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Tragedia a Pescara: morto per infarto il calciatore Piermario Morosini durante Pescara-Livorno di Serie B

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2012 00:29
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14/04/2012 23:21

Choc in campo a Pescara, Morosini crolla e muore

Si indaga su auto polizia municipale che avrebbe bloccato ambulanza fuori stadio


Fermi. Non si gioca. Con che coraggio giochiamo? Dentro quel cuore che si è fermato all'improvviso in mezzo al prato di Pescara c'é l'anima sgomenta del calcio che scopre di essere impotente e fragile davanti alle tragedie. Si ferma il cuore di Mario Morosini, muore un ragazzo di 25 anni dalla vita familiare non fortunata e il pallone decide di dire basta. Niente campionato, niente calcio, con che coraggio si può giocare: da Milano - dove persino si rientra negli spogliatoi - a Udine, da Bergamo a Bologna, stavolta tutti fermi, la tragedia che si è abbattuta sul centrocampista del Livorno è una mazzata forte e riguarda tutti.

Allo stadio Adriatico se ne sono accorti subito che qualcosa di grave era successo: alla mezzora, con la sua squadra avanti di due gol sui padroni di casa, Morosini ha barcollato, tentennato, poi è caduto a faccia in giù, davanti alla curva dei tifosi biancazzurri. Dalla panchina del Pescara massaggiatore e medico, che erano i più vicini, sono schizzati in campo senza neanche attendere l'arbitro: massaggio cardiaco, respirazione artificiale, qualche segnale di ripresa, poi nulla. Inutile la presenza di due defibrillatori, inutile la corsa disperata dell'ambulanza verso il pronto soccorso dell'ospedale di Pescara, ambulanza bloccata per non più di un minuto da una macchina dei vigili urbani in evidente divieto di sosta.

Disperazione dei 22 giocatori in campo, pianti, singhiozzi: persino Verratti del Pescara che corre a prendere una barella. Per un'ora e mezza i medici in ospedale hanno poi provato a rianimare Morosini: tutto inutile, persino un pacemaker via endovena non è servito a far ripartire quel cuore. Fuori all'ospedale una folla di tifosi del Pescara, muta e attonita, partecipe. Livorno o un'altra squadra, quando succede una tragedia simile, non c'é maglietta che divida, specie a Pescara, dove i nervi sono ancora scoperti.

Qualche settimana fa, infatti, il Pescara a sua volta era stato colpito da una tragedia simile: un arresto cardiaco aveva portato via a 43 anni l'amico di sempre di Zdeneck Zeman, Franco Mancini, il suo preparatore dei portieri nonché protagonista con lui nella cavalcata nel Foggia di Casillo. Già: Zeman dov'era? Non lo cercate, ha chiesto il presidente del Pescara Daniele Sebastiani. E' distrutto, è una mazzata terribile per lui, l'ennesima tragedia.

Ora il calcio si ferma: chi ha conosciuto Morosini ne parla con affetto e stima, messaggi di cordoglio da società e leghe, "aveva talento", ha detto Bortolo Mutti, bergamasco come lui. Intanto riparte la discussione sui controlli medici, sulla celerità dei soccorsi, mentre proprio per vederci chiaro il pm della Procura pescarese Valentina D'Agostino ha disposto l'autopsia, già affidata all'anatomopatologo di Pescara Cristian D'Ovidio. Potrà essere effettuata trascorse le 24 ore dall'accertamento della morte, quindi non prima di domani pomeriggio o lunedì mattina. Solo dopo sarà possibile dare il nullaosta per i funerali.

Fonte: ANSA
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14/04/2012 23:34

Choc in campo, muore Morosini
La Federcalcio sospende i campionati

L'ex azzurro dell'under 21 ha avuto un malore durante l'incontro Pescara-Livorno. Inutile la rianimazione

PESCARA – La tragedia si è consumata al 31’ del primo tempo durante un’azione offensiva del Pescara: la corsa lontano dal pallone, le mani al petto. Poi, improvviso, il crollo a terra sul vertice della propria area. Non era un banale incidente di gioco. Piermario Morosini, 25 anni, centrocampista del Livorno, è morto un’ora dopo al pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, dopo sessanta minuti di speranze, preghiere, lacrime. Nonostante il massaggio cardiaco praticato subito in campo e poi l'intervento dei medici in ospedale.

PRIMI SOCCORSI - Nel momento in cui il giocatore si è accasciato sul terreno, in avanti, faccia a terra, apparentemente in preda a convulsioni, giocatori e spettatori hanno subito capito la gravità della situazione. Il primo ad accorgersi della situazione è stato il calciatore del Livorno Pasquale Schiattarella. L’arbitro ha fermato il gioco e i medici del Livorno, Manlio Porcellini e del Pescara, Leonardo Paloscia, hanno praticato le prime tecniche di rianimazione. Nel vedere la scena, una tifosa, sugli spalti, ha accusato un malore ed è stata trasportata all’ospedale.

AMBULANZA BLOCCATA - Dopo aver tentato di far rialzare Piermario, Schiattarella in lacrime ha urlato alla panchina di chiamare l’ambulanza. Che è arrivata cinque minuti più tardi perché pare abbia trovato ostruito l’ingresso al campo da un’auto. Sono dovuti intervenire carabinieri e vigili del fuoco che hanno spostato a mano la macchina, ma si è perso tempo prezioso. Trasportato all’ospedale di Pescara, Piermario Morosini è stato sedato e i medici gli hanno applicato un pacemaker provvisorio. Aveva una grave fibrillazione ventricolare, cioè in uno stato di anomalia degli impulsi elettrici cardiaci, ma sembrava che la fibra forte del calciatore potesse prevalere. E invece non ce l'ha fatta.

I TENTATIVI DI RIANIMARLO - A stroncarlo un arresto cardiaco o forse una crisi neurologica. I medici hanno cercato di strapparlo alla morte praticando al giocatore tutte le possibili tecniche di rianimazione. Non c’è stato nulla da fare. «Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per oltre un'ora prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c'è stato nulla da fare – ha spiegato visibilmente commosso il dottor Leonardo Paloscia, medico sociale del Pescara e responsabile del reparto di Unità coronarica dell’ospedale abruzzese - Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca. Solo una eventuale autopsia potrà dirci perché è morto Piermario». Pochi minuti dopo le 17 è stato il medico sociale del Livorno, Manlio Porcellini, a dare la notizia ai giocatori e ai dirigenti che nella sala di aspetto del pronto soccorso hanno sperato sino alla fine. Lacrime, urla, scene di disperazione, come si erano viste un’ora prima anche allo stadio. Anche i giocatori del Pescara e i dirigenti, in lacrime, hanno manifestato tutta la loro disperazione.

IL CALCIO SI FERMA -In segno di lutto la Federcalcio ha deciso di fermare tutte le partite del campionato a partire da Milan-Genoa prevista al Meazza per le 18. Il turno sarà recuperato il 25 aprile. «Era un ragazzo bravo e sfortunato - ha detto l'amministratore delegato del Pescara Danilo Iannascoli - aveva perso i genitori e un fratello e ha dovuto sempre combattere». Interviene anche il ministro dello sport Piero Gnudi: «Quest'anno questa non è la prima tragedia: forse bisogna interrogarsi se i controlli medici devono essere più approfonditi e forse anche più intensificati. Non è possibile che un ragazzo di 25 anni muoia giocando al calcio» ha commentato ai microfoni di Radiouno. Per il ministro, l'idea di dotare tutti i campi di un defibrillatore «è da valutare assolutamente in senso positivo, vedrò con il Coni che cosa si può fare anche perchè non è un problema solo del calcio, ma di tanti altri sport». Ma proprio questa «trasversalità mi fa venire il dubbio che forse i controlli medici non sono sufficientemente approfonditi e devono essere anche frequenti e sempre più accurati».

Marco Gasperetti

Fonte: CorrieredellaSera
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11/09/2012 00:29

Sviluppi giudiziari clamorosi ma non troppo sulla morte dello sfortunato calciatore. Il sostituto Procuratore Valentina D'Agostino, ha iscritto nel registro degli indagati i sanitari che per primi vennero a contatto col calciatore agonizzante, i medici sociali del Pescara calcio, Ernesto Sabatini, e del Livorno, Manlio Porcellini, e il medico del 118 di Pescara, Vito Molfese. Sono indagati per omicidio colposo ed in particolare nel mirino degli investigatori è stato il mancato uso del defibrillatore sia sul campo che nelle fasi successive dei soccorsi, al contrario di quanto previsto dalla procedura nei casi di fibrillazione come quella che, per una malattia genetica riscontrata nel corso dell' autopsia, ha portato Morosini alla morte (fonte Repubblica).
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