnam Burnam,
anziano della tribù di Wurundjeri


Anch'io l'ho letto tutto d'un fiato.. e ti confido che per quanto possa essere veramente romanzato, è una storia che fa venire i brividi. E narra la vita di un popolo che poteva essere e che di fatto è, come molti altri che sono stati distrutti.
Usanze che hanno un tale legame con la terra e il divino che ci ricordano il primitivo come noi dell'Isola lo conosciamo [SM=g27821]

La stessa Marlo scrive:

Questo libro è frutto di un'esperienza vissuta. [...]
Viene venduto come "romanzo" per proteggere la piccola tribù degli aborigeni da qualunque problema legale. Mi sono presa la libertà di eliminare alcuni particolari in segno di rispetto verso gli amici che non desiderano venire identificati, e per essere certa che il nostro sacro luogo continui a restare segreto [...]


Scrive anche che si è perfino rifiutata di condurre qualcuno nel deserto, a scoprire e smascherare la tribù.

Di conseguenza, molti concluderanno forse che sono colpevole di aver aiutato la tribù a non rispettare la legge; oppure [...] di aver mentito circa la sua esistenza.
Ecco la mia risposta. Io non parlo a nome di tutti gli aborigeni australiani, ma solo di una piccola tribù dell'Outback che a se stessa attribuisce il nome di Popolo Selvaggio o di Coloro che sono Antichi.


Spero di essere stata esauriente [SM=g27819]

olwen73
00martedì 29 settembre 2009 13:06
Caro Alessandro, condivido la tua preoccupazione e in parte anche la tua rabbia ma non sono completamente d'accordo.
La prima cosa che mi hai regalato leggendo il tuo post è un sorriso (mi hai ricordato la mia prima vera sfuriata in pubblico: mi si sono contratti stomaco, spalle, collo e mascella, il bacino si è inclinato vs il basso, le gambe flesse, i pugni chiusi, le tempie pulsavano..)
ed infine ho pensato "alleluja alleluja alleluja! e che si sia sempre di più”
Una delle cose che più apprezzo nell'Isola è la volontà di confronto e di ricerca del vero.
La disinformazione è il nostro peggior nemico ma a volte, anche il nostro peggior nemico può aprirci una porta verso un mondo che non conoscevamo.
"...e venne chiamata due cuori" mi è stato regalato da un'amica più di una decina di anni fa. Lei è una biologa, cattolica praticante, innamorata della via dei frati cappuccini -con cui sta seguendo un percorso spirituale-, spesso parliamo di come vive la sua fede nel quotidiano e dei “grandi temi” quali compassione, castità, amore etc. Non avete idea di quanto anche lei sia espressione della Dea, nè di quante idee non corrette "sui precetti" cristiani siano dolcemente crollate grazie a lei.
Ho letto il libro con piacere consapevole del fatto che fosse un romanzo alla sola lettura delle copertine. Alla fine quello che ho pensato è che forse, grazie a qs romanzo, qlc avrebbe iniziato a scavare tra fiabe, miti e leggende, religione e filosofia, etnobotanica e antropologia australe.. proprio come anch'io avevo fatto molti anni prima attraverso la lettura di un romanzo "a scuola dallo stregone, una via yaqui alla conoscenza" di C.Castaneda.
Al tempo -primi anni delle superiori- mi ricordo di quanto fossi eccitata dal trovare in un unico libro una fonte così immensa di informazioni "affidabili". Il libro era scritto da un antropologo, combaciava con i miei studi, il mio sentire e le mie deduzioni ed era accreditato positivamente a livello accademico. Approfondendo la lettura di Castaneda e dei suoi testi mi son presto resa conto che non erano altro che dei romanzi, che la sequenza del sentire nella collana (con il suo nome) si interrompeva in più punti, riprendendo solo talvolta lo smalto, la luce e le percezioni della " sua 2a realtà" dei primi romanzi.
Inizialmente ero delusa ma con il tempo ho cambiato opinione.
Apprezzo e stimo il lavoro fatto da CC. Ha aperto una porta, ha canalizzato l'attenzione delle masse su un diverso modo di percepire il mondo e il nostro agire e vivere in e di esso. Ha fatto intravedere, sognare, immaginare, parlare, toccare altri modi di vivere qs mondo, permettendo di "concettualizzare la possibilità di una connessione tra il nostro passato e il nostro presente", un modo e un mondo in cui le leggi spazio tempo sono sospese ed è possibile arrivare ad esercitare consapevolmente ed equanimamente il proprio libero arbitrio.
E' per me stato un cantore di archetipi, un moderno briccone che canta le molteplici immense realtà che ci circondano. Per me poco conta che sia un "truffatore" che ha vissuto di espedienti, raggiri e finzioni. Mi ha dato tanto, comunque. Un dono, comunque sia.
A noi spetta il compito di discernere il vero dall’artifizio letterario, a noi il compito di riconoscere l’archetipo che ci appartiene, di farlo rotolare nel nostro cuore finchè la sua vibrazione non sarà liberata, percepita, lasciata vivere e scorrere al di fuori di noi per ciò che è.
Castaneda/e venne chiamata 2 cuori/etc non ha scoperto nulla? non ha conosciuto nessuno? Il suo romanzo non è altro che un collage di miti, fiabe, racconti e menzogne? ci sono molte cose incorrette in quello che ha scritto? ha sfruttato la cultura "nativa centro americana diversa dalla sua" perchè più appealing per far soldi? Tutto vero. E con questo?
Il compito di cercare di discernere il "vero" dall'artifizio letterario è nostro; il compito di ricordare al mondo che un romanzo è un romanzo ed utilizzare qs informazione per veicolare informazioni/percezioni corrette su qs culture, rimandare alle giuste fonti affinchè la bellezza esploda e la consapevolezza avvampi è nostro.
E tutto qs è possibile solo perchè la lettura di romanzi come quelli di C Castaneda/... e venne chiamata due cuori"/etc ha smosso qlc dentro chi l'ha letto, l'ha smosso talmente che vogliamo sapere di più, ...berne ancora, intraprendere un cammino, confrontarci “con il diverso/l’altra faccia della realtà”
Ovviamente sto parlando unicamente della mia diretta esperienza.
Diverso è quando qs accade in un contesto Non artistico, è lì che l'oscurità avvolge ogni cosa, il mio sguardo cambia, la testa si inclina , le pulsazioni aumentano…. Quando l’ambiente, le antiche culture preletterate e i bambini vengono tirati in ballo per fini tutt’altro che positivi mascherati con il più bieco buonismo e la più misera stupidità priva di volontà di giudizio Non riesco ancora a trattenermi…
Sull’Amazzonia ad es credevo di conoscere molto e di essere preparata, di averne una visione sufficientemente realistica ma non era così. Avevo la testa piena di stupidate: dal concetto di natura buona, di animali con cui vivere in armonia, della dolcezza degli indios…. Quando ci penso non posso che sorridere della mia ingenuità.
Ma le antiche vie non sono codificabili secondo i nostri metri contemporanei, l’unica cosa che possiamo codificare e per cui ci possiamo battere sono le condizioni affinchè qs culture rimangano vive, affinchè i canti continuino a risuonare su qs terra. Come e su cosa si svilupperà il ns cammino personale riguarda solo noi. Lasciamo a loro il loro modo di vivere, il loro ambiente, la loro realtà, non facciamo nulla per portare aiuti, "civiltà", per "migliorare le loro condizioni di vita", preserviamo il loro territorio e la biodiversità.
Non andiamo a trovarli, aiutarli, LORO NON HANNO BISOGNO DI NOI. Hanno bisogno di noi quanto della peste e non importa quali siano i ns intenti, per quanto buoni siamo ingenuamente dannosi..
LASCIAMOLI SOLI affinchè possano continuare a vivere il mito anche per noi, affinchè su qs terra e un contatto costante, per quanto flebile, possa essere mantenuto gg per gg, azione per azione dalla nostra specie.
In più di un’occasione (conferenze accademiche con presunti indios/incontri di denuncia in centri sociali) mi è capitato di essere non troppo gentilmente accompagnata all’uscita perché non riuscivo a non dire che era un inganno e che se dovevamo dare dei soldi a quella gente perché erano indios allora ne avevo più diritto io perché almeno 2 anni laggiù li avevo vissuti –a differenza dei rappresentanti dell’etnia di discendenza incas presente sul palco che non ama la foresta, non la conosce e per cultura la distrugge foresta, seminando pasto e portando vacche per fare hamburger-
… sì sì aiutiamo gli indios a riavere il proprio territorio….. velocizziamo il processo di distruzione della foresta perchè neanche riconosciamo un gurayo da un ayoreo, o da un chiquitano!!!...
e noi ce la beviamo

Per non parlare del cosiddetto “commercio equo e solidale”, della new age, delle missioni, dei falsi documentari, dei falsi sciamani, dei professori ignoranti, presuntuosi e prepotenti incapaci di vedere persino la propria punta del naso, della politica, della tv……… e le ong? ne vogiamo parlare??!!!!!!!!! greenpeace, wwf AAAAHHHHHHHGGNGGGGGNGGGNGGGKKKKKKlllllLLLLLUUUUOOOOOOOOAAAHHHH!!!!!!! L E O D I O O O O O O O O O O O ooooooooooooooooooo OOOOOOO
La disinformazione regna sovrana e qs mi fa così inXXXXXXXXX.

Bene ho strasforato e credo che qs post possa alleggerirti l’animo sulla durezza del tuo… hihihihihihihi

Firmato un fiume in piena
AlessandroSkryer
00martedì 29 settembre 2009 17:14


Non giudico in alcun modo la visione di Marlo Morgan. Ho semplicemente indicato una possibilità di cui credo sia bene tenere conto leggendo il libro, soprattutto se si desidera ampliarne e approfondirne il discorso. Naturalmente, la si può benissimo ignorare, se così si preferisce.

La possibilità è che la visione descritta in questo libro non sia il resoconto del rapporto armonioso con la Natura di un popolo aborigeno australiano, appreso per esperienza diretta dall’autrice, bensì un resoconto di una visione elaborata autonomamente dall’autrice stessa. Se fosse così, presentare la visione dell’autrice come una visione degli aborigeni australiani non sarebbe un espediente romanzesco: sarebbe semplicemente falso. («E con questo?» hai giustamente domandato. Nulla: basta ricordarlo.)

Molti autori occidentali si sono comportati in questo modo, ad esempio nei confronti dei Nativi Americani, i quali, per questo, hanno sempre protestato, pretendendo che non venissero loro attribuite visioni non appartenenti alla loro spiritualità, come hanno protestato quando quest’ultima è stata saccheggiata e sfruttata. È come hai detto nella conclusione del tuo discorso, Olwen, con cui concordo: non hanno bisogno di noi e vogliono essere lasciati in pace, non soltanto da tutte le forme di sfruttamento che hai elencato, bensì anche dalle forme di sfruttamento spirituale, culturale e letterario.

Come hai osservato, il caso di Castaneda e della sua opera (che fra l'altro mi piace molto), è analogo, ed è stato ampiamente e approfonditamente discusso. Qualcosa di simile, a quanto mi risulta, è stato fatto anche per Morgan, ma mentre conosco abbastanza bene la discussione su Castaneda, conosco soltanto superficialmente la discussione su Morgan, e quindi non posso parlarne. Intendevo soltanto ricordare che il problema è stato sollevato e discusso, perché mi sembra che sia rilevante. Per il resto, sempre come hai osservato, spetta a ciascuno raccogliere documenti, se lo desidera, e giudicare in piena autonomia.




Isara_Enid
00martedì 29 settembre 2009 17:50
Vado fuori tema per rispondere ad Alessandro [SM=g27823] , se le Guardiane ritengono che sia troppo fuori tema cancellino pure, servirebbe una discussione a parte [SM=g27828]

Concordo con Alessandro e Owen su certi temi, la disonestà intellettuale è sempre un sfregio sulle popolazioni che donano consapevolmente (ancor più inconsapevolmente) le proprie visioni del mondo.

Non credo sia il caso del libro, ne ho sentito parlare molto bene dagli stessi antropologi che ne parlavano come un documento prezioso, anche se ovviamente romanzato.

Ho una visione meno estrema di Alessandro e Owen se ho ben intuito il vostro punto di vista(lasciando a parte questioni di carità ipocrita, farisei indignati, e new age da truffaldini libertini). Una cultura è impossibile che non infulenzi in modo determinante un'altra. Dal momento che esse vengono in contatto, volutamente ed involontariamente, si mischiano. Il fatto di attribuire semplicmente il dio cristiano al Grande Spirito mi ha fatto venire la pelle d'oca, ma gli stessi nativi talvolta ne hanno sentito la necessità, magari per creare un ponte fra la cultura dominante che si sono trovati (loro malgrado) a sopportare.
Stessa cosa sta avvendo nelle zone medio orientali. Ho visto servizi di biblioteche, musei, moschee distrutte, secoli di storia buttati al vento, bruciati dagli stessi operatori onu proprio per evitare che la cultura islamica potesse tornare a fare "danni" detta da loro (ovviamente). Questo mancato confronto non sopperirà tuttavia la cultura originaria. ci saranno sempre personaggi che sfrutteranno visioni di altri, magari ritrovando frammenti di libri antichi, adattandoli ai tempi correnti.... la storia si ripete.

Nell'Esodo (non ricordo i versetti precisi) si afferma: Mosè venne istruito alle cose egizie.

Mosè conosceva Orus, allora. Quindi il Dio egizio che si sacrifica e rinasce dopo 3 giorni, nato da una vergine, predetto da Isaia, è una influenza culturale? A me pare molto molto molto evidente. Per altri è pura eresia, perchè il Dio di Isaia, Emmanuel, è estremamente ebreo ha tutti i connotati dell'ebreo esemplare. non certo i connotati di Orus, eppure l'immagine del Dio che muore, ha fatto così impressione così forza che nessuno è riuscito a sopprimerla. L'hanno vestita diversamente.
Un caso fra tutti Dioniso\Cristo. Diana\Maria.

Credo siano processi inevitabili... fanno incazzare, ma sono purtroppo umani.


edito: temo di aver fatto una confusione... è Horus che rinasce? O è un altro Dio egizio. Questi vuoti senili mi spaventano... [SM=g27831]
cattleja
00mercoledì 30 settembre 2009 11:02
"Per non parlare del cosiddetto “commercio equo e solidale”, della new age, delle missioni, dei falsi documentari, dei falsi sciamani, dei professori ignoranti, presuntuosi e prepotenti incapaci di vedere persino la propria punta del naso, della politica, della tv……… e le ong? ne vogiamo parlare??!!!!!!!!! greenpeace, wwf AAAAHHHHHHHGGNGGGGGNGGGNGGGKKKKKKlllllLLLLLUUUUOOOOOOOOAAAHHHH!!!!!!! L E O D I O O O O O O O O O O O ooooooooooooooooooo OOOOOOO
La disinformazione regna sovrana e qs mi fa così inXXXXXXXXX.

Bene ho strasforato e credo che qs post possa alleggerirti l’animo sulla durezza del tuo… hihihihihihihi "


Sono consapevole di gettare olio sul fuoco e forse di interferire in tue negative esperienze personali (così come capita di conoscere un pessimo sacerdote o volontario caritas o magari un missionario o anche medici omeopati orribili e materialisti), ma allora facciamo, come tu dici, che non esista nulla di nulla di un minimo sforzo per aiutare gli altri: i terremotati lasciamoli al loro destino perchè tanto, se gli mandiamo qualche soldo, se lo pappano i politici o gli organizzatori, i poveri, se la cavassero da soli ecc. E' chiaro che è nella natura umana sporcare iniziative nobili. Ma capisco anche la tua reazione di persona toccata sul vivo.
Però non possiamo distruggere tutto.
stregaviolet )O(
00mercoledì 30 settembre 2009 12:37

Beh ma le associazioni animaliste che c'entrano?
Certo, c'è dello sporco quasi ovunque, ma non credo ovunque...
Poi gli aiuti dove servono vanno, anche se non molti, ma vanno... e a me questo basta per esserne felice.

Poi torniamo sulla discussione relativa al libro [SM=g27822]


olwen73
00mercoledì 30 settembre 2009 16:41
Mi rendo conto che il post non fosse scritto in italiano e che in quanto sfogo personale era eccessivo, poco comprensibile … la mia mancanza di chiarezza ha portato “disinformazione”. Mi spiace essermi sfogata in un post, non so come non mi sia resa conto.. Ho aperto il mio vaso di Pandora e per quanto mio, personale e soggettivo ne è uscito molto di più di quanto fosse attinente a qs discussione. Guardiane aiuto! Vi chiedo per favore di fare pulizia e di tagliare tutto ciò che non rientra nella natura della discussione. Ma vorrei rispondere anche se consapevole che per farlo mi sto allontanando troppo dal tema principale. Sforbiciate, sforbiciate per favore.

"La possibilità è che la visione descritta in questo libro non sia il resoconto del rapporto armonioso con la Natura di un popolo aborigeno australiano, appreso per esperienza diretta dall’autrice, bensì un resoconto di una visione elaborata autonomamente dall’autrice stessa. Se fosse così, presentare la visione dell’autrice come una visione degli aborigeni australiani non sarebbe un espediente romanzesco: sarebbe semplicemente falso."
è proprio quello che penso, è un romanzo. Stiamo dicendo le stesse cose con parole diverse. E' che il mio post era uno sfogo personale... Scusate. Non volevo usare l’Isola in qs modo.. Ho un problema: su disinformazione, verde, animali e culture preletterate sono un’estremista, un’integralista. Anche se non mi tollero non riesco a trattenermi. Inoltre l'italiano da me espresso era imbarazzante… e mi rendo conto non si sia capito nulla.

”ed infine ho pensato "alleluja alleluja alleluja! e che si sia sempre di più” era rivolto a te, un modo per dirti che apprezzavo il tuo post, odio la disinformazione e quando avviene o viene fatta passare per una verità perché espressa/accettata da un punto di “vista accademico” vedo rosso. Ma nei romanzi è diverso, sono romanzi e dai romanzi mi aspetto storie, è questo che volevo dire.

“e venne chiamata 2 cuori” è un bel romanzo, anche se non mi ha rapito e la parte sugli aborigeni non ha risuonato in me, ne ricordo vividamente (e avidamente) gli ampi spazi, la cruda, realistica descrizione degli australiani di oggi. La parte in cui è sfattissima e sola nel bush: bellissima..

Cara Isara anch’io credo che la triste realtà sia che quando due culture/persone/gruppi entrano in contatto si influenzano e che da quel momento vi sia una “dipendenza” reciproca alla costruzione della nuova comune realtà. Ed è proprio per qs non dovrebbe succedere. E’ estremo, sì. Credo anche sia l’unica soluzione. E’ tragico, sì.

Purtroppo in qs ultimi 300 il mondo e' tragicamente cambiato e con esso la cultura aborigena (basta guardare un documentario di soli 30 anni fa per capirlo). Molto è andato perso. Molto non verrà più svelato e credo sia giusto così. Ogni gg “qs mondo” lotta e si muove verso l’uniformità, la coesione percettiva e quello che non mi piace è il credere che non ci siano altre possibilità, che questo sia inevitabile.
E’ umano dici. Ci sono molti modi di essere umano, infiniti. Possiamo essere di più, loro lo sono. Noi lo eravamo.
Qs popoli, quando il loro territorio è intatto e la biodiversità preservata, hanno molto di più di quanto noi possiamo immaginare, non hanno bisogno di molti oggetti, hanno casa, cibo, acqua, medicine, la terra è lì e gli dona tutto. Passano molto tempo a giocare, tutti sorridono spesso e quando sono seri fanno terrore.
Hanno tutto ciò che gli serve finchè noi non entriamo in contatto con loro per aiutarli
e il paradiso è perduto.
Ciò che intendo dire è che il salto tecnologico/culturale è troppo alto e il prezzo da pagare per la ns cosiddetta civiltà è un prezzo che nessuno di noi vorrebbe pagare, e per cosa poi? Per cambiare l’essere con l’avere?
Siamo troppo distanti e loro, per il nostro modo di vivere il mondo, sono dei bambini(così come noi, a ns volta lo siamo nel loro). Nel ns mondo sono come bambini: "deliziosamente manipolabili".

Sapete che ci sono tribù che hanno deciso di autoestinguersi? Non faranno più figli perchè il loro tempo è passato e il mondo non ha più spazi per loro. Fra venti anni loro non esiteranno più, laggiù nessuno canterà più per noi, nessuno vivrà più le antiche leggende, nessuno racconterà più i vecchi miti, nessuno chiamerà più gli spiriti, la foresta non canterà più per noi. Questo mi strazia il cuore.

“ma allora facciamo, come tu dici, che non esista nulla di nulla di un minimo sforzo per aiutare gli altri: i terremotati lasciamoli al loro destino perchè tanto, se gli mandiamo qualche soldo, se lo pappano i politici o gli organizzatori, i poveri, se la cavassero da soli ecc. E' chiaro che è nella natura umana sporcare iniziative nobili”
Non stavo parlando di terremotati o di poveri occidentali, stavo parlando di ambiente e di tribù preletterate in paesi del terzo mondo. Parlavo della disinformazione operata da tutti quegli “enti” su quei luoghi e animali e culture, ma soprattutto mi riferivo alle nostre invasioni barbariche laggiù. Laggiù i nostri soldi non servono.
Un es. del ns aiuto in Australia. Sono sicura che avrete sentito parlare di assimilazione forzata e riserve, di “generazione rapita” e cancellazione di una cultura. Nel 1937 la Conferenza del Commonwealth si espresse con molta chiarezza: “il futuro dei meticci aborigeni consiste nella loro totale assimilazione”. Nel 1951: “il fine ultimo è l’assimilazione. Fino a quando tutti gli aborigeni non vivranno come un qualsiasi australiano bianco”. E’ solo un piccolo esempio ma come ben sapete ne esistono innumerevoli.
Dobbiamo aiutarli a progredire, è una delle frasi che più mi fa orrore.
Il nostro modo di aiutarli è di portarli a noi, alla nostra cultura. I missionari sono le persone che più rappresentano qs volontà di colonizzare e anche se nella loro mente è a fin di bene (ho molti amici ultra attivi dal punto di vista cattolico) sono contraria. La loro è una fede, “la fede è oltre la comprensione”. La salvezza dell’anima, venire in Cristo, conoscere il Verbo e metterlo in atto. Il loro fine è di potare nuovi valori e una diversa modalità di vivere quel mondo (e corpo e anima) che da sempre appartiene ad altro, che da sempre appartiene a loro.
Se vogliono far del bene non posso che essere felice di ciò. Ma credo che debbano aiutare chi chiede loro aiuto. Nel nostro progredito mondo abbiamo così tanti poveri e malati e bisognosi di conforto che chiedono aiuto e non sufficienti forze per farlo. Perché andare da chi non chiede e insistere per portare la salvezza di un’anima che sperduta non si sente?

Sai Cattleja non credo che sia nella natura umana sporcare iniziative nobili, credo che qs “agire” sia una sovrastruttura che è entrata a far parte della ns cultura. E’ mia opinione che sia cultura, non natura. Credo che la nostra natura sia bellissima.

Nel dialetto guarayo della tribù di cui parlavo non esiste la parola “menzogna”, non esistono i giorni della settimana, non esistono tante parole che per noi sono di uso comune. Sai cosa vuol dire? Vuol dire che quei concetti non fanno parte della loro cultura, della loro realtà, del loro vivere quotidiano. Usano la parola Mentira, è castigliano e vuol dire bugia, da quando hanno conosciuto i “bianchi. Per gli anziani la menzogna è il sintomo di una malattia: decidiamo di dire cose diverse da quelle che sono perchè non le sentiamo/vediamo più tanto bene. Altrimenti come sarebbe possibile utilizzarla? Se tutti vedono la verità come potrebbe qlc dire delle cose diverse dalla realtà, la tribù si opporrebbe!
Loro credono che abbiamo perso la protezione della Madre, che siamo confusi. Non sentendo e non vedendo più bene vaghiamo prendendo cose per sentirci meno piccoli e soli. Non possiamo mai fermarci, se lo facessimo ci renderemmo conto di essere persi e questo fa molta più paura.
Credo siano concetti semplici ma chiari. E’ anche per questo che mi spiace di aver fatto il fiume in piena, non si è capito nulla.

Lasciarli al loro destino? Sì. prego la Dea ogni gg che qs avvenga.
Sia essa Amazzonia (vi consiglio un film: giocando nei campi del signore), Australia (e anche qui un film: 12 canoe) o qualunque altra magnifica (e una volta incontaminata) parte di questo mondo, se qualcosa è rimasto, l’aiuto che possiamo dare è di far sì che qs possa continuare ad esistere senza entrare in contatto con loro. Senza di noi hanno tutto ciò di cui necessitano. Non pensiamo di portare aiuto, di insegnare a vivere a chi non lo chiede e non lo vuole, andiamo da chi ci chiama.

Come combattere la disinformazione? In qlc modo qs Isola lo fa, attraverso il confronto, la continua ricerca. Attraverso Alessandro che scrive un post ricordando a tutti che è un romanzo e non la realtà aborigena, attraverso Danae che gli risponde approfondendo le informazioni sull’argomento, attraverso le Guardiane che pazienti leggono, rispondono e ripuliscono il campo..
Non ci accontentiamo di ciò che leggiamo senza spirito critico, senza fermarci ad ascoltare e a sentire, e se qlc risuona in noi allora la ricerca si approfondisce e il cammino si apre davanti a noi. I qs luogo possiamo confrontarci e parlarne e arricchire i ns cammini di nuove svolte e nuovi paesaggi. Quanto sarà lungo? Ne vedremo la fine? Non credo e comunque non lo so, ciò che so è che siamo viandanti e non ci fermiamo sulle nostre posizioni senza prima aver sbirciato cosa c’è dietro l’ultima curva.

Un abbraccio
stregaviolet )O(
00giovedì 22 marzo 2012 04:16
...wow... che discussione era nata da questo libro!
A me sinceramente, ora come ora, interessa poco se sia stata un'esperienza vera o meno... spero tanto che lo sia, e comunque ciò che è narrato è assolutamente verosimile, e anche qui spero che lo sia. Anzi, chissenefrega di ciò che dicono gli altri! Io decido per me stessa che questa storia è vera. E se a qualcuno non va giù non mene può fregar di meno.
Tengo da conto che potrebbe essere una bufala (tanto lo è ogni cosa sempre, eppure io mi ostino a non volerci credere e a prendere i muri a testate, ma che volete farci? a me PIACE COSì!), ma ne tengo conto subito per poi dimenticarmene, tanto non mi interessa.
Detto questo... il libro è SPLENDIDO.
Il resto, non mi interessa.
Violet

Danae_88
00giovedì 22 marzo 2012 12:04

Ben detto Violet! Ciò che è da tenere conto veramente è l'emozione che resta nel singolo. A me ha lasciato una bella esperienza "extra-materiale" (per così dire) e mi ha fatto capire che potrebbe essere una storia verosimile. Esattamente come i libri delle Edizioni della Terra di Mezzo (anche se sono molto diversi): voglio dire, chi se ne importa se quello che narrano sia accaduto o meno... i messaggi sono unici.

Danae
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