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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di SEXY FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 23:49
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08/04/2024 14:18

È Viola l'uomo salvezza: entra e ribalta l'Atalanta,
il Cagliari si prende tre punti pesantissimi



La squadra del Gasp va in vantaggio con Scamacca in avvio di gara,
prima dell'intervallo il pari di Augello.
Nel finale assist di Luvumbo e colpo di testa del numero dieci di Ranieri


Andrea Elefante

Una sconfitta che allontana l’Atalanta dalla Champions, una vittoria che avvicina il Cagliari alla salvezza: migliore inizio del ciclo che ora la metterà di fronte a Inter e Juventus non poteva esserci. Ed è giusto così, perché la squadra di Gasperini, alla decima sconfitta in campionato (più di tutte le prime sette in classifica), domina per una ventina di minuti, ma poi lascia campo all’ottima condizione del Cagliari - solo una sconfitta nelle ultime sette partite - e soprattutto al suo enorme cuore: con i tre di oggi sono 16 i punti recuperati da situazione di svantaggio ed è così che si alimentano le speranze di restare in A.

LE SCELTE — Ranieri cerca equilibrio fra solidità e soluzioni offensive per favorire Shomurodov, preferito a Lapadula come unica punta: dunque Oristanio e Gaetano larghi per accompagnare l’uzbeko, con un trio compatto (Deiola più basso, con Makoumbou e Sulemana) davanti alla difesa, che ha Nandez e non Zappa come laterale destro. Gasperini ripropone Toloi - prima da titolare dopo cinque mesi - assieme a Djimsiti e Kolasinac, con Hateboer e Zappacosta sulle fasce e la stracollaudata coppia centrale De Roon-Ederson. Davanti c’è Koopmeiners da trequartista, dietro la coppia Scamacca-Lookman.

PRIMO TEMPO — La Dea parte molto aggressiva, si prende il ring, soffoca in pressing qualunque alleggerimento del Cagliari. La prima chance è per Ederson che però mira alto, la seconda per Scamacca che non sbaglia. L’azione scorre da Zappacosta a De Roon per Koopmeiners, con verticalizzazione per Lookman, che da sinistra cerca il centravanti, "abbandonato" da Dossena: tocco dolce, imparabile per Scuffet. Sarebbe il momento per affondare il colpo, ma un paio di volte Lookman e Scamacca non si capiscono e il Cagliari prende coraggio, aumenta aggressività, baricentro e numero di calci d’angolo. Un contrasto in area fra Hateboer e Mina viene giudicato non da rigore dopo controllo Var, ma il Cagliari non perde coraggio, anzi: quando Ranieri cambia anche sistema di gioco, passando a un 5-3-2 con tutti a uomo, soprattutto Sulemana con Koopmeiners, coglie di sorpresa l’Atalanta. Che paga quando una palla recuperata a centrocampo da Gaetano arriva a Shomurodov, che con una sterzata inganna Toloi e trova a sinistra l’accorrente Augello, lasciato libero da Hateboer. L’1-1 a quel punto è meritato e anzi il Cagliari chiude il tempo ancora stabilmente nella metà campo nerazzurra.

RIPRESA — Gasperini cerca nuove soluzioni offensive con De Ketelaere e Touré, ma lo spartito non cambia granché. Partita molto fisica, ma il Cagliari tiene botta soprattutto sotto quel punto di vista, continuando a non abbassare la guardia nei duelli e nell’intensità. Anzi, alla distanza sono proprio i cambi, perfetti, di Ranieri, a fare la differenza, perché il belga e il maliano (che ha due buone chance, ma le usa malino) non incidono, mentre con Luvumbo il Cagliari trova freschezza e il cross perfetto per il gol vittoria: lo segna di testa Viola, una sentenza da subentrato, infilandosi fra Djimsiti e Toloi e regalando alla Domus Arena un trionfo che fa sperare nella salvezza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/04/2024 14:22

Verona, brutto passo falso.
Gudmundsson firma la rimonta del Genoa



Hellas avanti con Bonazzoli, ma ribaltata dalle reti di Ekuban e dell'islandese.
Annullato il pari di Swiderski per un fuorigioco millimetrico


Matteo Pierelli

Altro che già in vacanza. Il Genoa si regala un’altra serata da ricordare sbancando (2-1) il Bentegodi con una prova maiuscola. Ekuban e Gudmundsson ribaltano una partita che aveva visto il Verona andare in vantaggio con Bonazzoli all’inizio del match. Ma alla squadra di Baroni non è bastato e adesso i gialloblù ritornano a tremare visto che il vantaggio sulla zona retrocessione è di un solo punto e all’orizzonte c’è la sfida a Bergamo contro l’Atalanta. Il Genoa, invece, consolida una classifica scintillante e fa esultare i 1500 tifosi che hanno seguito i rossoblù.

BOTTA E RISPOSTA — Qualche sorpresa nella formazione iniziale gialloblù: Folorunsho va in panchina, mentre dietro Centonze prende il posto di Tchatchoua e davanti Bonazzoli è confermato titolare, come a Cagliari. Dall’altra parte accanto a Gudmundsson c’è Ekuban, mentre sulla corsia sinistra spazio ad Haps, con Messias mezzala. La partita è subito vivace e piacevole con l’Hellas che dopo soli otto minuti passa in vantaggio grazie a Bonazzoli, che sfrutta un bel lancio di Lazovic, sorprende l’incerto Martinez (uscita sbagliata) e deposita la palla in rete. La rete dà vigore al Verona che appena può cerca di sfruttare la velocità dei suoi attaccanti. I gialloblù ci provano ancora dalla distanza con Noslin ma la difesa del Genoa si salva. La squadra di Gilardino poi comincia a macinare gioco e va vicina al pareggio con Vasquez che di testa, dopo azione da calcio d’angolo, prende la parte superiore della traversa. Poi è Frendrup ad avere una buona chance dal limite, ma spreca calciando malamente. Il gol degli ospiti è nell’aria e arriva al 45’ grazie a una azione fortunata: Lazovic è sfortunato sul rimpallo che permette a Ekuban di battere da due passi Montipò.

GENOA IN PALLA — Nel secondo tempo Baroni toglie Duda (ammonito) e mette dentro Dani Silva. Il Verona scende in campo meno frizzante rispetto ai primi ai 45 minuti e prende il gol da due passi di Gudmundsson, dopo una bella azione di Vasquez respinta con i piedi da Montipò proprio sui piedi dell’islandese. Il Genoa, giocando spensierato, sfiora anche la terza rete con il neo entrato Thorsby che spreca da buona posizione. Baroni fa un’altra girandola di cambi e arriverebbe anche al pareggio al 70’ con Swiderski, gol annullato per fuorigioco di Mitrovic che gli aveva servito l’assist dalla destra. Il Verona attacca a testa bassa a pieno organico ma è Messias ad avere la palla per chiudere la partita: pallonetto sventato da Montipò. L’ex rossonero si mangia anche il terzo gol appena cominciato il recupero, ma il Verona non ha più la forza di fare male e alla fine si arrende.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/04/2024 14:27

Zampata di Gatti, sprechi e sofferenza finale:
Juve, vittoria d'oro con la Fiorentina



Decisivo il gol del difensore al 21'.
Nella ripresa la Signora manca più volte il raddoppio, poi Szczesny decisivo su Nico.
Per Allegri tre punti fondamentali in chiave Champions


Filippo Cornacchia

È tornata la Juventus del “corto muso” e delle vittorie firmate dai difensori. Ai bianconeri basta un gol di Federico Gatti nel primo tempo per battere la Fiorentina e ritrovare quel successo in campionato che mancava dal 3-2 all’ultimo minuto contro il Frosinone (25 febbraio). Dopo il successo di martedì in semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, ecco tre punti pesanti in chiave Champions per la squadra di Massimiliano Allegri. In un colpo solo la Signora torna a sei punti dal Milan (secondo) e soprattutto guadagna due punti sul Bologna (quarto) e 3 sull’Atalanta (sesta). Invariata la distanza dalla Roma (quinta), sempre a meno 7. La Fiorentina conferma il momento difficile in campionato: i viola, seppur con una partita in meno, restano al decimo posto.

GATTI GOL — Allegri s’affida a Chiesa e Vlahovic in attacco, come in Coppa Italia. Mentre Italiano punta sul trio Kouame-Barak-Nico Gonzalez a supporto del centravanti Belotti. La partenza è tutta della Juventus, che entra in campo con la fame e lo spirito delle giornate migliori. Segnali confermati da un primo tempo chiuso in vantaggio (gol di Gatti) e dominato in lungo e in largo. La Signora sblocca la partita dopo una ventina di minuti grazie a un classico della stagione: il gol da calcio d’angolo. La battuta di Kostic è precisa, lo stacco di Bremer potente. Il palo salva Terracciano, il quale però non può nulla sul tap-in vincente da pochi passi di Gatti. Prima e dopo il timbro del centrale bianconero, è sempre la Juventus a essere pericolosa. Basti pensare ai 3 gol che la squadra di Allegri si vede annullare per fuorigioco. Prima McKennie e Bremer (deviazione fatale sul tocco di Vlahovic) e, dopo l’1-0, anche DV9. Fiorentina poco intensa e praticamente mai velenosa dalle parti di Szczesny. A parte qualche tentativo di strappo di Nico Gonzalez, i viola faticano a trovare spazi e occasioni. Non a caso la prima vera conclusione è di Biraghi e arriva soltanto al 41esimo.

BRIVIDI VIOLA — Italiano prova a ribaltare la Fiorentina già a inizio ripresa con l’inserimento prima di Maxime Lopez, Sottil e poi subito dopo di Beltran e Nzola. Allegri risponde con Iling e Yildiz, al posto di Chiesa. I viola guadagnano campo e spunto, grazie a un frizzante Sottil, e i bianconeri sono costretti a difendersi maggiormente e a giocare in ripartenza. Vlahovic, imbeccato da Iling, non trova il tempo per battere a rete e segnare il possibile 2-0. E a venti minuti dalla fine serve un super Szczesny ai bianconeri per evitare il pari. Il polacco devia sulla traversa lo splendido tiro a giro di Nico Gonzalez e salva la Signora. Una beffa per la Fiorentina che, negli ultimi minuti, non sfrutta una occasione anche più nitida con Beltran.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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09/04/2024 01:11

Frattesi all'ultimo respiro ribalta l'Udinese:
Inter sempre più vicina alla seconda stella



Friulani in vantaggio con Samardzic al 40', con difesa nerazzurra e Sommer fermi.
Il pari su rigore di Calhanoglu in avvio di ripresa. Al 95' la rete della vittoria


Luca Taidelli

La festa in campo al triplice fischio di Piccinini dice tutto sull’elettricità che accompagna l’Inter verso la seconda stella. Frattesi, l’uomo del destino, ha appena segnato il gol che, dopo il gollonzo del promesso sposo mancato Samardzic e il rigore di Calhanoglu, procurato da Thuram, permette alla squadra di Inzaghi di ribaltare l’orgogliosa Udinese e lascia la capolista a +14 sul Milan, con vista su un derby di fuoco che il 22 aprile potrebbe chiudere i conti.

PRIMO TEMPO — Perso Lucca per squalifica, Cioffi parte prudente con Success in panchina e la coppia Pereyra-Samardzic, molto vicino (visite mediche comprese) all’Inter la scorsa estate prima del noto voltafaccia, alle spalle di Thauvin in un 3-4-2-1 con Ehizibue e Kamala a tutta fascia. Inzaghi invece rispetto all’Empoli ritrova Sommer tra i pali, punta su Carlos Augusto per l’infortunato Bastoni e preferisce Dumfries a Darmian (jolly prezioso a gara in corso) sulla corsia di destra. Davanti ci sono Lautaro e Thuram, reduci da un marzo a secco di gol. Gara bloccata, con l’Udinese che aspetta e l’Inter che sembra non avere più il sangue agli occhi dei primi sette mesi di stagione. Vie centrali intasate, i più pericolosi come spesso avviene sono i due quinti, con Dimarco che prova a innescare Thuram e Dumfries aggressivo sulla trequarti ma poco lucido al cross. Eppure Calha avrebbe spazio perché nessuno lo asfissia in avvio d’azione. Quando il turco si accende, l’Inter va vicina al vantaggio. Okoye vola su un destro a giro e poi su una sassata (assist di Lautaro) al termine di un’azione innescata da Mkhitaryan che con una finta di corpo manda al bar Wallace ed Ehizibue. Sull’unica sbavatura dietro (Acerbi in costruzione) Pereyra aveva sballato il destro. Ma al 40’ una leggerezza di Chala innesca il gollonzo che non ti aspetti. Samardzic, proprio lui, dal vertice destro dell’area calcia di sinistro e trova prima la deviazione di Carlos Augusto, poi la dormita colossale di Dumfries e Sommer che guardano la palla rotolare nell’angolino. E che non sia serata lo conferma Okoye, felino sul colpo di testa in avvitamento di Lautaro, innescato da Dimarco.


SECONDO TEMPO — Si riprende senza cambi e con l’Udinese ancora più bassa. Al 48’ Carlos Augusto segna girando in porta da due passi, ma era in fuorigioco. L’onda nerazzurra però monta e stavolta a sbagliare è Okoye, che esce in ritardo su Thuram, cercato da Dimarco, provocando il rigore che l’infallibile Calhanoglu trasforma al 54’ per l’esplosione della metà interista dello stadio. I padroni di casa non riescono più a superare la metà campo e Cioffi corre ai ripari con Ferreira e Lovric per Ehizibue e Samardzic. Thuram di testa non scarta il cioccolatino di Dimarco e poco dopo l’Inter rischia grosso con lo stesso Lovric che pesca nelle praterie Kamara, bravo a servire al centro Thauvin su cui il 35enne Mkhitaryan è prodigioso nel recupero. Poco dopo l’armeno lascia il posto a Frattesi, con Darmian che rileva Dumfries. La vera svolta però Inzaghi la cerca al 74’, puntando sul tridente con Sanchez per Calha e una mediana che piacerebbe a Spalletti: Darmian, Frattesi, Barella e Dimarco. Anche a costo di subire qualche ripartenza, il tecnico vuole i tre punti che sembrano arrivare quando Thuram in fascia scherza Kristensen e trova nel cuore dell’area Frattesi, che però calcia alto. Tikus nel finale lascia il posto ad Arnautovic, ma la gara è ormai un corpo a corpo che sembra produrre tanti falli e poche occasioni. Nei 7’ di recupero i diffidati Pavard e Lautaro si prendono il giallo che farà saltare loro il Cagliari, ma non il derby. Ma all’ultima curva il Toro si ribella al destino, costringe Okoye a un altro miracolo, solo che stavolta il palo interno premia il rapace Frattesi. Lo scudetto è sempre più vicino.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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09/04/2024 13:53

SERIE A 2023/2023 31ª Giornata (12ª di Ritorno)

05/04/2024
Salernitana - Sassuolo 2-2
06/04/2024
Milan - Lecce 3-0
Roma - Lazio 1-0
Empoli - Torino 3-2
07/04/2024
Frosinone - Bologna 0-0
Monza - Napoli 2-4
Cagliari - Atalanta 2-1
Verona - genoa 1-2
Juventus - Fiorentina 1-0
08/04/2024
Udinese - Inter 1-2

Classifica
1) Inter punti 82;
2) Milan punti 68;
3) Juventus punti 62;
4) Bologna punti 58;
5) Roma punti 55;
6) Atalanta(*) punti 50;
7) Napoli punti 48;
8) Lazio punti 46;
9) Torino punti 44;
10) Fiorentina(*) punti 43;
11) Monza punti 42;
12) Genoa punti 38;
13) Cagliari punti 30;
14) Lecce punti 29;
15) Udinese e Empoli punti 28;
17) Verona punti 27;
17) Frosinone punti 26;
19) Sassuolo punti 25;
20) Salernitana punti 15.

(gazzetta.it)
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13/04/2024 01:08

Lazio, 3 punti tra i fischi.
Doppietta di Felipe Anderson e poker alla Salernitana



I biancocelesti - contestati a lungo dalla Curva Nord - vanno sul 2-0, Tchaouna accorcia,
ma il brasiliano firma il tris e la chiude nel 1° tempo. Nel finale a segno anche Isaksen


Tre punti per zittire la contestazione. La Lazio supera 4-1 la Salernitana in un Olimpico ostile con la Curva Nord che ha fischiato a lungo, anche dopo i gol, i biancocelesti. A segno Felipe Anderson (doppietta) e Vecino, per i granata Tchaouna che aveva accorciato sul 2-1. Nel finale il poker porta la firma di Isaksen.

LA PARTITA — Al 7' passa già la Lazio, incursione di Felipe Anderson, la difesa si apre come il Mar Rosso e infilare Costil è un gioco da ragazzi. La Nord però fischia, anche all'annuncio del marcatore. Poco dopo è Castellanos a sfiorare il raddoppio. Che arriva poco dopo, al 14': mani in area di Gyomber, l'arbitro attende a fischiare, la palla arriva a Vecino che insacca. Passano 2' e la Salernitana accorcia con un colpo di testa di Tchaouna su cross di Maggiore. E la contestazione degli ultras laziali si fa più veemente. I fischi non si fermano neppure al 35' con Anderson che fa doppietta su assist di Luis Alberto che lo manda in porta con un gran tocco. Ed è proprio Luis Alberto a sfiorare il poker al 60', negatogli da una bella parata di Costil. All'87' il 4-1: Rovella recupera palla in scivolata, Isaksen la cattura, entra in area e con un bel diagonale firma il poker.

Gazzetta dello Sport

Fonte: Gazzetta dello Sport
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13/04/2024 23:43

Sansone-gol all'89':
Lecce, sono tre punti d'oro.
L'Empoli resta nella zona calda

Il numero uno dei toscani Caprile para tutto ma
deve inchinarsi a una leggerezza della sua difesa.
In avvio annullato un gol a Cerri


Francesco Velluzzi


Bisogna cominciare così…. Incredibile al via del Mare. Perché il successo, meritato, del Lecce sull’Empoli (1-0) arriva al 44’ della ripresa in un modo pazzesco: l’argentino Pierotti, appena entrato per Oudin, ruba una palla in area a Walukiewicz, di forza e serve Nicola Sansone che è tutto solo. Gli basta praticamente spingere in rete. E il Lecce è in paradiso, con la salvezza che ora, a quota 32, è davvero a un passo. La cura Gotti è efficace: 7 punti in quattro gare, due vittorie, una sconfitta e un pareggio. Tre gare con la porta inviolata. L’Empoli protesta per un presunto fallo, Nicola va a centrocampo a fine gara dall’arbitro Mariani (non proprio impeccabile nel corso della gara) con i suoi ragazzi. Ma anche gli uomini al Var hanno detto che tutto è regolare e l’Empoli continua la sua enorme sofferenza perché sabato prossimo dovrà far punti col Napoli. E il resto del cammino non è affatto semplice.

IL PRE — Il prepartita a Lecce è stato vissuto con molto trasporto e passione dalla città. Perché dopo cinque anni la statua di Sant’Oronzo è stata rimessa al suo posto in piazza. Un tripudio di gente, in una splendida giornata. Allo stadio, invece, dove è stato inaugurato il nuovo maxischermo, lo spettacolo è cominciato prima con la visita dell’attore Andy Garcia, premiato con una maglia giallorossa. Un pranzo da Oscar per l’artista che sta girando in città la commedia “Under the Stars”. Dopo Garcia è stato il turno di Valentin Gendrey. Il terzino francese è stato premiato dal presidente Saverio Sticchi Damiani per le 100 presenze con il Lecce.

IN CAMPO — Squadre in campo. Ma prima l’omaggio a Salvatore, storico capo tifoso, con il presidente, Falcone, Baschirotto e Blin a portare i fiori in curva. Quindi il minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia di Suviana e poi il fischio d’inizio di Mariani. Lecce con la formazione che ci si aspettava. Con Oudin accanto a Ramadani e Blin, Dorgu confermato come esterno alto con Almqvist a destra e Piccoli centravanti. Nicola, invece, lascia in panchina il giocatore che si era maggiormente distinto Nicolò Cambiaghi. C’è Cancellieri dal via con Cerri centravanti. Nicola difende a 3 e attacca con Zurkowski e Cancellieri dietro Cerri. Gotti parte con il 4-2-3-1. Oudin sottopunta dietro Piccoli. Si comincia col botto: al 4’ Caprile esce dalla sua area con la palla in mano. Tutti se ne accorgono e si sente. Tranne Mariani. Che fa proseguire come se niente fosse. Sul ribaltamento l’Empoli segna con Cerri. Prima che l’arbitro vada al monitor c’è un lungo consulto con Lissone. Poi ci va e dopo 5’ annulla e si gioca. Piccoli calcia su punizione ma Caprile è preparato. L’Empoli punge con Cancellieri velocissimo, ma al 20’ Oudin su punizione pesca Gendrey che colpisce al volo, il portiere toscano manda in angolo. Poi sull’angolo è bravo su Dorgu. Al 32’ Caprile rimedia in angolo su una deviazione che potrebbe sbilanciarlo sul tiro di Baschirotto. L’Empoli si affaccia minaccioso approfittando delle distrazioni di Oudin e di un Almqvist non al top (becca anche il giallo da diffidato), per fortuna Gallo fa ottime chiusure. Cerri la spunta due volte di testa e Cancellieri tenta la rovesciata: fuori. Poi Falcone si supera proprio sul centravanti emiliano. Quindi riparte il Lecce con Gendrey e Dorgu in percussione e Gallo che cerca sempre l’uno-due; Mariani ignora due falli da giallo, ma il cartellino lo rifila poi ad Almqvist. Al 41’ il Lecce colpisce la traversa con Piccoli di testa. Il recupero, 3’, è troppo corto. Altra scelta che non si capisce. La sosta dopo il gol empolese era stata di quasi 5 minuti.

SECONDO TEMPO — Si riparte senza cambi. Il Lecce si compatta di più col 4-4-2 con Oudin accanto a Piccoli. E insiste. Al 12’ Caprile è bravissimo sul colpo di testa di Pongracic, sull’angolo seguente ancora una deviazione su Baschirotto. Al 15’ Nicola mette energia davanti: fuori Cancellieri, Zurkowski e Cerri, dentro Cambiaghi, Maleh e Niang. Gotti risponde con Sansone per un Almqvist che non ha convinto. E costruisce subito un’azione importante: Falcone, Oudin, Gallo che ne semina due, il tiro di Oudin è deviato. Poi sono ancora sostituzioni: Kovalenko per Bastoni, Gonzalez per Dorgu, Cacace per l’esausto Pezzella. E ancora nel finale: Venuti per Gendrey e Perotti per Oudin. È la mossa vincente perché entra su una rimessa laterale di Venuti, ruba palla a Walukiewicz in area, serve Sansone che è libero e segna a porta vuota. L’Empoli chiede il fallo dell’argentino, ma la revisione è dice che è tutto regolare. E il Lecce esulta.

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13/04/2024 23:47

Vlahovic e Lazaro sprecano,
il Toro è alla pari della Juve:
il derby finisce senza gol



Erroraccio del serbo, che in avvio calcia sul palo una clamorosa occasione.
Poi domina l'equilibrio, ma le palle-gol latitano.
L'ultimo brivido in pieno recupero con l'esterno granata


Filippo Cornacchia

Un tempo per parte e un punto ciascuno. La Juventus è più pericolosa nei primi 45 minuti, il Torino domina la ripresa. Alla fine il derby della Mole finisce in parità e senza gol. Le difese – e i difensori (da Buongiorno a Bremer) – hanno la meglio sugli attacchi. A Zapata viene annullata una rete e Lazaro dopo il novantesimo sfiora il gol vittoria, mentre Vlahovic in avvio di gara spreca due chance nitide (palo e gran parata di Milinkovic). Così, a conti fatti, la Signora rafforza il terzo posto e aggiunge un altro mattoncino sulla via della corsa Champions. Mentre i granata ripartono dopo la sconfitta di Empoli e tengono in vita il sogno europeo.

VLAHOVIC SPRECA — Juric parte con Vlasic alle spalle della coppia Zapata-Sanabria. Allegri s’affida a Vlahovic e Chiesa, con l’azzurro libero di svariare da sinistra a destra per provare a scardinare i meccanismi del Torino. Il primo tempo è condizionato dal primo caldo stagionale, che influisce sul ritmo e avvantaggia le difese. È la Juventus ad avere le occasioni migliori in avvio, tutte con Vlahovic. Ma prima il serbo spreca l’ottimo cross di Chiesa dalla destra impallinando il palo da pochi metri. E poi, intorno alla mezzora, Dusan si fa neutralizzare dal compagno di nazionale Milinkovic Savic, decisivo con una parata di ginocchio. Scampati i pericoli – in mezzo anche una conclusione alta di Locatelli – il Torino guadagna campo e fiducia soprattutto grazie alla spinta dei due esterni: Vojvoda a sinistra e Bellanova a destra cominciano a rifornire l’area di traversoni. Le torri di Allegri – Gatti, Bremer e Danilo – hanno quasi sempre la meglio nei duelli aerei con Zapata, Sanabria e Vlasic. Ma è proprio quest’ultimo, poco prima dell’intervallo, a trovare l’inserimento giusto in area sorprendendo la difesa bianconera. Il colpo di testa del croato, però, non è preciso.

BRIVIDO LAZARO — È un altro Toro nella ripresa e il derby diventa più arrembante. La squadra di Juric esce dagli spogliatoi con più coraggio e una spinta importante arriva anche dal pubblico granata. Così, nel giro di pochi minuti, a Zapata viene annullato un gol per un fallo precedente di Bellanova su Kostic, Rodriguez ci prova dalla distanza e Sanabria quasi fa esultare lo stadio. La supremazia, anche fisica, del Torino obbliga Allegri a rivedere la Juventus e a ribaltare l’attacco: fuori Chiesa e Vlahovic, dentro Yildiz e Kean. Finale bollente di derby: Szczesny ha la peggio in un duello aereo con Masina, ma dopo essersi fatto medicare alla testa resta in campo. L’episodio, con il fallo fischiato dall’arbitro Maresca, fa infuriare Juric, che si fa espellere. Il tecnico croato sente dagli spogliatoi il boato della Maratona quando, nel recupero, Lazaro fallisce con un’incornata quello che sarebbe stato un gol pesantissimo.

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Il Bologna non segna più: col Monza altro 0-0.
Frenata Champions, la Roma può salire a -1



Dopo quello di Frosinone, altro pari senza gol.
Orsolini fermato tre volte da Di Gregorio.
Infortunio a un ginocchio per Ferguson


Giulio Saetta

Nessun gol al Dall’Ara ma tante occasioni e intensità. Un punto che sta stretto al Bologna, che per la seconda di fila dopo Frosinone non trova il gol, stavolta incartato da un Monza attento e muscolare che doveva muovere la classifica dopo due sconfitte di fila. Mvp della serata Di Gregorio, autore di un miracolo su Orsolini e almeno altri tre grandi interventi. Per il Bologna una grandissima occasione sprecata in chiave Champions, ora la Roma può andare a -1.

LE SCELTE — Non c’è Calafiori dall’inizio, Motta lo risparmia, in quanto diffidato, per lo "spareggio Champions" con la Roma della prossima settimana; al suo posto, al fianco di Lucumi, c’è Beukema. Per sostituire lo squalificato Saelemaekers la scelta è ricaduta su Urbanski; largo a destra confermato Orsolini. Partner di Ferguson in mezzo, Aebischer. Palladino sceglie la difesa a quattro, che risolve diversi ballottaggi: davanti lo vince Djuric su Colombo, Zerbin confermato largo a sinistra sulla linea di trequarti dopo l’assist al centravanti bosniaco contro il Napoli, con al centro Pessina e a destra Colpani; doppio play muscolare Akpa Akpro-Bondo.

LA PARTITA — Molto intenso il minuto di silenzio per le vittime della tragedia di Suviana, striscioni nelle due curve: “Lavorare è un diritto, vivere di più” si legge sugli spalti rossoblù. “Monza si unisce al vostro dolore” la risposta biancorossa. Dopo una prima fase di studio, il primo vero squillo del match arriva al 19’ su palla inattiva: Orsolini uncina una punizione da destra costringendo Di Gregorio a un bel riflesso per alzare sopra la traversa; pericolo sui due corner conseguenti battuti perfettamente dal solito Orsolini. Scatenato l’esterno, al 25’ una sua percussione con taglio verso il centro e tiro a giro basso chiama Di Gregorio al miracolo. Risponde a tono il Monza dopo 3’, bella combinazione Pessina-Zerbin sulla sinistra, palla dentro per Djuric e anticipo di Lucumi che costringe Skorupski a una non facile respinta in controtempo. Gara che si innervosisce molto dopo la mezzora, con due gialli, Ferguson e Izzo, e un rosso a un dirigente del Bologna. Padroni di casa ancora vicini al vantaggio nel finale di tempo, sempre sugli sviluppi di corner, con Ferguson che gira fuori di poco col destro.

CHANCE SPRECATA — Nella ripresa Parte subito forte il Monza che al 3’ sfonda sulla sinistra con Pessina e Zerbin, cross perfetto per Colpani che da pochi passi in mezza girata non trova la porta. Al 17’ Motta è costretto a sostituire il capitano Ferguson che uscendo ha mimato una torsione del ginocchio: dentro Ndoye. Ancora protagonista Di Gregorio al 20’ che chiude bene lo specchio a Orsolini pescato in area da un lancio lungo. Momento di maggior pressione dei rossoblù che collezionano angoli: 10-0 il parziale alla mezzora della ripresa. Ma non c’è solo la reattività del portiere biancorosso a tenere a galla il Monza: Freuler al 31’ si divora il gol davanti a Di Gregorio dopo un’imbucata di Posch. Al 34’ doppio cambio Monza, dentro Maldini e Gagliardini per Zerbin e Akpa Akpro. Prezioso il lavoro dell’ex Inter, servono chili, centimetri ed esperienza per contenere l’assalto del Bologna. Missione compiuta per Palladino, Motta invece mastica amaro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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15/04/2024 13:19

Napoli punito dal "suo" Cheddira:
pari col Frosinone, Champions lontanissima.
E piovono fischi



L'attaccante di proprietà di De Laurentiis, in prestito ai laziali, firma una doppietta.
Non bastano i gol di Politano e Osimhen. Espulso Mario Rui nel finale


Vincenzo D'Angelo

Ogni volta che può rilanciarsi, il Napoli implode. È la storia di una stagione da dimenticare per i campioni d’Italia, frenati anche dal Frosinone al Maradona (2-2) proprio nel giorno in cui avrebbero potuto accorciare sull’Europa. Un pari che evidenzia ancora una volta una fase difensiva da horror, per errori di reparto e dormite dei singoli. Nemmeno la presenza di Spalletti inverte il trend stagionale e i fischi impietosi del Maradona sono l’ennesimo segnale inequivocabile del malcontento della città. Sarà una lunga estate per De Laurentiis e i suoi collaboratori: c’è un Napoli da rifare e un rapporto con i tifosi da riconquistare. Mica semplice. Il Frosinone si gode il punto, raggiunge il Verona ma resta pericolosamente al terzultimo posto. La voglia di lottare, però, c’è ancora ed è un bel segnale per Di Francesco.

IL LAMPO DI POLITANO — Neanche il tempo di schierarsi che Osimhen va a contatto con Turati: uno scontro fortuito che però mette apprensione al Maradona, con Victor che si tiene la mano dolorante. Scongiurato il pericolo di un infortunio, è proprio il nigeriano ad avere la prima occasione (14’) con Turati che risponde presente. Due minuti dopo, il Napoli passa: Politano si inventa una giocata delle sue, con movimento ad accentrarsi e tiro a giro sul palo lungo. Gol di rara bellezza sotto gli occhi di Spalletti, che avrà preso nota. Osi avrebbe subito l’occasione per chiudere il match, ma lanciato solo a rete strozza il destro e calcia clamorosamente fuori. Il Napoli sembra padrone, ma dietro resta ballerino: così una pennellata di Soulé aziona Cheddira che viene messo giù da Rrahmani: per Fabbri è rigore e il Var conferma. Dal dischetto, però, Soulé calcia male e Meret blocca in tuffo. Prima dell’intervallo è Zielinski a sfiorare il raddoppio, prima di testa e poi con un sinistro rasoterra su cui è ancora attentissimo Turati.

BOTTA E RISPOSTA — Nella ripresa è ancora Osimhen contro Turati ed è ancora il portiere ciociara a vincere il confronto. E al 5’ il Frosinone pareggia: errore madornale di Meret che ritarda il passaggio, si fa intercettare il tocco da Soulé e Cheddira liberissimo può firmare l’1-1. Il Napoli è scosso e prova a testa bassa a caricare, ma continua a sbattere su Turati che vola anche al 26’ su una conclusione di Kvara. E dal seguente angolo arriva il vantaggio: la difesa allontana, Kvara calcia al volo strozzando il pallone che diventa un assist per Osimhen, che stavolta non può sbagliare a un metro dalla porta.

ENNESIMA DELUSIONE — Ma la partita è tutt’altro che finita perché il Frosinone è vivo e il Napoli trotterella pericolosamente. Ed è da una ripartenza nata da un rinvio di Meret e una respinta a metà campo di Lirola, che Zortea crossa e Cheddira (29’) di testa infila il 2-2. La reazione del Napoli arriva subito, ma è ancora una volta Turati a superarsi su Kvara. Ma la fase difensiva del Napoli è incredibilmente assente oggi e dopo un’ennesima dormita Seck addirittura di spalla colpisce a pochi metri dalla porta e diventa provvidenziale l’istinto di Meret, che salva di piede. In pieno recupero Kvara non arriva a spingere in rete da pochi passi un bel passaggio di Di Lorenzo. Mario Rui lascia il Napoli in dieci all’ultimo minuto, quando ormai è tutto finito: un’altra delusione cocente, un’altra domenica nera da aggiungere alla collezione di un anno da dimenticare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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15/04/2024 13:23

Milan, difesa horror.
Col Sassuolo Okafor salva (ancora una volta) il Diavolo

I rossoneri vanno sotto 3-1 e riescono a rimontare con
i gol di Jovic e il pari del nazionale svizzero.
Annullati due gol a Chukwueze per fuorigioco.
Il secondo posto resta blindato,
ma la squadra di Pioli appare in netta involuzione


Alessandra Gozzini


Non è un Milan da semifinale di Europa League e nemmeno una versione da derby: da Reggio Emilia Pioli sperava di ricevere la spinta per poi proseguire verso Roma e rientrare a San Siro pronto a fermare l’Inter. Qui invece il Milan non fa un passo avanti ma uno indietro. Forse anche due, o tre come i gol incassati dalla penultima in classifica. Il Sassuolo rimpiange i tre punti persi in ottica salvezza: il pareggio per 3-3 serve a poco.

DIFESA E LEAO — Se l’atteggiamento con cui il Milan pensa di entrare in campo giovedì all’Olimpico è quello del pomeriggio con il Sassuolo, le chance di rimonta si azzerano. Dopo poco più di dieci minuti i rossoneri sono sotto di due, svogliati, slegati, fuori fase. Agli avversari bastano due affondi per il doppio vantaggio: Kjaer e Thiaw fragilissimi in entrambe le occasioni. La prima dopo appena 3’: spunto di Volpato sulla destra e palla in mezzo per Pinamonti, un ex nerazzurro che beffa Sportiello al primo tentativo. Otto minuti per il raddoppio: l’azione si sviluppa stavolta sulla sinistra, con Laurientè che parte e conclude. Milan troppo, troppo distratto: un errore che in avvio si ripete spesso. Non è questione di titolari o riserve: Pioli si presenta con Theo, Loftus-Cheek e Leao, tre titolarissimi. Sono distrazioni collettive e solo dopo che la svegliata è suonata due volte, il Milan si riattiva. Lo fa con tutti i suoi uomini: Thiaw è il primo a impegnare Consigli, Chukwueze colpisce ma è in fuorigioco. Ci vuole allora un super Leao: Rafa salta due uomini nello stretto e mette all’angolo con il destro. Una giocata individuale che restituisce vigore alla squadra e allo stesso Leao: Pioli lo aveva confermato nell’undici proprio per allontanare la tristezza del post Roma. La difesa continua a ballare (quando Laurienté parte è un pericolo) e l’attacco ci prova, senza pungere: Chukwu e Theo spingono ma sono imprecisi nelle scelte, Musah si inserisce ma sbatte sulla difesa avversaria, Jovic resta isolato.

AFFONDATO — Se perseverare è diabolico, il Milan lo sa meglio di chiunque altro: nel secondo tempo, invece che ripartire dalla reazione finale dei primi 45’, i rossoneri vanno di nuovo giù. A fondo? No. Laurienté approfitta di un nuovo dello sbandamento difensivo del Milan, riuscendo a pungere al secondo errore in disimpegno dei centrali rossoneri. E’ il 3-1. Pioli corre ai ripari con Gabbia (è Kjaer a chiedere il cambio per infortunio e andare dritto negli spogliatoi: prestazione pessima), Reijnders e Giroud. Come nel primo tempo succede che sia una magia di Leao a riportare a galla il Milan: sullo spunto di Rafa, c’è Jovic al centro pronto al 3-2 sulla ribattuta di Consigli. E ancora una volta sono solo i colpi avversari a chiamare la reazione rossonera: la testa di Giroud, il secondo (bellissimo) gol annullato a Chukwueze per fuorigioco, Pulisic che spara su Consigli l’invito di Aldi. E infine Okafor, appena entrato, a trovare il pari su azione d’angolo. Il Milan chiude all’assalto: Jovic mediano, Pulisic, Giroud (altro errore sotto porta) e Okafor davanti. Ma l’ultima notizia arriva ancora dalla barcollante difesa: Thiaw chiude zoppicante e già ammonito, che da diffidato significa la squalifica nel derby. Prima però la Roma e se Pioli e il Milan pensano di ribaltarla, devono prima cambiare se stessi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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15/04/2024 13:28

Udinese - Roma è stata sospesa in via definitiva al 72' di gioco a causa del malore del calciatore della Roma Evan Ndicka mentre si era sul punteggio di 1-1. La gara verrà ripresa al minuto in cui è stata sospesa dall'arbitro ma la data ancora non è stata stabilita.
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15/04/2024 13:32

L'Inter scappa due volte,
il Cagliari non molla e firma il 2-2:
contro il Milan servirà vincere



A San Siro il gol di Thuram e il rigore di Calhanoglu
lanciano i nerazzurri prima dei pareggi di Shomurodov e Viola:
lunedì 22 aprile il match point scudetto nel derby


Andrea Ramazzotti

Per vincere lo scudetto nel derby di lunedì 22 all'Inter servirà una vittoria. I nerazzurri sprecano l'assist pomeridiano del Sassuolo (che ferma il Milan sul 3-3) non andando oltre il 2-2 contro il Cagliari. Colpa di una difesa che concede più del solito, ma merito anche dei sardi che recuperano due volte lo svantaggio e portano a casa un pari (meritato) che li fa andare a +5 sulla terzultima. Per Inzaghi, che non può più superare il record della Juventus 2013-14 (102 punti), una mezza delusione: il tricolore della seconda stella arriverà comunque, ma festeggiare potendo contare su due risultati su tre nella stracittadina sarebbe stato sicuramente più semplice. Ecco perché all'uscita dal campo gli unici a sorridere sono i rossoblù, quasi salvi.

ZAMPATA THURAM — Inzaghi, privo degli squalificati Pavard e Lautaro, sceglie Bisseck per completare la difesa a tre e Sanchez in attacco al fianco di Thuram. Niente panchina, con vista derby, per il diffidato Mkhitaryan. Ranieri, che deve rinunciare agli squalificati Nandez e Deiola, punta su un 3-4-3 che ha Luvumbo e Jankto nel tridente, ai lati di Shomurodov, ma in realtà i rossoblù sono spesso costretti a difendersi con un 5-4-1 nel quale Sulemana e Makoumbou provano a tenere botta in mezzo. Due le sorprese: Hatzidiakos preferito a Zappa e Obert in campo al posto di Dossena. Spinta dalla sua gente, l'Inter inizia forte, con un tiro di Barella parato da Scuffet. I sardi si difendono con due linee strette, ma la capolista dopo 12' le buca a destra, con Darmian che innesca Sanchez, il cui cross dal fondo viene deviato in rete da Thuram. Il francese, che esulta come Lautaro, si sblocca dopo quasi due mesi visto che l'ultima rete l'aveva segnata il 16 febbraio. La formazione di Ranieri subisce il possesso degli avversari, ma non lo fa passivamente e prima Luvumbo poi Shomurodov impegnano Sommer. Il raddoppio di Barella, servito da Dimarco, viene annullato per fuorigioco e il tecnico rossoblù, prima della mezzora, decide di intervenire provando a dare più equilibrio con Prati al posto di Jankto (che non la prende bene) e il 3-5-2. La gara è gradevole, con l'Inter che costruisce bene (molto attivo Sanchez), ma finisce spesso in fuorigioco, mentre il Cagliari punge appena ne ha l'occasione. E così all'intervallo il possesso palla è nerazzurro (64%), ma nei tiri gli ospiti sono addirittura avanti (5-4).

SUPER VIOLA — Nella ripresa il ritmo si abbassa e l'Inter prova a gestire concedendo poco. Dimarco esalta Scuffet, costretto al grande intervento, mentre Sommer para facilmente un destro di Obert. Ci prova anche Calhanoglu su punizione, ma il numero 22 sardo mette in angolo e poi blocca sul tentativo di Sanchez. La prima sostituzione della seconda frazione la fa Inzaghi con Frattesi al posto di Mkhitaryan, ma pochi istanti dopo l'ingresso dell'ex Sassuolo il Cagliari pareggia con un bel lancio di Obert, la sponda di Luvumbo per la conclusione vincente di Shomurodov. Per il Meazza è un doccia gelata, ma l'Inter non si disunisce e, su cross di Barella, il colpo di testa di Frattesi diretto verso la porta viene intercettato dal braccio largo di Mina: è calcio di rigore che Calhanoglu trasforma con il destro. Per il turco, 16 penalty trasformati su 16 da quando indossa la maglia nerazzurra, è l'undicesimo gol in campionato, eguagliato il suo record in carriera (Amburgo 2013-14). Inzaghi, che già lo aveva preparato prima del 2-1, fa un triplice cambio (fuori Sanchez, Darmian e Dimarco per Arnautovic, Dumfries e Carlos Augusto), ma il Meazza, che canta per il centrocampista ex Milan, quasi non se ne accorge. Anche Ranieri prova la "rivoluzione" con Lapadula per Shomurodov, Zappa per Di Pardo e Viola per Luvumbo tutti insieme e la scelta gli dà ragione perché Lapadula, con un tocco di braccio non ritenuto punibile, serve a Viola il pallone del 2-2. Lo stesso Viola sfiora il 3-2 con una botta da fuori e Inzaghi si gioca pure la carta Buchanan per Bastoni (Carlos Augusto arretra in difesa). L'Inter chiude con Acerbi centravanti, ma è il Cagliari a divorarsi con il solito Viola, servito da Lapadula, il gol della vittoria. Stavolta per Barella e compagni niente impresa nel recupero come a Udine: Ranieri non avrebbe meritato il ko.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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16/04/2024 23:30

Ikoné risponde al solito Gudmundsson:
il Genoa prende un punto anche a Firenze

Posticipo della 32ª giornata a Firenze, i padroni di casa vanno
sotto su rigore e si rimettono in partita nella ripresa.
Annullati dal Var una rete a Belotti e un rigore su Retegui


Ilaria Masini


Finisce 1-1 al Franchi fra Fiorentina e Genoa con gli ospiti più vivaci nel primo tempo che trovano il vantaggio su rigore al 42’ con Gudmundsson, giocatore dei desideri dei viola nel mercato invernale. Il pareggio arriva al 9’ della ripresa grazie a Ikonè che di testa sfrutta l’assist di Bonaventura. Ancora rimandata quindi la vittoria in campionato per la Fiorentina, che non vince da quasi due mesi in Serie A e rimane al decimo posto in classifica.

LE SCELTE — Vincenzo Italiano lascia inizialmente a riposo Nico Gonzalez (in vista del ritorno dei quarti di Conference League giovedì con il Viktoria Plzen) ma non rinuncia a Bonaventura in mediana e a Beltran sulla trequarti. Il centravanti è Belotti. Alberto Gilardino avanza Messias e lo schiera al fianco di Ekuban con Retegui che parte dalla panchina. La novità è la posizione di Gudmundsson mezzala. Confermati Frendrup e Badelj, mentre come esterni Sabelli vince il ballottaggio con Spence sulla destra e Martin si posiziona a sinistra.

VANTAGGIO GENOA — Dopo i primi minuti di studio, al 12’ arriva uno squillo con Luca Ranieri bravo a sventare un’incursione in area di Messias. Per i viola è Beltran dalla distanza, con un destro a giro, a mettere i brividi al Genoa. Fra il 22’ al 25’ la gara si accende: Terracciano si supera mettendo in angolo un colpo di testa di Ekuban su cross di Martin e dal successivo corner l’attaccante spreca un’ottima occasione, girando a lato da distanza ravvicinata; per la Fiorentina invece Belotti insacca su assist di Beltran, ma dopo un rapido controllo al Var, la rete viene annullata per fuorigioco. La svolta arriva però al 42’ quando Gudmundsson su rigore spiazza Terracciano e porta in vantaggio il Genoa sotto la Fiesole. Il penalty nasce da un errore di Martinez Quarta: l’argentino regala palla a Messias che si fa parare il tiro da Terracciano, ma subito dopo sul pallone si precipita Ekuban, atterrato in area da Parisi. Il primo cambio per Gilardino è obbligato a fine primo tempo perché Messias esce infortunato e al suo posto entra Thorsby. Gudmundsson si poziona così al fianco di Ekuban.

PAREGGIO VIOLA — Vincenzo Italiano ad inizio ripresa fa entrare Arthur per Duncan, ma è Bonaventura al 9’ a pescare la testa di Ikoné che trova l’1-1. Per il francese è la seconda rete dall’inizio della stagione in Serie A. Subito dopo fra i viola escono Sottili, Belotti e Beltran per Gonzalez che si posiziona a sinistra, Kouame che diventa il centravanti e Mandragora che si posiziona al fianco di Arthur con Bonaventura che va sulla trequarti. Anche Gilardino effettua tre cambi ed entrano Spence per Sabelli, Haps per Martin e Retegui per Ekuban. Ed è proprio sull’argentino che Di Marco fischia inizialmente un rigore per un intervento di Kayode, ma dopo aver rivisto le immagini in tv, il direttore di gara cancella il penalty. La Fiorentina cerca il vantaggio prima con Ikoné e poi con Bonaventura, mentre fra i rossoblù entra Strootman per Badelj, applaudito dai suoi ex tifosi. L’ultimo cambio viola è invece Milenkovic per Bonaventura.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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16/04/2024 23:33

Scamacca accende l'Atalanta,
Lazovic e Noslin la riprendono:
Verona, punto pesantissimo

Gol e assist (a Ederson) per il centravanti azzurro,
ma nel secondo tempo arriva la reazione della squadra di Baroni


Matteo Brega


Finisce 2-2 il posticipo tra Atalanta e Verona. I bergamaschi vanno sul 2-0 con Scamacca e Ederson nel primo tempo e a inizio ripresa in 4’ subiscono i gol di Lazovic e Noslin.

PRIMO TEMPO DA DEA — L’Atalanta torna in campo dopo la storica serata di Anfield per il posticipo della 32ª giornata contro il Verona. Gian Piero Gasperini sceglie Holm per sostituire a destra lo squalificato Zappacosta. In mezzo al posto di De Roon, fermato anche lui dal Giudice sportivo, c’è Pasalic. E davanti Koopmeiners trequartista con Scamacca e De Ketelaere attaccanti. Marco Baroni ripropone Bonazzoli centravanti, reduce da due gol nelle ultime due di campionato, dentro un 4-1-4-1 in cui Dani Silva davanti alla difesa segue Koop. Nell’attesa dell’ingresso in campo delle squadre partono i primi cori della curva atalantina verso i 500 giunti da Verona: “Quel settore lì sembra Napoli” e “Voi siete napoletani”. Al 13’ la partita cambia. Suslov perde una palla in ripartenza sulla pressione di Toloi, transizione rapida per Scamacca che controlla e scarica un violento destro sul quale Montipò non può nulla. Terzo gol di fila in campionato per l’attaccante dell’Atalanta e in mezzo la doppietta al Liverpool. Al 18’ l’Atalanta raddoppia. Azione che parte da lontano: Koopmeiners vede il taglio di Ederson ma non lo serve, preferisce Scamacca che a sua volta imbecca il brasiliano dimenticato da tutto il sistema difensivo del Verona. Ederson vola da solo per cinquanta metri e davanti a Montipò la piazza. E’ 2-0, con Antonio Percassi in tribuna che applaude soddisfatto e divertito. Al 22’ Dea vicino al 3-0: rimessa laterale di Holm, sponda di CDK, Koopmeiners calcia dall’interno dell’area di sinistro di controbalzo, palla alta di poco. L’Atalanta viaggia il doppio dell’Hellas: cross di Koopmeiners per Pasalic che di prima spara alto da ottima posizione al termine di un’azione rapidissima. L’olandese cerca ancora il croato al 31’: cross dalla trequarti, Pasalic sul filo del fuorigioco gira di testa e Montipò devia in corner. Un minuto e Koopmeiners va vicino al gol. CDK gli illumina il corridoio che l’olandese disegna e poi calcia chiudendo troppo il diagonale. La Dea tiene l’Hellas nella sua metà campo. Al 34’ CDK calcia da fuori, Magnani corregge la traiettoria e poi Montipò la sposta in corner. Verona in difficoltà con il passare del tempo, sempre più. Il primo tempo finisce 2-0 con un dominio netto dei bergamaschi.

RINASCITA VERONA — Si riparte con un Verona più convinto almeno nella forza di volontà. Il tiro di Cabal al 5’ è respinto con i pugni da Carnesecchi. All’11’ la partita si riapre. Ripartenza dell’Hellas, palla a Noslin sulla destra, squadre allungate, rientra e serve Lazovic che al limite controlla e calcia. La palla passa tra le gambe di Toloi e finisce giusto nell’angolino alla destra di Carnesecchi. Quattro minuti e l’Hellas pareggia. Giropalla al limite dell’area, Centonze cross per Noslin che si posiziona tra due marcatori atalantini e con il timing giusto anticipa l’uscita bassa di Carnesecchi che calcola male i tempi. Dopo aver resistito per 45’ sotto “solo” di due gol, il Verona ne fa altrettanti in 4’ all’alba della ripresa. Il Verona è più ordinato dell’Atalanta nel cuore della ripresa. Dal corner di Lazovic del 26’ spunta la testa di Folorunsho che finisce fuori di poco. L’Atalanta è meno precisa del primo tempo, merito anche del Verona che una volta raggiunto il pareggio ha mantenuto più equilibrio in campo. Al 42’ Miranchuk prova dalla distanza e trova ancora Montipò a ostruire la strada della gioia alla Dea. Dal corner successivo Hien spreca da due passi di testa, ma l’impressione è che fosse in fuorigioco. Finisce 2-2, con un pieno di rimpianti per l’Atalanta e di gioia per il Verona.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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16/04/2024 23:41

SERIE A 2023/2023 32ª Giornata (13ª di Ritorno)

12/04/2024
Lazio - Salernitana 4-1
13/04/2024
Lecce - Empoli 1-0
Torino - Juventus 0-0
Bologna - Monza 0-0
14/04/2024
Napoli - Frosinone 2-2
Sassuolo - Milan 3-3
Udinese - Roma (interrotta)
Inter - Cagliari 2-2
15/04/2024
Fiorentina - Genoa 1-1
Atalanta - Verona 2-2

Classifica
1) Inter punti 83;
2) Milan punti 69;
3) Juventus punti 63;
4) Bologna punti 59;
5) Roma(*) punti 55;
6) Atalanta(*) punti 51;
7) Lazio e Napoli punti 49;
9) Torino punti 45;
10) Fiorentina(*) punti 44;
11) Monza punti 43;
12) Genoa punti 39;
13) Lecce punti 32;
14) Cagliari punti 31;
15) Udinese(*), Verona e Empoli punti 28;
18) Frosinone punti 27;
19) Sassuolo punti 26;
20) Salernitana punti 15.

(gazzetta.it)

NOTE
(*) Una partita in meno
Atalanta - Fiorentina rinviata a data da destinarsi.
Udinese - Roma interrotta al 72' sul punteggio di 1-1.
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20/04/2024 00:27

Il Genoa spreca, Luis Alberto lo punisce:
la Lazio torna in corsa per la Champions



Decide il quinto gol in campionato dello spagnolo,
che ha già annunciato l'addio a fine stagione.
Rossoblù sterili con Ekuban e Retegui che falliscono le occasioni più favorevoli


Ci pensa Luis Alberto. Nel cuore della ripresa tocca in gol l'assist di Kamada e decide la sfida col Genoa, cui rovina il compleanno. La Lazio di Tudor è ancora in corsa per la Champions, il Genoa di Gilardino resta a centroclassifica.

PRIMO TEMPO — In avvio è il Genoa, in maglia dorata per festeggiare i 130 anni del club, a rendersi pericoloso. Ekuban salta Gila ma di sinistro manda sull'esterno della rete (5'). Poi è Retegui, al rientro da titolare a concludere di poco alto con una volée di Destro un'azione avviata da Strootman e rifinita da Gudmundsson (13'). La Lazio del primo tempo è in un tiro di Felipe Anderson terminato a lato e in una mancata intesa in area tra Castellanos e Luis Alberto: il primo non tenta il tiro e cerca il compagno che non trova tempo e modo per calciare a pochi metri dalla porta. Prima dell'intervallo, Retegui cerca di beffare Mandas dalla lunga distanza, mentre Ekuban chiude una ripartenza in superiorità numerica calciando in diagonale a lato invece di servire Gudmundsson tutto solo al centro dell'area.

RIPRESA — Il secondo tempo inizia con una Lazio più propositiva e un Genoa attendista. Sale in cattedra Luis Alberto che prima impegna Martinez con un piatto destro in diagonale, poi sblocca la gara (67') infilando di destro un assist di Kamada a sua volta servito da Patric. Il Genoa si scuote e si butta all'attacco. Un destro centrale di Retegui anticipa il cambio di modulo dei liguri che passano al 4-4-2 (dentro Sabelli), ma senza rendersi mai davvero pericolosi.

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20/04/2024 00:32

Juve, pari in rimonta prima della Coppa. Cagliari,
l'autogol di Dossena costa due punti

Doppio vantaggio dei sardi con due rigori (Gaetano e Mina)
poi nella ripresa punizione di Vlahovic e autorete del difensore.
Martedì la Signora si gioca la finale di Coppa Italia con la Lazio


Marco Guidi


La Juve vede le streghe a Cagliari, ma alla fine strappa un punto in rimonta, dopo essere andata sotto di due gol nel primo tempo per la prima volta in stagione. Un risultato che, soprattutto per come si era messa e con la certezza oggi delle cinque squadre italiane in Champions nella prossima stagione, può bastare a Massimiliano Allegri. Un po’ di rammarico resta piuttosto a Claudio Ranieri, raggiunto all’87’ da un’autorete di Dossena, dopo aver accarezzato l’idea dei tre punti a lungo. Per il Cagliari, comunque, in ottica salvezza il pari resta oro che cola.

SCELTE — Ranieri opta per Shomurodov in attacco, appoggiato da Gaetano e Luvumbo alle spalle. Difesa a quattro in fase di possesso che si trasforma a cinque in contenimento, con Nandez ad abbassarsi da quinto. Nella Juve Szczesny recuperato tra i pali e novità a centrocampo: Weah a destra nella linea a cinque, con Cambiaso che slitta a sinistra, mentre Alcaraz viene preferito a McKennie da interno. Davanti, confermata la coppia Vlahovic-Chiesa, ancora panchina per Kenan Yildiz.

CHE CAGLIARI — Dopo 2’ Luvumbo parte subito in sprint, ma il suo destro a giro dal limite finisce di poco alto. Poco dopo, episodio che fa discutere in area rossoblù, con Mina che salta di testa, ma involontariamente colpisce col gomito Alcaraz (giocherà con un turbante improvvisato il resto del match) prima di andare sul pallone: l’arbitro Piccinini lascia correre e il Var Chiffi resta silente. L’inizio dei sardi è comunque particolarmente aggressivo e al 9’, sugli sviluppi di un corner, si vede anche Shomurodov: sinistro a lato da posizione favorevole. L’intensità del Cagliari complica la vita alla Juve, che solo al 20’ si rende pericolosa dalle parti di Scuffet: prima tiro di Vlahovic murato, poi conclusione di Weah respinta a fatica dal portiere di casa. E’ però solo un sussulto, perché da una mischia su corner Bremer devia di braccio la sponda aerea di Dossena (Luvumbo poi sbaglierà da due passi): anche qui Piccinini non vede, ma stavolta il Var interviene ed è rigore per i rossoblù. Gaetano trasforma e alla mezzora la Juve è sotto 1-0. Non solo, 3’ dopo Shomurodov sfrutta un buco di Danilo e serve un pallone perfetto a Luvumbo, che al volo calcia fuori a Szczesny pietrificato. La Signora sbanda e al 35’ Szczesny è costretto a stendere Luvumbo in uscita: altro rigore, ma nuovo tiratore, con Mina che spiazza il portiere polacco dal dischetto.

REAZIONE DUSAN — All’intervallo Allegri inserisce Yildiz per Alcaraz, passando al 4-2-3-1, mentre Ranieri sostituisce Sulemana con Prati. Ed è proprio quest’ultimo al 6’ a obbligare Szczesny al primo (difficile) intervento della ripresa con un bel destro da fuori. La Juve, però, ora tiene più la palla, il Cagliari cala e si abbassa e al 17’ Vlahovic accorcia le distanze su punizione, alla prima, vera occasione. Tornato sotto di un gol Allegri si gioca pure la carta McKennie per Weah, Ranieri risponde con Deiola (più difensivo) per Gaetano, Max controreplica con Milik per Locatelli, in quella che è probabilmente la versione più offensiva della Juve 2023-24. Nella girandola dei cambi dentro pure Zappa e Viola per Nandez e Shomurodov, due tra i migliori e applauditissimi dall’Unipol Arena. L’assalto della Juve produce comunque pochissimo, se si eccettua un tentativo acrobatico (complicato) di Vlahovic. Ma a 3’ dalla fine, quando il Cagliari pare potere resistere, Dossena svirgola nella propria porta il cross di Yildiz. E’ il 2-2, ma al 95’ per poco non arriva pure il colpo gobbo: Yildiz strozza troppo il tiro in mischia e Scuffet riesce a bloccare. Ultima emozione del match.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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21/04/2024 11:42

Napoli, l'agonia continua: ko anche a Empoli.
Nicola, è una vittoria-salvezza

Cerri, gol sprint al 4'.
Azzurri mai veramente pericolosi, fischiatissimi a metà gara e pure a fine partita


Vincenzo D'Angelo


Vento, pioggia e freddo spazzano via le ultime speranza di risalita del Napoli. Ad Empoli arriva un’altra sconfitta che premia la squadra di Nicola (1-0) a caccia di punti salvezza e getta i campioni d’Italia nella crisi più profonda. Non è servita nemmeno la presenza di De Laurentiis stavolta: il Napoli è solo un ricordo lontano nel tempo e il suo pubblico canta indignato contro gli ex eroi tricolori. Clima pesantissimo a un mese dalla fine di una stagione da incubo.

CERRI-GOL — Al primo affondo l’Empoli passa. Natan esce a vuoto in fascia, Gyasi spizza per Fazzini che gli ridà palla in profondità, cross morbido per Cerri che mangia in testa a Di Lorenzo e firma l’1-0. E all’8’ ancora Cerri di testa non trova la porta. Il centravanti toscano (19’) poi è costretto a uscire per un problema muscolare: dentro Niang. Per assistere al primo tiro in porta del Napoli bisogna aspettare il 31’, con Osimhen che controlla al volo e in girata batte a rete, centrale. Il Napoli è spettatore non pagante, l’Empoli arriva prima su ogni pallone e fa ciò che vuole nelle praterie che portano a Meret. Al 35’, ripartenza micidiale di Niang che salta Juan Jesus e serve Cambiaghi: sinistro che centra il palo esterno. All’intervallo il Napoli viene ancora una volta sommerso di fischi.

REAZIONE — Calzona lascia negli spogliatoi un imbarazzante Natan, che aveva ritrovato una maglia da titolare a causa dell’indisposizione notturna di Mazzocchi (influenza intestinale): eppure l’ex Salernitana viene lanciato nella mischia lo stesso, per l’ennesima bocciatura del brasiliano. Mazzocchi entra bene nel match, scodellando subito un bel cross che non trova però deviazioni amiche. Juan Jesus in mischia ha una buona occasione ma viene murato, poi Kvara (22’) chiama Caprile alla bella respinta in angolo. Adesso, quantomeno, c’è una partita. Calzona mostra coraggio: fuori Kvara e Politano, dentro Ngonge e Raspasori, alla ricerca disperata di una scintilla in uscita dalla panchina. Ma i cambi non sortiscono effetti, anzi solo altra confusione. Il popolo napoletano continua a contestare e invoca in campo “la Primavera”. ‘A nuttata è ancora lunga cinque giornate, poi sarà rivoluzione. L’Empoli sorride: tre punti fondamentali e +4 dal terzultimo posto. C’è ancora da lottare, ma lo spirito è quello giusto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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21/04/2024 11:47

Urlo Coppola al 93': il Verona piega
l'Udinese e si prende tre punti d'oro

Due legni colpiti da Noslin e Folorunsho,
i friulani sprecano tre nette palle gol.
E nel recupero arriva il guizzo del difensore


Vincenzo Di Schiavi


E alla fine spunta la testa di Coppola. Il Bentegodi esplode al 93' con un'incornata del difensore che pietrifica Okoye. L'Udinese cade così, in un atroce finale, lasciando punti pesantissimi, quando almeno il pari lo avrebbe meritato. Il balzo dell'Hellas è vitale: ora i punti sono 31 e gli spettri si spostano tutti sulla testa dei bianconeri che se hanno un demerito è quello di sprecare troppo.

DUE OCCASIONI — Buon impatto degli ospiti che con Samardzic e Pereyra a supporto di Lucca coprono meglio il campo. Il 4-2-3-1 dell’Hellas invece è poco efficace, specie in mezzo. Il destro di Payero apre il match ma non provoca brividi. Dopo 15’ gli ammoniti sono già tre (Serdar, Cabal e Walace), tradendo una tensione ben palpabile. Ci si gioca molto, imperversa il tatticismo e quindi si stenta a decollare. Magnani protesta con Guidi per una trattenuta in area, Cabal ci prova di testa e poi è ancora Payero a colpire da lontano, ma la mira è di nuovo sbilenca. La prima vera grande occasione capita nei piedi di Lucca: angolo e l’attaccante che devia da due passi ma Montipò è attentissimo. Una punizione di Samardzic si spegne non lontano dal palo, poi l’Hellas esce dalla morsa e comincia a guadagnare campo. Il finale è tutto gialloblù: Ehizibue chiude su Noslin a due passi dalla porta, poi sempre l’attaccante veronese coglie il palo di testa.

RIPRESA — Stessi protagonisti del primo tempo. Un destro di Serdar sembra scuotere il Verona e invece l’Udinese ha tre occasioni per passare che non sfrutta: incredibile l’errore di Lucca, tutto solo a centro area. Poi Ehizibue non aggancia da pochi passi e Bijol sfiora il palo di testa. Sfuriata che spinge Baroni a dare più peso al proprio attacco per dribblare la pressione friulana. Dentro Bonazzoli e Swiderski per Mitrovic e Silva con il passaggio a un 4-4-2 piuttosto offensivo. In realtà il pallino resta in mano agli ospiti, ma sui ribaltamenti l’Hellas attacca con maggiore impeto. Il sinistro di Cabal è bloccato in due tempi da Okoye, la risposta di Ehizibue fa tremare il Bentegodi. Ci si prova in ogni modo, ma quando si arriva lì, manca la stoccata. Folorunsho coglie la traversa di testa. Poi il blitz di Coppola. Che profuma di salvezza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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