Iniziamo cosi'....

(richard)
00venerdì 8 ottobre 2010 22:17
Beh, ve ne voglio raccontare un'altra,se permettete, ormai può considerarsi storia,però non so quanti la conoscono ; e ce ne sarebbero...
Tutte le Missioni hanno sempre avuto COSE DA NASCONDERE, dalle "capsule Mercury" alle "Gemini" e di più ai voli "Apollo". Insomma ce ne sarebbe da raccontare... Come ad esempio il 24 maggio 1962, Scott Carpenter, con la "Mercury", doveva disintegrarsi, al rientro nell'atmosfera, per un suo errore di manovra (consumò più carburante del previsto in automatico), azionò i comandi manualmente compiendo un errore di inclinazione, per il rientro nell'atmosfera, di vari gradi ( 3° di errore erano invece tollerabili) dando un'inclinazione del tutto erronea per il rientro... Quindi, accertata ormai anche da terra la sua fine, come una "stella cadente", attendevamo in diretta la tragedia... Nessuno vide niente! Ma proprio in quella delicatissima fase di volo, a errore ormaiavvenuto, accadde un fatto ASSOLUTAMENTE INSPIEGABILE: dal momento in cui Carpenter accese i retro-razzi per la frenata, a quando fu ritrovato finalmente in un battello pneumatico accanto alla "capsula" INTATTA, passò un'ora anziché i pochi minuti previsti (in cui, attorno alla capsula, si forma uno strato ionizzato che interrompe momentaneamente le comunicazioni). In tutto quel tempo non fu possibile stabilire alcun contatto radio. Così si pensò alla conferma della tragica fine che aveva fatto lo sfortunato astronauta... Invece, con la più grande sorpresa di tutti, la navicella fu ritrovata a 400 Km di distanza dal previsto punto di ammaraggio! Ma quello che colpì di più, oltre all'insperata sopravvivenza dell'astronauta, fu il ritrovare la "capsula" stranamente INTATTA, senza cioè la più piccola scalfittura o bruciatura che normalmente si nota vistosamente alle altre navicelle... "Fatto inspiegabile"! scrissero l'indomani i quotidiani. I due sommozzatori, addetti al recupero, riferirono di aver trovato Carpenter in stato confusionale mentale: "Sembrava assente, non si rendeva conto di dove si trovasse. Infatti, vedendoci arrivare, chiese chi fossimo e da DOVE VENIVAMO... ". Il Col. Power, portavoce militare di Cape Canaveral, dichiarò che "per ragioni sconosciute e contrariamente alle leggi fisico-dinamiche, la "capsula" anziché volatilizzarsi negli alti strati dell'atmosfera, non era stata nemmeno scalfita dal calore sviluppatosi dall'attrito... ". Tutto qua. Ma Carpenter, alcuni giorni dopo, rilasciò una dichiarazione in esclusiva al "Time Life Inc.", in cui si legge: "... la caduta, nella massima parte, fu dolcissima! Il calore dell'attrito, che doveva essere altissimo, non penetrò mai all'interno della cabina, benché la temperatura dovesse essere di almeno 1093 °C! E' come se FOSSI STATO AIUTATO... Guardando fuori dall'oblò, notai un alone arancione che circondava la "capsula", che cambiò poi in verde. Scomparve quando la zona di attrito fu superata". Dichiarò inoltre di non aver sentito la consueta spinta negativa dell'accensione dei retro-razzi. Così, stranamente, si concluse tutto per il meglio. Il fattore predominante, come tante altre volte, fu il mistero; di cui non sapremo, ufficialmente, mai nulla ...

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