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Serie A 2013/2014 Cronache, Risultati e Classifica

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2014 19:41
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02/09/2013 00:11

Sassuolo-Livorno 1-4. Doppio Emeghara
e a Reggio Emilia è festa amaranto

I toscani raccolgono i primi punti in campionato. Che debutto per l'ex punta del Siena. In gol anche Greco e Paulinho. Per Di Francesco l'illusione di Zaza con il momentaneo 1-1: primo storico gol in Serie A . Poi sono stati fatali gli errori di Rosati, fischi e anche un mocassino dalla curva per il portiere

Stavolta fa festa il Livorno. Una rivincita dopo l'ultima giornata dello scorso campionato di serie B. Si sblocca la squadra di Nicola che cala un poker "rumoroso" e lascia in fondo alla classifica il Sassuolo. Di Francesco si aspetta rinforzi dal mercato e anche la sfida coi toscani ha confermato che ne servono in tutti i reparti. Inutile il primo storico gol in A firmato da Zaza, anche lui al primo centro nella massima serie.


REMAKE — Poco più di tre mesi fa Sassuolo e Livorno si erano giocate la promozione in Serie A. A fare festa dopo una partita thrilling gli emiliani, ma per i toscani si trattava solamente di un rinvio. Stavolta in palio ci sono i primi punti in campionato, si gioca a Reggio Emilia, debutto al Mapei Stadium, e non al Braglia. Il Sassuolo orfano ancora del gioiello Berardi, deve scontare la squalifica rimediata proprio nella sfida con gli amaranto, e si affida a Zazà. Dall'altra parte Nicola fa debuttare Emeghara al fianco di Paulinho. Gli attacchi però non pungono, a parte uno spunto di Laribi per lunghi tratti tra i pochi a reggere la scena insieme a Missiroli e Greco s un palcoscenico che è altra cosa rispetto a quello cadetto.


IL PRIMO È UN GIOIELLO — E proprio l'ex giallorosso, bocciato da Zeman e spedito in Grecia all'Olympiacos, spezza l'equilibrio a due minuti dall'intervallo. Punizione dai 25 metri e sinistro delizioso che si infila alla destra di Rosati. Per Leandro Greco è anche il primo gol in serie A alla presenza numero 37. Dopo l'intervallo si riprende senza cambi, ma col Sassuolo che prova subito a spingere. Al 9' Zaza si procura in maniera casuale un'occasione clamorosa: controllo a seguire, liscio di Emerson e l'attaccante tutto solo alza sopra la traversa da ottima posizione. Ancora Zaza un minuto dopo bravo a rientrare sul sinistro dal lato corto dell'area e a provare il diagonale, Bardi si oppone con i piedi.


ZAZA STORICA ILLUSIONE — Al terzo tentativo l'ex attaccante dell'Ascoli fa centro, bravo a girare alle spalle di Bardi di testa un cross. E' il momento migliore dei padroni di casa che pensano anche al bottino pieno. E vengono puniti. Emeghara nell'unico lampo della sua partita beffa Rosati da posizione defilata, ma il portiere del Sassuolo ha grandi responsabilità. La squadra di Di Francesco accusa il colpo e sprofonda. Paulinho è cinico con un movimento da autentico "9" a calare il tris. A quel punto per Rosati volano fischi e anche un mocassino che non colpisce il portiere, ma obbliga l'arbitro a sospendere per qualche secondo la partita. Poi dal dischetto Emeghara fa doppietta, fallo è un altro errore di Rosati, e cala il poker amaranto sui titoli di coda.

Davide Pisoni

Fonte: gazzetta
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02/09/2013 00:15

Udinese-Parma 3-1:
Badu, Heurtaux e Muriel risollevano Guidolin,
Cassano gol inutile

La squadra di Guidolin gioca meglio e va sul 2-0 con Badu ed Heurtaux. Prima inutile rete di Cassano con la nuova maglia prima del gol su rigore del colombiano


Finalmente l'Udinese. Con colpevole ritardo sulla tabella di marcia, la squadra di Guidolin offre una prestazione convincente e batte per 3-1 un Parma piuttosto abulico. Verdetto giusto, i friulani giocano meglio contro una squadra poco propositiva, molto banale quando attacca e non sempre impeccabile quando difende. Un gol casuale di Badu porta avanti Guidolin, che poi legittima il risultato giocando meglio. Anche se dopo la prima rete di Cassano con la nuova maglia, a 8' più recupero dalla fine, ci vuole una topica clamorosa dell'arbitro Ostinelli per mettere in ghiaccio il finale.

RIMPALLO — Senza Domizzi e PInzi, Guidolin va deciso con la coppia Muriel-Di Natale, col colombiano che pare finalmente pronto per quella grande stagione che è d'obbligo quando si ha un talento illegale come il suo. Donadoni, senza Paletta dietro, va col solito centrocampo folto e Amauri accanto a Cassano. L'Udinese la sblocca all'11': Mattia Cassani rinvia molle d'esterno destro, la carambola mette Badu davanti a Mirante per un gol abbastanza comodo.

NEGLI SPAZI — La partita si mette nel modo più congeniale per l'Udinese, che può fare densità dietro e ripartire coi suoi formidabili contropiedisti. Di Natale prende il palo e sfiora il gol, i tacchetti di Muriel fumano per le progressioni devastanti. Non può bastare il palo di Amauri di testa su cross di Gobbi: l'1-0 al riposo va stretto ai friulani.

RADDOPPIO — Copione che non cambia nella ripresa: se Valdes è così scialbo in regìa il Parma diventa prevedibile. Il raddoppio dell'Udinese arriva su un errore di Mirante, ennesimo di una serata da incubo per i portieri, che resta sulla linea di porta invece di uscire sulla punizione di Maicosuel , entrato per Di Natale. Comodo 2-0 per Heurtaux, che poi sfiora anche la doppietta.

INUTILE — Cassano riscatta la sua serata anonima (fisicamente siamo lontani dal top) facendosi trovare sul secondo palo sulla bella iniziativa per Rosi, innesto della ripresa con Pedro Mendes. Gara riaperta? No. Perché Ostinelli sanziona col rigore un intervento pulito di Mendes su Lazzari. Errore abbastanza clamoroso. E Muriel timbra dagli undici metri una gran partita. Forse con stasera può partire davvero la stagione dell'Udinese.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
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03/09/2013 00:15

SERIE A 2013/2014 2ª Giornata (2ª di Andata)

31/08/2013
Chievo - Napoli 2-4
Juventus - Lazio 4-1
01/09/2013
Roma - Verona 3-0
Atalanta - Torino 2-0
Bologna - Sampdoria 2-2
Catania - Inter 0-3
Genoa - Fiorentina 2-5
Milan - Cagliari 3-1
Sassuolo - Livorno 1-4
Udinese - Parma 3-1

Classifica
1) Napoli, Inter, Roma, Fiorentina e Juventus punti 6;
6) Livorno, Milan, Udinese, Atalanta,Torino, Cagliari, Lazio e Verona punti 3;
14) Sampdoria, Chievo, Parma e Bologna punti 1;
18) Catania, Genoa e Sassuolo punti 0.
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15/09/2013 12:36

Inter-Juventus 1-1. Botta e
risposta Icardi-Vidal nel finale

Il derby d'Italia si chiude in parità: primo tempo più intenso che spettacolare, poi al 28' della ripresa l'attaccante appena entrato trova il vantaggio sfruttando un assist di Alvarez. Immediata la replica del cileno di sinistro, sul cross di Asamoah. Poi Isla spreca il match ball


Un bel gioco dura poco. La Juve la pensa così. L’Inter di Mazzarri gode per 2 minuti, dopo il gol di Icardi: sogna il colpaccio, gli inguaribili ottimisti magari pensano a un passaggio di consegne. Poi arriva Vidal, ad avvertire che la festa, appena cominciata, è già finita. Uno a uno, continua il viaggio appaiato in testa alla classifica (per un paio d’ore almeno). Il pareggio ci sta, Tevez con un diagonale largo prova a trasformarlo in vittoria, Isla con un liscio evita che il suo mancato acquisto diventi un’altra croce per Branca. Mazzarri, comunque, può essere soddisfatto: altre squadre, sono affondate, di fronte ai campioni d’Italia. Invece al Meazza c’è partita. E questo può essere considerato un primo mattone. La Juve, da parte sua, mostra che la distanza fra la prima della classe e gli scapestrati dello scorso anno, nonostante l’appoggio del sergente Walter, c’è ancora. A Conte non basterà, ma tant’è.


UNO-DUE — In tre minuti tutto si crea e tutto si distrugge. E’ il 28’ della ripresa, Chiellini prova l’autodistruzione perdendo palla sul pressing di Alvarez (sì, sì, proprio Ricky), che innesca in verticale Icardi. Mauro, appena entrato, trasforma come se non avesse altra scelta. Uno a zero: dagli spalti stanno ancora ripetendo il suo nome che Asamoah si ricorda di arrivare sul fondo sulla sinistra: va via a due, mette in mezzo, dove Vidal trova una difesa messa male. Il guerriero, ormai un bomber, piazza il rasoterra che mette fine all’imbattibilità di Handanovic. Tre minuti e la palla finisce due volte lì, dove sembrava non dover finire mai.

INTER PRUDENTISSIMA — Si può subire a ondate gli assalti avversari, a volte dare l’impressione di non riuscire a uscire, ma avere comunque le occasioni migliori? L’Inter di Mazzarri nel primo tempo dimostra di sì. Nonostante il baricentro del suo 3-5-1-1 sia arretrato eccome, Handanovic deve respingere solo un tocco morbido di Pogba, mentre Buffon deve dare di più, sin dal 13’, quando una girata di Nagatomo su respinta corta di Pogba viene deviata dal portiere sul palo. Poi, al 41’ dovrà dire di no a Taider, innescato da Alvarez, l’unico che con sgroppate palla al piede riesca a ribaltare il fronte. Ci proverebbe anche Palacio, encomiabile per il gioco a tutto campo (parte sempre larghissimo), ma poi si ritrova solo in mezzo ai difensori rientranti.

JUVE SPUNTATA — Se la Juve arriva raramente al tiro è anche merito di alcuni ringhi di Campagnaro, mentre Cambiasso (a intemittenza) va a prendere Pirlo, che comunque non è in giornata di massima ispirazione. Dopo l’intervallo (e forse qualche urlo di Mazzarri), l’Inter guadagna campo, ma perde in velocità, Isla sostituisce Lichtsteiner (a rischio secondo cartellino giallo), ma alla Juve pare mancare sempre qualcosa davanti: i pericoli nascono quando Pogba decide di illuminare la scena, mentre Vucinic si vede poco, pochissimo. Llorente si scalda, ma entra Quagliarella. Poi Chiellini perde quello sciagurato pallone, ma poco dopo Asamoah, batte un colpo. Vidal pareggia e spegne San Siro. Per guardare la classifica è presto: in fondo, trattasi ancora di una serata di calcio estivo.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
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15/09/2013 12:39

Higuain, primo gol al S.Paolo, poi Callejon:
2-0 all'Atalanta, Napoli primo da solo

Turn-over di Benitez, buon primo tempo della squadra di Colantuono: nella ripresa entra Hamsik e cambia tutto. Espulso Cigarini

Nel segno di Higuain e Callejon. E il Real Napoli va. Un’altra notte magica da raccontare. Il gol del centravanti al 25’ della ripresa e quello dello spagnolo 10’ più tardi (il terzo di fila in tre partite) stendono l’Atalanta, per 70’ perfettamente in grado di reggere il confronto con il più quotato avversario. L’ingresso in campo di Hamsik e l’espulsione di Cigarini (fallo su Dzemaili) influiscono, manco a dirlo, sull’esito del match.


RITMI ALTI — Un Napoli inedito, figlio del turn over, quello di scena al San Paolo: la sfida ravvicinata di Champions col Borussia Dortmund induce il tecnico Rafa Benitez a scegliere volti nuovi: debuttano dal 1’ in campionato Cannavaro, Mertens, Armero e Dzemaili. Hamsik, l’eroe delle prime due giornate (4 gol), parte inizialmente in panchina. Evidente la volontà del tecnico Benitez di risparmiarlo (in parte) in vista della prima sfida stagionale di Champions col Borussia. Il Napoli parte forte sfruttando la fascia sinistra, dove Armero e e Mertens martellano e servono cross in mezzo a ripetizione. Al 12’ la prima vera occasione: Insigne ispira Pandev, la cui conclusione d’interno destro trova pronto Consigli, incerto in avvio su un pallone alto. Anche l’Atalanta può contare su una buona dose di talento tra i suoi protagonisti e, al 25’, sfruttando un piazzato originato da una iniziativa di Bonaventura (atterrato da Cannavaro), Cigarini impegna severamente a terra Reina. Sul capovolgimento di prospettiva è Pandev a sbagliare la mira dal limite dell’area. Col passare dei minuti l’azione degli azzurri si fa meno invasiva e i giganti dell’Atalanta, in un modo o nell’altro, riescono a liberare l’area di Consigli. Prima dell’intervallo, da segnalare una conclusione di Insigne finita tra le braccia di Consigli.

ACCELERATE — Al rientro in campo si mettono subito in evidenza Insigne e Denis: l’azzurro sterza nei sedici metri ma tira debolmente, il centravanti dell’Atalanta inventa un destro a giro su cui si esalta Reina in tuffo. Tocca quindi a Higuain farsi pericoloso con una conclusione di poco a lato. La partita si accende. Per poco al 13’ una carambola non mette nei guai l’Atalanta. Gli ospiti non corrono particolari pericoli, ma la svolta del match coincide ancora una volta con la presenza in campo di Hamsik, entrato al 20’ al posto di Pandev. Lo slovacco crea lo scompiglio in area atalantina al 25’: il pallone finisce sui piedi di Higuain che lascia partire un irresistibile diagonale sul palo più lontano. E’ festa al San Paolo. L’Atalanta, superfluo dirlo, accusa il colpo e l’espulsione di Cigarini per doppia ammonizione (fallo su Dzemaili, l’episodio scatenante) mandai compagni in confusione. Ne approfitta Callejon al 35’, lesto a infilzare Consigli su assist di Dzemaili. Applausi, la corsa del Napoli continua.

Alessio D'Urso

Fonte: gazzetta
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15/09/2013 12:41

Torino-Milan 2-2, granata
beffati da Muntari e Balotelli

Deludente prestazione dei rossoneri nel giorno del rientro di Kakà. Tutti i gol nella ripresa: a segno D'Ambrosio e Cerci, poi il clamoroso finale con le reti di Muntari e quello di SuperMario su rigore al 96'

Come riacciuffare una partita in 6 minuti. E’ quello che ha fatto il Milan a Torino, che prima è andato sotto di due gol e poi ha pareggiato quando ormai nessuno ci credeva più, segnando due volte in pochissimi minuti. Decisivo il fallo di rigore di Pasquale su Poli trasformato da Balotelli.

CAPITANO K.O. — Come previsto Allegri sceglie Kakà dal primo minuto ma cambia modulo: doppio trequartista, ovvero Ricky più l’altro brasiliano Robinho per supportare Balotelli, che però è meno ispirato rispetto all’ultima gara di San Siro contro il Cagliari. Lo schema di Ventura è palla a Cerci, che con le sue accelerazioni improvvise mette sempre in difficoltà i rossoneri. Il ricciolino quando parte in velocità è devastante e Muntari ed Emanuelson si ritrovano spesso in apnea sulla corsia di sinistra. Nonostante Kakà (che deve ancora ritrovare il ritmo partita) il Milan fa fatica a costruire. Così il risultato del primo tempo è un solo tiro in porta (Montolivo, troppo centrale). La tegola arriva poco prima dell’intervallo, quando Montolivo esce dolorante alla coscia sinistra: si teme uno stiramento. Un altro stop dopo le tante assenze in difesa e l’infortunio di ieri di El Shaarawy. Sembra un presagio negativo e infatti il Torino tre minuti dopo l’inizio della ripresa va in vantaggio: D’Ambrosio salta Zaccardo (al debutto da titolare con il Milan) e poi beffa Abbiati sul suo palo.


CERCI RADDOPPIA — A quel punto Allegri gioca l’unica carta offensiva che ha in panchina, dentro Matri, fischiato per il passato bianconero. La mossa serve a risvegliare Balotelli, fino a quel momento non pervenuto, che all’improvviso comincia a giocare. Spreca un’occasione al 15’ e ne cerca altre, però il fortino del Torino resiste. Anzi, raddoppia: il segnale della resa è l’uscita dal campo a testa bassa di Kakà: un minuto dopo il Torino fa il 2-0 con Cerci, splendidamente ispirato da Immobile. Chissà se Galliani si è pentito di non averlo portato a Milanello: veder giocare Alessio è uno spettacolo. Per il Milan sembra una serata stregata: lo dice anche la parata di Padelli su Balotelli. Invece il gollonzo di Muntari (il Toro chiedeva il fuorigioco) al 43’ riapre la partita. I quatto minuti di recupero concessi dall’arbitro sono decisivi: al 48’ arriva il fallo di rigore di Pasquale su Poli e Balotelli trasforma il ventunesimo rigore di fila. Il Milan è salvo, ma ci sarà da riflettere su questa partita.

Fabiana Della Valle

Fonte: gazzetta
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15/09/2013 15:37

Serie A: Fiorentina-Cagliari 1-1
Pinilla risponde a Borja Valero

Al Franchi i viola passano in vantaggio al 71', i sardi recuperano all'89'. Gomez si procura una distorsione con parziale lesione a un legamento del ginocchio destro (nstarà fuori due mesi). Si fa male anche Cuadrado (lussazione alla spalla sinistra). La squadra di Montella fallisce l'aggancio in testa al Napoli e si porta a quota 7 insieme a Inter e Juve. Espulso Pizarro, Montella imbufalito con De Marco


Una domenica nera, altro che viola. La Fiorentina lascia il primato, perde per infortunio super Mario Gomez che s'accascia col ginocchio destro tra le mani e fa piombare nello stadio un silenzio assurdo. All'inizio della sfida, la Fiorentina perde pure Cuadrado finito all'ospedale per accertamenti alla clavicola sinistra dopo uno scontro (legale) con Nainggolan. Questo il bollettino medico emesso dal club: "A seguito degli accertamenti eseguiti, Cuadrado ha riportato una lussazione acromionclaveare in assenza di fratture alla spalla sinistra; mentre Mario Gomez ha subito un trauma distorsivo al ginocchio destro, con lesione parziale del legamento collaterale mediale. Nei prossimi giorni saranno effettuati ulteriori accertamenti". Ma per l'attaccante tedesco si profila uno stop di almeno due mesi.

LA GARA — Al di là dei k.o., la Fiorentina ha subito la buona disposizione e la rudezza del Cagliari. E' riuscita comunque a passare in vantaggio a metà secondo round con Borja Valero ma nel finale Pinilla, entrato da poco, ha raddrizzato la situazione. Un finale incandescente, con la Viola che ha reclamato un rigore su Pepito Rossi in contrasto con Murru (che ci poteva stare). Pizarro, anche lui subentrato nella ripresa a Joaquin, ha protestato un po' troppo con De Marco che prima gli ha mostrato il giallo e poi il rosso. Al fischio finale, Montella s'è avventato sull'arbitro ed è probabile che si becchi una squalifica pure lui. Comunque, un pari giusto, con pochissime occasioni da gol e un predominio viola solo nel possesso palla.


CHE FATICA SOTTO PORTA — D'altronde, già nel primo round s'è capito che la Viola non avrebbe certo entusiasmato. Senza la regia di Pizarro e con Borja Valero andato poco oltre il compitino, anche per mancanza di collaborazione, sono mancate le idee e i rifornimenti per le punte. Se poi ci metti che il Cagliari è messo in campo benissimo con il suo 4-3-1-2, ecco che di occasioni non se ne sono viste. Il primo tiro in porta della sfida è una ciabattata di Aquilani che vola alto. La Fiorentina, come detto, ha perso presto anche Cuadrado, che ha voluto fare a sportellate con Nainggolan (non una buona idea) e così Joaquin ha fatto il suo esordio in campionato. Pian piano, la Fiorentina ha perso anche il comando delle operazioni, perché il Cagliari è diventato più coraggioso. Ha messo in equilibrio la sfida e nel finale ha avuto l'unica vera occasione del primo round con Astori. Su cross di Cossu e prolungamento di Conti, ha bruciato Gonzalo ma di testa da un metro ha sorvolato la traversa.


AHI GOMEZ — Poi, appunto, la Fiorentina ha subito l'infortunio di Super Mario a inizio secondo round, che s'è impiantato col ginocchio dopo aver sciupato una ghiotta occasione sparando alto dopo aver superato Agazzi. Montella ha scelto come sostituto Iakovenko, al posto di Rebic, che prima punta non è. Così le difficoltà sotto porta sono cresciute ancora e il primo tiro nello specchio di tutta la partita lo ha fatto Rossi (il migliore dei viola) su punizione. E' stato bravo Agazzi ad arrivarci. Vista la poca vena viola, e due contropiede sprecati da Sau, a Lopez è venuto in mente di tentare il colpaccio inserendo Pinilla al posto do Cossu per un 4-3-3 spregiudicato. Fatalmente, dopo 6 minuti ha preso il gol di Borja Valero, in una circostanza per la verità sfortunata perché dal cross di Ambrosini e la testa di Rossi c'è una deviazione che deposita il pallone sulla testa dello spagnolo. Sembra fatta? Macchè. Soltanto Rossi ha provato a chiudere la gara, anche con qualche sprazzo di egoismo. Ma Il Cagliari è sempre stato vivo, e al tramonto ha colto il premio con Pinilla, che ha anticipato di testa Roncaglia sul cross di Ibarbo. Poi i concitati minuti finali... Proprio una domenica no.

Fabio Bianchi

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[Modificato da binariomorto 15/09/2013 23:49]
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15/09/2013 23:45

Lazio-Chievo 3-0, è super
Candreva sotto la pioggia

Gli uomini di Sannino spingono (9 corner in 35 minuti), ma le fiammate biancocelesti sono micidiali: l'azzurro (gol e traversa), poi Cavanda e infine Lulic chiudono il match nel primo tempo. Sfatato il tabù: 3 punti per i romani dopo 10 anni


Al minuto 36 del primo tempo Petkovic si gira verso la panchina, incrocia lo sguardo del vice Manicone e decide che sì, è il caso cambiare qualcosa. Il Chievo aveva appena sfiorato il pareggio - intervento di Marchetti su Paloschi -, la Lazio nonostante l'iniziale vantaggio di Candreva era in difficoltà, in particolare sulla fasce. E allora via: Cavanda passa a destra, Konko a sinistra. Tre minuti e il gioco è fatto: Ledesma rimette in mezzo un pallone con il sinistro, Puggioni va a vuoto e Cavanda - proprio lui - di controbalzo firma il primo gol in carriera oltre che il raddoppio della Lazio. Partita chiusa. Anzi no, perché di minuti ne passano altri tre e Konko - l'altro terzino cambiato di fascia - avvia l'azione del tris, con Onazi bravo a servire di prima per l'inserimento centrale di Lulic che di sinistro fa secco ancora il Chievo. Tre tiri in porta della Lazio, tre gol e tutti a casa.

ACCADEMIA — Il secondo tempo è accademia, o poco più. Brava la squadra di Petkovic, che va oltre anche la contestazione organizzata dalla curva Nord nei confronti del presidente Lotito: "Un altro mercato, un'altra cilecca...ma non è che ci prendi la stecca?", è la domanda dei tifosi scontenti per il mancato arrivo di Yilmaz. Si inizia così con il settore vuoto, per una partita dai ritmi addormentati. Ci pensa Ederson a svegliare tutti: all'8' ruba un pallone a Radovanovic sulla trequarti e da terra serve Candreva, il destro deviato da Cesar manda avanti la Lazio. Poi il cambio di Petkovic e l'uno-due mortifero per il Chievo. La ripresa è giocata senza troppi tatticismi: il Chievo prova a riaprire i discorsi, ma Paloschi con il tacco devia a lato un tiro-cross di Estigarribia, nell'intervallo subentrato a Sestu. Ma pure la Lazio va vicino alla quarta rete: spettacolare la traversa di Candreva con un pallonetto millimetrico. E poi occasioni in serie per Lulic, Klose, Estigarribia, Onazi e Paloschi, ma il risultato non cambia più. La Lazio comincia nel migliore dei modi la settimana che la porta al derby. Unica nota stonata, l'infortunio accusato nel primo tempo da Biava. Il Chievo invece è lì a interrogarsi: se basta un cambio di terzino per mandare in difficoltà i veneti, allora i problemi sono seri.

Davide Stoppini

Fonte: gazzetta
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15/09/2013 23:54

Livorno-Catania 2-0: doppio Paulinho fa
volare il Livorno. Andujar che combini?

I toscani battono la squadra di Maran 2-0 grazie ad una doppietta della punta brasiliana favorita - in occasione del raddoppio - da una papera del portiere etneo. I rossazzurri restano ultimi in classifica


Il Catania ha il torto di non puntare sin dal 1' alla vittoria quasi facendo capire di potersi accontentare del pari. Il Livorno ha il merito di avere in squadra Paulinho, uno che - quando è in giornata sì (e non gli capita di rado) - trasforma in oro ciò che tocca. Doppietta letale in 6' a metà ripresa, 2-0 finale e rossazzurri al tappeto e sempre più ingobbiti a zero punti in classifica. Il Livorno di Davide Nicola invece vola a 6 punti: superato il Milan, tanto per fare un nome...

BUONI E CATTIVI — Ma dove c'è un eroe, c'è sovente anche un antieroe. Paulinho da una parte, Mariano Andujar dall'altra. Che non fosse una gran giornata per il portiere del Catania lo si era già intuito al 43' del primo tempo quando ancora il risultato era di 0-0 e la partita viveva esclusivamente di sporadiche fiammate (un paio per parte ma niente di eccezionale, a parte un erroraccio di Spolli a due passi dalla porta in avvio di gara). Un'uscita a vuoto che consentiva ad Emeghara di tirare a botta sicura. A salvare il portiere argentino ci pensava però Spolli con un mezzo miracolo sulla linea. Ma al 27' della ripresa l'estremo difensore argentino ci ricasca. Altra uscita kamikaze, papera da Mai dire Gol in cooperazione con Bellusci. I due si perdono il pallone, ne approfitta Emeghara che serve Paulinho. E' un gioco da ragazzi per il brasiliano chiudere la partita dopo che sei minuti prima (al 21') aveva già trasformato in gol un perfetto assist di Schiattarella dalla destra.


BERGESSIO CI PROVA INVANO — Tra i protagonisti positivi invece da segnalare indubbiamente anche Bardi, l'altro numero uno in campo. Grande la sua risposta al 16' della ripresa su un tiro di Plasil (al debutto in Italia) deviato fortuitamente da Bergessio: conclusione che cambia traiettoria e Bardi che diventa Superman togliendo la palla dalla rete. Impresa bissata con un altro volo decisivo al 32' su un affondo sempre di Bergessio, l'uomo più pericoloso degli etnei, l'ultimo a mollare come dimostra la splendida rovesciata che 3' dopo si stampa sulla traversa a Bardi - almeno stavolta - battuto. Il Catania prova ancora - con le residue forze e un numero imprecisato di attaccanti in campo - a rendersi pericoloso ma il risultato non cambia più. Il Livorno è in zona Europa League! Certo, il campionato è appena iniziato ma in fondo sognare non costa nulla...

Aldo Cangemi

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15/09/2013 23:56

Udinese-Bologna 1-1.
Botta e risposta Diamanti-Di Natale

Al Friuli fanno la differenza i giocatori di maggior talento. Tutto nel secondo tempo: splendida la punizione del fantasista rossoblù, poi nel finale Totò replica con un destro al volo sfruttando l'assist di Muriel


Diamanti e Di Natale, proprio loro. Un gol ciascuno degli uomini più rappresentativi delle rispettive squadre decide il risultato di Udinese-Bologna. Finisce 1-1, al Friuli. Dopo una gara modesta, il meglio arriva nel finale. Al 26' della ripresa una magia su punizione del fantasista della Nazionale porta i rossoblù in vantaggio. A 5' dal 90' l'attaccante protagonista in Azzurro ad Euro 2012 replica con un bel destro al volo vincente, stavolta sfruttando la bacchetta, pardon il piede, magica (o) di Muriel, in versione uomo assist.

CURCI C'È — Il primo tempo è equilibrato. Pioli per battere per la prima volta in carriera Guidolin si affida ad una tattica offensiva: il moto perpetuo Diamanti a sostegno dei colossi Bianchi e Moscardelli. L'allenatore dell'Udinese, un ex, grazie alle sue quattro stagioni in Emilia, risponde col tandem d'attacco formato da Di Natale, che festeggia la 300ª presenta in serie A con i friulani, e Muriel. Il Bologna parte meglio. Manovra bene, non rinuncia a giocare pur su un campo complicato, anche se poi gli attaccanti non è che ricevano chissà quanti palloni. I bianconeri, invece soffrono l'assenza di Basta e il pressing alto avversario. Ma hanno le migliori occasioni dei primi 45',. Pasticcio in area Pazienza-Della Rocca, che si ostacolano, palla d'oro per Di Natale che non aspettava altro: girata al volo di sinistro, bravissimo Curci a ribattere in uscita a corpo morto. Poi Curci è ancora ammirevole nel trovare il riflesso sul destro da appena dentro area di Muriel, che si vede sbucare da una mischia davanti a lui. Poco altro. Tocca segnalare un fallo troppo duro di Kone che prende il cartellino giallo e rischia quello rosso. All'intervallo è 0-0.


DIAMANTI GOL — La ripresa non è granché. Sino al 26'. Sino allo splendido gol di Diamanti, il primo stagionale, su punizione. Col suo sinistro magico, potente e preciso, che finisce in rete, all'angolino dove Kelava non può proprio arrivare. Guidolin inserisce Maicosuel per incidere di più. Era l'ora.

TOTÒ REPLICA — Col trequartista, e un atteggiamento più aggressivo, l'Udinese costringe il Bologna a difendersi ed arretrare. E alla prima occasione pulita trova il pari. Merito dei suoi fenomeni d'attacco. Muriel si inventa un pallone dolce come il miele fra tre avversari, che spiove verso il destro di Di Natale. Un invito a nozze per l'attaccante napoletano. Che al volo segna l'1-1. Il suo primo gol stagionale. Quello che fissa il risultato finale.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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16/09/2013 00:00

Verona-Sassuolo 2-0:
Martinho più Romulo, gialloblù in volo

Senza l'infortunato Toni, la squadra di Mandorlini passa con il brasiliano e l'ex viola; gli emiliani restano fanalino di coda


Il Verona batte il Sassuolo 2-0 e sale ai piani alti della classifica. Sei punti come la Lazio e la Roma, in campo lunedì sera a Parma. Due in più del Milan punito magistralmente nella prima giornata. Decisiva la perla di Martinho nel primo tempo e il sigillo di Romulo nel recupero; due fendenti che affondano gli emiliani ancora a zero punti.

SUBITO MARTINHO — Senza l'infortunato e monumentale Toni, Mandorlini punta su Cacia al centro del suo tridente. Mossa che al 4' responsabilizza a tal punto l'attaccante che si fa trovare fuori tempo quando Martinho al termine di una imperiosa azione mette in mezzo una palla d'oro. Cacia, a tu per tu col portiere, non riesce a deviare in rete. Il Sassuolo, speculare con il suo 4-3-3, subisce il pressing dei gialloblù e al 12' subisce il gol di Martinho: un bolide che si infila sul primo palo. Vantaggio ineccepibile, merito di un'organizzazione impeccabile. Al 23' si infortuna però Maietta; un problema ai flessori. Lo sostituisce Bianchetti.Gli emiliani faticano a scatenare il contropiede e devono attendere il 33' per regalare un'occasione degna di nota: una punizione da una trentina di metri di Kurtic che sfiora il palo alla destra di Rafael. Al 46' Zaza protesta per un mani di Moras che gli devia in angolo un tiro. Sconcertante che, rigore a parte, il signor Irrati non conceda nemmeno il corner.


ILLUSIONE E DELUSIONE — La ripresa inizia con Jankovic al posto di Martinho e sotto il segno di Zaza che al 3' , di testa, sfiora la traversa. E' comunque un Sassuolo diverso, più propositivo e deciso. Così Di Francesco lancia nel gruppo Alexe (fuori Farias), regalando più ritmo alla squadra. Sbaglia il Verona a trincerarsi, offrendo il fianco al Sassuolo. Al 20' il pari è alle porte: Missiroli inventa un lancio alla Pirlo per Gazzola che a due passi da Rafael cicca vergognosamente un piatto destro facile facile. Mandorlini si preoccupa e lancia Donati per Gomez Al 29' si rivede il Verona con un tiro di Cacia, troppo defilato per preoccupare Pomini. Clamorosa l'occasione sprecata da Acerbi al 35', che dopo avere raccolto la respinta di Rafael sul colpo di testa di Floro Flores (subentrato a Schelotto) spedisce a lato. Ma a chiudere il discorso è Romulo al 92', quando sfrutta e capitalizza uno strepitoso assist di Jorginho. Giù il sipario.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
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16/09/2013 00:02

Sampdoria-Genoa 0-3:
gol di Antonini, Calaiò e Lodi.
Primi punti per Liverani

A Marassi finisce 3-0 per i rossoblù: apre Antonini dopo 8', poi nella ripresa Calaiò e la pennellata di Lodi chiudono i conti. Prima vittoria per il tecnico esordiente in A, Samp quasi mai pericolosa


Il derby è del Genoa, rivitalizzato dagli acquisti degli ultimi giorni di mercato (in gol Antonini e Caaiò all'esordio), che regalano a Liverani il primo successo da tecnico professionista proprio nella sfida più sentita e contro uno dei suoi maestri: Delio Rossi. I rossoblù bloccano il gioco della Sampdoria e sfruttano con grande cinismo ogni occasione per colpire.

IL MOMENTO DECISIVO — Liverani punta sulla mobilità di Biondini, sacrificando Kucka. Delio Rossi, invece, punta sulla potenza di Bjarnason. Il Genoa così a centrocampo concede chili e centimetri, ma può contare su tecnica e rapidità. L'episodio che sblocca la partita arriva proprio dalla reattività di Biondini, che riprende una respinta di Palombo e mette in area un assaggio preciso per Antonini, destro al volo e Da Costa è spacciato e forse pure un po' colpevole.

VIE CHIUSE — La Sampdoria cerca di sfondare sulle corsie laterali: a sinistra Regini e Bjarnason si muovono in sincronia, creando qualche problema a Biondini e ad un timido Vrsaljko. Gabbiadini scivola sulla destra, forse per creare superiorità numerica unendosi alle incursioni di De Silvestri. Qui però i blucerchiati non trovano sbocchi, grazie all'abilità tattica di Matuzalem che chiude spesso i varchi e annulla la superiorità avversaria. La reazione sampdoriana così si limita ad un bel movimento di Gabbiadini, imbeccato da Bjarnason ma stoppato da Portanova, a qualche spunto di Eder e a un brivido procurato da un intervento maldestro di Calaiò che sfiora l'autogol su calcio d'angolo.

K.O — L'episodio iniziale ha messo il Genoa nelle condizioni migliori. I rossoblù si arroccano dietro, sorretti dall'esperienza e dalla forza dei centrali difensivi, e attende l'attimo per colpire. Il momento arriva a inizio secondo tempo: Gilardino inventa una giocata splendida al volo per Vrsaljko, finalmente propositivo, cross perfetto e Calaiò anticipa Gastaldello per siglare il raddoppio. La Samp cede di schianto, solo Soriano, subentrato a Bjarnason cerca la conclusione da lontano, ma l'unico tiro impegnativo per Perin arriva solo a due minuti dalla fine con Sansone, e il Genoa chiude in fretta la sfida con una perla di Lodi: punizione dal limite (fallo si Palombo su Gilardino) che inganna Da Costa.

Alessio da Ronch

Fonte: gazzetta
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16/09/2013 23:47

Parma-Roma 1-3 Biabiany ci prova,
Totti mette la freccia: è primato

I giallorossi si presentano al derby di domenica prossima in testa al campionato. Padroni di casa in vantaggio con Biabiany, Florenzi firma il pari, poi Totti e Strootman su rigore siglano l'1-3

Forse era destino così, visto che il Parma è da sempre la sua preda preferita. Così Totti torna al gol proprio al Tardini (in trasferta non segnava dal 31 ottobre 2012) e davanti ad un parterre d'élite (in tribuna tra gli altri ci sono i vari Prandelli, Mihajlovic, Mancini e Pioli) regala la vetta alla sua Roma, in coabitazione con il Napoli. Per il Parma un ottimo primo tempo non basta a regalare la prima vittoria in campionato, appuntamento rimandato a domenica prossima, a Catania.


FASCE DECISIVE — Donadoni opta per la difesa a quattro e rischia dall'inizio Gargano (nonostante le fatiche transoceaniche), Garcia lancia invece Ljajic (fumoso), che vince il ballottaggio con Gervinho. Con Totti come falso nove, tocca a Pjanic cambiare gli equilibri in corsa della Roma, che a seconda della posizione del bosniaco si plasma dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Ma è soprattutto il Parma a rendersi pericoloso dalla fasce, dove al 9' su traversone di Gobbi è Biabiany a mancare di un soffio il tap-in decisivo. Poi un destro da fuori di Totti ed un bel fraseggio volante Maicon-Pjanic-Maicon mettono i brividi a Mirante. Ma è ancora Biabiany, al 24', ad avere il pallone giusto: angolo di Cassano, sponda di testa di Parolo, con il francese che calcia alto a porta vuota dal limite dell'aria piccola. Ed alla Roma va bene che su un paio di ripartenze con la squadra spaccata in due, dove i gialloblù perdono il guizzo decisivo. Al 35', poi, è Amauri (su sponda di Parolo) ad impegnare De Sanctis da fuori. Il Parma gioca meglio ed al 39' passa, con Biabiany che brucia Castan di testa e si riscatta delle occasioni precedenti girando in rete un cross morbido di Cassani. E tre minuti dopo gli emiliani sfiorano anche il 2-0, con un colpo di genio di Cassano che pesca nello spazio Biabiany, sul cui traversone basso Amauri è in ritardo.

REAZIONE DA BIG — Neanche il tempo di riprendere fiato ad inizio ripresa, che un saggio di bravura di Pjanic regala il pari alla Roma: palombella morbida in corsa del bosniaco per Florenzi, il cui destro al volo sorprende Mirante. Al 6' però il Parma può già ripassare, ma sul destro di Marchionni dal limite c'è la deviazione decisiva di Amauri, con la palla che sfiora il palo. La stanchezza però comincia a farsi sentire, il gioca si sfilaccia e le squadre si allungano. Così al 25' Strootman pesca Totti in verticale, Gobbi sbaglia il fuorigioco e il capitano a tu per tu con Mirante insacca il suo gol numero 228. Allora Donadoni prova la carta Sansone per Biabiany, con Okaka che aveva già dato il cambio ad Amauri. E proprio Okaka prima da fuori e poi Cassano su un tiro cross salvato sulla linea da Borriello riaccendono la partita, chiusa poco dopo su una ripartenza a campo aperto di Gervinho, su cui in area frana Cassani: rigore di Strootman (voleva tirarlo Borriello, De Rossi ha detto di no) e gara chiusa, la Roma aggancia in vetta il Napoli e si gode una luce tanto inattesa quanto meritata.

Andrea Pugliese

Fonte: gazzetta
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16/09/2013 23:52

SERIE A 2013/2014 3ª Giornata (3ª di Andata)

14/09/2013
Inter - Juventus 1-1
Napoli - Atalanta 2-0
Torino - Milan 2-2
15/09/2013
Fiorentina - Cagliari 1-1
Lazio - Chievo 3-0
Livorno - Catania 2-0
Udinese - Bologna 1-1
Verona - Sassuolo 2-0
Sampdoria - Genoa 0-3
16/09/2013
Parma - Roma 0-3

Classifica
1) Napoli e Roma punti 9;
3) Inter, Fiorentina e Juventus punti 7;
6) Livorno, Lazio e Verona punti 6;
9) Milan, Udinese, Torino e Cagliari punti 4;
13) Atalanta e Genoa punti 3;
15) Bologna punti 2;
16) Parma, Sampdoria e Chievo punti 1;
19) Catania e Sassuolo punti 0.
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22/09/2013 01:02

Cagliari-Sampdoria 2-2, pazzesco finale:
tre gol in 5 minuti

Rossoblù a segno con Ekdal e in controllo, poi la papera di Agazzi all'88' e gol di Gabbiadini. Al 91' punizione e 2-1 di Conti. Ma al 93' il tocco vincente ancora di Gabbiadini, con Agazzi ancora colpevole. Annullato un gol regolare a Wszolek sull'1-0


Pazzesco, incredibile il finale di Trieste. Finisce 2-2 un match che sembrava segnato e che lanciava in alto il Cagliari e nel baratro la Samp di Delio Rossi. Invece... Tre gol in 5 minuti, con il rocambolesco tocco finale di Gabbiadini al 93' che regala un po' di ossigeno a una squadra ancora convalescente dopo lo 0-3 nel derby della Lanterna. Ma pesa come un macigno la frittata fatta da Agazzi, che ha rovinato una partita controllata fino ad allora dal Cagliari.


PADRONI — La Samp ha una voglia matta e si vede: dopo 38" Gabbiadini serve Obiang e il tiro dello spagnolo sfiora il palo alla sinistra di Agazzi. Ma è solo un lampo. Il primo tempo è quasi tutto dei rossoblù, che hanno una macchina oliata che funziona a meraviglia: possesso palla e partita monotematica, col pallone che non esce quasi mai dalla metà campo blucerchiata. Gli ospiti girano a vuoto, pressando come possono sui portatori di palla. Al 13' Ekdal verticalizza per Perico, rasoterra da destra e Pinilla in area manca il gol di un niente. Tre minuti e con un erroraccio Agazzi serve Wszolek, che sciupa incredulo del regalo. Al 18' numero di Sau, servito a destra (dove il Cagliari sfonda spesso) e tiro di un niente sulla traversa. Al 26' arriva il gol del vantaggio: uno-due Ekdal-Pinilla-Ekdal e lo svedese piomba al limite dell'area, controllo, gran botta e Da Costa bucato.

GRAVE ERRORE — Cagliari padrone, ma con la testa da registrare. Eh sì, perché subito dopo il vantaggio per 10 minuti mette insieme una serie di errori che permettono alla Samp di andare due volte al tiro. La prima, al 37', è quella del gol del pareggio. Regolarissimo, ma annullato per un fuorigioco inesistente. Grave errore dell'assistente Manganelli: Gavazzi da sinistra mette in mezzo con Wszolek che è lasciato solo in area e insacca in posizione regolare. Era l'1-1. Un minuto dopo ci prova Obiang dalla trequarti: la palla finisce di poco alta.


ACCELERATA — Rossi nella ripresa toglie uno spento Bjarnason per Sansone. La Samp prova a sfondare un muro del Cagliari organizzatissimo. Il match sale di tono, ma le occasioni da gol sono perle rare. Rossi aggiunge Pozzi, la Samp accelera la manovra per mettere in difficoltà i sardi: funziona, perché il Cagliari è costretto a chiudersi ed affidarsi alle ripartenze. Per questo Lopez toglie gli stanchi Cossu e Sau per il debuttante Ibraimi e Ibarbo. Ma sembrava un match finito... Invece al 44' arriva il pareggio quasi per caso: botta dal limite dell'area di Gabbiadini e Agazzi con un intervento goffo si fa passare la palla fra le gambe. Il Cagliari reagisce con grinta e guadagna una punizione al primo dei tre minuti di recupero. Conti mira l'angolo alla sinistra di Da Costa e la palla si insacca. Chiusa? Nemmeno per i dea. Ultimo assalto al 93' e la botta di De Silvestri è deviata da Gabbiadini, beffando un Agazzi non impeccabile. Basta così. Il veleno era nel finale. Bello così, tutto d'un fiato.

Nicola Melillo

Fonte: gazzetta
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22/09/2013 01:07

Chievo-Udinese 2-1.
Pellissier e Rigoni stendono i friulani

I veneti vanno sotto in avvio (gol di Maicosuel) e ribaltano il risultato grazie all'attaccante 34enne, di nuovo titolare, e a un destro di Rigoni deviato da Danilo

Una rimonta di carattere, nel segno di Sergio Pellissier. Dopo tre panchine di fila, Sannino rispolvera l'attaccante aostano, che lo ripaga come meglio sa fare: segna il (gran) gol del pari dopo l'inizio-choc del Chievo, sfiora il raddoppio e regala (assieme a Rigoni) ai veneti la prima vittoria in questo campionato. Finisce 2-1 contro un'Udinese incapace di gestire il vantaggio immediato di Maicosuel, remissiva nel primo tempo e poco incisiva nella reazione finale.

FORMAZIONI — Due le novità principali rispetto alle formazioni annunciate: se Sannino rilancia Pellissier in coppia Paloschi (out Thereau), Guidolin tiene invece a riposo Di Natale e affianca Maicosuel a Muriel.


CHE INIZIO! — Altra sorpresa, nella difesa del Chievo: c'è Bernardini, neo-arrivato dal Livorno, lanciato da Sannino a Varese. Ed è proprio un suo svarione, dopo 50", a diventare un invito a nozze per O Mago Maicosuel, che salta Puggioni e porta in vantaggio i friulani. La doccia è ghiacciata: di quelle che ti svegliano di colpo. La reazione dei veneti è feroce, per un quarto d'ora abbondante pare che il Bentegodi si sia di colpo inclinato: a monte Puggioni, a valle un Kelava che subisce un assedio continuo. Il portiere croato si salva su una sventola di Radovanovic e, in serie, sui tentativi di Paloschi e Sestu; è fortunato invece sui colpi di testa di Bernardini, a un passo dall'immediato riscatto, e Rigoni, entrambi a lato. L'Udinese è stordita e il pari arriva, inevitabile, al 13': gran verticalizzazione di Frey sul fianco (sinistro) scoperto dei bianconeri e colpo incrociato vincente di Pellissier, 34 anni e il gol ancora nel sangue.

RADDOPPIO — Ristabilita la parità, comincia la vera partita. E' il Chievo, sulla scia dell'entusiasmo, a spingere di più, ma la squadra di Guidolin si riassetta e punge in ripartenza. Lazzari, non in grande giornata, sfiora il palo da fuori, mentre Muriel non riesce a concretizzare la giocata orchestrata in velocità con Maicosuel. Sono però i gialloblù a passare: dopo un'altra chance clamorosa capitata a Pellissier su "buco" di Kelava, a segnare è Rigoni, con un destro da fuori deviato da Danilo. Il primo tempo si chiude sul destro a lato di Muriel: Guidolin si gira e chiede a Di Natale di togliere la tuta.


ASSALTI RESPINTI — Si riprende con Totò al posto di Lazzari e un'Udinese che cambia faccia. Di Natale prova subito a colpire, ma il tiro non impensierisce Puggioni. I friulani giocano la palla, il Chievo si oppone con il 4-4-2, linee compatte e pressing continuo, ma il calo fisico è evidente dopo i ritmi dei primi 45'. Col passare dei minuti la squadra di Guidolin guadagna terreno e diventa padrona del campo. Basta colpisce la traversa da fuori, Di Natale in mischia non trova la deviazione vincente, a Muriel manca un po' di cattiveria. Sannino attende solo il fischio finale, regala la meritata standing ovation a Pellissier e si gode i tre punti. Il Chievo riprende a respirare.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
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22/09/2013 01:09

Genoa-Livorno 0-0: poche emozioni,
nel recupero gran parata di Bardi

Finisce 0-0 a Marassi: i toscani bloccano la squadra di Liverani, pericolosa solo in due occasioni. Pochissime emozioni


Chi aveva parlato di svolta nella stagione del Genoa dopo la sontuosa vittoria nel derby è stato quantomeno precipitoso.La squadra di Liverani si ferma allo 0-0 a Marassi contro un buon Livorno, che conferma di tenere bene la categoria dopo la sconfitta all'esordio con la Roma.

POCA ROBA — Al Genoa non basta un buon finale, agevolato dall'ingresso di Stoian per un Matuzalem che pare a fine corsa, per centrare la vittoria. Manfredini trova la parte alta della traversa e Coda salva nei pressi della linea su Calaiò, dopo che nel primo tempo i toscani avevano impegnato con un paio di conclusioni da lontano un Perin che pare il Governo Letta, per la poca fiducia che sembra avere in sé stesso. L'occasione più nitida nel recupero: Stoian (ancora lui, in questo Genoa gli va trovata una maglia da titolare) mette una gran palla sulla testa di Calaiò, ma Bardi fa il miracolo.

NO LODI, POCO GENOA — La manovra della squadra di Liverani, che passa per le idee di Lodi, non trova sbocchi. Un po' perché l'ex Catania ne azzecca poche, forse condizionato dall'ammonizione dopo 3'. Il Genoa non è aiutato da un Livorno ben messo in campo col 3-5-2 da Nicola, in cui i mediani coprono e ripartono accompagnando Emeghara e Paulinho, stasera non proprio incisivi. Le variazioni sul tema le offre Stoian, che fa vacillare il Livorno. Che però torna a casa con un punto e nuove certezze. Nicola ha costruito una squadra che può salvarsi, a dispetto di certe Cassandre che la davano retrocessa a febbraio.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
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22/09/2013 16:26

Sassuolo-Inter 0-7: doppietta di Milito

Grande prestazione dei nerazzurri davanti a Moratti: segnano anche Palacio, Taider, Alvarez e Cambiasso. Mazzarri torna in vetta con 10 punti, Di Francesco ancora fermo a zero

C’è Massimo Moratti in tribuna. E c’è pure l’Inter, una macchina da guerra che ritrova pure Diego Milito, mister 5-0 e 7-0. Il Sassuolo? Ahi ahi ahi: segnali disastrosi, sei minuti ed è già col muso per terra. Per Mazzarri è la quarta gara senza sconfitte, per Di Francesco si tratta di un poker senza gioire mai, e questo forse comincerà a far ragionare sulla sua panchina neroverde. Bastano sei minuti ai nerazzurri per guadagnare i 10 punti attuali in classifica: lanciato da un Juan Jesus sotto pressione, Nagatomo scappa via da Gazzola, cross in mezzo e Palacio spiattella in rete con la difesa del Sassuolo tutta altrove. Sassuolo che tenta minime reazioni, nel senso che vorrebbe ma non riesce: c’è un colpo di testa di Floro Flores alto, e c’è che Di Francesco gira gli esterni (Missiroli con Schelotto) ma senza avere grandi vantaggi. Ci sono impennate con l’entrata di Zaza, ma il morale degli emiliani è sbriciolato. Perché l’Inter è padrona assoluta, per idee precise, forza fisica, attenzione, evidente superiorità e possesso palla: al 23’ ancora Juan Jesus dà il via all’azione, tiro di Palacio respinto da Pomini, arriva Taider che infila lo 0-2.


MILITO 7 MESI DOPO — Lo stesso Taider è dentro al gol numero tre: minuto 32, lancio da destra di Guarin, il franco-algerino e Pucino (subentrato a Gazzola) arrivano insieme e il tocco decisivo è del neroverde. La ripresa è un replay: botta di Palacio, respinta di Pomini, arriva Alvarez ed è 0-4. Al 9’, altra notizia di giornata: rientra Diego Milito, 7 mesi dopo l’infortunio del 14 febbraio al ginocchio sinistro. Va subito al tiro, fuori. Poi, servito alla grande da Alvarez, infila il 5-0 interista 7 mesi e quindi 220 giorni dopo. L’appoggio del 6-0 chic di Cambiasso è ancora suo e la doppietta arriva su assist di Guarin. Troppa Inter per il Sassuolo (rimasto poi in 10 per l’infortunio di Floro Flores), squadra assolutamente letale: e Moratti sorride. La sua ultima in trasferta fu nel marzo 2012, a Verona contro il Chievo: allora Ranieri pianse davanti alla rimonta dei suoi, oggi Moratti stesso si sarà ancor più innamorato di una creatura ancora parzialmente sua dopo l’accordo con Thohir. Davanti a un 7-0 poi…

Matteo Dalla Vite

Fonte: gazzetta
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23/09/2013 00:07

Atalanta-Fiorentina 0-2
con gol di Fernandez e Rossi

La macchina di Montella è diversa da quella dell'anno scorso, ma funziona ugualmente bene: viola in vantaggio nel primo tempo e raddoppio nel secondo, nonostante i molti tentativi falliti dall'Atalanta che tenta fino all'ultimo di riaprire la partita


Non pesano i 90' di coppa, non pesano gli assenti top, la Fiorentina ne fa due in casa dell'Atalanta (due trasferte, due vittorie), diverte meno ma è più concreta, scopre nuove risorse (giovedì scorso Matos, oggi Wolski). La macchina di Montella è diversa da quella dell'anno scorso, ma funziona ugualmente bene. L'Atalanta perde un'occasione (non era comunque la Viola migliore) e, nel suo stadio, è padrona di casa troppo timida. Una vittoria nelle prime quattro giornate, Colantuono deve trovare idee e sviluppi alernativi.

SORPRESA WOLSKI — Senza chi orchestra (Pizarro), senza chi sprinta creando superiorità (Cuadrado) e senza chi fa da centroboa in area (Gomez), Montella è costretto a cambiare per l'ennesima volta l'impostazione della sua squadra, anche rispetto al gruppo visto giovedì in coppa. Nuovo anche il modulo: dal 4-3-1-2 ai due rifinitori alle spalle di Rossi. Lì c'era Joaquin, stavolta l'allenatore sceglie Wolski, '92 polacco arrivato nell'ultima sessione del mercato invernale, e lanciato qui per la prima volta da titolare. Wolski troppo lezioso all'inizio (quanti tocchi di palla prima di giocarla) poi decisivo: c'è, più in alto degli alti centrali dell'Atalanta, sul cross di Borja Valero (che ha il merito di avviare e proseguire l'azione) colpo di testa sulla traversa ribattuto in gol da Mati Fernandez, altra seconda linea viola promossa da Montella e ora fondamentale nello sviluppo del gioco. Anche Colantuono aveva cambiato l'Atalanta, con turn over preannunciato: Baselli per Bonaventura, per il baby dell'Under 21 azzurro la prima da titolare in regia, sua zona naturale (prova senza grossi slanci).

TATTICA — Montella l'aveva letta bene alla vigilia ("sarà una gara super tattica"), nel primo tempo molto è così legato all'estro di Moralez e Pepito Rossi. All'inizio è la difesa viola la meno attenta (Tomovic a destra soffre la velocità di Moralez), lascia spazio al tiro ribattuto di Yepes, poi alla conclusione di Migliaccio, infine al colpo di testa di Denis deviato. Per la Viola il gol è il primo tiro in porta della partita, e Consigli non fa una figuraccia ma non è neppure impeccabile nell'uscita. Ordinata si, ma senza troppo furore: anche la reazione atalantina, dopo l'intervallo è cosi (c'è solo un colpo di testa di Migliaccio, parte alta della traversa). Poi è solo Fiorentina, a legittimare il successo: colpo al volo di Joaquin, sul portiere. Poi lo spagnolo ex Malaga fa da sponda sull'azione del raddoppio, con assist di Rodriguez e magnifico Pepito: spalle alla porta, si gira e trova l'angolo a disposizione, alla destra del portiere, per infilare, di sinistro, il bis (è il suo quarto gol in campionato). Rossi nuovo oro di Firenze: quinto sigillo, coppa compesa, e media da vero bomber. Bene anche Neto, il portiere criticatissimo in avvio di stagione: salva su Denis, e permette un tranquillo finale di gara viola.

Alessandra Gozzini

Fonte: gazzetta
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23/09/2013 00:10

Calcio. Serie A: Bologna-Torino 1-2,
D'Ambrosio e Cerci regalano il successo

Gara tesa al Dall'Ara: granata subito avanti, Natali firma il pari prima del rigore decisivo, poi si fa espellere. Per i rossoblù niente successi interni dal 3 marzo


Pali, proteste, gol in fuorigioco. Nella tensione del Dall'Ara i tre punti sono del Torino che passa 2-1 grazie alle reti della premiata ditta D'Ambrosio e Cerci (su rigore), dopo l'inutile pareggio firmato da Natali. Quattro giornate e il Bologna è ancora a secco di vittorie, confermando tutte le difficoltà nelle gare interne, dove non vince dal 3 marzo. Con gli stessi goleador del 2-2 al Milan, invece, il Toro vola verso le posizioni nobili della classifica.

SCATTO GRANATA — Il gol più veloce della giornata lo segna D'Ambrosio, difensore-centrocampista granata che potrebbe inserirsi in extremis tra gli osservati speciali del c.t. Prandelli per il Mondiale 2014, perché sulla fascia sinistra fa quel che vuole. Due minuti appena e sulla respinta corta di Curci il suo colpo di testa s'insacca gelando il Dall'Ara. La risposta del Bologna è immediata, Moscardelli più di Bianchi (impalpabile) e Diamanti impegnano Padelli senza fortuna. Di nuovo il Toro: Glik gira in rete ma da posizione irregolare: gol annullato. Alla mezz'ora il pareggio di Natali, che ribadisce in rete la respinta di Padelli.


PALI E PROTESTE — Il Bologna potrebbe addirittura passare in vantaggio con una gran conclusione di Garics che colpisce lo spigolo esterno dell'incrocio dei pali. Al 46' invece è il Toro a raddoppiare: gran botta di Cerci che si stampa sulla traversa, ma c'è una spinta su El Kaddouri, Peruzzo indica il dischetto e lo stesso Cerci infila Curci dopo le veementi proteste di Diamanti e Natali, che nel sottopassaggio si fa espellere.

ILLUSIONE KONE — La partita si incattivisce e a inizio ripresa fioccano le ammonizioni. I granata avrebbero l'occasione per chiudere il conto ma al 22' Cerci e Brighi si ostacolano sprecando una grossa opportunità. Pochi minuti dopo Kone stacca sulla punizione di Diamanti, ma la sua posizione è irregolare. Il Bologna ci prova nonostante l'inferiorità, mentre il Torino non sfrutta a dovere e ripartenze, ma vince e decolla in classifica.

Gasport

Fonte: gazzetta
oops
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