Scritto da: Doriangray84:
Insomma voglio dire che se una persona viene dissociata, evidentemente ha commesso qualcosa di grave e non vuole pentirsi di ciò che ha fatto! Quindi una comunità di fronte a una cosa del genere cosa dovrebbe fare? COme si suol dire, buoni si, fessi no!
Chiariamo e specifichiamo alcune cose:
Non mi pare che in questo forum qualcuno abbia mai messo in discussione la liceità della "disassociazione" di per sé. Qualsiasi gruppo, religione, o associazione ha il diritto di stabilire delle norme interne e di prevedere anche, in casi estremi, l'espulsione dei membri che non vi si conformano. Anche in questo forum, per esempio, se qualcuno persiste nel violare il regolamento, viene espulso.
Si è spesso criticato comunque il fatto che i TdG non si limitano ad espellere coloro che commettono errori o che esprimono fondate critiche ad alcuni loro insegnamenti, ma ostracizzano tali ex membri, proibendo ogni genere di rapporto con loro e limitando fortemente perfino i contatti con parenti e familiari. Questo modo di fare, oltre che essere in contrasto con l'autentico spirito del cristianesimo, è stato definito da molti una violazione dei fondamentali diritti dell'uomo.
Inoltre gli esempi da te fatti riguardano situazioni vissute e conosciute personalmente: è chiaro che ciascuno può decidere, con valide ragioni, di non parlare e di non frequentare qualcuno che ha commesso e che continua a commettere delle azioni gravemente sbagliate nei suoi confronti, azioni che danneggiano ed offendono direttamente le persone coinvolte. Si tratta tuttavia di scelte decise personalmente e non imposte da qualche autorità esterna. Mi spiego meglio: nel caso dei disassociati e dei dissociati,
tutti i TdG devono evitare tale persona
anche se non sanno nulla delle ragioni per cui è stata espulsa o ha deciso di lasciare il gruppo. Può essere che questo ex membro abbia commesso azioni veramente riprovevoli, ma questo lo sanno in pochi (gli "anziani" del comitato e forse qualche altro TdG ). Ciò nondimeno
tutti troncheranno i rapporti con l'ex membro.
Vi sono poi coloro che vengono disassociati o si dissociano senza che abbiano commesso errori che si possano
oggettivamente definire tali.
Per esempio, un TdG che accetta una trasfusione di sangue per se stesso o per un suo familiare. O che ha esposto la bandiera della pace sulla finestra di casa sua. Oppure qualcuno che ha compreso come determinati insegnamenti del CD sono erronei e magari esprime le sue opinioni ad altri. Questo, per inciso, è quello che è successo a me: ho scritto una lettera agli "anziani", esprimendo alcune mie critiche ad alcuni insegnamenti della congregazione, e questo ha comportato la mia espulsione come "apostata" dal cristianesimo.
Ebbene, anche i questi casi, senza magari sapere nulla delle ragioni per cui la persona è stata espulsa o si è dissociata, tutti i TdG applicheranno nei suoi confronti il più completo ostracismo, rifiutando di salutare, di parlare e di frequentare il disassociato/dissociato.
Se qualcuno, che non è un familiare, in coscienza, decidesse di frequentare regolarmente un disassociato per aiutarlo sia moralmente che materialmente, ne dovrebbe rendere conto agli "anziani".
I miei parenti non sanno le ragioni per cui io non sono più TdG eppure hanno troncato quasi del tutto i contatti con me.
Un esempio: quando mia moglie, che è ancora ufficialmente una "sorella", seppure non frequenti più da anni la congregazione, vuole andare a trovare sua sorella ed il marito TdG, io la devo accompagnare in macchina fino sotto casa ed aspettare fuori che lei termini la sua visita. I miei cognati non vogliono che io entri in casa loro e loro naturalmente nemmeno escono per salutarmi. Questa situazione dura da anni, è iniziata praticamente subito dopo la mia uscita dai TdG, avvenuta nell'estate del 1998. Mio cognato "anziano" mi ha detto chiaramente che non avrei potuto più andare a casa sua fino a che non mi fossi "pentito", facendomi riassociare. La stessa cosa mi è stata detta da altri miei stretti parenti. Non mi hanno mai permesso di esprimere le mie ragioni.
Io non sono un delinquente, un malfattore, una persona socialmente pericolosa. La mia vita continua a svolgersi normalmente: lavoro, ho cura della mia famiglia, mi comporto in maniera socialmente e moralmente corretta... eppure tutti i TdG mi evitano come se avessi la peste. E, nota, il mio non è un caso speciale, questo accade con
tutti i disassociati.
Non credo quindi che gli esempi che tu hai fatto giustifichino tanta chiusura e tanto estremismo, che è più che opportuno definire "farisaico".
Prova a riflettere su questo fatto: come ti sentiresti se tutti i cattolici che conosci ti evitassero di punto in bianco solo perché tu hai deciso di diventare TdG?
Se i tuoi parenti, unanimemente, ti dicessero che non devi più andare a casa loro fino a che non ritorni ad essere cattolico? E se questo venisse fatto da tutti i cattolici del mondo, così che in qualsiasi paese tu possa trasferirti, persone che tu non hai mai visto e conosciuto ti ostracizzassero solo perché è stato detto loro che tu sei non sei più cattolico?
Troveresti giusto e legittimo tutto questo?
Vedi anche queste pagine
http://www.infotdgeova.it/disassociati.htm, dove l'argomento è trattato più ampiamente.
Ciao
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 22/01/2005 9.26]