La popolazione comincia a dissentire dall’autocrate, e la Chiesa ortodossa russa comincia a smarcarsi dallo ‘zar’ Vladimir Putin. Ne ha scritto il Corriere della Sera: più esplicita la base, ma anche il patriarca Kiril Kirill ha iniziato a chiedere che la piazza “sia ascoltata”. Distinzioni che hanno luogo dopo anni di sostegno senza se e senza ma, ricambiato con ricchi privilegi e robuste concessioni (dal sostegno al crocifisso al ritorno ai cappellani militari e all’ora di religione, sino alla censura degli atei). Tutta la vicenda ricorda curiosamente molto il modo con cui un’altra grande Chiesa ha preso le distanze da un grande amico di Putin, l’ex premier italiano Silvio Berlusconi.
Nel frattempo, denuncia il San Diego Gay and Lesbian News, una terza regione russa ha introdotto una legislazione anti-gay. Per gli omosessuali del paese sembra ci sia ben poco di positivo da attendere anche dai manifestanti pro-democrazia: secondo quanto denuncia Gay Star News, avrebbero infatti rifiutato, censurato e persino attaccato i gruppi LGBT che volevano unirsi alle proteste. La legislazione anti-gay è attivamente sostenuta dalle gerarchie ecclesiastiche, e gli omosessuali russi sono frequentemente vittima di attacchi da parte di oltranzisti ortodossi.
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