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Serie A 2012/2013 Cronache, Risultati e Classifica

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2013 22:27
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13/05/2013 23:37

SERIE A 2012/2013 37ª Giornata (18ª di Ritorno)

11/05/2013
Juventus - Cagliari 1-1
Catania - Pescara 1-0
12/05/2013
Chievo - Torino 1-1
Fiorentina - Palermo 1-0
Genoa - Inter 0-0
Lazio - Sampdoria 2-0
Napoli - Siena 2-1
Udinese - Atalanta 2-1
Parma - Bologna 0-2
Milan - Roma 0-0

Classifica
1) Juventus punti 87;
2) Napoli punti 78;
3) Milan punti 69;
4) Fiorentina punti 67;
5) Udinese punti 63;
6) Lazio punti 61;
7) Roma punti 59;
8) Catania punti 55;
9) Inter punti 54;
10) Parma punti 46;
11) Cagliari e Chievo punti 44;
13) Bologna punti 43;
14) Sampdoria e Atalanta punti 39;
16) Torino punti 38;
17) Genoa punti 37;
18) Palermo punti 32;
19) Siena punti 30;
20) Pescara punti 22.

Penalizzazioni inflitte in conseguenza delle sentenze della giustizia sportiva relative ai
processi per illeciti sportivi dello scandalo calcio-scommesse (per le squadre di Serie A e
salvo ulteriori variazioni):

Sampdoria -1 punti;
Torino -1 punti;
Atalanta -2 punti;
Siena -6 punti.

La Corte di giustizia federale ha respinto il ricorso del Cagliari confermando lo 0-3
provvisorio che giudice sportivo aveva a suo tempo assegnato alla Roma.

A seguito della sentenza di primo grado nel processo calcio-scommesse per Sampdoria-Napoli
la Commissione disciplinare della Figc ha inflitto una penalizzazione di due (2) punti al
Napoli il 18 dicembre 2012, penalizzazione annullata in appello dalla Corte di Giustizia
Figc il 17 Gennaio scorso e quindi al Napoli restituiti tutti i punti tolti.
[Modificato da binariomorto 19/05/2013 23:43]
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18/05/2013 23:43

Sampdoria-Juventus 3-2,
scacco a una regina bella e sfortunata

Solo il Bayern ne aveva vinte due su due con la Juve. Dominio bianconero e gol di Quagliarella su magia di Pirlo, pari di Eder su rigore generoso, poi De Silvestri e Icardi chiudono la pratica in un match a senso unico bianconero. Nel finale il 2-3 di Giaccherini


Scacco alla Regina: la Juventus cade all'ultima uscita stagionale con la Sampdoria, unica squadra in Italia (l'altra è il Bayern Monaco) capace di batterla sia all'andata sia al ritorno in un match stregato: bianconeri strabordanti per almeno un'ora, ma i blucerchiati sono stati implacabili. Ben coperti, ordinati e micidiali al momento di concludere: 3-2 il risultato con i bianconeri incapaci di concretizzare una mole di gioco impressionante sotto il diluvio.

NIENTE NICKLAS — Sarebbe una partita con pochi significati, ma per Icardi, in partenza (destinazione Inter?), di fatto è il match dei saluti dal tifo blucerchiato. Proprio Icardi all'andata mise a segno due gol (i suoi unici due fatti in trasferta) per una vittoria sulla Juve che rappresentò la svolta stagionale della Samp. Rossi riporta Palombo a centrocampo, Conte non mette titolare nemmeno stavolta Bendtner davanti. Tocca a Quagliarella e Giovinco.


PIOVONO TIRI — Piove a dirotto. Non solo acqua, ma anche tiri in porta dalla parte della Juventus. Così, senza soluzione di continuità. Merito dei bianconeri, assatanati manco fosse una finale. Le iniziative arrivano tutte dalle fasce, dove Isla sbaglia la misura di tanti cross. In compenso la squadra è compatta, i difensori sono sempre in anticipo su un volitivo Eder e sono i primi a portare palla avanti facendo ripartire l'azione con sempre almeno due uomini liberi. Gioco forza la Samp alla fine è costretta ad arretrare ed affidarsi alle ripartenze di Eder e Icardi. E lo fa con grande ordine e funziona pur soffrendo. Quagliarella, Giovinco, Chiellini, Isla, Padoin, Giaccherini... Tutti cercano la porta senza fortuna e grazie a due interventi di Da Costa: uno su tiro di Chiellini deviato da Gastaldello, l'altro su botta di Quagliarella. Alla fine al 25' arriva il gol. Pirlo in mezzo al campo pesca di prima Quagliarella sul filo del fuorigioco: stop fantastico e via verso la porta con da Costa beffato dal tocco del bianconero. Il tempo di ripartire e arriva il pari. Chiellini e Icardi saltano in area su un lancio lungo di Estigarribia, il contatto è punito col rigore dall'arbitro Gervasoni (francamente generoso) . Eder non sbaglia. E la Samp due minuti dopo va vicina al raddoppio con Chiellini che anticipa Eder lanciato a sinistra deviando il tiro in angolo, ma sfiorando il palo. Stop e via, riparte la serie di tiri verso la porta di Da Costa, salvato da Mustafi al 40' su tiro a porta vuota di Quagliarella.


DELITTO PERFETTO — La ripresa inizia esattamente come era finito il primo tempo. Una faticaccia per Poli e Obiang, costretti ad inseguire bianconeri che arrivano da tutte le parti. In casa Samp ottima la prova dietro di Mustafi, Castellini e Gastaldello, che risolvono problemi a ripetizione con ottime scelte di tempo. Da Costa è impegnatissimo: nei primi 10 minuti paratone su Quagliarella, Giovinco, Chiellini e Padoin. Ma a segnare è la Sampdoria al secondo tiro della ripresa. Storari devia di pugno una botta di Eder. Angolo e De Silvestri solo soletto devia di testa insaccando: al 12' siamo 2-1. Un delitto perfetto: testa bassa, tanto agonismo, un po' di fortuna e tanta concentrazione e la Juve incassa due gol come mai era successo in questa stagione. La pioggia appesantisce il terreno e aiuta i padroni di casa, la Juve però attacca in massa, con i difensori che stazionano fissi nella trequarti rivale. La densità di uomini e il ritmo di tiri in porta è impressionante. Ma alla lunga la stanchezza si fa sentire. E la Sampdoria guadagna metri e sposta avanti il baricentro. Conte corre ai ripari e mette forze fresche: dentro Lichtsteiner e Bendtner per Padoin e Giovinco. Un minuto dopo siamo sul 3-1. Incredibile e immeritato. Angolo per la Juve, Estigaribia prende palla e scappa con i bianconeri sbilanciati: cross verso l'area dove Icardi solo soletto accompagna la palla in gol. Due minuti dopo Gervasoni assegna un rigore giusto (Mustafi travolge Quagliarella) e poi ci ripensa, tradito dall'assistente Doveri. La partita finisce qui,. Bendtner sfortunatissimo: stacca di testa, cade male e si rompe il polso sinistro. La Juve, che aveva già fatto tre cambi, resta in 10, ma continua generosa a spingere contro una Samp a questo punto sicura e ancor più concentrata, riuscendo ad arrivare al gol con Giaccherini al 45' e sfiorare il 3-3 con Bonucci al 47'. Troppo tardi. Scacco matto.

Nicola Melillo

Fonte: gazzetta
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19/05/2013 18:18

Atalanta-Chievo 2-2: Thereau sul gong
Atalanta beffata all'ultimo respiro

Stendardo porta avanti i nerazzurri nel primo tempo, Thereau pareggia nel secondo. Nel finale succede di tutto: Giorgi realizza il 2-1 per l'Atalanta, ma all'ultima azione ancora Thereau trova il pari.

Finisce 2-2 la più classica (e inutile) delle partite di fine stagione: apprezzabile l'impegno delle squadre in campo e anche quello degli allenatori. Da come si dimenavano a bordo campo, sembrava quasi la finale di Champions League: è stata anche una gara a scacchi, con continui cambi tattici e sostituzioni impavide, che ha dato il meglio proprio nel finale. Se non altro, non ci si è annoiati all'Atleti Azzurri d'Italia.

RITORNI BERGAMASCHI — In casa nerazzurra è il giorno dei grandi e "piccoli" ritorni: dopo più di un anno e mezzo di assenza per due gravi infortuni al ginocchio, si rivede Capelli, che Colantuono schiera centrale di difesa affidandogli anche la fascia di capitano; rientrano anche Denis e Bonaventura: l'argentino si riprende il posto al centro dell'attacco (al suo fianco confermato De Luca dopo la buona prestazione con gol di Udine), mentre Jack, fresco di convocazione in azzurro, ricomincia dalla panchina (inutile rischiarlo in vista della Nazionale); in porta c'è Polito, Consigli si accomoda in panchina. Nel Chievo spazio alle seconde linee, in campo Squizzi, Papp, Vacek e Stoian, esordio assoluto per Djiby, centrocampista senegalese della Primavera.


IN ALTO LO STENDARDO — Padroni di casa con maglia d'epoca e coreografia in curva dedicata alla squadra che nel '63 vinse la storica Coppa Italia. Se sugli spalti sventolano le bandiere, in campo ci pensa Stendardo a dare subito una ventata di novità alla partita: all'8', infatti, l'Atalanta è già in vantaggio grazie proprio al difensore nerazzurro che approfitta di un pasticcio difensivo del Chievo per appoggiare facilmente di testa in rete. Poi, è sempre l'Atalanta a rendersi pericolosa (Squizzi nega il raddoppio a Carmona al 30' e a Giorgi al 42'), mentre il Chievo dopo la rete subita fatica a riordinarsi: troppi i cambi di Corini, la squadra non trova le misure e i ritmi di gioco. Dall'altra parte, l'Atalanta, già in vantaggio, non fa nulla per alzarli.


PERICOLO GIALLO — La partita scorre via blandamente, ma nonostante questo l'arbitro La Penna (esordio in A anche per lui) trova il tempo di riempire il suo taccuino: curiosamente, tutti nerazzurri i primi ammoniti della partita, De Luca, Lucchini e Biondini, con Biondini che - diffidato - sarà anche costretto a saltare la prima della prossima stagione. Il primo giallo per i gialli del Chievo è per Sardo, entrato nell'intervallo al posto di Sampirisi e subito punito per un intervento da dietro. Il difensore, però, ha un ottimo impatto sulla gara: in particolare, all'8' sfiora l'incrocio dei pali con un bolide dalla lunghissima distanza. Per l'Atalanta, il più pericoloso è l'altro subentrato Livaja (inserito al posto di De Luca nel primo tempo per problemi alla schiena): prima ne salta due in area e incoccia su Squizzi in uscita, poi supera il portiere di testa ma sbatte contro il guardalinee che lo pesca in millimetrico fuorigioco. Il croato, che non si era accorto della segnalazione, si era già tolto la maglia per andare ad esultare sotto la curva: dopo il danno la beffa, visto che rimedia pure l'ammonizione.


DENIS FANTASIA — All'appello manca solo Denis, che però oggi si diverte a sfornare assist per i compagni: svaria come una seconda punta qualsiasi, va sul fondo e mette in mezzo palloni interessanti, ma in mezzo non trova mai nessuno che si faccia trovare pronto. Del suo movimento, però, beneficia Livaja, che avrebbe un'altra occasione dal limite per chiudere definitivamente la gara ma la svirgola malamente. Finalmente, al 17', capita anche la palla buona sul piattone di Denis, ma Dramé s'immola e respinge la sua conclusione a botta sicura. Al Chievo, invece, basta una mezza occasione per pareggiare: è il 31', Thereau scatta in profondità sorprendendo la difesa nerazzurra e in diagonale, da posizione molto defilata, fa passare il pallone sotto le gambe di Polito. Il gol del francese premia il coraggio di Corini, che nel frattempo aveva spedito in campo tutti gli attaccanti a disposizione. E proprio quando è il Chievo a cercare la vittoria, è l'Atalanta a trovarla (almeno temporaneamente) con un sinistro di Giorgi da fuori area, che sorprende un non irreprensibile Squizzi. Mancano solo 6' più recupero al termine. Finita? Macché, proprio all'ultimo respiro, infatti, Thereau raccoglie un pallone vagante a centro area e realizza la doppietta personale che sancisce il definitivo 2-2.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
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19/05/2013 20:08

Serie A, Bologna-Genoa 0-0

Due traverse e le parate di Donnarumma fermano gli emiliani, che salutano il proprio pubblico con un pareggio. Diamanti si fa male nel finale, liguri quasi mai pericolosi


Bologna e Genoa salutano il campionato con un pareggio. Lo 0-0 finale non rende però giustizia alla mole di gioco espressa dai padroni di casa, che hanno provato sino all’ultimo a regalare l’ultima gioia stagionale ai propri tifosi. In particolare capitan Diamanti, stuzzicato dalle voci di mercato, scende in campo con una grinta sorprendente, visto il peso praticamente nullo della gara sulla classifica di entrambe le squadre.

CI PROVA KONE — Il Bologna parte subito forte, ma il primo tiro in porta è del Genoa: al 7’ Stojanovic doma in due tempi una stilettata mancina di Borriello dai 20 metri. La risposta emiliana è affidata a Kone, che al 20’ gira in rete il cross di Krhin. Peccato però che il greco fosse in fuorigioco al momento della conclusione. Al 25’ applausi per il portierino Stojanovic, che vola a deviare in corner una bella punizione a giro di Floro Flores. È l’ultimo vero acuto dei liguri non solo nella prima frazione di gioco, ma in tutta la gara. I restanti 65 minuti sono un lunghissimo e incessante assedio del Bologna. Al 27’ Kone calcia con forza da pochi metri: Donnarumma è battuto, ma il tiro sbatte sulla traversa. Diamanti, quasi senta che sia la sua ultima da giocatore rossoblù e voglia lasciare il segno per forza, ci prova da ogni posizione, ma la mira non è delle più fortunate. Ballardini vede i suoi spenti e corre ai ripari. Fuori un abulico Bertolacci, dentro Nadarevic. Ma il cambio non porta grandi frutti.

TIRO AL BERSAGLIO — Il monologo degli emiliani continua nella ripresa. Al 10’ Diamanti chiama a un difficile intervento Donnarumma. Il giovane portiere scuola Milan si ripete poco dopo sulla botta dal limite di Christodoulopoulos. Diamanti non è mai domo, nessuno degli avversari riesce a contenerlo. Al 19’ il capitano emiliano si libera con una super giocata di un paio di difensori, ma il suo sinistro si perde sul fondo. Poi Alino prende pura una traversa al 28’ (decisivo però il tocco di un bravissimo Donnarumma), calciando una bella punizione a giro. Momenti di tensione al 31’, quando dopo una mischia in area ospite Borriello rifila una gomitata a Moscardelli. L’arbitro non vede nulla e nel parapiglia successivo ammonisce Diamanti e lo stesso Borriello. Il Bologna spinge sino alla fine e fioccano le occasioni davanti alla porta ligure. La domenica sfortunata di Diamanti finisce in barella, quando nel recupero un pestone fortuito di Nadarevic lo manda k.o. Il Genoa è come un pugile alle corde: incassa, barcolla, ma non cade mai al tappeto. Fino al gong finale. Fossimo davvero sul ring, ai punti non ci sarebbe storia e la vittoria sarebbe assegnata ai padroni di casa. Sul campo da calcio funziona in altro modo: pari e patta e arrivederci alla prossima stagione.

Marco Guidi

Fonte: gazzetta
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19/05/2013 23:54

Cagliari-Lazio 1-0,
Dessena punisce Petkovic,
l'Europa passa per la Roma

I sardi battono i biancocelesti con un colpo di testa del centrocampista nella ripresa. Traversa di Avelar. I romani chiudono dietro la Roma al settimo posto e aspettano i giallorossi in Coppa Italia


La Lazio perde 1-0 a Trieste contro il Cagliari ma la goleada dell'Udinese a Milano rende ininfluente una gara giocata comunque a ritmi di partitella estiva. Biancocelesti con la testa alla Coppa Italia, passepartout , quella sì, per l'Europa League. La squadra di Petkovic non affonda i colpi, si guarda bene dall'innervosire il match e alla fine viene anche punita da un colpo di testa di Dessena. Ora la Roma.

FLOCCARI IN PANCA — Floccari recupera ed è tra i convocati, ma Petkovic non lo rischia e punta su Kozak. Candreva ha la licenza di svariare tra le linee, Konko "sale" esterno di centrocampo e il tecnico prova la difesa a tre. Pulga e Lopez, invece, approfittano dell'ultimo match dell'anno per dare spazio ad Avramov in porta, ad Eriksson a centrocampo e a Thiago Ribeiro dietro le punte.

CANDREVA VS RIBEIRO — Ed è proprio il fantasista brasiliano ad accendere a tratti l'attacco rossoblu, ma la mira è quasi sempre da dimenticare. Dall'altro lato si dà da fare Candreva, qualche volta un po' precipitoso come quando vanifica un gran lancio di Ledesma o prova il gol su punizione da posizione impossibile. Dopo un colpo di testa di Kozak, bisogna aspettare il primo di recupero per vedere un sussulto del Cagliari: numero sulla sinistra di Avelar che viene fermato solo dalla traversa.

ACUTO DESSENA — Nella ripresa la Lazio giochicchia e il Cagliari tenta di divertirsi fino all'ultimo: ci prova ancora Thiago Ribeiro, Biava salva sulla linea sul tiro di Eriksson e poi Dessena sfrutta una punizione perfetta di Cossu per battere di testa Marchetti. Entrano Floccari ed Ederson ma a rendersi ancora pericolosi sono Sau e Cossu in contropiede.

MESI TERRIBILI — La Lazio perde l'Europa League proprio per colpa dell'Europa League. E' un paradosso ma il club di Lotito ha sofferto proprio nei due mesi in cui la competizione continentale è entrata nel vivo: a marzo ed aprile ha racimolato appena 5 punti in 8 partite. Il diesel di Petkovic è ripartito nel mese di maggio (11 gol fatti, 1 subito nelle ultime 3 partite prima del Cagliari), ma l'Udinese ha fatto uno scatto ancora più deciso. Per i sardi il campionato finisce di nuovo a Trieste, come la scorsa stagione: ottima annata, ma quando finirà il tormentone stadio?

Alberto Agostinis

Fonte: gazzetta
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19/05/2013 23:57

Inter-Udinese 2-5, Guidolin in Europa league,
Stramaccioni chiude in modo pessimo

Pinzi dopo un minuto indirizza una gara mai in discussione: perla di Di Natale, friulani in Europa per la terza stagione di fila, 16esima caduta in campionato per i nerazzurri, che chiudono noni


Udinese in Europa, per la terza stagione di fila. Inter nona in classifica, a -33 dalla vetta, con 16 sconfitte stagionali, un record. L'Udinese si prende a San Siro (5-2), senza bisogno di aspettare il risultato della Lazio, una meritata qualificazione in Europa league. Meritata per l'incredibile volata finale, da otto vittorie consecutive, meritata per la qualità del gioco, e dei giocatori, inseriti in un meccanismo oliato anno dopo anno e pescati con lucidità e competenza in giro per l'Europa. Ora manca la consacrazione anche a livello europeo: l'augurio è che il prossimo sia l'anno buono. A patto di giocarsela davvero, l'Europa League, senza turnover.

INTER, CHE NUMERI — La buona notizia, per l'Inter, è che adesso è davvero finita: i nerazzurri chiudono fra i fischi e la contestazione una stagione che di settimana in settimana è passata da deludente a brutta, da brutta a disastrosa, da disastrosa a orribile.Orribile come i numeri dell'Inter, e non solo quelli degli infortuni. La sconfitta con l'Udinese vale la quinta gara di fila senza vittorie, il quinto k.o. casalingo nelle ultime 6, l'ottava caduta nelle ultime 11 uscite. Un disastro che, al netto degli alibi, deve far riflettere. La squadra anche contro i friulani è apparsa terribilmente fragile, in balia delle folate offensive dell'Udinese. Handanovic, peraltro non perfetto, se l'è presa a più riprese con i compagni di reparto che, oggettivamente, lo hanno coperto poco. Alvarez è uscito fra i fischi, Schelotto se li è beccati addirittura all'ingresso in campo. Qualche accelerazione palla al piede di Kovacic non può bastare per guardare con ottimismo al futuro.Meglio chiuderla qui, insomma.

UDINESE, TUTTO FACILE — La partita non è mai stata in discussione, per il gol immediato di Pinzi, al primo minuto, e il bis dopo 10' di Domizzi. L'ennesimo capolavoro di Di Natale, 35 anni e quarta stagione oltre i venti gol in stagione, ha chiuso virtualmente una gara che Juan Jesus aveva provato a riaprire. Nel secondo tempo sono arrivati il primo gol in A di Gabriel Silva, il terzo in nerazzurro di Rocchi (su assist del rientrante Palacio) e il gol del 5-2 di Muriel. Il decollo dell'Udinese è coinciso con il ritorno dopo l'infortunio, ad alti livelli, del colombiano. Ma l'Udinese non è riassumibile con un solo giocatore, per quanto "aspirante campione". Guidolin si goda un altro "scudetto", come lo hanno definito a Udine. L'Inter si goda la fine del supplizio.

Valerio Clari

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20/05/2013 00:00

Palermo-Parma 1-3,
amaro addio dei rosanero alla A.
I gialloblù chiudono decimi

Show degli emiliani di Donadoni nel finale di primo tempo coi gol in 7' di Gobbi, Valdes e Belfodil. Nella ripresa a segno Miccoli, all'ultima in rosanero per l'1-3 finale. Due pali per i siciliani

Che finale triste, che finale deprimente per il Palermo che prende tre gol in 7 minuti, vanifica la gran mole di gioco della prima mezzora e saluta a testa bassa la serie A. L'ultima al Barbera si trasforma in un inatteso trionfo del Parma che ringrazia super Mirante (decisivo in almeno 4 occasioni prima di andare ko), trova il vantaggio con Gobbi e poi vola in contropiede verso la goleada firmata Valdes e Belfodil.Tutte reti bellissime, peraltro. Peccato che la cornice non fosse altrettanto bella.


SUPER MIRANTE — I palermitani, dopo aver supportato in modo disperato ma convinto la squadra di Zamparini (contestato da numerosi striscioni e cori) fino all'aritmetica retrocessione in B, oggi abbandonano in massa la vecchia Favorita. Non ci sono nemmeno gli ottomila abbonati per quello che dovrebbe essere l'addio alla Sicilia di Miccoli. Il pugliese dovrebbe andar via (ed è inseguito anche da brutte vicende di amicizie pesanti ed inchieste giudiziarie che lo coinvolgono), la Curva Nord lo saluta con un enorme striscione di ringraziamento, lui prova a ringraziare segnando almeno un gol ma Mirante è in giornata di vena e dice due volte no al salentino, respingendo anche le conclusioni che in rapida successione arrivano da Viola e Formica. Hernandez colpisce un palo clamoroso, fotografia della stagione maledetta rosanero. Mirante nel finale di tempo s'infortuna e lascia spazio al giovane Bajza.


TRIS GIALLOBLÙ — Dopo aver sofferto, il Parma si sveglia alla mezzora, trova il vantaggio al 38' con un gol bellissimo di Gobbi (sinistro al volo da fuori area su assist su punizione di Valdes), poi dilaga in contropiede: al 41' il raddoppio di Valdes che maramaldeggia sui difensori distratti del Palermo e la piazza all'angolino, imitato 4' dopo da Belfodil che, lanciato da Amauri, salta Aronica e supera ancora una volta il povero Benussi.

SFORTUNA ROSANERO — Il Palermo prova a reagire dopo i tre schiaffi ma non è che ci riesca granchè. Sannino rivoluziona la squadra nella ripresa con Faurlin, Dybala e Mantovani. Miccoli colpisce un palo, poi al 30' riesce a realizzare di sinistro su punizione ma non esulta. Il Parma segnerebbe il quarto ma il debuttante Roca (32 anni, vigile urbano di Foggia) annulla per tocco di braccio di Belfodil che poi la butta dentro di destro. Gli ultimi 20' nemmeno si giocano, al fischio finale gli applausi del Barbera per Miccoli che in lacrime lascia il Palermo.

Aldo Cangemi

Fonte: gazzetta
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20/05/2013 00:20

Pescara-Fiorentina 1-5.
Triplo Ljajic, Jovetic e Fernandez.
Ma Viola 4ª, niente Champions

All'Adriatico la squadra di Montella domina e sogna a lungo la qualificazione alla massima competizione continentale. Ma nel finale oltre all'inutile gol di Vittiglio arriva la notizia da Siena delle reti in rimonta del Milan: il terzo posto resta un sogno proibito

La Fiorentina vince, ma non le basta. Arriva la vittoria, di goleada, 5-1 a Pescara, ma non il terzo posto in serie A che avrebbe significato la qualificazione alla prossima Champions League. Perché il Milan vince in maniera beffarda: in rimonta e negli ultimi minuti, a Siena. E resta davanti ai ragazzi di Montella. La partita dell'Adriatico è stata una formalità. Risolta col pallottoliere. Tripletta di Ljajic, gol di Jovetic, chissà se all'ultima partita con i viola, lui che è richiestissimo sul mercato, e di Mati Fernandez. L'ottavo successo esterno in campionato, è record, ma non spalanca le porte della felicità alla Fiorentina, perché nonostante la meravigliosa stagione, come risultato e gioco espresso, la Champions resta un sogno proibito. Quarto posto ed Europa League invece no. Ed è comunque tanta roba.


TUTTO FACILE PER LA VIOLA — La gara dura in pratica 28'. Quelli che bastano alla Viola per segnare tre gol e chiudere la gara. Segna per primo Ljajic, con un comodo tocco sottoporta sullo splendido cross dalla destra di Cuadrado. Al 16'. Il raddoppio porta ancora la firma di Ljajic, che era al rientro della squalifica, e che è stato protagonista di un girone di ritorno favoloso. Stavolta l'attaccante serbo segna con un destro incrociato che sorprende Perin. È il 24'. Terza rete dei viola arriva con un destro vincente da fuori area di Mati Fernandez. È il primo gol in campionato del centrocampista argentino preferito ad Aquilani, non al meglio. E 16° gol di un giocatore viola in questa stagione. Ma soprattutto, per la squadra di Montella, risultato in cassaforte. Neanche Django del film di Tarantino riuscirebbe a cambiare le cose. All'intervallo è 3-0 Viola.


LA FIORENTINA DILAGA — La ripresa si apre senza cambi. Ma cambia il punteggio, e va aggiornato a favore sempre della stessa squadra. Segna infatti Jovetic al 9', approfittando di un rimpallo che mette a nudo i limiti enormi della difesa abruzzese: il destro sottoporta è comodo comodo. Jovetic non segnava dal 10 marzo. Alla Viola, ingorda, non basta. Segna ancora Ljajic, ancora con Perin impreparato sul suo destro. È la prima tripletta per l'attaccante serbo.

SI RIVEDE ROSSI — Al 19' altro momento importante: torna in campo Giuseppe Rossi, abruzzese di origine, dopo l'infinito infortunio. Il Pescara dimostra almeno orgoglio e segna con un ragazzino, Vittiglio, che ribadisce in porta sulla corta respinta di Lupatelli, entrato per Lupatelli, sulla punizione di Togni. Finisce 5-1, ma è un festa triste per la Fiorentina.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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20/05/2013 00:24

Roma-Napoli 2-1,
segnano Marquinho e Destro,
accorcia Cavani

In attesa della finale di Coppa Italia, i giallorossi vincono 2-1 contro Mazzarri, all'ultima partita. Infortunio per Pandev in avvio


Sulla carta sarebbe potuto essere il big match dell'ultima di campionato, invece Roma-Napoli è soltanto una passerella in attesa del novantesimo, dove il risultato non conta nulla. La Roma vince 2-1 (Marquinho, Destro e il 29° gol di Cavani nella ripresa), ma la testa è altrove. Soprattutto in casa Napoli, dove l'era Mazzarri è arrivata al capolinea dopo quattro stagioni, e si attende solo l'ufficialità dalle sue parole. Ma anche in casa Roma: senza più nulla da dire in campionato, tutte le aspettative sono per la finale di Coppa Italia con la Lazio domenica prossima, che vale l'Europa League e può in parte salvare la stagione. I giallorossi ci arrivano caricati dal sorpasso in classifica sui rivali (guarda la classifica finale): il gol del Cagliari sulla Lazio viene accolto con un boato dall'Olimpico.

CHANCE — Nonostante tutto, è una gara vivace, soprattutto in un primo tempo che si chiude senza gol. La Roma che tende a ricamare di più e il Napoli che prova a colpire in verticale. I giallorossi squillano con Pjanic, sul cui destro da fermo vola Rosati. I partenopei rispondono con Cavani, bravo a lasciare sul posto Burdisso, meno a calciare con un sinistro sballato. In generale, ed è la notizia della serata visto che si affrontano il primo e il terzo attacco del campionato, vincono le difese. Zuniga e Maggio sfondano poco, Hamsik ed El Kaddouri (entrato subito al posto dell'infortunato Pandev) vengono più volte pescati in offside, Lamela e Pjanic cincischiano troppo al limite, mentre funziona la cerniera Behrami-Dzemaili. La palla-gol migliore arriva allo scadere dei primi 45': Rosati salva su Marquinho, poi è clamoroso il palo a porta vuota di Destro.

UNO-DUE — I gol arrivano però puntuali nella ripresa. La Roma passa due volte: segnano Marquinho, con un bel destro da fuori su sponda di Lamela, e Destro, con un sinistro non irresistibile dopo essersi liberato di Rolando in area. Mazzarri cambia, come fosse partita vera: Armero e Calaiò per Britos e Cannavaro. Ma il ritmo cala notevolmente e gli spazi di dilatano. La Roma potrebbe fare il tris, ma alla fine arriva, meritato, il gol di Cavani, il 29esimo in campionato e - forse - l'ultimo con la maglia del Napoli.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
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20/05/2013 00:30

Siena-Milan 1-2, rossoneri in
Champions all'ultimo respiro

Terzi porta in vantaggio i toscani. La squadra di Allegri solo nel finale della ripresa trova il pareggio su rigore con Mario e la rete della vittoria all'87' con il francese


Con un finale pazzesco, teso, nervoso, polemico, rabbioso e sudato il Milan conquista il terzo posto che vale i preliminari di Champions League. Sotto di un gol fino al 39' della ripresa, i rossoneri in una Siena che rischiava di diventare "fatal" come Verona, rimontano la rete di Terzi (un cognome in linea con gli obiettivi di Milan e Fiorentina) segnata al 25' del primo tempo grazie a un rigore trasformato da Balotelli e un gol di Mexes all'87'. Chapeau al Siena che onora il calcio e saluta la serie A a testa alta con una prestazione maiuscola. La cronaca registra anche l'espulsione al 69' e al 70' di Ambrosini e Terlizzi per doppia ammonizione e la rabbia di Iachini che non digerisce il rigore dato ai rossoneri, il rosso esagerato affibbiato a Terlizzi (senza dimenticare una vistosa trattenuta nel primo tempo di Ambrosini su Vitiello) e viene spedito in anticipo negli spogliatoi.


TERZI? CHE BEFFA — Una partita dai mille volti, caratterizzata dall'idea di Allegri di rinunciare a El Shaarawy. Scelta puramente tecnica: il ragazzo non ha più la gamba di poco tempo fa. Così decide di schierare con Balotelli, Robinho e Niang. L'altra novità è a centrocampo, oltre al rientro di Montolivo, Nocerino prende il posto di Flamini bloccato da un problema muscolare. Con l'ossessioen della vittoria a tutti i costi, i rossoneri partono alla grande sfiorando subito il gol con Balotelli. Mario inaugura un duello con Pegolo, che interpreta il suo ruolo magistralmente. Per ben tre volte con voli plastici dice di no al bomber rossonero e se non un suo guizzo a chiudere la porta, ci pensa la traversa, al 28', a negare il gol a Balo. Ma la cronaca racconta che tre minuti prima il Siena è passato in vantaggio, sfruttando l'unica occasione che gli capita, potendo approfittare della dabbenaggine della difesa rossonera. Sconcertante lo studio del cross di Rosina, che ha tutto il tempo di inquadrare Terzi che, tutto solo e quasi incredulo, batte Abbiati di testa.


TRIDENTE SPUNTATO — Una rete micidiale che fa sbandare le certezze del Milan ingabbiato da una ragnatela che non concede spazi. Schierato dietro la linea del pallone, il Siena concede poco e organizza una fase difensiva impeccabile con ripartenze frenetiche che non permettono al Milan di ragionare con la necessaria lucidità. Balotelli ci prova più di tutti, Robinho manca il gol in un'occasione, Niang è spesso fuori posizione, ma si fa notare di più in difesa con due grandi recuperi.

IL PAZZO E IL FARAONE — Allegri all'inizio della ripresa riparte con Pazzini proprio al posto del francese. E la trama non cambia. L'effetto cromatico è netto: una marea rossonera che si riversa verso Pegolo, ma la diga bianconera che arresta la pressione. Il secondo tempo è una rincorsa al gol, ma non basta. Al 15' Allegri getta nella mischia El Shaarawy (fuori Nocerino) per aumentare la spinta offensiva. Il Faraone ce la mette tutta: una volta viene fermato in fuorigioco inesistente, una seconda sfiora la traversa di testa. Ma è una di quelle sere in cui sembra non funzionare nulla. Fatali e dolorose. Chiamale sindrome Bentegodi o di Istanbul. Se poi ci metti una grande prestazione del Siena e l'espulsione di Ambrosini per doppia ammonizione beh, allora il conto è fatto, anche se subito dopo Terlizzi lo segue negli spogliatoi.


BALO E MEXES — Entrano anche Agra e Paci (fuori Rosina ed Emeghara); Constant sostituisce Abate e il vento cambia direzione. La partita vive più sull'istinto e al 37' Felipe commette un fallo su Balotelli; Bergonzi indica il dischetto del rigore che Mario non sbaglia. Il finale è da infarto, col Siena che non digerisce il penalty, soprattutto Iachini che viene allontanato dal campo. Ma il Milan spinge con la bava alla bocca e al 42' coglie il 2-1 con Mexes, risolutore in un batti e ribatti. Il finale è per cuori forti. I rossoneri lo gestiscono con il possesso palla fino al triplice fischio di Bergonzi dopo quattro minuti di recupero: tra le polemiche l'Europa del Milan è fatta.

Gaetano De Stefano

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20/05/2013 00:33

Torino-Catania 2-2,
Bianchi saluta i granata con l'ultima perla

Siciliani due volte in vantaggio con Almiron e Bergessio, ripresi prima da Cerci e poi dal capitano granata che entra dalla panchina segna e dice addio al Toro dopo una storia lunga cinque anni e 77 gol. La squadra di Maran chiude all'ottavo posto: non ci riusciva da oltre 50 anni

E' la notte di Rolando Bianchi che si prende la scena nella partita d'addio al Torino. Un gol, quello del definitivo 2-2 contro il Catania. Un'esultanza da brividi e un commovente giro di campo alla fine per salutare i suoi tifosi che lo hanno acclamato per cinque anni. Se ne va con la rete numero 77, dopo che Ventura gli aveva negato l'ultima da titolare. Così il Torino chiude la stagione fermandosi a un punto dalla fatidica quota 40; comunque già salvo da una settimana. Il Catania, invece, ci ha provato a migliorare ulteriormente il suo record di punti in serie A andando in vantaggio due volte. Alla fine si accontenta e chiude a quota 56, Maran batte Montella di otto lunghezze e soprattutto la squadra del presidente Pulvirenti chiude all'ottavo posto come non gli capitava addirittura dalla stagione '60-'61.


TORO SENZA CORNA — Ventura snatura il suo Torino rinunciando al marchio di fabbrica del 4-2-4 per un inedito 5-3-2. Niente ultima da titolare per Rolando Bianchi, il capitano si accomoda inizialmente in panchina. Davanti c'è Jonathas a far compagni a Cerci, mentre in mediana seconda da titolare per Bakic. Maran, invece, chiude come ha iniziato: 4-2-3-1 con i quattro argentini davanti. Inizia meglio il Torino anche se è monocorde perché funziona solamente la corsia destra con Darmian e soprattutto Cerci. Ispiratissima l'ala che dopo 10' rischia grosso quando vola in profondità e si scontra al limite dell'area con Frison in uscita spericolata. L'ex viola resta in campo e praticamente regge da solo il Toro.


TANGO LAMPO — Il Catania gioca al gatto col topo, nel senso che dà l'impressione di non voler mai affondare il colpo in attesa del momento propizio. E infatti alla prima accelerazione i siciliani passano: invenzione di Bergessio per Castro che dal fondo serve l'assist per Almiron che da pochi passi non sbaglia. La reazione granata latita anche perché mancano le idee a centrocampo. Cerci è il solo a crederci, va anche in gol, ma gli viene annullato per un fuorigioco (grande chiamata del guardalinee). Per il resto poca roba i granata.

SCOSSA BIANCHI — Ventura deve inventare qualcosa e dopo l'intervallo c'è Brighi per Vives, non al meglio. Ma la scossa arriva quando entra in campo il capitano. Un'ovazione accoglie infatti l'ingresso di Bianchi, i compagni si mettono a giocare e non passa nemmeno un minuto che il Torino pareggia. Azione confezionata da Cerci e Brighi e conclusa in rete dall'ex viola, il migliore in campo, con un preciso diagonale. Il resto della partita sembra vivere sulla voglia di gol di Bianchi che ci prova da tutte le posizioni.

BERGESSIO FA 13 — Invece chi trova la porta al primo tiro della serata è Bergessio che approfitta di uno svarione di Ogbonna per segnare la sua tredicesima rete in campionato. E' la miglior stagione in assoluto per l'argentino. Ma la festa è di Rolando Bianchi alla partita d'addio ai granata. Il capitano del Toro colpisce il palo, ma non ha il tempo di prendersela con la sfortuna perché Cerci con l'ennesima giocata gli serve un assist d'oro: implacabile Bianchi realizza il suo gol numero undici. Un finale migliore non poteva scriverlo: la passerella è tutta sua, bomber da 77 gol che da domani inizierà a fare gol altrove. Il suo segno nella storia granata è comunque indelebile.

Davide Pisoni

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21/05/2013 00:00

SERIE A 2012/2013 38ª Giornata (19ª di Ritorno)

18/05/2013
Sampdoria - Juventus 3-2
19/05/2013
Atalanta - Chievo 2-2
Bologna - Genoa 0-0
Cagliari - Lazio 1-0
Inter - Udinese 2-5
Palermo - Parma 1-3
Pescara - Fiorentina 1-5
Roma - Napoli 2-1
Siena - Milan 1-2
Torino - Catania 2-2

Classifica
1) Juventus punti 87;
2) Napoli punti 78;
3) Milan punti 72;
4) Fiorentina punti 70;
5) Udinese punti 66;
6) Roma punti 62;
7) Lazio punti 61;
8) Catania punti 56;
9) Inter punti 54;
10) Parma punti 49;
11) Cagliari punti 47;
12) Chievo punti 45;
13) Bologna punti 44;
14) Sampdoria punti 42;
15) Atalanta punti 40;
16) Torino punti 39;
17) Genoa punti 38;
18) Palermo punti 32;
19) Siena punti 30;
20) Pescara punti 22.

Penalizzazioni inflitte in conseguenza delle sentenze della giustizia sportiva relative ai
processi per illeciti sportivi dello scandalo calcio-scommesse (per le squadre di Serie A e
salvo ulteriori variazioni):

Sampdoria -1 punti;
Torino -1 punti;
Atalanta -2 punti;
Siena -6 punti.

Questi gli esiti al termine del torneo il 19 Maggio 2013:
Juventus Campione d' Italia (seconda volta consecutiva con Antonio Conte allenatore).
Juventus e Napoli in Champions League con accesso diretto alla fase a gironi.
Milan ai preliminari di Champions League.
Fiorentina e Udinese in Europa League con accesso diretto alla fase a gironi.
Lazio o Roma in Europa League con accesso diretto alla fase a gironi quale vincente
della Coppa Italia.
Palermo, Siena e Pescara retrocesse in Serie B.
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26/05/2013 22:27

Lazio in Europa League a spese della Roma dopo aver vinto la Coppa Italia nella finale del 26 Maggio (1-0 il risultato) nel derby capitolino proprio contro i cugini romanisti.
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