Logistica Medievale

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Xostantinou
00mercoledì 26 gennaio 2011 18:34
Nicola Zotti, www.warfare.it



COME UN ELICOTTERO MA PIU' BELLO

L'invenzione del cavallo

Achille Campanile scrisse un'esilarante commedia intitolata "L'inventore del cavallo". In questa commedia il nome dell'inventore del cavallo ci viene rivelato: è il professor Bolibine.

L'Accademia delle Scienze sta per conferirgli un premio per l'eccezionale invenzione, quando il passaggio sotto le finestre della sala della cerimonia di una parata militare e di un reggimento di cavalleria, rivela agli accademici e al professore la terribile verità: il cavallo esisteva da prima che questi lo inventasse.

Il povero Bolibine, sopraffatto dalla vergogna, si suicida.

Non sarà stato il professor Bolibine, però qualcuno il cavallo lo ha inventato. Creato ovviamente no, ma neppure scoperto, proprio inventato: come arma.

Quel qualcuno probabilmente non lo immaginò, ma aveva dato inizio ad una rivoluzione militare.

Secondo storici e archeologi, il cavallo fu domato in diverse località tra Asia centrale e Ucraina, più o meno contemporaneamente tra il 4.500 e il 3.000 a. C.: in questo lasso di tempo ci sono ritrovamenti di crani di cavalli con i molari consumati da un morso.

Il periodo è molto ampio, ma rimane incerto, perché potrebbe trattarsi di "cavalli da compagnia", puledri catturati e poi tenuti presso la famiglia senza essere mangiati, come era magari capitato ai loro genitori.

La prima prova provata del connubio uomo-cavallo è ancora un millennio successiva: la tomba di Kriove Ozero in Siberia, della cultura di Andronovo nella sua prima forma detta di Sintashta-Petrovka, datata 2026 a. C., primo esempio di sepoltura funearia con un carro a due ruote trainato da cavalli.

La natura bellica di questa tomba è suggerita dal ritrovamento al suo interno di punte di freccia e di lancia.

Il cavallo è così importante per quelle popolazioni che nello stesso periodo, attorno al II millennio a. C., da sedentarie si trasformeranno in nomadi.

Il carro da guerra l'avevano probabilmente inventato i Sumeri, come sembra testimoniare lo stendardo di Ur datato 2.500 a. C., però si trattava di carri con 4 ruote piene trainati da onagri. Quelli della cultura di Sintashta-Petrovka sono invece carri più agili e adatti a seguire un gregge o una mandria nelle pianure della steppa.

I nostri antenati avevano scoperto che il cavallo è un animale meno bizzarro dell'asino e, per quanto all'epoca avesse più o meno la stessa taglia di quest'ultimo, poteva essere migliorato con la selezione delle razze.

Per molti secoli il cavallo non fu abbastanza robusto da essere cavalcato, ma con un carro una coppia di animali era sufficiente a garantire il trasporto di due uomini e delle loro armi.

Il cavallo, inoltre, ha spontaneamente tre andature -- passo, trotto e galoppo -- mentre l'asino cammina ad una velocità pari o inferiore a quella dell'uomo, oppure parte ad un galoppo difficilmente controllabile, caratteristica che non ne fa un animale particolarmente affidabile in una situazione bellica.

Al contrario il cavallo risponde ai comandi del guidatore con molta più docilità ed è sicuramente meno testardo dei suoi parenti da soma. Il cavallo veniva anche cavalcato, ma data la debolezza della groppa, doveva essere montato sul posteriore, come vengono cavalcati ancora oggi gli asini.

Il cavallo è un animale timoroso e delicato, soggetto a molti malanni, non può vomitare e il suo corto intestino lo obbliga a mangiare tre volte al giorno, ma il vantaggio di possedere un mezzo di trasporto così efficiente, era una motivazione bastevole a superare qualsiasi difficoltà. il cavallo fu quindi "inventato" come arma da guerra, traslando al conflitto tra popoli il vantaggio che il pastore aveva sulla mandria che custodiva.

Il pastore sapeva difendere con arco e frecce il proprio bestiame dalle bestie feroci, ma aveva imparato anche a radunarlo, conosceva come catturare altri capi o inseguire animali veloci nella caccia: questa esperienza tornò utile affrontando popolazioni sedentarie, le cui milizie di fanti erano praticamente indifese contro queste sofisticate tattiche di manovra.

Un po' per conquista e un po' per emulazione, dalla Siberia centrale il carro si diffuse inizialmente in tutta la steppa, fino ai confini della taiga a nord e dell'Iran a sud. Da qui giunse più o meno nello stesso periodo, ovvero attorno alla prima metà del secondo millennio, in Cina a est, in Europa centrale e nei Balcani a ovest, in Asia minore e in Egitto a sud.

I Mitanni nella Siria del nord furono i primi in quest'epoca a guadagnarsi la fama di abili guerrieri su carri scrivendo il primo manuale sul loro addestramento, giuntoci in una versione Ittita, assieme agli Hyksos che, da popolazione intimamente ancora nomade e di commercianti, si infiltrarono in Egitto fino a diventarne i governanti per oltre un secolo (dal 1674-1548). Gli Hyksos pare siano anche inventori dell'arco composito, che permise di utilizzare la piattaforma del carro per colpire i nemici da ancora maggiore distanza.

L'invenzione del cavallo portò alla ribalta della storia militare un principio tattico ancora attuale: quello della mobilità e della manovra. L'uomo che per primo capì l'importanza della manovra, non farebbe alcuna fatica a comprendere la Blitzkrieg, la Airland Battle, o Shock & Awe.

I mezzi sono cambiati, la tecnologia ha fornito l'arsenale degli uomini di nuovi strumenti, ma l'essenza della guerra dopo l'invenzione del cavallo si è consolidata nella ricerca di un vantaggio sull'avversario originato dalla velocità degli spostamenti: carri armati, elicotteri, aerei, e domani astronavi non sono altro che super-cavalli: solo meno belli ed eleganti.



Muovere la guerra

Le necessità alimentari dei cavalli rendevano necessario ai comandanti medioevali l'organizzazione di un imponente treno logistico.

I mezzi di trasporto e le vie di comunicazione erano primitivi e non facilitavano certo il compito degli intendenti. Prima dell'introduzione nel Tredicesimo secolo dei carri a 4 ruote (che avevano il timone snodato e potevano trasportare circa una tonnellata di peso) il più diffuso mezzo di locomozione nei treni logistici era il carro a due ruote che aveva una capacità di carico di 500 kg., con il quale si potevano trasportare le razioni di cibo quotidiane di 30 cavalli da guerra o l'acqua per abbeverarne una dozzina.

Naturalmente nel calcolo delle esigenze logistiche devono essere compresi anche gli stessi animali da traino che, per ragioni di robustezza, erano spesso buoi, anche se questa scelta limitava la velocità dei convogli a circa 15 km. al giorno, contro i 40 km. che costiuivano la velocità giornaliera di un carro a due ruote trainato da cavalli.

Piccole unità che volevano spostarsi velocemente ricorrevano quindi ai cavalli da soma per i trasporti, limitando il carico a circa un quintale ad animale.

Questo carico rappresentava la quantità di cibo che poteva sostenere l'animale da trasporto e un cavallo da guerra per due giorni.

Se tuttavia si riteneva di poter trovare del fieno lungo il percorso, e quindi le bestie da soma potevano trasportare solo granaglie, allora l'autonomia si estendeva fino ad una decina di giorni, che potevano crescere aumentando i cavalli da soma: se ad esempio i cavalli da soma erano 3 per ogni cavallo da guerra, l'autonomia raggiungeva i 12 giorni.

Un ulteriore aumento di autonomia poteva essere ottenuto nel caso di una semplice marcia di trasferimento, ovvero se anche il cavallo da guerra veniva utilizzato come cavallo da trasporto e il cavaliere non prevedeva di dover combattere: con questa modalità, seguendo l'esempio appena fatto (3 cavalli da soma e un destriero). si poteva viaggiare senza altri rifornimenti per 14 giorni con una velocità di 40-50 km. al giorno per 6 giorni, quindi riposando un giorno intero, prima di proseguire con una nuova tappa settimanale di 240-300 km. dopo i quali, tuttavia, si avrebbero avuti rifornimenti per un altro giorno soltanto.

Una marcia in ordine di combattimento non poteva andare molto al di là dei 30 km. giornalieri: dopo una tale fatica il cavallo avrebbe ancora potuto sostenere il peso di un combattente, ma certo non a lungo.



Ma quanto mangia un cavallo!

Per un esercito medioevale la prima esigenza logistica era nutrire i cavalli, gli animali su cui si basava la sua supremazia militare.

Un cavallo mangia il 2,5% del suo peso in foraggi vari al giorno. Un robusto destriero (il cavallo di battaglia) del peso di 600 kg. quindi necessita quotidianamente di 15 kg. di cibo dei quali il 40% (ovvero 6 kg.) deve essere in granaglie (avena, orzo o grano) mentre il rimanente 60% (9 kg.) può essere di fieno oppure di una quantità più di 3 volte superiore (circa 30 kg.) di erba brucata al pascolo o falciata e portata all'animale: questo per la differenza di peso (33%) tra il fieno asciutto e l'erba ancora umida.

I cavalli potevano essere nutriti di erba solo eccezionalmente, perché questa dieta provocava numerosi disturbi gastrointestinali all'animale, che la selezione delle razze operata dall'uomo aveva reso molto più forte ma anche di salute molto più delicata. Solo i pony della steppa potevano nutrirsi per lunghi periodi quasi esclusivamente di erba, perché ancora di abitudini selvatiche.

Un cavallo, inoltre, deve bere tra i 40 e i 50 litri di acqua al giorno, a seconda del lavoro che compie: acqua pura e fresca, perché anche in questo caso solo eccezionalmente si poteva dissetare l'animale con acqua stagnante o non pura.

Una prima conseguenza delle esigenze alimentari dei cavalli era la durata di una giornata di movimento di un esercito. I cavalli mangiano le granaglie con un apposito sacco appeso al muso, impiegando dai 10 ai 20 minuti per ogni kg. di cibo, e quindi completando la propria razione in 1-2 ore; la razione di fieno, invece, deve essere disposta in greppie dalle quali un cavallo bruca 1 kg. di cibo ogni 30-40 minuti, per un totale che varia da un minimo di 4h30' ad un massimo di 6h. Se si sommano a questi tempi le due ore che il cavallo trascorre a bere, si arriva a stabilire che un cavallo trascorre da un minimo di 7h30' ad un massimo di 10h a mangiare: da un terzo a quasi metà della giornata.

Le cose si complicano se l'animale viene lasciato pascolare affinché si nutra di erba. I 30 kg. di erba che costituiscono la quantità massima che può essere somministrata all'animale diventano, infatti, quasi 40 per effetto dell'erba calpestata e distrutta e che non viene mangiata.

Ora, dato che un prato normale produce tra un minimo di 30 e un massimo di 100 grammi di erba al metro quadro, significa che un cavallo può aver bisogno anche di oltre 1.000 m2 di terreno al giorno per pascolare. E siccome per brucare un kg. di erba un cavallo impiega circa 40' (circa 1,36 kg. all'ora) ne possiamo ricavare che non solo un esercito si doveva disperdere (nell'esempio considerato) su un'area con la densità di 10 cavalli per ettaro, ma che poteva viaggiare al massimo alla velocità di un cavallo che bruca.



Guerra e sterco di cavallo

Se pensate che i comandanti militari medioevali dovessero curarsi solo di nutrire i loro cavalli vi sbagliate, perché un'uguale preoccupazione doveva essere posta alle loro deiezioni.

Ogni 100 kg. di peso un cavallo produce quotidianamente 4,5 kg. di sterco e 4,8 litri di urina.

L'urina non è tossica, ma evaporando produce ammoniaca che invece è altamente dannosa alle vie respiratorie di uomini e animali. Inoltre, l'ammoniaca minaccia la durezza e l'elasticità degli zoccoli dei cavalli, complicandone la pareggiatura e la ferratura: i cavalli costretti a sostare a lungo in aree malsane erano quindi più soggetti a malattie e problemi agli zoccoli.

Lo sterco al contrario è particolarmente pericoloso in sé, causa di infezioni ed epidemie.

Anche solo un piccolo esercito composto da 1.000 uomini e quindi con circa 3.000 animali produceva una vera e propria montagna di escrementi e un fiume di urina, generando problemi di difficile soluzione in situazioni come assedi o riunioni di eserciti che durassero più di qualche settimana.

Nel breve lasso di tempo di 30 giorni, infatti, 3.000 animali distribuivano sul territorio quasi 2.500 tonnellate di sterco e oltre 2.600.000 litri di urina, che, se non controllati a dovere, potevano rendere invivibile qualsiasi accampamento.

Per fare un confronto, il cavallo mongolo (che però pesa in media 272 kg. ovvero poco meno della metà di un cavallo da guerra medioevale) per nutrirsi percorre ogni giorno tra i 5 e 10 km in 20 ore pascolando e ne dedica 4 a dormire.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:08.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com