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Serie A 2014/2015 Cronache, Risultati e Classifica

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2015 10:51
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25/09/2014 00:11

Parma-Roma 1-2: Ljajic e Pjanic,
dopo il pareggio di De Ceglie, giallorossi primi

Assist di Totti per il serbo, nel finale segna il bosniaco su punizione


La Roma passa pure a Parma. E lo fa quando l'1-1 sembrava non dover cambiare più, perché la squadra di Garcia aveva già fallito con Florenzi il colpo del k.o. e quella di Donadoni aveva già prodotto il massimo sforzo per raggiungere il pareggio. A cambiare la storia - e la classifica - ci ha pensato Miralem Pjanic, con un gioiello su punizione al 43' della ripresa che ha lasciato immobile Mirante. Finisce con i giocatori della Roma che festeggiano di corsa sotto il settore ospiti.

PARTENZA LENTA — E pensare che il match era iniziato con i ritmi bassissimi: la Roma con il suo tipico possesso palla e il Parma ad aspettare con il chiaro l'intento di Donadoni di lasciare meno spazio possibile alle ripartenze di Gervinho e compagnia. Che infatti inizialmente non sfonda, se non con un tentativo al volo dell'esordiente Holebas (al 4', sinistro bloccato da Mirante), mentre al 6' il Parma protesta timidamente con Mazzoleni con un contatto in area tra Manolas e De Ceglie. Alla Roma serve un'invenzione per passare. E l'invenzione Garcia non può che chiederla a Totti, che quasi mai tocca il pallone per due volte consecutive prima di lanciare un compagno. Tra un colpo di tacco per innescare Gervinho in contropiede (è il 23', bravo Mendes a limitare in angolo) e un filtrante ancora per l'ivoriano che non aggancia, si arriva al minuto 27', quando il capitano giallorosso innesca il sinistro di Ljajic, che batte Mirante e firma il primo stagionale, dando ragione a Garcia che a sorpresa l'aveva lanciato titolare al posto di Florenzi. La reazione del Parma è in un colpo di testa centrale di Felipe al minuto 32 e, soprattutto, in un sinistro di De Ceglie che finisce largo dopo l'ottima assistenza di Mauri.


PARI DI TESTA — Nel secondo tempo subito botta e risposta tra Gervinho e Cassano: al 9' l'ivoriano con il destro in contropiede sfiora il raddoppio, al 10' Cassano dai 20 metri impegna De Sanctis in un difficile intervento. E dall'angolo che ne segue Torosidis si perde De Ceglie che di testa firma il pareggio. Così la Roma è costretta a rimacinare gioco. E 7' più tardi Totti ha un'occasione enorme: lancio per Gervinho, l'ivoriano chiude un ideale triangolo, ma il capitano spedisce alto con il sinistro un rigore in movimento. Al 28' escono contemporaneamente i due goleador, Ljajic e De Ceglie. Al 31' ci prova Florenzi, con un sinistro al volo dopo una ribattuta da calcio d'angolo, ma Mirante è attento. E ancora Florenzi, al minuto 35', ha sul destro l'occasione vincente, ma si fa ribattere da Felipe il tiro a botta sicura. Sembra finita così, sul pareggio. E invece doveva ancora andare in onda il gioiello di Pjanic.

Davide Stoppini

Fonte: gazzetta
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25/09/2014 00:15

Sampdoria-Chievo 2-1: gol di
Gastaldello e Romagnoli, poi Paloschi

Con un gol per tempo, i due difensori fanno volare la Samp.
La squadra di Mihajlovic mantiene l'imbattibilità in campionato
e sale a quota 8 in classifica alle spalle di Juve e Roma


La Sampdoria si presenta al derby di domenica nel modo migliore, superando il Chievo e regalando a Mihajlovic segnali interessanti pure da chi aveva giocato poco, in particolare da Romagnoli. Il Chievo è tosto ma cede sui calci piazzati.


DIFESA IN GOL — Ci vogliono due difensori centrali per rompere un equilibrio basato sul pressing e l'aggressività. Romagnoli uomo assist, prima, e goleador dopo, e Gastaldello esecutore implacabile, abbinando lo stop di petto al tiro di sinistro con grande velocità. Il Chievo chiude ogni varco, cercando di soffocare la manovra blucerchiata già in partenza , Mihajlovic risponde con un modulo inedito in questa stagione, il 4-3-1-2, con Soriano dietro Okaka e Bergessio. Lo scontro è duro per mezzora, poi la Samp apre qualche varco, con le incursioni di Rizzo e Soriano. Il Chievo ribatte in contropiede, ma Hetemaj non è preciso sul cross di Paloschi. A sbloccare la sfida, su azione da calcio d'angolo è come detto il capitano Gastaldello quando a fine tempo mancano solo i secondi del recupero.


PALOSCHI RIAPRE — La reazione del Chievo produce solo qualche mischia, con tocco di Botta ribattuto da Viviano, ma a chiudere il match è la Samp: angolo di Palombo, tacco di Okaka e Romagnoli firma il 2 a 0 di testa. La rete del 2 a 1 finale di Paloschi, con un gran tiro dal limite dell'area, arriva troppo tardi per regalare una chance al Chievo.

Alessio Da Ronch

Fonte: gazzetta
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25/09/2014 00:17

Serie A, Verona-Genoa 2-2: ancora Ionita risponde a Matri

La doppietta di Matri illude gli ospiti con il momentaneo 2-0.
Bella reazione degli scaligeri, che prima accorciano con Tachtsidis e poi pareggiano con Ionita



E' una sfida ricca di occasioni e di gol quella che va in scena tra Verona e Genoa. Il 2-2 frena i padroni di casa – che comunque affrancano uno splendido terzo posto insieme a Inter e Sampdoria a quota 8 punti –, e rilancia Matri come freccia importante (e ritrovata) nell’arco di Gian Piero Gasperini. Proprio l’ex Milan, con la doppietta di stasera, spaventa il pubblico del Bentegodi che però assiste poi ad una grande reazione di calcio e di spirito dei suoi giocatori. Il Verona si conferma un affare ben duro da gestire, ma i rossoblù mandano un bel segnale a tutta la Serie A.

PARTENZA A RAZZO — Scendono in campo vigorose Verona e Genoa, i cambi di fronte sono frequenti, le occasioni si sprecano a ripetizione. La prima mezz’ora restituisce però un Grifone arrembante, ben messo in campo, che sulla fascia sinistra funziona alla grande grazie alle belle combinazioni dell’asse Lestienne-Marchese. E’ proprio quest’ultimo, al 34’, a confezionare un cross al bacio dalla trequarti che Matri, con un mirabile gesto tecnico, deposita di testa in rete. Il Verona riparte, tenta la reazione e Perin deve fare gli straordinari prima su Toni e poi su Saviola (il cui tap-in mancato allo scadere, tuttavia, sa più di occasione sprecata che di miracolo del giovane Mattia).

LA RABBIA E L'ORGOGLIO — L’avvio di ripresa è da doccia gelata per i colori di casa. Ci si aspetterebbe la reazione, ma passano appena due minuti e Rafa Marquez fa un pasticcio tentando un dribbling su Matri nella propria trequarti. L’attaccante lo punisce, come un bomber di razza sa fare: pallone rubato e 2-0 facile facile. Sugli spalti cala il silenzio, la corazzata Hellas è sotto di due gol a zero in casa. Ma Mandorlini non ha abituato i suoi a rese incondizionate. Nessuna spugna verrà gettata sul ring, non in questo modo. Cinque minuti è infatti quanto ci mette Tachtsidis, con un bel tiro piazzato da fuori area, ad accorciare. E’ arrembaggio: Toni, fino a qui un po’ in ombra, non molla un pallone, è suo ogni centimetro dell’area avversaria. Ed è proprio questa caparbietà che porta Toni a proteggere palla, a defilarsi e servire un cross – raffazzonato ma efficace – che trova la testa vincente di Ionita. Eccolo, il pareggio. Non c’è forza di trovare la vittoria, né da una parte né dall’altra. Le squadre ci provano, ma la sensazione è quella di aver speso tutto. Il punto a testa, in fondo, si rivela giusto.

Gasport

Fonte: gazzetta
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26/09/2014 00:04

Lazio-Udinese 0-1: decide Thereau nel primo tempo

L'ex Chievo decide la gara dell'Olimpico.
Lazio in crisi: terza sconfitta in quattro gare, è ferma a tre punti.
Stramaccioni esulta e vola al terzo posto


L’Udinese salta al terzo posto. Sbanca l’Olimpico con un gol di Thereau al 26’ del primo tempo. Seconda sconfitta di fila per la Lazio, che non riesce a riagganciare il risultato neanche con l’assedio della ripresa. Brava la squadra di Stramaccioni a colpire al momento giusto e a sapersi difendere.


DI NATALE FUORI — Nella Lazio, emergenza in difesa. Gli infortuni di Gentiletti (6 mesi di stop) e Basta si aggiungono a quello di Radu, squalificato De Vrij: entrano Konko, Cana e Novaretti, confermato Braafheid. Torna Marchetti tra i pali (il 30 marzo, l’ultima volta da titolare). A metà campo, spazio a Onazi sulla corsia destra con Parolo smistato sul versante opposto, in regia Ledesma rileva Biglia, ai box per infortunio. Al centro dell’attacco Klose preferito a Djordjevic. Nell’Udinese, rispetto alla formazione che ha vinto contro il Napoli, rientra Thereau e Muriel avvicenda Di Natale.


THEREAU-GOL — Avvio equilibrato. Al 21’ la Lazio prova a graffiare con un’incursione di Anderson che si fa mezzo campo e calcia fuori. Due minuti dopo Udinese pericolosa con Muriel che recupera il pallone dopo un scontro con Marchetti (rimasto a terra), a porta vuota salva Novaretti. È il prologo al gol dei friulani che arriva al 26’: irrompe in area Thereau, innescato da Widmer, difesa biancoceleste in tilt. Muriel si ferma subito dopo: subentra Bruno Fernandes. L’Udinese potrebbe raddoppiare al 37’: ancora Thereau, questa volta di testa, a lato. La Lazio non sa ritrovarsi: fuori bersaglio i tentativi di Candreva e Braafheid.

MURO BIANCONERO — Dopo l’intervallo Pioli inserisce Djordjevic al posto di Anderson. Ma è la squadra di Stramaccioni a sfiorare ancora il gol con Kone (fuori). La Lazio cambia marcia. Djordjevic subito insidioso: para Karnezis. Pioli innesta pure Lulic che rileva Ledesma. Scatta l’assalto biancoceleste. Al 27’ una punizione radente di Candreva. Dalla panchina laziale via libera a un altro attaccante, Keita (arretrato Lulic). L’ex del Barcellona insidia Karnezis in un paio di occasioni. Preme Djordjevic. L’Udinese rafforza la difesa con l’ingresso di Belmonte e fa muro davanti alla porta. Così Stramaccioni, vecchio cuore romanista, può incartare tre punti preziosi.

Nicola Berardino

Fonte: gazzetta
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26/09/2014 00:09

SERIE A 2014/2011 4ª Giornata (4ª di Andata)

23/09/2014
Empoli - Milan 2-2
24/09/2014
Cagliari - Torino 1-2
Fiorentina- Sassuolo 0-0
Verona - Genoa 2-2
Inter - Atalanta 2-0
Juventus - Cesena 3-0
Napoli - Palermo 3-3
Parma - Roma 1-2
Sampdoria - Chievo 2-1
25/09/2014
Lazio - Udinese 0-1

Classifica
1) Roma e Juventus punti 12;
3) Udinese punti 9;
4) Inter, Sampdoria e Verona punti 8;
7) Milan punti 7;
8) Genoa e Fiorentina punti 5;
10) Napoli, Torino, Atalanta e Cesena punti 4;
14) Palermo, Lazio, Parma, Chievo e Sassuolo punti 3;
19) Empoli punti 2;
20) Cagliari punti 1.

(gazzetta.it)
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27/09/2014 23:57

Roma-Verona 2-0, Florenzi e Destro da centrocampo nel Totti-day

Il capitano festeggia i 38 anni in campo ma esce sullo 0-0: super Gervinho, ed è quinta vittoria su cinque partite


Ancora Roma, ancora Florenzi e Destro come domenica scorsa contro il Cagliari. Cambia (solo) l'ordine dei fattori, ma il risultato non cambia: 2-0, stavolta la vittima è il Verona. Garcia continua la marcia a punteggio pieno: quinto successo consecutivo, nel giorno del 38° compleanno di Francesco Totti. Ma la copertina va ad altri due azzurri. A Florenzi, che ha sbloccato una partita che si era maledettamente complicata, con un destro al 30' del secondo tempo dopo un...assist involontario dell'ex compagno Tachtsidis. E poi a Destro, che 11 minuti dopo da oltre 40 metri scarica in rete un destro al volo che lascia di stucco Gollini. Garcia esulta, Mandorlini allarga le braccia perché fino al gol del vantaggio il Verona aveva tutto sommato controllato con relativo affanno le giocate giallorosse. Già, perché nel primo tempo la Roma ha faticato a trovare gli spazi: Mandorlini aveva pensato a un Verona tutto a protezione della propria porta e l'ha messo in campo. La squadra di Garcia avrebbe dovuto cercare di aprire il gioco, ma certo la rinuncia a Gervinho in questo senso non è stata d'aiuto. Servirebbe un fraseggio veloce, ma il più lucido in questo senso pare Ljajic, dal cui piede è arrivata l'occasione più grande per la Roma: al 32' il serbo ha messo in mezzo, la respinta di Moras finiva dalle parti di Totti che provava con la scivolata, ma il pallone sbatteva sul palo. Prima, al 15', la chance era tutta sulla testa di Destro, che però incrociava troppo sul cross perfetto di Maicon. Un minuto dopo occasione per il Verona dopo un buco di Yanga-Mbiwa, con De Sanctis bravo sul destro di Junito Gomez.


MOMENTO VERONA — Dopo il palo di Totti, in pratica si è vista solo la squadra di Mandorlini, che pian piano riusciva a prendere un po' di campo: al 34' Nené mandava fuori il colpo di testa su cross di Brivio, 3' più tardi ancora l'attaccante brasiliano - in campo al posto di Toni - prima beffava Yanga-Mbiwa, ma poi il centrafricano riusciva a respingere. E al 38' è ancora De Sanctis, nonostante una gamba destra dolorante da metà primo tempo, a respingere in tuffo un destro a incrociare di Juanito Gomez. La Roma si è vista solo nel finale, con una girata centrale - al 44' - di Destro, assistito da Ljajic.

I GOL — Nella ripresa dopo un'occasione di Totti al 1' su assist di Maicon (Gollini in angolo), Garcia è stato costretto a cambiare il tridente d'attacco: dentro Gervinho al 13', poi al 21' standing ovation per Totti e dentro Florenzi. Cambi azzeccati, il Verona è pericoloso con una punizione di Tachtsidis al 28'. Ma dovevano ancora arrivare le giocate di Florenzi e Destro, che nei 15' finali hanno collezionato anche una traversa (l'esterno) e un tap-in alto dopo uno slalom gigante di Gervinho (il centravanti).

Davide Stoppini

Fonte: gazzetta
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28/09/2014 00:01

Atalanta-Juventus 0-3:
doppietta di Tevez, poi Morata.
Buffon para un rigore

I bianconeri vincono anche contro l'Atalanta grazie all'Apache e all'ex Real, alla prima rete in Italia.
Ma sull'1-0 Buffon salva la squadra di Allegri parando un rigore a Denis



Atalanta-Juve è come i migliori esami dell’università: si può studiare con un riassunto. Dura 90 minuti ma per capirla bastano 34 secondi. Dopo 13 minuti e 9 secondi del secondo tempo, Denis calcia un rigore sullo 0-1. Aspetta che Buffon vada a terra e finisce per tirare piano sulla destra. Gigi, che ha un vecchio conto aperto con chi lo accusa di essere mediocre sui rigori, para e si guadagna l’ennesimo voto alto in carriera. L’Atalanta fin lì è stata coraggiosa, quasi brillante, ma la grande squadra qui è la Juve. Nei 34 secondi successivi, quando tutto lo stadio pensa ancora al rigore, chiude la partita. Tevez calcia dal limite, Sportiello potrebbe fare molto di più e prende il secondo gol di serata: 0-2 e partita chiusa. Sarà sigillata dal gol di Morata, al primo timbro bianconero. Carlitos diventa capocannoniere da solo, la Juve raggiunge la Roma in testa e la aspetta per lo scontro diretto di domenica prossima. Non solo: Allegri mette in fila la quinta partita su cinque senza prendere gol e Buffon allunga a 981 minuti la “no fly zone” sulla sua porta.


APACHE PRIMA FRECCIA — Tutto logico, ma non scontato. Il primo messaggio infatti lo aveva lanciato Colantuono, espulso a venti dalla fine per proteste: Atalanta con due punte e due esterni offensivi, Estigarribia a destra e “Papu” Gomez a sinistra. Non 4-2-4, non esageriamo, ma comunque una squadra coraggiosa. Infatti all’inizio la capolista sembra quasi quella con le maglie scure: Baselli calcia fuori dopo 3 minuti e Denis mette in fila tre assist che si potevano sfruttare meglio. Poi, certo, arriva la Juve: Tevez aumenta i giri del motore e calcia due volte centrale, costringendo Sportiello a rendersi utile. L’Atalanta allora fa inevitabilmente un passo indietro: Boakye prende Marchisio quasi a uomo e Baselli – fin lì ottimo – fatica a costruire gioco. Cresce la sensazione che basti un errore per far passare la Juve. Succede al minuto 35: Gomez si trova quasi in posizione di terzino e si dimentica di controllare il visto d’ingresso di Lichtsteiner. Lo svizzero gli passa alle spalle e trasforma un assist di Llorente in una palla pericolosa a centro area. Oltre i rimpalli spunta il solito Tevez, più reattivo di Zappacosta: 1-0 ed ennesimo gol decisivo con dedica dell’Apache. Questa volta l’omaggio della sottomaglia è per “El Congo”.


APACHE SECONDA+MORATA — Il secondo tempo parte piano e gira intorno ai famosi 34 secondi, avviati da Molina, un ragazzo dell’Under 21 che ha stupito in positivo. Prima si guadagna il rigore anticipando Chiellini in area, poi si libera e calciato alto in una delle azioni più pericolose dell’Atalanta. La partita passa anche da lì: la Juve rimane a distanza di sicurezza e chiude la partita con due subentrati, altra caratteristica da grande. Cigarini perde Pereyra, che crossa perfetto per Morata. La testata vale il primo gol con la Juve e una certa supremazia psicologica sulla Roma. Mancano sette giorni, se ne parlerà anche in giorni di Champions.

Luca Bianchin

Fonte: gazzetta
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28/09/2014 14:51

Sassuolo-Napoli 0-1: decide Callejon nel primo tempo

Basta una rete dello spagnolo per affondare i neroverdi.
Dopo tre giornate, Benitez ritrova la vittoria. Ma quanta paura nel finale...


Quanta fatica! Ritorna alla vittoria, il Napoli, seppur tra mille difficoltà. Benitez aveva chiesto i tre punti per mettere fine alle polemiche: li ha ottenuti, ma il suo collettivo è stato davvero poca roba.


GOL FOTOCOPIA — La differenza di qualità tra le due squadre è evidente, emerge sin dalle battute iniziali. Il Napoli ha la necessità di vincere, di sommare tre punti pesanti alla classifica. Rafa Benitez provvede ad un turnover limitato, in campo ci sono David Lopez e Zuniga per Inler e Maggio, mentre Di Francesco conferma il tridente offensivo che fa leva su Zaza, riferimento centrale, con Floccari e Sansone sugli esterni. Cinque minuti appena e Marek Hamsik sfiora il gol sul cross di Callejon: Consigli respinge e Gazzola allontana il pallone dall'area. Il Sassuolo è timoroso, più che a impostare si limita ad arginare la spinta degli attaccanti napoletani, imprendibili quando avviano le ripartenze. Callejon è quello più attivo, al 25' conclude di poco a lato da buona posizione, un'opportunità che precede il gol che arriva tre minuti più tardi. L'azione è la fotocopia di tante altre che ha avuto come protagonisti Higuain e il giovane spagnolo: apertura di Hamsik sulla sinistra per il Pipita, pronto il cross a rientrare sul quale arriva di piatto Callejon che realizza.


TRAVERSA DI PELUSO — Il gol del vantaggio, tuttavia, sblocca soltanto in parte il Napoli. Nella ripresa, il collettivo di Benitez resta raccolto nella propria metà campo, affidandosi soltanto al contropiede. Un atteggiamento che invoglia il Sassuolo a spingere, a tentare di riequilibrare il risultato. Il solo Zaza, lì davanti, è troppo poco per sorprende un difensore esperto come Albiol che, comunque, lo tiene con difficoltà. Higuain ci prova dalla distanza (10'), e fa la stessa cosa Missiroli (18'), entrambi senza fortuna. Sul finire è Peluso a sfiorare il pareggio, ma il suo tiro, sporcato da Zuniga, finisce sulla traversa.

Mimmo Malfitano

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28/09/2014 20:14

Cesena-Milan 1-1, Succi illude, Rami pareggia

I rossoneri non vanno oltre il pari al Manuzzi.
Grande partenza della squadra di Inzaghi, ma il cesenate approfitta di un'incertezza di Abbiati.
Poi la reazione con il gol del francese. Al 73' espulso Zapata



Altro che trittico da non fallire. Dopo Empoli arriva Cesena e la sostanza resta la stessa: il Milan non passa. Due pareggi in due trasferte oggettivamente alla portata, sebbene in base a questa prestazione sia lecito domandarsi che cosa possa realmente essere alla portata quest’anno per il Milan. Ha assolutamente ragione Inzaghi: con questa squadra serve equilibrio. Il che suggerisce di evitare, almeno per il momento, parole come terzo posto. Concetti che rischiano di allontanare la realtà dei fatti, e cioè quella di un gruppo in fase di costruzione che non ha ancora la maturità e la cattiveria per fissare e raggiungere un traguardo volante (in questo caso, appunto, tre vittorie di fila con Empoli, Cesena e Chievo). Tutto ciò nonostante un avversario di livello tecnico marcatamente inferiore, che comunque ha fatto tutto quanto in proprio potere per complicare la vita ai rossoneri. Dopo cinque partite il Cesena ha altrettanti punti e nel girone di andata ha già archiviato Lazio, Juve e Milan. Niente male per una neo promossa.


MENEZ A SPRAZZI — Il Milan in fondo è soltanto tre punti più in su e ora c’è il rischio concreto di restare impantanati in quella melassa a centro classifica dalla quale spesso è complicato uscire. Stavolta l’attacco boom-boom ha fallito. Non è servito cambiare sistema di gioco, passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, perché se gli interpreti sono poco ispirati non c’è modulo che tenga. Torres non ha trovato spunti, Menez alle sue spalle si è acceso a piccoli sprazzi, e sugli esterni Honda e Bonaventura non hanno inciso. Poi, è ovvio, l’espulsione di Zapata a un quarto d’ora dalla fine ha complicato qualsiasi piano di vittoria. E comunque, il vizio di complicarsi la vita resta. Che sia su palla inattiva o meno, il concetto non cambia: il Milan continua a incassare gol, e stavolta ha fatto (quasi) tutto da solo. Marilungo ha manovrato sulla sinistra, si è liberato di Rami e ha tirato. Un pallone molto debole, che però Abbiati si è fatto sfuggire incredibilmente dalle mani. Succi, appostato a pochi centimetri e sul filo del fuorigioco, non ha avuto problemi a ribadire in rete.


PALLE INATTIVE — Il gol del Cesena ha mandato il Milan sotto choc per una decina di minuti, anche perché sino a quel momento in campo si erano visti soltanto i rossoneri. Possesso palla pressoché totale, con un unico problema, comunque non da poco: una certa confusione nel momento di affacciarsi in area. Il Milan si è affidato troppo spesso ai cross, agevolando il compito della fase difensiva bianconera, e ha fatto girare il pallone meno velocemente rispetto alle prime partite. E’ stato comunque un cross a regalare il pareggio (finalmente una palla inattiva sfruttata a favore): angolo di Honda, Rami ha preso l’ascensore, schiacciato per terra e superato Leali. Il pareggio ha restituito un minimo di tranquillità al Milan, ma nel secondo tempo la luce ha continuato a non accendersi. Anzi, si è spenta anche la già debole fiammella vista nei primi 45 minuti. La cronaca è scarna da entrambe le parti: un diagonale di Coppola fuori di un soffio, un tiro di De Sciglio parato e un colpo di testa di Pazzini che avrebbe potuto essere indirizzato molto meglio. L’espulsione di Zapata, come detto, ha poi chiuso qualsiasi ambizione. Il Cesena ha provato ad approfittarne, ma è stato troppo frettoloso. Per i bianconeri va comunque bene così, il Milan invece deve rivedere anche stavolta i suoi piani.

Marco Pasotto

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28/09/2014 20:18

Serie A, Chievo Verona-Empoli 1-1

Al vantaggio di Meggiorini nella ripresa, risponde Pucciarelli poco dopo:
il primo ritorna al gol dopo un anno e mezzo di astinenza, il secondo continua la striscia iniziata col Milan



Pareggio e tanta paura di perdere. Giusto così, perché Chievo ed Empoli sentivano lo scontro diretto e hanno giocato a lungo col freno a mano tirato.

CHE NOIA — Primo tempo di vuoto, o quasi. Due squadre che giocano a specchio (difesa a 4, trequartista più due punte) finiscono con l’annullarsi. Per 45 minuti meglio, ma sono dettagli, il Chievo che costruisce un paio di occasioni con Paloschi, il più vivace, bravo a non dare punti di riferimento scambiando la posizione con Botta e giocando sempre sul filo del fuorigioco, come ha imparato dal maestro Inzaghi. L’Empoli sembra spento, la brutta copia della squadra che ha mandato in difficoltà il Milan. Cerca di fare la partita per una ventina di minuti, ci prova con Tavano all'8', unico tiro in porta del primo tempo. Poi si spegne. Signorelli, sostituto di Valdifiori squalificato, non ha l’ordine e l’inventiva del play titolare. Insomma: il gioco scorre a fatica. Il Chievo, senza fare cose straordinarie, è comunque più pericoloso: Paloschi alto e di testa, poi Frey da fuori area e infine ancora Paloschi.

CAMBI GIUSTI — Gli allenatori azzeccano i cambi e la partita svolta due volte. Dopo l’intervallo Corini manda dentro Meggiorini, che ricambia in fretta sfruttando al 4' un delizioso assist di Paloschi con la difesa dell’Empoli che dorme un po'. Calzona, che sostituisce Sarri squalificato, al 9' fa una mossa molto simile: fuori lo spento Tavano, dentro Maccarone, tenuto in panchina perché non al massimo della forma. Anche lui entra subito in partita facendo la sponda decisiva per il tiro vincente di Pucciarelli. Dieci minuti e si riparte da zero. A quel punto l’Empoli si sblocca, comincia a spingere, Mario Rui dà un'altra palla deliziosa a Pucciarelli che al 19' si mangia un gol già fatto. Poi c’è la paratona di Bardi su Maccarone, liberato in area da Verdi. Il Chievo chiude in affanno e sembra accontentarsi. Finisce 1-1: giusto così.

Guglielmo Longhi

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28/09/2014 20:20

Inter-Cagliari 1-4, Zeman umilia Mazzarri, tripletta per Ekdal

Disfatta nerazzurra sotto gli occhi di Thohir:
apre Sau, pari di Osvaldo, poi viene espulso Nagatomo e gli isolani si scatenano con Ekdal (tripletta).
Handanovic para un rigore a Cossu


Un film già tristemente visto per i tifosi nerazzurri. Ogni volta che l'Inter potrebbe fare il salto di qualità, si perde tra supponenza, fragilità psicologica e mediocrità tecnica. Il Cagliari di Zeman - un punto nelle 4 gare precedenti - invece viene a San Siro con idee chiare, gamba e tanto cuore. Tutti a casa con un'imbarazzante lezione che va oltre il 4-1 finale, con tripletta di Ekdal e le reti di Sau e Osvaldo. Pesa l'espulsione di Nagatomo sull'1-1, a metà primo tempo, ma già in precedenza i nerazzurri erano parsi in grave affanno e senza la coesione vista nelle prime uscite stagionali. Thohir, presente in tribuna, si farà sentire?

PRIMO TEMPO — Mazzarri fa riposare l'acciaccato Ranocchia. A destra c'è Andreolli e la fascia da capitano se la prende Nagatomo. Hernanes torna titolare dopo due gare dalla panchina. Attacco obbligato con Osvaldo e Palacio, anche se Icardi ha recuperato, ma può fare al massimo uno spezzone. Zeman risponde con Ibarbo e Cossu ai fianchi di Sau. Cambiano i terzini: Balzano e Avelar al posto di Pisano e Murru. Out Conti, in campo anche Crisetig, scuola Inter come Longo. I nerazzurri iniziano col pallino e il pallone tra i piedi, ma soffrono le ripartenze dei sardi, che vanno vicini al gol al 6', con una girata di Cossu murata da Andreolli, e lo trovano al 10': su un lancio lungo Nagatomo anticipa di testa Cossu ma mette in moto Sau, che con un destro secco batte Handanovic. L'Inter fatica a ritrovarsi, ma trova il pareggio al 18' con una furbata di Palacio, che riesce a fare la differenza anche se palesemente in ritardo di condizione. L'argentino subisce fallo da Ceppitelli vicino al limite destro dell'area ed è velocissimo, sfruttando la distrazione del centrale, a battere la punizione servendo un solissimo Osvaldo che appoggia in rete di sinistro. Al 26' però i padroni di casa trovano il modo di complicarsi nuovamente la vita. Già ammonito per una trattenuta su Cossu, Nagatomo stende di nuovo l'avversario a metà campo e si prende il secondo giallo. Mazzarri si dispera e ordina il 4-3-2, con Dodò più basso. Il contraccolpo però è evidente, tanto che dopo un paio di minuti Dessena impegna Handanovic e sulla ribattuta Sau è bravo gare precedenti a difendere il pallone per la stoccata vincente di Ekdal. E non è finita, perché dopo che Palacio non trova l'attimo a tu per tu con Cragno, il Cagliari piazza il tris. Ibarbo al 34' sfonda a destra, si beve Medel e mette al centro per l'accorrente Ekdal che spara sotto alla traversa. La bambola nerazzurra è imbarazzante e al 43' solo super Handanovic nega il poker parando il rigore di Cossu dopo un fallo di Vidic su Sau. Mazzarri ci prova con D'Ambrosio per Dodò, con Jesus che scala a terzino sinistro, ma dopo una manciata di secondi Ekdal spunta di nuovo tra le belle statuine interiste e fa tripletta.


SECONDO TEMPO — Nel disperato tentativo di risalire la corrente, WM nel secondo tempo ci prova con Guarin per Medel. Il perno basso diventa Hernanes, ma come nel primo tempo nessuno si preoccupa di marcare Crisetig, liberissimo di impostare. E netta era già dal primo tempo la supremazia in termini di lucidità e dinamismo di Dessena ed Ekdal su Kovacic e lo stesso Hernanes. Osvaldo al 7' segnerebbe il 2-4, ma sul lancio di D'Ambrosio è nettamente oltre la linea dei difensori. Il Cagliari ora è una fisarmonica, si schiaccia e poi si allunga in contropiede. Hernanes si immola sull'assalto di Cossu al 9'. Cragno subito dopo dice di no sulla girata di Palacio, che però è in perenne affanno. Tanto che non si capisce come mai Mazzarri non dia una chance al baby Puscas. Invece è Icardi a rilevare il Trenza al 24' di una ripresa noiosa come un Tg Parlamento, con il Cagliari che giustamente amministra il vantaggio e l'Inter che, malgrado sia un pelo meno supponente che all'inizio, non azzecca due passaggi di seguito e quindi non crea nulla. Che i nerazzurri si riguardino, tanto per fare un nome, la prestazione di Cossu, commovente nel fare il tergicristallo sulla fascia sinistra sino allo sfinimento.

Luca Taidelli

Fonte: gazzetta
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28/09/2014 20:27

Torino-Fiorentina 1-1, Babacar risponde a Quagliarella

Padroni di casa avanti al 17' della ripresa con l'ex Juve.
Poi entra Bernardeschi, che trasforma il suo primo pallone in un assist per l'attaccante senegalese, che sigla l'1-1 al 33'


Un punto ciascuno, fin poco per le occasioni create e sciupate sotto rete, partita piacevole e divertente nonostante i viola in emergenza in attacco ed il Toro ancora in versione sperimentale con Amauri e Molinaro in panchina. La Fiorentina ha fatto la sua gara, ha atteso prima di colpire, i granata sono partiti sparati poi dopo un paio di brividi con Babacar a tu per tu con Gillet hanno giocato più con la testa che con il cuore. Anche questa volta il Toro in casa non va oltre il pari, l’ultima vittoria nel 2002, un punto prezioso per Montella dopo le recenti critiche ricevute e l’emergenza in squadra. Quattro i protagonisti assoluti del match, tutti decisivi ai fini del risultato: i due portieri, Gillet e Neto protagonisti di interventi decisivi, ed i due attaccanti, Quagliarella e Babacar che oltre a firmare le reti della partita hanno fatto fare bella figura ai portieri avversari.


FOTOCOPIA — Torino in campo con la stessa formazione che a Cagliari ha centrato la prima vittoria in campionato, il solo Gillet tra i pali al posto di Padelli, cambio annunciato alla vigilia per regalare tranquillità al portiere lombardo dopo due “scivoloni” contro Verona e Cagliari. Fiorentina con il reparto d’attacco ai minimi termini, Babacar e Ilicic i terminali con Mati Fernandez alle spalle, a centrocampo il croato Milan Badelj preferito a Pizarro non ancora al top della condizione. Rispetto a Cagliari Ventura allarga il fronte d’attacco, un 3-4-3 con Sanchez Mino, El Kaddouri e Quagliarella a coprire tutto il campo per allargare la difesa viola. Bloccate le corsie Montella si affida alle verticalizzazioni di Kurtic e Fernandez per Babacar. La prima scossa dal torpore tattico verso la mezz’ora. In un minuto padroni di casa sono per due volte pericolosi con un tiro da metà campo di Quagliarella che non sorprende Neto, e con un colpo di testa di Glik su conseguente calcio d’angolo di un soffio sopra la traversa. La Fiorentina spreca al 31’ una palla gol sui piedi di Babacar ma Gillet in uscita sventa con il corpo. Botta e risposta nel finale di tempo, Sanchez Mino calcia a lato su suggerimento di El Kaddouri, Gillet e Neto si oppongono a Babacar e Quagliarella.


QUAGLIA BIS — Decisivo a Cagliari, al terzo tentativo al 17’ della ripresa Quagliarella trova la porta. Palla scodellata da Bruno Peres in area, colpo da maestro dell’attaccante con palla imprendibile a fil di palo. Preso il gol Montella affida ad Aquilani le chiavi per la rimonta ma dal piede di Bernardeschi, al primo pallone toccato, parte l’assist per il pareggio di Babacar, al 33'.

Francesco Bramardo

Fonte: gazzetta
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29/09/2014 00:28

Genoa-Sampdoria 0-1: decide Gabbidini,
Mihajlovic terzo in classifica

Una rete dell'attaccante su punizione decide la stracittadina di Genova.
Partita ricca di agonismo con poche occasioni: blucerchiati terzi in classifica



Gabbiadini fa felice la Samp, che vola al terzo posto. Successo numero 38 per i blucerchiati nella stracittadina della Lanterna, dopo un’ora abbondante di grande agonismo e tante, troppe botte in campo. Derby con sorpresa, sotto gli occhi del c.t. azzurro Antonio Conte: nessuna novità di formazione in casa rossoblù, mentre Mihajlovic l’alchimista lascia fuori a sorpresa Gastaldello (riproponendo Palombo come capitano, con Romagnoli riconfermatissimo in difesa), escluso eccellente di questa sfida numero 109.


AGONISMO E FALLI — Inizio agonisticamente su toni molto elevati, con qualche scintilla di troppo, innescata da un contatto troppo ruvido fra Burdisso e Okaka: il difensore spedisce l’attaccante blucerchiato contro i cartelloni a fondo campo. Ma la sfida si complica subito per Mihajlovic, che perde dopo dieci minuti dal via Regini (stiramento), sostituito da Mesbah, in grave difficoltà nel primo tempo. Pinilla entra in maniera dura su De Silvestri, ma il signor Damato lo grazia e Mihajlovic s’infuria. La Samp prova a ragionare cercando di gestire la sfida, il Grifone viaggia a fiammate. Il gioco sampdoriano passa tutto attraverso Okaka, mentre nel Genoa la prima occasione arriva al 20’ con un colpo di testa di Pinilla. Tiro angolato, ma debole, Viviano blocca. Rossoblù più intensi, anche se nel tridente offensivo Kucka a sinistra è meno continuo del solito. Silvestre stende Pinilla e l’arbitro estrae il primo cartellino giallo della serata. Perin (39’) è prodigioso in anticipo su Okaka, lanciato in profondità da Obiang, poi però (una serataccia, con il pallone fra i piedi) sbaglia al 45’, quando da un suo maldestro rinvio nasce una punizione a favore dei blucerchiati, che Gabbiadini spreca.

EQUILIBRIO — In avvio di ripresa l’intensità cala, ma il Genoa ha una buona opportunità con Edenilson, che sfonda a destra e serve Kucka sulla fascia opposta: colpo di testa (13’), ma Viviano è ben piazzato. Gasperini (15’) cambia il tridente, lanciando Matri al posto di Kucka. La squadra di Mihajlovic prova a cambiare passo, cercando di sorprendere un avversario passato nel frattempo al 4-4-2, con Matri e Pinilla davanti. Colpo di scena al 24’: Burdisso va k.o., Gasp arretra Edenilson, con Bertolacci in mezzo al campo.

DECISIVO — Fino al 31’, quando c’è l’episodio-chiave della gara: fallo di De Maio su De Silvestri, la punizione di Gabbiadini taglia tutta l’area e finisce in rete nell’angolino alla destra di Perin. Vana la rincorsa finale del Genoa verso il pareggio, nonostante l’ennesima occasione di Pinilla, sventata da Viviano in angolo.

Filippo Grimaldi

Fonte: gazzetta
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29/09/2014 23:51

Serie A, Udinese-Parma 4-2: Stramaccioni terzo

Al Friuli i bianconeri superano la squadra di Donadoni.
Nel primo tempo segna Mauri per il Parma, poi doppietta di Di Natale e Cassano su rigore.
Nella ripresa Herteaux e Thereau


Non è uno scherzo. l'Udinese di Andrea Stramaccioni è terza da sola. Dietro le corazzate Juve e Roma. Quattro punti sopra chi ne ha preso il posto all'Inter, Walter Mazzarri. Strama gode, Strama comincia a prendersi le rivincite. Azzecca tutto, comprese le sostituzioni, soprattutto la lettura di una gara in cui l'aiuto più importante glielo fornisce innanzitutto l'eterno Totò Di Natale, arrivato a 196 gol in A con questa fantastica doppietta. Il Parma è in emergenza e senza Biabiany deve puntare sull'estro di Fatantonio Cassano, ma Di Natale fino alle 17 aveva la schiena a pezzi e Luis Muriel ha sostenuto l'ultimo positivo provino in mattinata, ma ha stretto i denti perché voleva esserci, perché vuole stare in questo gruppo rigenerato psicologicamente da Stramaccioni. Quattro gol al Parma sul quale si accende ora la spia rossa perché la difesa balla troppa e la qualità non è eccelsa.


PRIMO TEMPO — I primi 20 minuti sono spenti ma la partita si accende improvvisamente grazie ai piedi e alle giocate di Cassano che innesca Jose Mauri, dimenticato dalla difesa dell'Udinese, che batte Karnezis. Il diciottenne argentino piace pure alla Juve, ma Leonardi vuole farlo crescere a Parma. Lo scorso anno ha debuttato in serie A, due gettoni, Donadoni stravede per lui e per i suoi tempi di inserimento. Su un'altra incursione tampona lo straordinario Karnezis che mette le pezze (ancora più difficile) pure sul colpo di testa di Coda che, evidentemente, da queste parti si esalta. Dopo i 18 gol nel campionato sloveno col Nova Gorica vuole mettere il sigillo anche a Udine. Il vantaggio del Parma dura comunque 5 minuti, perché la difesa emiliana non è attenta e permette a Badu di staccare di testa da gigante per Di Natale che fa un gol meraviglioso ma è completamente solo. Karnezis si supera, ma sulla più bella azione della partita con Widmer che con un movimento in stile basket lascia sul posto Gobbi e mette al centro, Thereau fa un velo da campione e Totò, ancora libero non perdona. Stavolta è l'Udinese che, però, non se la gode, perché al termine del recupero ancora Mauri si inserisce in totale libertà, viene calpestato da Widmer, e Calvarese non ha dubbi nell'assegnare il rigore che Cassano trasforma col "cucchiaio".


LA RIPRESA — Donadoni lascia negli spogliatoi l'acciaccato e non esaltante Mendes inserendo Santacroce ma stavolta è l'Udinese a entrare in campo più carica, forse infastidita dalla leggerezza che ha provocato rigore e pareggio.Il primo numero da campione è del solito Di Natale che con una magia se ne va e serve Kone che però trova Mirante pronto a ribattere in angolo. Ma al 13' i bianconeri sono nuovamente in vantaggio: Widmer, ottimo in fase offensiva, mette al centro e qui è il francese Thomas Heurtaux che fa la magia colpendo in rovesciata. Gol fantastico. Il Parma accusa il colpo: Donadoni butta dentro anche Belfodil per lo spento De Ceglie, prova anche a cambiare in mezzo con la freschezza di Galloppa, ma si affida completamente a Cassano. Ogni palla passa da lui, l'unico che può creare pericolo in qualsiasi momento. Ma l'Udinese tiene perché Allan, ancora una volta mostruoso, è dappertutto e Stramaccioni capisce tutto e inserisce prima Domizzi a sostegno della difesa e poi Muriel (per Di Natale) per ripartire a tutta. La mossa è giusta perché proprio il colombiano genere il secondo giallo di Acquah che a 15' dalla fine lascia il Parma in dieci. Errore che costa cara perché basta un altro errore dello sciagurato Lucarelli e Thereau se ne va fulminando Mirante. The end.

Francesco Velluzzi

Fonte: gazzetta
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29/09/2014 23:55

Palermo-Lazio 0-4: tripletta di Djordjevic, poi Parolo

L'attaccante serbo si scatena con una tripletta. Parolo nel recupero completa il poker.
Pioli esulta e allontana la crisi, il Palermo ora è ultimo in classifica senza vittorie


Lazio a valanga, Palermo all'inferno. L'ultimo posticipo della quinta giornata riabilita i biancocelesti che tornano al successo e lo fanno in modo fragoroso, grazie ad uno straordinario Djordjevic, autore di una fantastica tripletta. Notte fonda per il Palermo che sprofonda davanti al proprio pubblico che però alla fine applaude lo stesso i suoi giocatori, puniti in effetti ben oltre i propri demeriti, almeno nelle proporzioni del punteggio.


LA SVOLTA — La svolta della gara arriva sul finire del primo tempo. Dopo 40 minuti di gioco soporifero (un tiro di Braafheid per la Lazio, un'iniziativa di Dybala ed una di Lazaar per il Palermo le uniche note da segnalare) ecco che negli ultimi cinque minuti della prima frazione la partita si anima. Il Palermo ha due occasioni grandi così per passare in vantaggio. La prima capita a Vazquez che al 40' si presenta tutto solo davanti a Marchetti ma non trova l'angolino sul secondo palo. Un minuto dopo la palla buona capita a Dybala che, a differenza del compagno, inquadra la porta, ma centra in pieno Marchetti, bravo comunque a chiudergli lo specchio. Il Palermo spreca, la Lazio no. Alla prima opportunità i biancocelesti passano. Liulic appoggia a Candreva sull'out destro, cross teso e rasoterra del romano sul quale Djordjevic è il più lesto: primo gol in Serie A per il centravanti serbo.


GARA CHIUSA — La ripresa comincia col Palermo che si getta in avanti alla ricerca del pareggio. Ci va vicino al quarto d'ora, quando Feddal di testa non riesce ad inquadrare la porta da pochi passi (assist di Barreto). Ma poi è la Lazio a salire in cattedra e chiudere la gara. I biancocelesti sfiorano il raddoppio al 20': nella stessa azione Sorrentino compie un doppio miracolo prima su Djordjevic e poi su Parolo. Ma alla mezzora il portiere deve arrendersi al centravanti serbo che realizza la sua doppietta con un sinistro a girare da dentro l'area, dopo essersi liberato di Terzi (l'assist è di Lulic). Ma Djordjevic non si ferma e realizza pure il terzo gol, al 37'. E' il più bello della serata. Lancio di Marchetti, il serbo non ci pensa due volte e da posizione defilata esplode un sinistro che fulmina Sorrentino. Nel recupero è Parolo a firmare il poker con una girata al volo da dentro l'area.

Stefano Cieri

Fonte: gazzetta
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29/09/2014 23:59

SERIE A 2014/2011 5ª Giornata (5ª di Andata)

27/09/2014
Roma - Verona 2-0
Atalanta - Juventus 0-3
28/09/2014
Sassuolo - Napoli 0-1
Cesena - Milan 1-1
Chievo - Empoli 1-1
Inter - Cagliari 1-4
Torino - Fiorentina 1-1
Genoa - Sampdoria 0-1
29/09/2014
Udinese - Parma 4-2
Palermo - Lazio 0-4

Classifica
1) Roma e Juventus punti 15;
3) Udinese punti 12;
4) Sampdoria punti 11;
5) Inter, Milan e Verona punti 8;
8) Napoli punti 7;
9) Lazio e Fiorentina punti 6;
11) Genoa, Torino e Cesena punti 5;
14) Cagliari, Chievo e Atalanta punti 4;
17) Empoli, Parma, Palermo e Sassuolo punti 3.

(gazzetta.it)
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05/10/2014 00:11

Serie A, Verona-Cagliari 1-0:
Tachtsidis affonda Zeman

Il greco nel finale regala la vittoria al Verona e condanna i rossoblu dell'ex maestro.
I padroni di casa colpiscono due traverse con Jankovic e Toni



Il gol (probabilmente regolare) annullato a Toni, le due traverse (di Jankovic e Toni), una ripresa tutta all’attacco: alla fine il Verona ce l’ha fatta a superare la resistenza di un Cagliari mai domo e che nel primo tempo è stato superiore ai padroni di casa per il volume di gioco creato.

TANTO VERONA — Una sfida bella e divertente decisa da un gran diagonale di destro di Tatchtsidis al 44’ della ripresa, anche se sul risultato pesa l’episodio del gol annullato a Toni al minuto 26 del primo tempo, quando su un cross dalla destra di Campanharo, l’attaccante (partito in posizione regolare) sbuca dalla parte opposta e fulmina Cragno. Invece, raccogliendo l’indicazione dell’assistente Petrella, annulla, ipotizzando un'irregolarità del centrocampista brasiliano. Inutili le proteste degli uomini di Mandorlini. Sino a quel momento, però, il primo tempo era stato per quasi mezz’ora una sorta di monologo del Cagliari, che crea i pericoli maggiori a un Verona partito in evidente difficoltà.

TURBO CAGLIARI — La prima occasione è di Ibarbo (3’, gran colpo di testa), che poco dopo si ripresenta al tiro, ma trova sempre un ottimo Rafael pronto a bloccare. Il Verona fatica a impostare il gioco, anche perché la squadra di Zeman fa un gran pressing e gioca quasi stabilmente nella metà campo dei padroni di casa. Dessena si presenta davanti a Rafael con un diagonale dalla fascia destra (17’), sul quale ancora una volta il portiere brasiliano si allunga e blocca.

LA SVOLTA DELLA PARTITA — L’episodio del gol annullato scuote il Verona e al tempo stesso dà fiducia a Toni e compagni, pericolosi prima con Nico Lopez e poi con Tatchtsidis, anche se l’ultima occasione della prima parte di gara è di Cossu, la cui punizione deviata dalla barriera finisce a lato di un soffio. Un primo tempo divertente, quindi una ripresa in cui il Verona è cresciuto, grazie anche all’inserimento sulla fascia sinistra di Hallfredsson e, soprattutto, di Jankovic, che hanno guidato la riscossa di Mandorlini sino alla rete decisiva che rilancia il Verona dopo il k.o. con la Roma. Cagliari coraggioso, comunque, ma che è stato poco cinico nel momento in cui ha avuto il possesso della partita.

Filippo Grimaldi

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05/10/2014 00:14

Milan-Chievo 2-0, Muntari e Honda.
Inzaghi torna alla vittoria

Nel primo tempo i rossoneri faticano contro la squadra di Corini, ma nella ripresa reagiscono e trovano il gol
con un gran sinistro al volo del ghanese e una punizione capolavoro del giapponese



Il Milan ritorna alla vittoria superando 2-0 il Chievo. Decisivi nella ripresa Muntari e Honda, autori di due splendidi gol. I quattro uomini d’attacco sono schierati: Pippo sceglie Honda, Torres e Menez davanti, arretrando i colpi di Bonaventura in mediana, interno con licenza di offendere (l’escluso è El Shaarawy, che inizia in panchina, poi rileva Torres). Corini, collega del Chievo, si limita a tre: due centravanti, Paloschi e Maxi Lopez, sostenuti da Birsa. Curiosità: i tre schierati per colpire il Milan sono tutti ex rossoneri. Dopo due pari con le neopromosse Empoli e Cesena, Inzaghi ritrova San Siro con la necessità di farsi applaudire per i tre punti.


OVUNQUE MENEZ — Nel primo tempo, più che il furore vince la noia: non che non ci provi il Milan, ma senza mai arrivare a ferire. L’urgenza di sbloccare la partita non coincide con intensità e precisione: ritmi non proprio elevatissimi, e tutti fuori misura i tentativi di Menez (servito da De Sciglio, in uno dei pochi spunti positivi dei 45’), Bonaventura (deviazione su conclusione di Torres), Honda (esterno della rete), Torres (non trova la porta dopo un’azione d’angolo). Il più mobile è Menez, lo trovi a destra, in mezzo e a sinistra: Bardi lo blocca in un’altra occasione, prende falli e punterebbe a riportare la squadra in avanti quando è abbassata dal Chievo. Appunto, il Chievo: il gruppo di Corini si muove con armonia e organizzazione, dà la sensazione di poter pungere, si lamenta per un contatto in area Alex-Maxi e si affida poi alle botte dalla distanza (Hetemaj).


MUNTARI GOL — Nella ripresa però si affaccia un nuovo Milan, deciso e…preciso: non nei due tentativi di Menez (ancora il più dinamico) e neppure con Bonaventura. Lo è però con il mancino in controbalzo di Muntari, che dopo dieci minuti accompagna il Milan in vantaggio. Da qui, se si esclude un contropiede con erroraccio di Lazarevic, si può raccontare un’altra partita: più comoda per il Milan, che ora pressa e attacca con meno stress, trovando il raddoppio alla mezz’ora con una punizione di Honda. E ancora più chiusa per il Chievo, che ha una reazione moscia. Senza arrivare spesso dalle parti di Abbiati permette al Milan di chiudere la sua prima partita dell’anno senza subire gol. Per Inzaghi è un’altra vittoria.

Alessandra Gozzini

Fonte: gazzetta
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05/10/2014 17:32

Empoli-Palermo 3-0. Colpo di tacco di
Maccarone, gol di Tonelli e Pucciarelli

Primo successo per i toscani, la squadra di Iachini ancora senza vittorie:
apre al 4' una giocata splendida di Big-Mac, poi raddoppio di Tonelli.
E nella ripresa il tris di Pucciarelli



La prima vittoria stagione dell'Empoli è uno spettacolo, ma potrebbe mettere seriamente in discussione la panchina di Iachini: il suo Palermo incassa altri 3 gol, dopo i 4 contro la Lazio, e subisce una lezione da una concorrente per la salvezza (ma non così tanto, se la squadra di Sarri gioca così...).

IL MONOLOGO — All'ora di pranzo non può che essere Big-Mac il primo in tavola. Maccarone già al 4' manda sotto il Palermo con uno strepitoso colpo di tacco in anticipo sul primo palo su cross di Mario Rui da sinistra. E' solo l'inizio di un monologo dell'Empoli. Il gioco dei toscani scorre veloce con le combinazioni centrali di Verdi, Pucciarelli (preferito a Tavano dopo aver segnato 2 gol di fila) e Maccarone, sempre supportati da Croce. E poi da Valdifiori, chirurgico nel disegnare traiettorie su calcio piazzato. Così, dopo un destro di Verdi alzato in angolo da Sorrentino al 12', Rugani sfiora il raddoppio due volte di testa (bravo ancora il portiere del Palermo). Ma sono solo le prove del 2-0, che arriva al 33' con un colpo di testa di Tonelli sul secondo palo, dagli sviluppi di un calcio d'angolo. Il Palermo in tutto questo tira una sola volta in porta, con Belotti al 16', ma dopo aver rischiato il tracollo su due incursioni a sinistra di Mario Rui e Maccarone, si vede annullare l'1-2 dal mondiale Rizzoli (che compie 43 anni, auguri): Vazquez mette in rete ma dopo una carica di Feddal su Mario Rui.

FUORI I MIGLIORI — La reazione attesa del Palermo nel secondo tempo non si vede, anche perché escono i migliori, Belotti e Vazquez. Nel frattempo l'Empoli, che ha anche la capacità di rallentare il ritmo a proprio piacimento, al 18' segna anche il terzo gol: Valdifiori innesca Pucciarelli, Feddal scivola, e il numero 20 empolese può incrociare tutto da solo, per il terzo gol di finale personale e il terzo di squadra nella partita. Entra anche Tavano che sollecita Sorrentino, mentre dall'altra parte Sepe deve amministrare soltanto un tiro di Rigoni. Rizzoli, alla fine, ha pietà del Palermo: zero minuti di recupero.

Alex Frosio

Fonte: gazzetta
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05/10/2014 17:40

Lazio-Sassuolo 3-2, ancora Djordjevic, Berardi non basta

Secondo successo di fila per i padroni di casa.
Oltre al serbo, già autore di una tripletta col Palermo, segnano Mauri e Candreva.
Inutile la doppietta dell'attaccante degli emiliani.
Espulsi nella ripresa Cana e Peluso



Seconda vittoria di fila per la Lazio, ma quanta sofferenza per archiviare i tre punti contro il Sassuolo (finale 3-2). I gol di Mauri, Djordjevic e Candreva, intervallati dalla rete di Berardi, sembravano avviare la squadra di Pioli verso una gara in discesa. Ma il secondo gol degli emiliani (rigore di Berardi) in avvio di ripresa ha rilanciato la sfida. Risultato in bilico sino al termine sia per la riscossa del Sassuolo sia per i tanti errori dei romani in fase conclusiva

BLOCCO — Nella Lazio conferma in blocco dello schieramento che ha vinto a Palermo. Nel Sassuolo, una novità per reparto: Antei, Biondini e Berardi, che rientra dopo tre turni di squalifica. La squadra di Pioli mostra subito la propria superiorità e sblocca il risultato al 9’: dai 25 metri sinistro fulminante di Mauri, imbeccato da Onazi. La Lazio si muove agilmente, mentre il Sassuolo patisce la differenza di valori. Al 25’ arriva il raddoppio: cross pennellato dalla sinistra di Candreva per il colpo di testa di Djordjevic. Passa appena un minuto e gli emiliani riaprono i giochi. Sansone lancia Berardi, che in uscita beffa Marchetti. Così il Sassuolo torna al gol dopo 434 minuti. La formazione di Di Francesco si rianima e potrebbe anche pareggiare al 31’: palo di Zaza. La Lazio resta però in agguato e al 35’ va ancora a segno: spiovente di Lulic dalla destra, tocco di Antei per anticipare Djordjevic, irrompe Candreva che non dà scampo a Consigli.

RIPRESA — In avvio di ripresa, Lazio ancora all’attacco. Pericoloso Lulic: respinge Consigli. Al 6’ cambia nuovamente il risultato. L’arbitro Tommasi punisce un intervento in area di Cana su Berardi. Rigore per il Sassuolo e secondo giallo per il difensore della Lazio. Dal dischetto realizza Berardi. Pioli rimedia all’inferiorità numerica inserendo un altro difensore Ciani (out Mauri). Di Francesco avvicenda Biondini con Missiroli. Al 17’ resta in 10 anche il Sassuolo. Secondo giallo a Peluso per fallo su Candreva ai limiti dell’area. Di Francesco copre la retroguardia inserendo Longhi al posto di Taider. Poi, dà via libera Floro Flores per rinforzare la prima linea. Ma tra gli emiliani si segnala Consigli, che, dopo aver sventato su tocco ravvicinato di Djordjevic al 13’, devia un siluro di Parolo al 27’. C’è Marchetti sul colpo di testa di Longhi al 36’, così come Consigli si esalta anche su Klose che al 44’ manca il graffio vincente. Finisce 3-2 tra tante emozioni.

Nicola Berardino

Fonte: gazzetta
oops
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