Morgana e Melusina, la nascita delle fate nel Medioevo

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Danae_88
00giovedì 8 settembre 2011 10:22


Morgana e Melusina
La nascita delle fate nel Medioevo

di Laurence Harf-Lancner
edito da Einaudi


Dalla sovrapposizione delle antiche Parche, di tradizione classica, e delle dame della foresta che popolano i racconti meravigliosi e il cui cammino incrocia sovente quello dei mortali, nasce nel corso del XVIII - e lentamente si evolve - una nuova figura tipicamente letteraria, quella della fata, dea amante e al tempo stesso signora del destino.
Da un folclore diffuso scaturiscono allora racconti "melusiniani" e "morganiani", che fioriscono particolarmente rigogliosi nella mitologia irlandese e in quei cicli bretoni a cui attingeranno copiosamente i romanzieri francesi. Lì trovano origine Lancillotto e la Dama del Lago, Morgana e Merlino.
Di questi racconti meravigliosi, sulla scia di Propp, Harf-Lancner individua le strutture profonde nelle relazioni dell'amante soprannaturale con gli esseri umani e definisce gli schemi dei due temi fondamentali "melusiniani" e "morganiani": ovvero il caso della fata che passa nel mondo dei mortali, incontra l'eroe e stringe con lui un patto che poi sarà violato; e il caso della fata che, viceversa, attira l'eroe nell'aldilà, lo induce a contravvenire a un divieto e a soggiornare in un mondo ultraterreno da cui forse non farà ritorno.
Dall'incontro fra cultura dotta e cultura popolare prende forma un altro orizzonte dell'immaginario medievale e si delinea una figura, quella della fata per l'appunto, destinata a rimanere nel patrimonio di credenze dei secoli successivi; sottoposta a un processo di razionalizzazione, la fata perderà col tempo i suoi connotati di essere soprannaturale estraneo alla religione cristiana e prenderà le più comuni fattezze mortali di una custode di arti magiche.

Laurence Harf-Lancner ha pubblicato numerosi studi sulla mitologia e sulla letteratura fantastica medievali. Questo libro è la prima sintesi organica della sua lunga esperienza di ricerca.

***

Oggigiorno definiremmo la fata come una donna soprannaturale, abitante di un altro mondo popolato da donne, che abbandona la sua terra lontana per interessarsi da vicino alle sorti dei mortali e duidare il loro destino. Questa interpretazione non coincide necessariamente con quella, o quelle, del Medioevo e dei secoli seguenti. Le definizioni che si sono succedute a partire a partire dal XVII testimoniano le ambiguità e le divergenze sorte sulla concezione della fata e sulle sue caratteristiche. (...)
Ne consegue un ritratto notevolmente impreciso: la fata certo può essere associata alle divinità che reggono il destino degli uomini, ma possiede anche molti altri poteri. Occorrerà dunque mettere in luce i suoi due volti: di Dea del Destino e di donna soprannaturale facitrice di prodigi.
Per un uomo del Medioevo, come per un lettore moderno, Morgana, la Dama del Lago, Melusina sono fate. Ma i loro tratti sono uguali? Tutte le fate sono donne soprannaturali e tutte le donne soprannaturali sono fate? A chi spetta nel Medioevo l'appellativo di fata?

***

Ella gentilmente
Gli disse di chiamarsi Morgana,
la sorella d'Artù, e di essere una fata,
Le sue compagne, in verità,
Erano anch'esse fate
Che le genti per il mondo fatavano
Là avevano dimora
Dato che erano luoghi sicuri
Seducenti e piacevoli.


***

Purtroppo non è più in ristampa e questa è una vecchia edizione che ho trovato in biblioteca. Lo sto leggendo e sembra un libro affascinante e completo! [SM=g27822]

artemide_93
00venerdì 9 settembre 2011 19:59
O la smetteno di stampare libri interessanti, oppure io finisco sull'astrico...
stregaviolet )O(
00sabato 10 settembre 2011 02:41

Eh ma questo sarebbe invece bello se lo stampassero eccome! Non è più reperibile in alcun modo... a meno che non lo si fotocopi interamente (e per fortuna chi ce l'ha l'ha fatto! [SM=g27828] )... sarà anche illegale, ma io mi chiedo come caspita si faccia allora...
Quindi... se lo trovate non esitate a copiarvelo, perchè non c'è altro modo per leggerlo e, anche se io non l'ho ancora letto, è importantissimo!

Brava Danae ad averlo inserito!
Magari anche Alessandro, che lo conosce bene, vorrà aggiungere qualcosina [SM=g27823]

Danae_88
00sabato 10 settembre 2011 14:57

E' già in programma Vio [SM=g27828] [SM=g27828] scherziamo?! restituirlo senza una copia?!?!
AlessandroSkryer
00domenica 11 settembre 2011 00:33


Sì sì, qualcosina aggiungo molto volentieri. Intanto confesso di non avere ancora letto tutto «Morgana e Melusina» perché è un libro troppo bello e troppo denso. Si può anche leggere tutto d’un fiato, ma per me è molto più gustoso procedere per assaggini e bocconcini, assaporandolo come un dolce prelibato, e ritornando più volte sugli stessi passi, sia per approfondirli, sia per scoprire sempre aspetti nuovi. È un libro essenziale, fondamentale: più che un tesoro, una grotta immensa ricolma di tesori prodigiosi.

I libri su Morgana, così belli e completi come questo, sono pochissimi, e questo è l’unico che sia stato tradotto in Italiano, anche se purtroppo non è più reperibile nelle librerie, neanche dell’usato e antiquarie. Contiene praticamente tutto, e fornisce tutte le tracce necessarie per arrivare a quello che non contiene. L’abbondanza di citazioni, che, se non ricordo male, sono presentate sia nelle lingue originali sia in traduzione italiana, rende parzialmente accessibili fonti che altrimenti sarebbero molto difficili da reperire, e non in traduzione italiana. E non mi riferisco agli studi eruditi, bensì ai racconti originali di Fate, i testi che hanno tramandato le leggende ei miti antichi.

Insomma, questo è uno dei pochi libri che, a prescindere dalla prospettiva e dalle intepretazioni dell’autrice, offre gli strumenti per poter partire alla ricerca delle Fate. Fra l’altro, l’autrice sarà in Italia proprio questo mese, per una conferenza in Piemonte.



Danae_88
00domenica 11 settembre 2011 20:48

Si può anche leggere tutto d’un fiato, ma per me è molto più gustoso procedere per assaggini e bocconcini, assaporandolo come un dolce prelibato, e ritornando più volte sugli stessi passi, sia per approfondirli, sia per scoprire sempre aspetti nuovi


E' indubbio! Per le citazioni non so dirti se è così perchè l'ho appena iniziato. Questo che ho per le mani è l'edizione Einaudi Paperbacks 203 del 1989.

E' affascinante [SM=g27821]
Miryam
00martedì 13 settembre 2011 21:08
Avendo già letto questo libro, condivido con voi alcuni dei miei appunti.. Spero che la cosa possa farvi piacere, visto che il libro è introvabile... [SM=g27837]
Comunque provate ad informarvi in biblioteca, io l'ho trovato in una delle biblioteche di Ferrara... [SM=g27828]


Le fate abitano le profonde foreste dei romanzi bretoni. Hanno mutuato i loro tratti dagli esseri fantastici del folclore universale.

Il primo romanzo del medioevo in cui appaiono è il Roman de Thebes: si narra di tre dame che donano all'eroe Tideo una spada magica.

Le fate sono legate a due registri:
Fate Madrine: eredi delle Parche antiche, decidono i destini umani
Fate Amanti: innamorate di un mortale, dominano l'immaginario erotico del Medioevo
Il tema della fata amante domina sia il racconto meraviglioso sia il romanzo medievale.

Mortali o immortali, possono appartenere al nostro mondo o provenire da terre incantate.

Rapporti con la religione cristiana ---> Testimonianze disaccordi: a volte sono descritte come devote serve di Cristo, altre volte perfide agenti del demonio.

Schema narrativo melusiniano:è lo schema del racconto meraviglioso, dal nome della fata Melusina "Un essere di un'altra natura si unisce a un uomo e, dopo aver condotto una normale vita umana, scompare se si verifica un dato evento" (J. Kohler)
L'evento, di solito,in seguito alla trasfressione del patto, ritorna nell'altro mondo lasciando, in questo, la progenie. Nella letteratura, invece, un essere soprannaturale si invaghisce di un umano e lo conduce con sè nell'altro mondo. Il ritorno del mortale tra i suoi simili è legato al rispetto di un divieto la cui trasgressione provoca la morte o la scomparsa dell'eroe. Quest'unione rimane sterile.

Nel romanzo del XIII secolo troviamo l'antitesi di Melusina, Morgana.
Tutti i suoi rapporti con la società umana si risolvono nella volontà di strappare i suoi campioni e conquistare il loro amore.
L'origine del nome è incerta: la prima definizione la descrive come oggetto di antica credenza, iscritta nella cultura popolare.

La fata è un essere fantastico cui erano attribuiti un potere soprannaturale, il dono della divinazione e una forte influenza sul destino: un essere immaginario con una bacchetta, segno di potenza.


Come le Parche, le fate decidono la sorte degli uomini al momento della loro nascita.
Quando le fate non si interessano a un mortale per determinarne la sorte, è per ottenerne l'amore. Un neonato può ricevere tra gli altri doni anche l'amore di una delle fate che hanno presieduto alla sua nascita.

Le Ninfe della mitologia greco romana possono essere accostate alle fate come figure immaginarie del desiderio.

Nel secolo V, Marziano Capella scrive:
"I luoghi inaccessibili agli uomini sono popolati da una folla di creature antichissime che abitano le foreste, i boschi e i santuari silvestri, i laghi, le sorgenti e i fiumi: vengono chiamati Pan, Fauni, "Fontes" o Satiri, Silvani, Ninfe, "Fatui" e "Fatuae" o "Fautuae" o anche "Fanae" e da questo appellativo deriva il nome "fana" che si da alle loro profezie. Tutti costoro muoiono come gli uomini, ma in età molto avanzata, e possiedono un potere oltremodo efficace di predire l'avvenire, di attaccare gli uomini e di nuocere loro."
In questo elenco ritroviamo le divinità latine delle foreste e delle acque, dotate degli stessi poteri.
Un secolo dopo, Martino vescovo di Braga inserisce le divinità greco romane nel meraviglioso cristiano trasformandole in demoni che, con l'autorizzazione divina, mettono alla prova i peccatori.

La testimonianza più importante si ha attorno all'anno Mille con il Decretum di Burcardo di Worms in cui parla di "creature femminili agresti che vengono chiamate donne della foresta e di cui si dice che siano creature di sostanza corporea che si nostrano quando vogliono ai loro amanti per prendere piacere con loro ma che, quando lo vogliono, si nascondono e svaniscono".

Fate Madrine
Il tema folclorico delle Fate Madrine è un vero topos della letteratura volgare. Nel testo Demandes et reponces très curieuses si legge: " "Maestro, cosa dite di quelle done che affermano di essere artifici, e degli esseri e delle anime e di quei misteri che suscitano orrore dei morti che si vedono e simili cose?" "Figlio mio, le fate sono diavoli che predicono il destino degli uomini e conducono gli uni al bene, gli altri al male a seconda del corso del cielo o della natura. Come se dipendesse dal corso degli astri quale destino avrà il bambino: se sarà impiccato o annegato, se sarà ricco se sposerà una data donna o quale destino avrà: per questo le chiamano fate, perchè fate, secondo la lingua latina, equivale a dee del destino, e "fatatrices" son chiamate." "
Quando un bambino nasce, si prepara un banchetto per le fate che verranno a decidere del destino del neonato. Dal buon svolgimento di questo dipende la benevolenza delle visitatrici.
Le fate non si limitano a decidere del destino dell'eroe ma partecipano attivamente alla realizzazione delle loro predizioni.
Le fate sostentatrici sono quelle che si prendono cura del bambino.

Fate Amanti
Sono le donne soprannaturali che suddividono la loro esistenza tra l'altro mondo e quello degli uomini. Più belle delle più belle mortali, ispirano subito l'amore.
Il personaggio più significativo è Morgana, allieva del Mago Merlino talmente capace da acquistare il soprannome di Morgue la Fèe (Morgana la fata) o di Morgue la Faée (Morgana la fatata). Si hanno quindi i due aspetti tra due tipi di personaggi inizialmente distinti:
- la fata: donna soprannaturale
- la donna fatata: mortale, entrata in contatto con l'altro mondo in maniera attiva (grazie ai poteri magici) o passiva (per un intervento delle fate)
Questo secondo tipo di fate fa parte delle divinità silvestri o acquatiche che interagiscono incessantemente con gli uomini e il cui regno soprannaturale non è mai troppo lontano dal mondo degli uomini.
Contrariamente alle fate madrine, queste donne diventano fate poco per volta, cioè quando si elabora il loro personaggio nella letteratura romanzesca.

La contaminazione della fata madrina e della fata amante è frequente nella letteratura medievale. La fata madrina puo' trasformarsi in amante e viceversa.



Ho altri appunti,quattro pagine del mio quadernetto, nei prossimi giorni vi copio anche quelli [SM=g27822]
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