Capitolo 1 - "Gradiremmo la vostra discrezione..."

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Ossian77
00giovedì 7 ottobre 2004 21:29
Master


"Quasi più nessuno ricordava che, così come era venuta, la nave nera se ne era andata, portando via con se i lunghi ed inspiegabili mesi di pioggia. La paura, ormai, aveva piantato il seme dell'ignoranza e della superstizione nei cuori degli umani..."

Mumak
00martedì 19 ottobre 2004 15:21
Dalkest
ancora una volta uno sguardo in tralice...
cosa voleva quel tipo? era forse geloso della giovane che serviva ai tavoli?
meglio per lui che non si azzardasse a fare nulla di sconveniente di fronte ad Anna altrimenti avrebbe assaggiato il proprio sangue.

bah! il tempo passava rapidamente e la giovane non sembrava più interessata a lui di quanto non lo fosse degli altri avventori. forse l'aveva indottrinata addirittura il padre a comportarsi così affabilmente. Dèi del commercio, l'onore degli uomini dal cuore nobile stava rapidamente lasciando il posto al peso della sacca appesa alla cintura.

dove erano le epiche battaglie? dove erano gli eroi?

ah! ma si parlava di strani movimenti a nord della cittadina di Brea.

perchè tornare nella grande pianura del Calenardhon quando poteva conquistare fame e gloria (e cameriere) restando dov'era.
si sarebbe fermato un giorno in più ed avrebbe atteso ancora sviluppi, in fondo il denaro non gli mancava.

[Modificato da Mumak 21/10/2004 0.47]

Fingal
00martedì 19 ottobre 2004 17:56
Athorman
*Gli orchetti con quelle strane armature, questo senso di oppressione che pervade la mia anima. Gli indizi raccolti non sono molti, e come se non bastasse anche poco correlabili tra loro, che devo fare? La ricerca non va interrotta. Si, devo perseverare, l’ansia che sento non può essere immotivata. Devo chiedere a Eorein se è disposto a seguirmi per una esplorazione della costa.*

Mio caro Eorein, capisco che siamo appena tornati da Carn Dûm, e quindi non te ne vorrò se accetterai, ma vorrei chiederti di accompagnarmi in una perlustrazione della regione costiera. La mia richiesta, e la sensazione che potresti essermi d’aiuto, nasce da quello che ho potuto vedere a a Carn Dûm. Qual è la tua risposta?
Mumak
00martedì 19 ottobre 2004 18:43
Dalkest
Lasya e Meriel, Meriel e Lasya
quei due nomi continuavano a ronzargli nella testa, forse a causa della birra? forse a causa dell'amore? ma chi delle due?, perchè non tutte e due? argh! il dilemma di un cavaliere, mantenere il distacco, proteggere, senza mai poter dare sfogo ai propri sentimenti.

Anna s'era accorta di qualcosa, forse dal modo in cui stasera l'aveva salutata, senza enfasi, senza un briciolo del sorriso che fino a ieri gli campava sul viso.

l'indomani all'alba sarebbe partito. avrebbe chiesto lavoro agli Aranrim, gli uomini del re, avrebbe chiesto di poterli proteggere ovunque stessero andando e per il tempo che essi desideravano.

sereno al pensierò andò a dormire.
Ossian77
00giovedì 21 ottobre 2004 10:17
Master
Arceto, 1 maggio 1390 TE.

Piazza principale.

Ormai erano quasi due settimane da che erano arrivati. Gli Aranrim, gli “Uomini del Re”. La piazza era diventata casa loro, quasi interamente occupata dai quattro carrozzoni di legno. Sembravano un ingombro, ma tutti in paese erano felici di ospitarli. I mercanti vendevano loro stoffe e scampoli, gli speziali rifornivano di colori e pigmenti i costumisti, di farmaci e tisane per la voce gli attori, il locandiere serviva il doppio delle pinte ad una folla di clienti ed il carraio si dedicava a carri e cavalli, che avrebbero dovuto affrontare un lungo viaggio verso ovest.

Tutte le sere, sotto una bella tenda di velluto blu ed argento, la compagnia si riuniva ad esercitarsi. Sembrava stessero provando le scene della loro nuova opera, una “tragedia” dicevano alcuni uomini di Fornost, dotti e frequentatori di teatro. Gli abitanti di Arceto, da parte loro, non ne sapevano granché di commedie e tragedie, odi e sonetti, lai e ballate; ma sapevano riconoscere una bella voce quando la sentivano, ed imparavano in fretta i motivi ben scritti, così da ripeterli a squarciagola nei coretti del Destriero d’Acciaio.

Una cantante, Lasya, aveva già stregato il cuore di mezzo paese (e di mezza Arnor, se è per questo). I duellanti, invece, inscenavano combattimenti epici tra le forze del bene e quelle del male, parlando in maniera forbita e bella, in una maniera tale che anche il cuore del più bifolco dei passanti non poteva non essere catturato dal suono della loro voce, cogliendone il messaggio al di là della forma.

Lossadan, il capocomico, era davvero felice. Ma ormai aveva capito che non era più prudente trattenersi ad Arceto. Aveva visto dei volti familiari, tra i passanti. Volti poco piacevoli, che parlavano di vecchi amici e nuovi rancori. Era ora di toglier le tende e partire verso la contea di Anrim (che strana assonanza!). Ma come sincerarsi di arrivare sani e salvi? Il viaggio era lungo, e sebbene attraversasse solo terre pacifiche, Lossadan aveva capito che non tirava più un’aria buona come qualche anno prima. Occorrevano spade fidate e cuori leali, e dove trovarne qui ad Arceto? Ma soprattutto, occorreva un capoguardia, che coordinasse la sicurezza. Non solo lungo il viaggio, ma anche una volta giunti a destinazione, a Lond Arador, dal Conte. Qui c’era in gioco la reputazione, come al solito, e Lossadan non voleva avere sulla coscienza sua e della sua immacolata compagnia nemmeno una vita, fosse anche quella dell’ultimo dei selvaggi dunlandiani, di un tagliagole prezzolato o di un rapinatore da strada. Per questo lavoro, avrebbe dovuto trovare un braccio forte, brandito da una bella testa pensante.

Era ora di iniziare a far girare qualche voce…
Valandur
00giovedì 21 ottobre 2004 11:41
Eorein
Athorman sembrava pensieroso e preoccupato, evidentemente colpito da qualcosa che aveva visto o scoperto a Carn Dum.
Eorein lo guardò attentamente negli occhi:

"Che cosa hai dunque visto in quella tetra città del Nord e cosa stiamo cercando?"
Fingal
00giovedì 21 ottobre 2004 16:35
Athorman
*Bravo Ahorman ! Ora cosa gli dici ?! Che sono giorni e giorni che i tuoi sogni e la tua anima sono turbati da sensazioni funeste ? .... E che tutto il tuo turbamento non ha trovato ancora una risposta ?
Gli dici che le strane armature degli archetti che abbiamo combattuto a Carn Dûm ti sembrano un indizio importante ?! …... Che credi, e speri, che l’esplorazione della Costa Ovest potrebbe fare luce a questa densa nebbia che avvolge le tue sensazioni ??! Adesso che dici????
*

Eorein, è alquanto difficile spiegare ciò che la mia anima da giorni percepisce. Niente che sia avallato da prove concrete. Ma sento che qualcosa di funesto sta montando. Anche le strane armature indossate dagli archetti di Carn Dûm non fanno che confermare queste sensazioni.
Certo che, ad altri occhi, tali armature potrebbe sembrare solo e null’altro, ma per me tutto sembra far parte di qualcosa di cui ancora ignoro lo scopo.
Questo è quanto, e capisco che è ben poco. Ma nonostante il mio sono sicuro che sei pronto a seguirmi in questa esplorazione, nevvero !?
"
Mumak
00giovedì 21 ottobre 2004 17:06
Dalkest
aveva passato metà della mattinata a strigliare Mandorallen e l'altra metà a far si che l'armatura fosse luccicante al momento dell'incontro con Lossadan.

*speriamo che basti, ho come un presagio, qualcosa mi dice che non andrà tutto come vorrei ma devo tentare, se Lossadan mi prenderà con loro potrei lasciarmi alle spalle alcuni dei fardelli più pesanti che ho mai portato*

"Messer Lossadan, vedo che la vostra compagnia si accinge a partire, mi chiamo Dalkest e sono qui per offrirvi i miei servigi che sono, come avrà senz'altro intuito, intesi alla vostra protezione per tutta la durata del viaggio ed anche oltre se riterrete che ho ben agito"

*ma costui con cui ho appena parlato sarà davvero Lossadan? perchè mi guarda come se gli avessi già salvato la vita una volta?*
Kedar
00giovedì 21 ottobre 2004 17:37
Barak
*oste della malora, inizia a darmi ai nervi ...... ma forse ha ragione lui, e' tempo di cambiare aria e dare una occhiata verso ovest, oppure potrei seguire i teatranti, in fondo e' piacevole vederli all'opera .... ed acoltarli*

Barak accarezzo il cane e si diresse verso il luogo dove solitamente stazionava la compagnia con l'intento di raccogliere notizie sulla loro partenza.

*se sono fortunato potrei anche rimediare un lavoretto*

[Modificato da Kedar 21/10/2004 17.38]

Ossian77
00giovedì 21 ottobre 2004 18:58
Master

Heltzveg, economo

Nella piazza del mercato ad Arceto, quando la mattina era oramai al suo termine, Heltzveg di Maethelburg, si accinse a riporre le sue sudate carte in uno scrigno. Ormai da poco oltre i sessanta, Heltzveg pensava tra se e se di non avere più l’età per darsi da fare come un tempo, ma che in fondo in fondo quello di economo di una compagnia teatrale non era un cattivo lavoro. Certo, toccava prendersi qualche scossone in viaggio, a volte ci si esibiva in posti poco raccomandabili, altre volte venivano a vederti certi tipacci…

*Ma il denaro dei tipacci tiene in piedi questo gruppo tanto quanto quello degli Arequain*,

pensava sempre quando chiudeva i conti a fine mese. Ora era iniziato maggio, e Lossadan non si decideva a ripartire per terre un po’ più fresche. Nonostante l’invito del Conte Milear.

“Ci sono delle facce qua attorno che non mi piacciono, amico mio. Gente che gioca sporco. Sai bene a chi mi riferisco. Meglio partire subito, si, ma non prima di aver trovato una scorta adatta. Gente lesta di gambe, forte di braccio e sveglia di cervello, soprattutto. Non mi serve uno sfondatore di crani. Mi serve un leader! Ma ho già adocchiato alcune persone che sembrano avere buona fama, qui ad Arceto, e che soprattutto non sono di qui. Un certo Athorman, ad esempio”

Questo, più o meno, era il ritornello che ripeteva da giorni e giorni. Perso in questi ricordi, gli si avvicinò un uomo chiaramente di aspetto nordico. Alto, imponente. Aveva addosso un usbergo in cotta di maglia che dalle spalle lo proteggeva fino ai polsi ed alle ginocchia.

"Messer Lossadan, vedo che la vostra compagnia si accinge a partire, mi chiamo Dalkest e sono qui per offrirvi i miei servigi che sono, come avrà senz'altro intuito, intesi alla vostra protezione per tutta la durata del viaggio ed anche oltre se riterrete che ho ben agito".

“Ehm, si cavaliere. Capisco. In questo momento è ancora prematuro parlare di assunzioni. Tuttavia sembrate sapere il fatto vostro. Vi terremo in considerazione. Tornate stasera col fresco, e cercatemi nel cortile allestito tra i quattro carri. Ne riparleremo”.

Detto questo, si alzò, radunando le sue carte, congedando il possente cavaliere. Rimase così, da solo, vicino ai carri, a sfavillare nel suo nordico acciaio, un po’ basito, e, a dire il vero, pure un po’ deluso.
Valandur
00giovedì 21 ottobre 2004 21:16
Eorein
*Athorman è veramente irrequieto, chissà cosa lo preoccupa...*

Eorein guardò ancora il dùnadan di fronte a lui, ma ora i suoi occhi chiari tradivano una benevola ilarità, seguita poi da una sonora risata:

"Athorman, caro amico, non vorrai davvero che rimanga in questa locanda con le mani in mano ad ammuffire! Puoi naturalmente contare sul mio braccio!"

E con questo ingurgitò tutto d'un fiato il grosso boccale di birra che aveva davanti a sè, ordinandone prontamente un altro ed aggiungendo, con la sua voce tonante:

"Questi uomini di Brea sono pessimi combattenti, ma producono la birra più buona della Terra di Mezzo! Che Bèma li conservi sempre così!"

Dopo che gli venne portata la seconda birra si rivolse di nuovo al suo amico, con un tono di voce molto più pacato:

"Da che parte intendiamo cominciare la nostra ricerca, mastro guaritore?"
Fingal
00venerdì 22 ottobre 2004 09:34
Athorman
A tale domanda Athorman rimase un attimo in silenzio. Lo sguardo sembrava scrutare idealmente la mappa della costa, analizzandola di villaggio in villaggio, di città in città, di scogliera in scogliera. Poi come riavuto da un mancamento sorrise all’amico e con un fare tra il furbesco ed il solenne disse:

Amico mio ti propongo una specie di gioco, bevi un bel sorso di questa buona birra, impugna la tua spada con le due mani tenendola come ti ci dovessi appoggiare. Chiudi gli occhi ed immagina la costa. Scrutala nei sui anfratti. Ed infine dimmi quale è il luogo che ha fatto vibrare le tue mani ??

*Se le mie sensazioni sono giuste dovrebbe indicare un luogo nella regione di Lond Arador. Dai Gurcrist !! Senti e vibra al pensiero dei potenziali nemici, VIBRAAA!!!!*
Ossian77
00venerdì 22 ottobre 2004 10:38
Master
Arceto. 1 maggio 1390, villa di Lord Maedhros, tardo pomeriggio

Un uomo vestito da cacciatore si faceva strada in un roseto. Era alto come un palazzo, ed i suoi passi facevano stridere la ghiaia sotto gli stivali di pelle come pepe in un pestello. Nonostante la corporatura, non incedeva in maniera minacciosa. Sembrava anzi a suo agio in quel piccolo parco, come se entrandovi fosse stato restituito al suo ambiente naturale. Notò al crocevia tra quattro bianchi sentieri le figure che stava cercando. Proprio dove gli aveva detto l’oste. Due erano sedute su una panca di pietra. Erano due dame, intente ad ascoltare i “vaneggiamenti” di un uomo, che stava raccontando con grande enfasi un episodio recente.

La dama bionda, vestita di verde ed oro, la più attenta delle due, teneva i suoi occhi nocciola inchiodati sul viso dell’uomo, rapita dalla narrazione.
“Aspetta, Lossadan. Dimmi un po’. Ma lei aveva già avvertito la sua balia? Ti aveva sentito qualcuno?”.
L’altra dama, velata e vestita di blu scuro, prestava meno attenzione. Riprese la sua amica per aver interrotto il racconto con la millesima domanda.
“Lasya, per cortesia. Lossadan andrebbe già avanti di suo per dieci ore con questa storia. Faccio persino fatica a distinguere ciò che è successo da ciò che si inventa o pesca dai versi qualche opera teatrale”.
“Ma no, dai, Meriel, sai che mi fa piacere raccontare a Lasya delle mie avventure galanti. Ti dicevo. Non mi ero certo portato il mio stocco, quella sera. Quand’ecco che sento dietro di me tintinnare una cotta di magl…ehi, un momento!”.

La cotta di maglia tintinnava davvero dietro di Lossadan. L’ombra dell’uomo appena arrivato coprì come un’eclissi il sole. Lasya e Meriel si ritrassero impaurite, Lossadan mise la mano alla cintura, scoprendosi disarmato. Pur essendo quasi un piede e mezzo più basso cercò di piantarsi saldamente davanti al nuovo venuto, chiedendosi come mai nessuno di loro lo avesse sentito arrivare.

“Io sono Lossadan, capocomico degli Aranrim. In che posso esservi utile, signore?”.
Kedar
00venerdì 22 ottobre 2004 12:10
Barak
“Rilassati Lossadan non siamo in una delle tue fantastiche avventure ...”

*purtroppo*

Forse l’enfasi che aveva dato alla parola “fantastiche” era troppa e prendendere in giro qualcuno non era il modo migliore per iniziare a chiedergli qualche cosa. In fondo pero', quel fanfarone se l’era quasi cercata.

“... sono solo un viaggiatore che va verso ovest e, se le nostre strade coincidessero, vorrei avere il piacere di proseguire con voi. Ah, quasi dimenticavo, io sono Barak.”

Disse, facendo un perfetto inchino verso le due donne, senza perdere di vista l’uomo.
Mumak
00venerdì 22 ottobre 2004 14:51
Dalkest
*accidenti! me lo sentivo, devo aver fatto qualcosa di sbagliato! accidenti! rimarrò qui ed aspetterò il momento giusto per avvicinarmi e parlare con Lossadan, nessuno mi passerà avanti, dovrò essere il primo a presentarsi nell'area tra i carri questa sera*

"il primo!"

avrebbe consumato il suo pasto lì in piedi, un pasto fatto di pane duro e carne secca, un pasto da guerriero. e poi c'era sempre la possibilità di intravedere una delle due splendide fanciulle che accompagnavano i guitti nelle loro esibizioni.

*devo dire a Lossadan che da queste parti è davvero pericoloso farsi notare con un bel gruzzolo tintinnante*

Valandur
00venerdì 22 ottobre 2004 15:34
Eorein
Il guerriero squadrò l'amico che aveva di fronte e scoppiò suo malgrado di nuovo a ridere:

"Mio caro amico, come faccio ad immaginare con la mente un luogo dove non sono mai andato? Rischieremmo che la mia spada ci indichi i deserti del sud!"

Riflettè un istante mentre beveva un altro sorso di birra e proseguì:

"Magari si potrebbe far visita ai nani che si dice dimorino nei Monti Azzurri. Loro dovrebbero conoscere bene ciò che succede vicino casa loro..."

*E magari potrebbero darmi qualche altra informazione su Gurcrist*
Ossian77
00venerdì 22 ottobre 2004 16:41
Master
Lossadan
“Barak eh? Non saprei. Mi farebbe comodo che qualcuno percorresse una parte della strada con noi. Tuttavia noi non siamo mercanti di sale o stoffe. Siamo attori, gente di spettacolo. Chi ci si accompagna deve condividere parte del nostro spirito. Non basta, allargare la compagnia per dissuadere i briganti, non basta esser grandi e grossi. Ci vuole un certo stile, messere, e fedeltà. Voi li possedete entrambi?”

Le due dame si erano spostate, ma in modo diverso tra loro. Mentre Lasya aveva fatto un paio di passi indietro, Meriel si era invece accostata a Lossadan, cingendogli un braccio. Solo allora Barak notò che era alta quasi 5 pollici più del capocomico!
Da dietro il bianco velo bisbigliò qualcosa al giovane attore, che sorrise. Poi fu la sua volta di fissare Barak. Lo guardò a lungo, attentamente. Dopo un tempo infinito il beorniano sembrò sentire più acuti tutti i suoni del giardino. Il ronzio delle api, il fruscio del vento tra le siepi. Si sentì a disagio, attraversato e svelato da chi si nascondeva dietro quella stoffa impalpabile.

Meriel “Si, credo che vada bene. E’ innocente, dentro di se, e sembra avere una buona disposizione d’animo. E’ puro, in qualche maniera, ma non è immune al Tocco. Devo però fare un ultima verifica. Giudicarlo dalle sue parole. Diteci, Barak. Quali servigi esattamente siete disposto a prestarci, e quanto a lungo?”

*Quella voce! Per Beor Il Vecchio!* Era magnetica, intensa, lo aveva incatenato, quasi spaventato. Non era stata minacciosa nemmeno per un breve istante, eppure gli allarmi nella testa di Barak si erano accesi tutti contemporaneamente. Non percepiva alcun male intorno a se, eppure si sentiva oppresso da un qualche peso sul petto, come se un vecchio senso di colpa dimenticato gli fosse riaffiorato al cuore.

Che cosa avrebbe risposto?

[Modificato da Ossian77 22/10/2004 16.45]

Ossian77
00venerdì 22 ottobre 2004 17:09
Master

Per tutto il pomeriggio, devoto alla promessa fatta a se stesso, Dalkest attese che qualcuno si decidesse a riportare la vita nel cortile tra i carri degli Aranrim. La calura estiva di certo non incoraggiava a riprendere le attività, ma presto una sera amica ed una notte alleata sarebbero scese a dargli manforte. Tuttavia, nelle prime ore, sopportare così stoicamente il caldo nella cotta di maglia fu una fatica difficile da capire per nove abitanti su dieci in tutta Arceto. Se uno di loro avesse fatto qualche viaggio, e si fosse spinto almeno fino ai confini di Gondor, governando una barca sul grandioso anduin, e se avesse potuto mirare i solenni Argonath, forse avrebbe notato la somiglianza tra statue dei re dell’antichità e Dalkest, immobile, foderato di acciaio, di già guardiano prima ancora di essere assunto a tale scopo.

Un bimbo, forse di dieci anni di età, si avvicinò al cavaliere verso le cinque. Lo squadrò come se temesse di vederlo svanire da un momento all’altro, timoroso di rivelarsi, di disturbarlo. Poi guardò in basso, trattenne il fiato, raccolse il coraggio e disse tutto in un respiro:

“Signore, signore, signore! Mavoiaveteuccisodavverotantatantagente?” e poi si ritrasse, sgranando gli occhi, temendo di aver osato troppo, aspettandosi la mutazione di Dalkest in un orco mangia-bambini da un momento all’altro.
Fingal
00venerdì 22 ottobre 2004 17:52
Athorman
Come ridestato da un sogno ad occhi aperti, e ripiombato nella realtà delle cose, il guaritore si rese conto che l’esasperata voglia di venire a capo a quelle sue nefaste sensazioni, ed anche qualche goccio di troppo di birra, lo avevano portato a sragionare.
Ridacchiando anch’egli alla risposta del suo compagno esclamò:

Amico mio, la tua proposta mi sembra la cosa più sensata che abbiano ascoltato le mie orecchie. La tua praticità è oro, e sono contento di partire in tua compagnia.
Kedar
00venerdì 22 ottobre 2004 18:18
Barak
“Vi prego di scusarmi, forse mi sono espresso male, non ho velleita' artistiche di nessun genere e comunque non era mia intenzione entrare a far parte della vostra compagnia. Mi chiedevo solamente se potevamo percorrere un po' di strada insieme e, in cambio della vostra compagnia, avrei potuto aiutare nei lavori pesanti e nella cura degli animali. “

“Dalle vostre parole pero' mi sembra di capire che l’aiuto che cercate e' di tuttaltra natura; vi posso solo dire che, se sara' necessario, le mie armi saranno pronte a difendervi.
Vi dico, infine, che il tempo che posso concedervi non puo' essere piu' lungo di una estate, mi attende un lungo viaggio e vorrei intraprenderlo in autunno.”


Perche' stava cercando di ottenere un posto da “guardia”, non ne aveva mai avuto l’intenzione, aveva sempre combattuto solo per difesa personale o degli amici. Essere qualcosa che anche lontanamente somigliava ad un mercenario non era assolutamente sua intenzione.
In fondo pero' c’era qualche cosa che lo attirava irresistibilmente verso quella avventura ........ sperava solo che non fossero solo gli occhi della donna. No, no, non era quello, ci doveva essere qualche cosa in piu', o almeno sperava.

Oramai, era inutile pensarci troppo; sarebbe stato a vedere che piega avrebbe preso “l’esame”.
Mumak
00venerdì 22 ottobre 2004 19:17
Dalkest
era ormai tardo pomeriggio, il caldo soffocante aveva lasciato posto ad una lieve brezza che ora gli asciugava il sudore sulle tempie e sul collo.

la fatica no, quella non se ne era andata, in pochi sanno quanto è realmente faticoso rimanere in piedi ed immobile per un lungo tempo e nonostante i suoi sforzi fossero ciclopici era già da un pò che combatteva contro gli sbadigli arrivando perfino a lacrimare.

in suo soccorso arrivò un bambino, una dolce creatura tutta timorosa che, data la sua altezza, permise a Dalkest di inginocchiarsi (e riposare) senza perdere la faccia.

normalmente avrebbe risposto "fila via moccioso!", invece questa volta rispose all'incredibile domanda formulata dallo spaventatissimo ragazzo.

"io non ho ucciso nessuno, ragazzo mio, il destino di coloro che si sono sfortunatamente confrontati con me ha voluto farli morire, tutti. purtroppo non avevano idea di chi gli si parasse di fronte, e ciò ha reso ancor più facili le mie vittorie, ma lascia che ti dica una cosa: un guerriero non perde mai fino a che non perde una volta, quindi tutti i guerrieri che incontrerai ti diranno di aver sempre battuto tutti i loro avversari, ma non saranno stati loro a vincere. il fato li guida, il destino è scritto per ognuno di noi, possiamo solo cercare di rendere più onorevole possibile la nostra vita finchè il fato la sostiene. proteggi gli anziani e i giovani, non lasciare mai che per un tuo mancato intervento qualcuno ne abbia a soffrire, accetta la giustizia del re e onora tua madre e (sigh!) tuo padre.

ed ora che conosci il codice, ti piacerebbe fare un giro sul mio Mandorallen?"

[Modificato da Mumak 22/10/2004 19.18]

Ossian77
00sabato 23 ottobre 2004 10:22
Master

Mandorallen era veramente un castello sulle zampe per quel piccolo bimbo ma si prestò volentieri a condurre il nuovo passeggero, il cui peso era a malapena avvertibile per lui. Già dalla sella il bimbo si chiudeva gli occhi con le mani per le vertigini, ridendo a crepapelle e sbirciando tra le piccole dita. La passeggiata fu di breve durata, ma comunque divertente. Fecero appena un giro completo della piazza. Poi Mandorallen voltò il lungo colo, mollando uno sguardo in tralice al suo compagno umano. Non ci fu bisogno di aggiungere altro.

Messo giù il bimbo, questi corse via ridendo per qualche passo, talmente impaziente di andare a dire tutti ai suoi amici da dimenticare la buona educazione. Poi ad un tratto si voltò e gridò.

“Che bello, anche io voglio diventare un cavaliere! Un giorno saremo amici, vero Signore?” e proseguì la sua corsa infilandosi in un vicolo.
Ossian77
00sabato 23 ottobre 2004 11:24
Master
Proprio mentre Barak finiva di parlare, la dama velata iniziò a camminare intorno a lui. Meriel, questo doveva essere il suo nome. Suonava bene, di certo. Eppure qualcosa non andava. Forse il fatto che sotto i suoi piedi la ghiaia non facesse alcun rumore, come se per lei avessero disteso un cammino di terra compatta.
Mentre la dama camminava da qualche parte dietro di lui, Lasya si accostò a Lossadan, improvvisamente rassicurata dal tono di voce dell’uomo del nord.

Lasya “Credo sia un berning, Lossadan. I berning sono brava gente, onesti con tutti. Ti ricordi due anni fa ad Esgaroth? Non fosse stato per loro…”
Lossadan “Si, Lasya. Ricordo alla perfezione. Barak sembra essere davvero un uomo buono e sincero. Non me la sento di impedirgli di venire con noi... Inoltre siete forte, signore, questo è evidente. Se sarete così gentile da dare una mano qui e là, avrete tutta la nostra riconoscenza, oltre naturalmente a tre pasti caldi al giorno! Se invece siete addentro al mestiere delle armi la faccenda si fa più complessa. La nostra scorta armata non può e non deve essere troppo grande manco fossimo dei dignitari reali. Poche persone basteranno, ma devono restare con noi almeno fino a fine settembre, quando giungeremo a Tharbad nella nostra sede centrale. Pretenderemo molto da voi, in termini di impegno, e non si tratterà solo di stare a muso duro all’uscita del teatro, con la clava in mano. Anzi, tutto il contrario. Sapete, abbiamo un’immagine da mantenere! Meriel?”

Dietro di Barak, forse a mezzo passo, la voce di Meriel.

Meriel “Solo un’ultima cosa, messer Barak. Diteci, siete venuto fino a questo giardino da solo o in compagnia? Mi siete sembrato un po’ teso, e spesso vi siete voltato a sinistra, verso il cancello principale. Dite, qualcuno vi attende laggiù?”

Detto questo, Meriel ricomparve alla destra di Barak, proseguendo fin dietro Lasya.

Impossibile esserne certi, ma Barak pensò che la dama stesse sorridendo dietro il velo...
Kedar
00domenica 24 ottobre 2004 01:32
Barak
"Ti ringrazio Lossadan, per ora penso che mi limitero' ad accompagnarvi fornendovi l'aiuto che le circostanze renderanno necessario. Sappiate comunque che le armi sono il mio primo mestiere ma vorrei evitarne l'uso finche' possibile.

Milady, per quanto riguarda il mio voltarmi verso il cancello, e' dovuto al fatto che sto attendendo il mio compagno di viaggio, ma non dovete preoccuparvi, e' fedele e discreto come pochi al mondo.

Ora, se permettete vorrei sapere quando e' prevista la partenza, ho alcune cose da sistemare prima di andare via"
Ossian77
00domenica 24 ottobre 2004 13:46
Master
Un attimo di attesa. Lossadan e le due dame dietro di lui osservarono Barak per un lungo istante. Si guardarono tra loro e, quasi distrattamente, Meriel bisbigliò qualcosa all’orecchio di Lossadan. Il capocomico abbassò lo sguardo, pensoso.
Lasya, intanto, sorrideva imbarazzata. Sembrava trovasse davvero divertente la presenza del berning, e lo guardava come se non credesse che una persona potesse diventare così alta senza mangiare una mucca al giorno. Solo, in un momento così teso e formale, non voleva dare voce ai propri pensieri ed alla propria allegria.

Infine, Lossadan rialzò lo sguardo, sfoderò il suo migliore e più sincero sorriso e diede una pacca sulla spalla del berning, producendo un sordo “patt!”. Purtroppo la spalla in questione era grande come un’insalatiera da sei porzioni, e Lossadan ottenne solo l’effetto di spingere indietro se stesso. Rise di gusto e disse:

Lossadan “Barak, sai che ti dico? Che non posso accettare il buono senza il cattivo, né assumere una persona a metà. Considerati parte della carovana; un amico, più che una guardia, e non sentirti obbligato a fare più di quanto ti dice il tuo cuore. La pelle è una sola, anche se con la tua ci si potrebbe fare la vela di una galera da guerra! Una volta a Lond Arador ne riparleremo con calma. Viaggia con noi, tienici compagnia, e portati pure il tuo…'compagno'. Solo, visto che non farai parte delle nostre guardie, ti prego qualora si dovesse venire alle armi per qualunque motivo di fare esattamente quello che ti ordinerà il nostro capitano, sempre nei limiti del buon senso, beninteso. Questo è fondamentale per la buona riuscita del viaggio. Ora va a prepararti, partiremo non appena avrò sbrigato delle faccende che qui richiedono la mia attenzione. Comunque, non più tardi di tre giorni da adesso. Anzi, se vorrai trasferirti subito nel nostro ‘cortile’ sarai il benvenuto, così cominci a fare amicizia. Ora ti dobbiamo davvero lasciare, ma ci vedremo stasera per cena, se vorrai stare con noialtri. Arrivederci!”.

Lossadan fece un breve inchino, come ne doveva aver fatto migliaia in anni sul palco, e si fece da parte.

Lasya “Ciao Barak", gli aveva dato del tu, lei. Bene. "E'stato un piacere conoscerti!", proseguì. "Stasera dopocena facciamo una specie di gara di canto. Ci divertiamo. Spero che ci sarai, purché tu prometta di non finirti tutte le scorte di manzo e birra!”

Detto questo, i tre si allontanarono, Lossadan in coda al gruppo. Meriel non profferì parola. Solo, si voltò verso Barak per un attimo quando giunsero al cancello, vicino alla loro carrozza. Il compagno di Barak doveva essere lì vicino, magari nascosto, ma non si fece vedere, evidentemente.

Tuttavia, finché Meriel non si fu voltata di nuovo, per salire sul piccolo calesse, Barak non riuscì nemmeno a deglutire, rimanendo inchiodato come una statua di sale. Intorno a lui, la vita del giardino, il ronzio delle api ed il sospiro del vento tra gli olmi ripresero normalmente solo dopo molti minuti…
Kedar
00lunedì 25 ottobre 2004 11:21
Barak
Lungo il tragitto che lo portava alla locanda ebbe il tempo di riflettere sulle persone che aveva incontrato: sembravano sicuramente meno di quello che erano realmente, le donne erano bellissime ma questo non doveva essere il loro lato piu' significativo senza contare che avevano riconosciuto la sua razza e non era una cosa molto normale a questa distanza da casa. Non gli avevano dato motivo di preoccuparsi e per ora questo poteva bastare, con il tempo magari avrebbe capito qualche cosa in piu'.

Torno alla locanda con l’intenzione di pulire armi ed armatura, saldare il conto con l’oste ed accettare subito l’invito di Lossadan ad unirsi a loro.
Mumak
00lunedì 25 ottobre 2004 17:32
Dalkest
*diventare un cavaliere? già, e come si diventa cavalieri? non è sufficiente Essere cavalieri?, siamo già amici ragazzo, hai mostrato coraggio è ciò indica l'indole giusta per un futuro da cavaliere, ma non dimenticare i valori del codice, che ci vuol poco a trasformarsi da cavaliere in farabutto*

Mandorallen lo guardava in tralice come se lo avesse costretto a fare una cosa che non gli piaceva per niente, come se non gli piacesse affatto comportarsi come uno dei pony dei guitti! Lui era un cavallo da guerra!

"non fare il burbero, so benissimo quanto sia soddisfacente sentire la felicità di un bimbo" disse carezzandolo "abbiamo poco tempo per fare del bene amico mio, e dobbiamo sfruttarlo fino in fondo, che per il resto della giornata siamo degli assassini ben vestiti, ma ora riprendiamo posizione e mostriamo a questi signori che hanno bisogno di noi!"
Ossian77
00martedì 26 ottobre 2004 12:02
Master
Era oramai giunto il vespro ad Arceto. I lanternai si apprestavano ad accendere le torce ed i bracieri nelle piazze e negli incroci e le ombre si moltiplicavano sotto i piedi degli abitanti. Le attività continuavano normalmente in molte botteghe, dalle cui porte uscivano bagliori ambrati di candele, ma la maggior parte delle persone si stava ormai recando a cenare in casa o a bere qualcosa in locanda.

Dalkest aprì di colpo gli occhi, allo sbattere di uno scure in una casa vicina. Si doveva essere appisolato in piedi, per non più di qualche minuto, e Mandorallen gli si era lestamente posto dietro per sostenerlo. Intanto, la vita tra i carrozzoni era ricominciata. Sentiva voci di gente, qualcuno che cantava, qualcuno che parlava, stoviglie che sbattevano, panche trascinate, profumo di patate, di stufato, di rosmarino e salvia. Dietro i drappi che chiudevano il quadrato delle carrozze si muovevano delle sagome scure ed affaccendate.

Forse era solo la stanchezza, ma credeva di aver intuito una sagoma umana tra i fori quadrati delle finestre di uno dei carri…lo stava guardando…forse era Lossadan? E poi quei due uomini. Solo ora cominciava farci caso. Non poteva esserne certo, ma credeva che fossero rimasti a discutere ed a consultare mappe sotto la pergola del Destriero d’Acciaio per tutto il giorno. Ora continuavano imperterriti la loro attività alla luce di due lampade ad olio appese sopra il loro tavolo. Uno dei due aveva spesso estratto delle carte da una sacca, e ne leggeva dei passi con attenzione, più e più volte, al suo amico, chiedendone un’interpretazione. Dalkest non aveva sentito cosa si stavano dicendo, ma era certo che uno di loro due, un nordico come lui, lo avesse guardato spesso.

Proprio in quel momento giunse un rapido calesse. Ne scesero tre figure. Per primo, un uomo sui 25-27 anni, di bell’aspetto. Non un dunadan, ma comunque una persona distinta e signorile. Vestiva una giacca di pelle blu, e non cingeva armi. Aiutò a scendere dal calesse due dame. Per prima una vestita di un abito scuro. Alta, anche più dell’uomo. Aveva il viso quasi del tutto coperto da un velo, ed i capelli da una cuffia bianca. La seconda, di poco meno alta dell’uomo, era di certo una visione splendida. Lunghi e lisci capelli biondi, occhi nocciola, una figura slanciata e dal bel portamento. I tre ringraziarono il cocchiere e si diressero verso i carri. Fatti pochi passi, si fermarono di colpo, vedendo un cavallo da guerra (era impossibile prenderlo per qualcos’altro) fiancheggiato da un uomo biondo, torreggiante e coperto di anelli d’acciaio.

A quel punto…
Fingal
00martedì 26 ottobre 2004 17:42
Athorman
D’un tratto il guaritore, seduto di fronte al compagno, vide un flebile luccichio provenire da Gurcrist. E subito un pensiero balenò nella sua testa:

*Un segno, forse il segno che aspettavo. Chi l’ha scatenato.*

Si guardò intorno e vide il sopraggiungere del calesse e i tre personaggi che ne scendevano.

*Chi sono costoro? Perché Gurcrist ha reagito alla loro presenza? Magia!? Oscurità!? NEMICI?! Devo indagare, devo capire.*

Il tutto fu più lesto di un lampo, e il guaritore guardò con aria interrogativa il compagno, come aspettando da lui un cenno sull'accaduto.
Mumak
00mercoledì 27 ottobre 2004 00:46
Dalkest
il biondo al tavolo (un avversario probabilmente non facile) aveva ben poca discrezione e più di una volta Dalkest lo aveva sorpreso a fissarlo, come se lo stesse valutando, come se da lui si aspettasse qualcosa. l'altro sembrava un dotto ed il suo viso era un continua alternarsi di espressioni contrastanti, dalla preoccupazione alla fiducia, dallo spavento alla curiosità, ed ora sembrava teso per un qualche motivo.

proprio al sopraggiungere del calesse
ne scesero tre persone, dirette al campo degli artisti.

si fermarono quando videro Mandorallen ed il suo fiero cavaliere.
un lieve inchino, lo sguardo fisso sui piedi dell'uomo

"mie signore, messere, è per me un onore incontrarvi. se non vi disturba avrei un favore da chiedere, senza che sentiate l'obbligo di compiacerlo. vorrei che riferiste a messer Lossadan che pur essendo stoico ed infaticabile non intendo aspettare di essere ricevuto più di un'altra ora, giacchè da tutto il pomeriggio mi trovo immobile su questo piazzale con l'unica compagnia del mio fedele Mandorallen (pat pat). vi ringrazio sin da ora del disturbo e per aver ascoltato le mie parole."

un fuggevole sguardo(o almeno lui sperava che risultasse fuggevole) corse agli occhi della donna col velo e al viso della bionda. erano loro! Meriel e Laysa

sentiva una strana sensazione crescergli nel petto...

[Modificato da Mumak 27/10/2004 0.58]

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