Il Secolo XIX - Dopo dieci anni circa, bisogna dare atto al Secolo di avere metabolizzato bene il fenomeno di "fusione per incorporazione" di Repubblica-Il Lavoro e di La Stampa-Corriere Mercantile, conservando in toto la sua autonomia. E' un po' triste constatare che oggi è l'unco giornale che rappresenta Genova la Liguria, che una volta poteva vantare anche 5 testate che uscivano quotidianamente. Ma il mondo di oggi è così a va ancora bene che almeno un giornale è rimasto e se la passa anche abbastanza bene.
Il giornale ha dunque tuttora pretese di giornale "vero", con molte pagine dedicate all'Italia e all'estero, e relativi editoriali devo dire talvolta interessanti. Tuttavia lo spazio e gli approfondimenti sono quello che sono e fanno impallidire se paragonati ai giornali nazionali Corsera, Repubblica, ma anche La Stampa (che è un giornale prestigioso ma sostanzialmente a diffusione regionale).
Le pagine locali sono il vero core business del Secolo. Molto bene secondo me lo spezzettamento della cronaca locale nelle varie edizioni. Peraltro le edizioni delle province mantengono pure una pagina delle notizie "genovesi" più importanti. Trovo utile anche questo.
Per il resto, leggo sempre con interesse la pagina del marittimo, da sempre (e sempre) molto curata con articoli interessanti. Si tratta dell'unica parte del giornale di riferimento a livello nazionale.
Sullo sport, le pagine dedicate alle squadre cittadine sono sempre scritte "da tifosi" e dunque sono spesso inattendibili, mentre trovo significativo l'interesse verso i campionati minori e giovanili, che il Secolo segue in modo capillare.
Quello che critico del Secolo è che il giornale appare essere molto "governativo" ed indulgente con i potentati locali (politici ed economici): assai raramente tira fuori argomenti scomodi e ancora più raramente offre ai lettori reportages approfonditi su singoli argomenti scomodi (l'ultimo, che ho apprezzato, è stato il reportage sull'aeroporto).
In ultimo, non mi convince il formato "a fascicoli"; al loro posto avrei forse optato per un formato tabloid, eventualmente con l'inserto della piccola pubblità immobiliare della domenica.
"La Repubblica - Il Lavoro" - quello che una volta era un autorevole giornale di ispirazione socialista è oggi ridotto ad essere una redazione cittadina di un grande giornale nazionale. Il Lavoro conserva però qualche velleità di fare qualcosa di più di raccontare la cronaca di Genova, ed anzi spesso sembra più attento alle grandi manovre della politica e dell'economia nostrana piuttosto che alla cronaca spicciola di Genova, e non mi riferisco solo alla cronaca nera, per fortuna quasi assente da Il Lavoro (personalmente non mi interessa affatto). Il direttore (o capo della redazione Genovese) è un uomo intelligente, ben inserito e pure ambizioso. Leggo spesso i suoi editoriali e quasi sempre vi trovo spunti interessanti, anche se non sempre trovo poi nel giornale i necessari approfondimenti alle tematiche illustrate. Anche nel caso de "La Repubblica - Il Lavoro" vedo molta palude filogovernativa, ma rispetto al Secolo c'è più coraggio nel sollevare questioni scomode o insolute, purtroppo sempre raramente, ma con maggiore approfondimento e (a mio parere) competenza rispetto al fratello "maggiore" di Piazza Piccapietra.
"Il Corriere Mercantile" - Questo storico quotidiano, che usciva nel pomeriggio, è oggi un allegato del quotidiano torinese La Stampa e, in un certo senso per fortuna, del foglio sabaudo non ha preso quella sorta di grigiore e di elitaria noia. Devo confessare che spesso acquisto il Mercantile e lascio all'edicolante La Stampa: lo trovo un gesto futurista. Perché Il Mercantile è il regno della cronaca spicciola di quartiere, delle opinioni del vicino di casa o della signora del Mercato Orientale, con tanto di foto. Il Mercantile regala sempre titoli ad effetto e gli imperdibili editoriali del suo direttore, improntati sempre al buon senso mugugnone da buon padre di famiglia un po' qualunquista. Il Mercantile è il mio compagno inseparabile quando prendo il treno, è pura evasione. Grazie di esistere
"Il Giornale" - Se il foglio non fosse così schierato politicamente, le pagine genovesi de Il Giornale sarebbero sinceramente più che dignitose, pur se stringate. Delle stesse, mi piacciono ricordare i servizi sportivi, a mio modo di vedere i migliori sulla piazza. Peccato però che spesso anche a livello cittadino si faccia propaganda, più che informazione.
Primocanale - Ecco una televisione che funziona alla grande. Adoro Primocanale, l'ho vista crescere piano piano e diventare il soggetto che fa la migliore informazione della nostra regione. Geniale la sua intuizione di aprire redazioni in provincia e nel Tigullio e di non concepire i servizi provenienti dalla "periferia" come unicamente destinati al territorio di riferimento, ma di interesse di tutta la regione. Mi piacciono i dibattiti politici di Paternostro e del bravo Lentini, ma apprezzo molto anche la Biancalami e i suoi reportages.
La redazione sportiva è nelle mani di Porcella e Michieli, schieratissimi con le rispettive squadre, ma onesti professionisti.
Quello che farei fuori è Sirianni, che fa il tuttologo ma che in realtà a mio parere è unicamente in grado di curare rubriche di costume; rappresenta però la memoria storica dell'emittente e a quanto pare è amatissimo dal pubblico femminile di una certa età, che rappresenta lo zoccolo duro di Primocanale.
Telegenova - La personalità ingombrante della Brignola condiziona da sempre il palinsesto, assai povero e "cannibalizzato" da un recente accordo con una televisione lombarda che entra nelle case dei genovesi con accenti, personaggi e tematiche che interessano poco o nulla la casalinga di Oregina.
Telecittà - soffre del complesso di Primocanale e di questa emittente cerca di copiare la riuscita impostazione editoriale, specie nell'informazione. Con risultati così così.
La scuderia però ha due cavalli di battaglia sicuramente invidiati dai competitors: uno è Pinuccio Brenzini, amato da tutti i genoani; l'altro è Giovanna Rosi che con il suo Buongiorno Liguria svolge un piacevole servizio pubblico a servizio dei cittadini genovesi e della regione. Confesso che spesso preferisco vedere lei rispetto al mio adorato Omnibus su La 7.
Telenord - Per me è la peggiore emittente locale. Anche i servizi sportivi sono trash, regna la disinformazione; c'è addirittura un personaggio parmense che urla che assomiglia tantissimo a Califano!
Italia 7 - Vorrei soltanto segnalare una delle mie trasmissioni preferite: "Ditelo al 468893", grandiosa trasmissione al servizio delle segnalazioni e dei mugugni di piccolissimo ccabotaggio dei genovesi. Una volta c'era addirittura, all'interno del programma, la rubrica "L'angolo della vergogna", con tanto di timbrino in alto a destra del teleschermo, dove i mitici reporter illustravano situazioni incresciose come carcasse di auto a Staglieno, cacche di cani in Salita Oregina e perdite d'acqua antidiluviane con muschio a Prà. Eccezionale!!!
TG3 Regione - Ovvero Telesindacato (la parte dedicata alle rivendicazioni sindacali occupa almeno il 25% del tempo a disposizione del notiziario). A parte questa osservazione, il nostro TG3 di Corso Europa mi sembra grigio, lento, soporifero. Notizie vere con il contagocce, bene però la parte dedicata agli spettacoli. Bene pure lo sport minore. Ottimo ed interessante l'approfondimento del sanato mattina: concordo sul punto con tito.it.
Ma in generale il TG3 Liguria è ben poca cosa, se lo chiudessero non mi indignerei di certo.