Micaela Ramazzotti (non) studia dalla Sandrelli

binariomorto
00lunedì 25 gennaio 2010 13:09
Tutti i 'sandrellismi' di Micaela

La protagonista de La prima cosa bella


Tra i film italiani a difendersi dal fenomeno "Avatar" c'è "La prima cosa bella", riuscita commedia di Paolo Virzì capace di mettere d'accordo critica e pubblico. Protagonista è Micaela Ramazzotti che divide il ruolo di Anna con Stefania Sandrelli. "Ho studiato Stefania a fondo nei suoi film - spiega Micaela a TgCom - perché il nostro personaggio è stato ispirato da lei. Per questo ho cercato di rubare più 'sandrellismi' possibile".

Il compito del film di Virzì era di quelli improbi: fronteggiare l'invasione dei cinema del kolossal di James Cameron. Ma, andando alle radici della commedia all'italiana, ha dimostrato che un altro cinema è possibile. Ottimi incassi nel primo weekend di uscita e ancora meglio nella settimana seguente, con il paradosso che molta gente andava al cinema, trovava la sala piena e doveva così ripiegare su... “Avatar”. “Me lo hanno detto in tanti – dice Micaela – 'Ci hai costretti a vederlo anche se non volevamo'. Comunque c'è stato un grande passaparola. Sono molto contenta, soprattutto per Paolo”. Contentezza doppia in qualità di attrice e di moglie, visto che Micaela ha sposato il regista livornese il 17 gennaio dello scorso anno.

Qual è stata la difficoltà maggiore nel calarsi nel personaggio di Anna?
Ogni giorno sul set dovevo concentrarmi per mettere insieme tre cose: la cadenza livornese, il personaggio di Anna e i modi di fare della Sandrelli. Perché questo, come ha detto anche Paolo, è un personaggio ispirato plasmato su di lei, la ricorda nella vita e nel candore. Così ho cercato di rubare e mettere nella mia recitazione più “sandrellismi” possibile.

La Sandrelli in conferenza stampa ha detto che ha costruito la sua Anna guardando quello che avevi girato tu, che recitavi pensando a lei. È un cerchio che si chiude...
L'ho studiata davvero a fondo guardandomi i film da lei interpretati e che hanno fatto la storia del cinema italiano. “Io la conoscevo bene”, “Sedotta e abbandonata” e “C'eravamo tanto amati”. Mentre per la parte di storia ambientata negli anni 80, dove Anna è già più matura mi sono ispirata invece alla Sandrelli di "Mignon è partita". Le ho rubato lo chignon...

C'è invece qualche legame con Sonia, il personaggio da te interpretato in “Tutta la vita davanti”?
Sono due mamme molto diverse, anche se legate da un certo candore e un'ingenuità di fondo. Però è la loro storia a dividerle: Sonia fa una fine spaventosa, ridotta a cercare in chat un modo per diventare escort. Invece Anna, pur in trappola, si rialza sempre. Con il sorriso e la fiducia che ha fino agli ultimi giorni della sua vita. È una donna che non si perde d'animo.

Mastandrea in una battuta dice "ci ha rovinato la vita". Ma alla fine questo avviene per troppo amore, Anna è un personaggio profondamente positivo...
Anna è un personaggio talmente esplosivo, vivace. Ha una certa sventatezza che si può definire eroica e allo stesso tempo un po' matta. Ha la follia amorosa delle donne che la rende questa mamma particolare. Tra l'altro anche molto fiera e indifesa. Sempre stracorteggiata e maldestra.


Infatti la sua è una seduzione non cercata...
Lei è veramente ignara di suscitare le attenzioni maliziose dei maschietti. Questo candore, che poi è quello che ha accompagnato la Sandrelli nella sua vita, è un mix di provocante sensualità e ingenuità disarmante, ed è ciò che la rende subito amabile. E' un personaggio veramente ben scritto tanto che quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che non c'era nulla da aggiungere, c'era solo da andare e lasciarsi guidare da Virzì.

A proposito di Virzì. Questo è il primo film che giri con lui da quando vi siete sposati. Cosa è cambiato rispetto a prima?
Che sono riuscita a parlargli! In "Tutta la vita davanti" ero molto emozionata e orgogliosa di far parte di un film e di un cast così importante. E così ero sempre in silenzio, adottando il metodo Mastroianni: "Mai chiedere ai registi". E quando aprivo bocca ero il personaggio, ero Sonia, tanto che credo di essere stata anche un pochino malintesa. Poi per fortuna ho avuto modo di conoscerlo e approfondire.

Mentre questa volta l'atmosfera era ben diversa...
Beh, sconti non ce ne sono comunque stati: Paolo fa provini a tutti, me compresa. Per il resto sul set io ero la moglie ma lui tratta tutti alla stessa maniera e quindi io ero semplicemente una della grande famiglia. Anche per questo ci siamo divertiti molto. Poi avere intorno la gente livornese ha fatto sì che sembrasse di fare teatro e cinema insieme: recitavo per la macchina da presa e per gli spettatori improvvisati che c'erano. Quando Paolo dava lo stop e diceva che era buona partiva sempre un applauso.

Come è stato vedere lavorare Virzì nella sua Livorno?
Paolo ha un rapporto molto particolare con la sua città. Vorrebbe che somigliasse sempre all'immagine che ne ha lui: fiera, libera, solidale e sorridente. E quando non è così ci soffre. Ma allo stesso tempo alimenta la sua voglia di raccontare come nessun altro luogo, è davvero la sua musa ispiratrice. Per questo non appena può la porta nel suo cinema.

In “Tutta la vita davanti” avevi una scena di nudo frontale che ha fatto molto parlare, e poi hai posato nuda per “Max”. Oggi, moglie e mamma, rifaresti certe scelte?
Tutte le cose che mi sono capitate sono arrivate nei momenti giusti. Quello di Sonia era un ruolo che mi stava benissimo in quella fase della mia vita, come se mi avesse cercato, e io l'ho adorato nel suo essere fragile e commovente. Fare l'attrice, la moglie, la fidanzata nella vita di tutti i giorni va un po' di pari passo con le cose della carriera. Oggi quel ruolo non mi capiterebbe. Se mi riproponessero di rispogliarmi o fare un personaggio sexy lo farei ma sarebbe sicuramente diverso dalla sciagurata ragazza del “Parco Leonardo” di Roma che era Sonia.

In una intervista alle Iene Virzì ha pubblicamente elogiato il tuo polpettone. Ce ne puoi svelare il segreto?
E' tutto nato dalla mia gravidanza. Dovevo mangiare tanta carne bianca, e siccome ero stanca di mangiare sempre le stesse cose mi sono messa a fare polpette e polpettone, prendendo delle ricette di mia madre e rivisitandole. Ho iniziato a fare vari tipi di polpettone di carne bianca, carne rossa, poi ci mettevo formaggio, verdure... Poi, visto che non la potevo mangiare, mi piaceva l'idea di impastare la carne cruda... insomma, mi sono un po' sbizzarrita e Paolo per fortuna ha apprezzato perché gliene ho fatto mangiare un bel po'.

Massimo Longoni

Fonte: tgcom
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