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Serie A 2014/2015 Cronache, Risultati e Classifica

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2015 10:51
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30/08/2014 15:02

Con l' anticipo pomeridiano delle 18:00 a Verona tra Chievo e Juventus, seguito dall' anticipo serale e sicuramente il big match dell' Olimpico tra Roma e Fiorentina delle 20:45, riparte il campionato della massima serie nazionale con tante novità, molte incognite, varie probabili outsiders e almeno due favorite sulla carta, Juventus e Roma, che avevano primeggiato nella scorsa stagione.

La novità, clamorosa per come è avvenuta ma in fondo non del tutta inaspettata dagli addetti ai lavori, è stata certamente l' addio improvviso che Antonio Conte ha dato alla panchina bianconera a pochi giorni, anzi ore, dall' inizio della preparazione atletica in vista delle nuove fatiche nazionali e di coppa. Dopo tre stagioni da trionfatore in Italia, sicuramente meno in campo estero, Conte ha dapprima salutato il club scudettato per poi accettare, a suon di euro (grazie allo sponsor Puma) la panchina della nazionale azzurra come primo atto della nuova gestione Tavecchio della FIGC, nuova gestione resasi necessaria in seguito alle dimissioni di Abete e del suo staff all' indomani del fallimento umiliante della spedizione azzurra ai mondiali brasiliani, fallimento che ha visto come primo capro espiatorio proprio Prandelli. Di qui il passo di bussare alla porta di un vincente come Antonio Conte per affidargli tutto il settore delle nazionali, poichè il pugliese ora dovrà essere supervisore anche del settore under e giovanile di Coverciano.

Dopo l' addio di Conte per la società campione d' Italia non è stato facile deciderne la successione. Alla fine ha prevalso la linea "al risparmio" offerta dall' ex allenatore del Milan Massimiliano Allegri.
Altra novità è il nuovo abbraccio di Mario Balotelli alla Premier League inglese, sponda Liverpool, secondo molti osservatori ultima spiaggia per un ruolo da leader per il discusso giovane ma non più giovanissimo attaccante italiano di colore.

Intanto una squadra italiana, troppo infarcita di stranieri, ha già cominciato a piangere "lacrime napulitane" ...: è il Napoli di Benitez, fuori dalla Champions League dopo la batosta patita ad opera dell' Athletic Bilbao nei preliminari del torneo. Roma e Juventus ringraziano: loro due si spartiranno più soldi dai diritti televisivi. Amen !
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31/08/2014 00:06

Chievo-Juventus 0-1, autogol di Biraghi.
Allegri comincia con una vittoria

Un'involontaria deviazione del difensore su colpo di testa di Caceres decide il match del Bentegodi,
poi un palo di Vidal e le traverse di Tevez e Caceres impediscono ai bianconeri di chiudere i conti.
Buffon salva su Maxi Lopez, ottimo esordio di Coman che aveva pure la febbre


Buona la prima, anche se con il minimo sindacale. La Juventus batte il Chievo 1-0 al debutto in campionato e Massimiliano Allegri dopo quattro anni torna a vincere all'esordio in A. I bianconeri vanno subito in vantaggio grazie a un autogol di Biraghi, ma poi non riescono a chiudere la partita. Su questo il neo allenatore potrà lavorare durante la sosta: quello che conta oggi è il risultato.


CHIEVO RINUNCIATARIO — La formazione della Juve è quella annunciata alla vigilia, con la difesa a tre, Marchisio al posto di Pirlo e il baby Coman subito al debutto alle spalle di Tevez. Corini invece a sorpresa rinuncia a Paloschi e sceglie un 4-5-1. L'obiettivo è pareggiare gli uomini a centrocampo, ma la superiorità tecnica dei bianconeri lì in mezzo è tale che vanifica la mossa tattica. La Juventus è più forte anche fisicamente, così non avendo la stessa abilità nel palleggio, il Chievo si rintana nella sua metà campo. L'unico modo per far male ai bianconeri sarebbe ripartire velocemente in contropiede con Schelotto e Birsa, ma una sola volta i gialloblù ci riescono e l'ex Inter vanifica tutto.

SCHEMI E NOVITÀ — La Juve invece non patisce il cambio in panchina e neanche le assenze. Parte forte e sfrontata, tanto che alla fine del primo tempo viene spontaneo chiedersi come mai sia finito solo 1-0. La rete del vantaggio, arrivata dopo 6 minuti, in realtà è un autogol di Biraghi su colpo di testa di Caceres: il difensore bianonero raccoglie un angolo di Tevez e colpisce la schiena del neo gialloblù. Però la Juve nel primo tempo crea sei palle gol, colpisce due traverse (una con Tevez su cross di Lichtsteiner e l'altra ancora con Caceres su angolo di Tevez) e un palo (Vidal su angolo di Tevez). Gli schemi su calci da fermo funzionano, la difesa regge (anche perché non è molto sollecitata) e Coman non paga lo scotto del debutto, anzi: il francesino ha personalità e non ha paura di tirare in porta.

SOFFERENZA FINALE — Nella ripresa Corini inserisce Paloschi e Radovanovic (che dopo 25 minuti è costretto a uscire per infortunio) e ridisegna il Chievo con un 4-4-1-1, ma continua a mancare ancora chi costruisce il gioco: Izco è deludente. La Juve a destra ha una prateria: Lichtsteiner continua a fare ciò che vuole e i bianconeri sono sempre all'attacco, anche se meno del primo tempo. Ci prova due volte Coman al 1' e al 18' (che poi esce tra gli applausi: sostituito per un attacco febbrile, ha raggiunto i 38,5° C) e poi il neo entrato Llorente (colpo di testa su cross di Lichtsteiner al 26' e altra bella palla dello svizzero al 30', ma lo spagnolo non riesce a metterla in porta). Il risultato però non cambia e questo è l'unico neo di una buona partita. Anche perché, sull'unica occasione del secondo tempo (al 32') ci vuole un guizzo di Buffon per evitare il pareggio-beffa di Maxi Lopez, liberato da un rimpallo in area. Poi però non corre altri pericoli. Buona la prima.

Fabiana Della Valle

Fonte: gazzetta
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31/08/2014 00:13

Roma-Fiorentina 2-0, Nainggolan e Gervinho, festa all'Olimpico per la prima

Per la squadra di Garcia buon esordio di Manolas, De Sanctis compie due miracoli sull'1-0


Vince la Roma all'esordio. Vince ancora Rudi Garcia, ancora 2-0, ancora contro una toscana: 12 mesi fa la prima contro il Livorno, oggi la Fiorentina. Vince soffrendo, capitalizzando la rete di Nainggolan nel primo tempo, alzando con De Sanctis il muro nella ripresa e poi spedendo Gervinho in porta in chiusura di match. La Fiorentina paga un primo tempo in cui non è riuscita mai ad affacciarsi in avanti. E infatti, dopo quattro conclusioni da fuori area non pericolose, tre targate Roma con Nainggolan, De Rossi e Iturbe e una viola con Vargas, è la Roma dopo il 20' a spingere sull'acceleratore, alzando il baricentro e provando l'imbucata per Iturbe, falciato al limite dell'area da Savic: punizione - minuto 25 - che lo stesso argentino calcia di poco alta con il sinistro. Al 28' la rete, con il pallone perso da Brillante che costa a Montella lo svantaggio e all'australiano la sostituzione. Al 39' altra bella azione della Roma, con un fraseggio infinito che porta Totti alla conclusione alta da posizione decentrata in area. Al 43' l'unico tiro in porta della Fiorentina, firmato Vargas, facile per De Sanctis.


SUPER DE SANCTIS — Nella ripresa, al 2', Borja Valero ci prova da limite, ma il dentro non impegna più di tanto De Sanctis. Subito dopo, è il 6', contatto sospetto in area tra Pjanic e Alonso. Al 12' occasione Roma per il raddoppio, ma Gervinho dopo uno slalom gigante fa l'egoista e si fa ribattere il destro da Savic invece di servire il liberissimo Pjanic. Bis due minuti più tardi, con l'ivoriano liberato da Pjanic che calcia addosso a Neto il destro del raddoppio. Poi il palcoscenico se lo prende De Sanctis, che tra il 16' e il 17' prima devia sulla traversa una punizione di Ilicic e poi respinge il destro a botta sicura di Babacar. Poi è l'ora dei cambi: Montella passa al tridente in linea con Joaquin per Babacar, mentre Garcia sostituisce Manolas per Keita, arretrando De Rossi in difesa, e poi Totti per Florenzi. La Fiorentina cresce, la Roma sembra un po' sulle gambe. Ilicic al 36' ci prova con un sinistro dal limite che non gira abbastanza. Ed è ancora De Sanctis, al 42', a uscire alla disperata fuori area su Ilicic. Poi, è il 44', la Roma spreca ancora con Ljajic, prima che Nainggolan - minuto 48 - decida di mandare in porta Gervinho che stavolta non può davvero sbagliare.



Davide Stoppini

Fonte: gazzetta
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31/08/2014 23:57

Serie A, prima giornata: Atalanta-Verona 0-0

Poche emozioni, latita lo spettacolo:
per le squadre di Colantuono e Mandorlini partenza col freno.
Esordio di Rolando Bianchi tra i bergamaschi e di Marquez e Nico Lopez tra i veneti.
Al 23' Sportiello salva su Jankovic e Toni



Un tempo per parte e spettacolo in piccolissime dosi. La sfida tra Atalanta-Verona, anticipata per paura di incidenti, delude le attese e scivola via quasi narcotizzata. Squadre rinnovate, ma non stravolte dal mercato e ancora in cerca di un condizione fisica ottimale.

BRAVO SPORTILLO — Per 45' meglio il Verona, che orfano dei velocisti Iturbe e Romulo, gioca in modo più ragionato e tranquillo. Le occasioni migliori sono tutte dell’Hellas: Jankovic ci prova da fuori al 17’, para Sportiello. Il portiere classe ’92, chiamato a prendere il posto di Consigli passato al Sassuolo, se la cava non bene. Benissimo: prima respinge di piede ancora su Jankovic, un minuto dopo (23’) si ripete su Toni. L’Atalanta sta a guardare per buona parte del primo tempo: Colantuono cambia la difesa per quattro-quinti, punta ancora sul collaudato 4-4-1-1. Ma l’azione scorre a fatica: ricordiamo una rovesciata di Denis e, verso la fine del primo tempo, l’azione più pericolosa dei nerazzurri, innescata da un cross da sinistra di Dramè con Estigarribia che manca l’aggancio per un soffio. Riassumendo: come qualità della manovra meglio il Verona, come numero di occasioni anche. Atalanta in affanno.

MEGLIO L'ATALANTA — Nel secondo tempo, i ragazzi di Colantuono sembrano ritrovare un po’ di vivacità. Dopo 3' Moralez sciupa da due passi un interessante cross di Estigarribia da destra. Subito dopo c’è un angolo di Hallfredsson da sinistra, Toni colpisce male di testa. Ma è un episodio, perché è l’Atalanta ora a fare la partita, con l’Hellas che accusa un vistoso calo fisico. In realtà non succede niente di clamoroso: nel finale Boakye, solo davanti a Rafael, tocca con le mani un ottimo pallone che gli arriva da una punizione di Estigarribia. Finisce senza gol e pochi applausi. Giusto così.

Guglielmo Longhi

Fonte: gazzetta
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01/09/2014 00:02

Milan-Lazio 3-1: gol di Honda,
Muntari, Menez e autorete di Alex

I rossoneri iniziano alla grande, piegando 3-1 i biancocelesti a San Siro.
Bene El Shaarawy, biancocelesti teneri in difesa e fumosi in attacco, Diego Lopez para rigore a Candreva



Cinico e spietato. Proprio come Inzaghi. Due tiri in porta, due gol e poi un rigore. Il Milan parte con il botto infliggendo alla Lazio un 3-1 troppo severo. Ma al cospetto di Silvio Berlusconi e Fernando Torres, il nuovo tecnico del Milan, regala una prova di carattere e orgoglio; da uomini veri, insomma, quelli, parole di Pippo, che sono capaci di raggiungere gli obiettivi. Alla Lazio e a Pioli non resta che mordersi le mani: troppo tardiva la reazione e incredibile il numero di gol sbagliati fino al 95’. Ma la storia è la storia. Perché alla fine per i tifosi rossoneri pare contare di più Inzaghi che viene accolto da San Siro come se dovesse giocare.

Al suo esordio da allenatore in serie A, il “vero” 9 schiera il “falso” Menez, tra El Shaarawy e Honda. Conoscendo la forza offensiva della Lazio non rischia l’intraprendenza di Armero e si affida a Bonera, altro pezzo di storia, sulla sinistra della difesa. Il modulo, 4-3-3, è speculare a quello della Lazio. Pioli punta sulla velocità di Candreva e Keita, con il campione del mondo Klose nei panni del falco. Occorre poco tempo per dare una lettura alla partita. Per entrambe volontà e temperamento funzionano più della manovra, troppo grezza per meritare una valutazione.


HONDA, CHE PARTENZA — La Lazio parte come un fulmine con l’uomo che fa la differenza. Candreva sulla fascia destra propone il meglio del suo repertorio: precisione nel cross abbinata allo scatto. Gli stessi segni particolari di El Shaarawy che inventa il gol del vantaggio dopo soli 7 minuti. Il Faraone raccoglie l’invito di Bonera e con una imperiosa discesa si beve Basta e De Vrij ad ampie falcate per poi allargare di esterno destro a Honda, lento ma deciso nel battere Berisha. Un contropiede che esalta Inzaghi, perché nell’azione del gol c’è tutto il suo pensiero, ma che fa inferocire Pioli tradito da una difesa distratta. Il capolavoro di El Shaarawy è tutto sommato l’unico guizzo convincente di un primo tempo equilibrato, in cui il Milan sa esaltare compattezza, soprattutto in difesa, e spirito operaio, con un De Jong insuperabile, mentre la Lazio fatica a riordinare le idee rinunciando a martellare il nemico sulle fasce.

RIPRESA — La ripresa propone un copione diverso. La Lazio parte forte, ma deve fare i conti con l’organizzata difesa rossonera. Anzi, rischia sul contropiede di Honda di subire il 2-0, ma Cana in velocità interrompe la cavalcata del giapponese. Dopo un tiro di De Vrij oltre la traversa, il Milan raddoppia all’11’ con una spaccata di Muntari, su assist di Abate. E’ a questo punto che Pioli decide di disfare il suo tridente: fuori Klose e Keita per Djordjevic e Anderson a caccia di una complicata rimonta. Ma al minuto 19’ Menez si procura un rigore che trasforma alla destra di Berisha. Il 3-0 punge nell’orgoglio la Lazio che accorcia con un’autogol di Alex, intervenuto nel fraseggio tra Candreva e Djordjevic. Inzaghi, che non è soltanto un marpione dell’area di rigore, avverte scricchiolii e sostituisce Muntari e Honda con Essien e Armero, perché la Lazio prova in tutti i modi a battere Diego Lopez. Da sottolineare il colpo di testa di De Vrji, l’occasione di Mauri subentrato a Lulic e quella più limpida di Candreva. L’assalto al fortino milanista è palpitante, soprattutto nell’ultimo minuto di recupero quando Diego Lopez si esalta sul rigore di Candreva, che subito dopo spreca a lato di testa da due passi. Una serie incredibile di gol mangiati. Il cinico e fortunato Inzaghi può esultare.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
[Modificato da binariomorto 01/09/2014 00:07]
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01/09/2014 00:05

Serie A, Cesena-Parma 1-0. Decide Rodriguez al 38'

Gli uomini di Bisoli, trovato il vantaggio con lo spagnolo,
resistono agli attacchi nel finale e portano a casa una vittoria storica.
Esordio amaro per il Parma dopo la delusione Europa League



Il Cesena scrive una pagina indimenticabile della sua storia vincendo, per la prima volta, all'esordio stagionale in serie A. Un successo frutto della rete di Rodriguez, della reattività di Leali, del dinamismo di Cascione e delle idee tattiche di Bisoli. L'assenza di Cassano nelle file del Parma pesa come un macigno sull'economia del gioco gialloblù. Belfodil e Palladino evanescenti, Lodi discontinuo, Biabiany ancora fuori forma: nel ducato bisognerà lavorare parecchio durante la sosta.

LE SCELTE — Nessuna novità tra i padroni di casa: Brienza, Marilungo e Rodriguez in attacco con Defrel che si accomoda addirittura in tribuna. Il Parma, invece, sorprende tifosi e stampa proponendo Lodi e Jorquera insieme a centrocampo dal primo minuto. Mauri in panchina.

DIESEL BIANCONERO — Il Cesena parte bene: squadra viva, capace di arrivare con facilità sulle corsie laterali, mettendo a centro area traversoni sempre pericolosi. Brienza e De Feudis provano a impensierire Mirante, ma non riescono a trovare la stoccata decisiva. Ai gialloblù manca la scintilla che illumini la loro partita, quella che avrebbe potuto dare Cassano e che non è ancora in grado di regalare Lodi, in difficoltà nel capire i movimenti dei compagni. Gli ospiti tentano di controllare l'avversario, lo studiano, lasciano sfogare la voglia di serie A dei romagnoli. Anche troppo. A sette minuti dalla fine del primo tempo, infatti, una splendida azione corale dei padroni di casa trova la via del gol: Rodriguez sfrutta al meglio un traversone di Brienza dalla sinistra e porta in vantaggio i ragazzi di Bisoli.

SCACCHI EMILIANO-ROMAGNOLI — La ripresa inizia con il Parma che aumenta i ritmi di gioco. Le difficoltà a impensierire Leali, tuttavia, rimangono evidenti. Al 16' Palladino cerca di spronare i compagni, ma il suo tiro dal limite dell'area termina sopra i pali della porta avversaria. Neppure l'ingresso in campo di Amauri provoca la scossa necessaria. Bisoli e Donadoni si sfidano tatticamente a colpi di sostituzioni e "contro sostituzioni". Lucarelli avrebbe la palla del pareggio nel recupero: Leali, tuttavia, è strepitoso sul difensore. Nulla di fatto. I tre punti restano a Cesena. Meritatamente.

Pietro Razzini

Fonte: gazzetta
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01/09/2014 00:09

Genoa-Napoli 1-2: sblocca Callejon,
pareggia Pinilla, De Guzman decide

Nel finale clamorosa occasione per Insigne,
Perin salva i suoi, poi si arrende all'olandese, servito da Zuniga



Vince il Napoli, all'ultimo assalto, quando il Genoa scoppia dopo un pressing furioso e un gioco aggressivo che aveva fatto soffrire i partenopei a lungo. A colpire è il neo acquisto De Guzman al suo esordio, su assist del ritrovato Zuniga. Il Napoli trova subito il varco giusto, grazie ad un'invenzione di Insigne, che fa saltare il dispositivo difensivo del Genova e imbecca Higuain, cross perfetto e Callejon fa centro al volo di destro.

PINILLA INCONTENIBILE — È il terzo minuto, il Genoa sbanda un po' ma si riprende a forza di pressing. Pinilla in avanti è incontenibile, in particolare nel gioco aereo. Il centravanti trova lo stacco, al 20', su cross di Marchese, bella la parata di Rafal. Sette minuti e il duello si ripete, stavolta su cross da destra di Edenilson. L'esito è lo stesso: parata di Rafael. Il portiere del Napoli si arrende solo al 40', quando Pinilla batte sullo stacco Koulibaly e fa centro su cross di Marchese.

SUPER PERIN — La sfida resta in equilibrio, il Genoa spinge, ma è il Napoli a trovare qualche varco: Higuain non sfrutta un buon contropiede al 7', Zuniga trova Perin dopo un buon guizzo, Jorginho dalla distanza alza troppo la conclusione al 19'. Il Genoa ribatte con un tiro dalla distanza di Iago. Il finale è tutto del Napoli: Insigne, lanciato a rete da un errore di Mussis, appena entrato, non riesce a battere Perin, che poco dopo si oppone anche a Martens e ad Higuain. Il portiere del Genoa, però, non può nulla al 50' s.t. sul tocco ravvicinato di De Guzman: bello il suo taglio a suggerire l'assist di Zuniga.

Alessio Da Ronch

Fonte: gazzetta
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01/09/2014 00:13

Palermo-Sampdoria 1-1, gol di Dybala,
pari di Gastaldello al 91'. Espulso Regini

I siciliani vanno subito in vantaggio con l'argentino,
poi non corrono pericoli fino alla rete del difensore blucerchiato.
La squadra di Mihajlovic era in dieci dal 41' del primo tempo



Palermo beffato nel finale, quando ormai pensava di avere la vittoria in tasca. Impresa Samp che soffre in 10 uomini e porta un punto a casa grazie al gol di Gastaldello al 91'. Il Palermo ha molto su cui riflettere: ha sbloccato il risultato in avvio con Dybala e per di più ha giocato in superiorità numerica dalla fine del primo tempo per l’espulsione di Regini. Difetto di gestione e troppe occasioni fallite per chiudere i conti.

LA PARTITA — Iachini si affida al blocco che ha conquistato la promozione in serie A con Rigoni in più e Lazaar in meno (per il marocchino problema muscolare). L’avvio aggressivo dei rosanero spiazza la Samp che non riesce a prendere le misure. Dopo 2’ Vazquez su sponda di Dybala fa partire un diagonale che si spegne a lato. Il Palermo è compatto e riparte veloce. E al 7’ va in scena la sintesi perfetta dell’atteggiamento studiato da Iachini: Barreto lancia in verticale sul filo del fuorigioco Dybala che sguscia via a Gastaldello e Regini battendo di sinistro Viviano. L’argentino si ripete come al suo esordio in A, due anni fa, quando aveva realizzato una doppietta proprio ai blucerchiati. La reazione degli uomini di Mihajlovic è più d’impeto che razionale, ma dura poco. Al 9’ Sorrentino in uscita anticipa Okaka sul cross insidioso di Cacciatore, mentre al 21’ si oppone al diagonale di Obiang. Il Palermo mostra grande determinazione e concede molto poco all’avversario. La gara è molto fisica e ricca di scontri. Volano alcuni cartellini gialli e pagare dazio è Regini che, già ammonito, al 41’ tocca con il braccio largo il pallone in chiusura su Dybala. Per il direttore gara non ci sono dubbi: secondo giallo ed espulsione. Mihajlovic toglie Sansone e inserisce il nuovo arrivato Silvestre.

BEFFA — In avvio di ripresa il Palermo prova e replicare l’azione del vantaggio, stavolta è Terzi a lanciare Dybala che scarta Silvestre ma non si accorge dell’arrivo di De Silvestri che gli sporca il tiro con la palla che va sul fondo. Nonostante l’inferiorità numerica la Sampdoria alza ritmo e baricentro, ma scopre il fianco alle ripartenze rosanero, Vazquez prima e Pisano poi sparano alto. Il Palermo rinuncia all’aggressività per gestire senza frenesia. Mihajlovic gioca la carta Bergessio per Palombo nel tentativo di dare profondità alla manovra, Iachini risponde con Belotti al posto di Dybala. Per l’Under 21 al debutto in A, subito una sponda di testa per Vazquez, che da buona posizione manda sopra la traversa. Il Palermo cala di ritmo e finisce per pagare dazio in pieno recupero: su corner, De Silvestri spizza di testa per Gastaldello che batte Sorrentino.

Fabrizio Vitale

Fonte: gazzetta
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01/09/2014 00:17

Sassuolo-Cagliari 1-1: gol di Zaza e Sau

Gioiello al volo di Zaza al 42', due minuti dopo la risposta di Sau per i rossoblù.
Tra Zeman e l'allievo Di Francesco alla fine vince lo spettacolo



Un gran divertimento, almeno sino a metà gara, questo pari frutto di una sfida giocata per un’ora a gran velocità, che ha fatto sorridere la gente, incantata – innanzitutto – da un superlativo Zaza. Troppo facile dire che la chiamata azzurra di Conte lo abbia galvanizzato: qui bisogna andare oltre, perché la squadra di Di Francesco possiede oggi un tridente offensivo che può essere micidiale, se troverà la necessaria continuità, come hanno dimostrato stasera i continui affondi sulle corsie esterne.

MAGIA DI ZAZA
— Non a caso il gol del provvisorio vantaggio emiliano è nato da un cross di Berardi dalla destra, trasformato al volo da Zaza in un gol straordinario. A quel punto, era il minuto 42, il Sassuolo s’è fatto beffare dalla prima ripartenza ospite, quando Balzano (entrato in campo al posto di un Pisano in grande difficoltà) ha servito a Sau la palla del pareggio. Cagliari parzialmente da rivedere, visto che in avvio di gara (11’) soltanto un’uscita provvidenziale di Colombi aveva negato il gol a Sansone, servito ancora una volta da Berardi, prima di due episodi contestatissimi dai padroni di casa. Al 22’, infatti, Valeri ha annullato il gol di Zaza, che secondo il direttore di gara avrebbe commesso fallo su Colombi e poi (34’) ha ammonito Berardi per una simulazione dubbia in area cagliaritana dopo un contatto con Avelar.


AVELAR PERICOLOSO — Zaza ancora protagonista nella ripresa, quando al 13’ ha impegnato Colombi a terra, ma sul fronte opposto ha risposto Avelar con un diagonale rasoterra a sorpresa che ha impegnato Pomini (23’). Finale a ritmi più bassi. Una curiosità: c’è stato un attimo di ilarità generale, al minuto 7 del primo tempo, quando un movimento dell’arbitro ha attivato involontariamente lo spray da utilizzare sulle punizioni. Sorrisi in campo e fuori.

Filippo Grimaldi

Fonte: gazzetta
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01/09/2014 00:20

Torino-Inter 0-0: Handanovic para un rigore a Larrondo

I nerazzurri creano troppo poco.
Un po' meglio nella ripresa con l'ingresso di Osvaldo.
Nel recupero espulso Vidic



Forse perché intossicate dalle fatiche di Europa League, Torino e Inter non si fanno del male e producono uno 0-0 che se non fosse per il caldo che avvolge l’Olimpico saprebbe tanto di brodino da inizio stagione. I nerazzurri ci hanno provato sino alla fine, ma nel primo tempo li ha salvati Handanovic, bravo a parare a Larrondo un rigore molto generoso concesso da Doveri per una leggerissima trattenuta di Vidic su Quagliarella.

LE SCELTE — Perso Cerci, Ventura chiede uno sforzo all’acciaccato Larrondo per affiancare Quagliarella in attacco. In mezzo al campo, Nocerino viene preferito all’ex Benassi. Panchina per Molinaro, a sinistra va Darmian con Maksimovic sul binario opposto. Mazzarri risponde col 3-4-2-1. Hernanes e Kovacic giocano alle spalle di Icardi, con l’inedita coppia Medel-M’Vila in mezzo al campo. Esterni brasiliani: Jonathan e Dodò.

PRIMO TEMPO — Il pallino lo tiene subito l’Inter, ma è proprio la situazione in cui i nerazzurri hanno sofferto maggiormente anche l’anno scorso. Perché il Toro tiene le tre linee strettissime, con Gazzi che fa il pitbull e protegge alla perfezione il trio difensivo, e riparte a fisarmonica, soprattutto a sinistra con Quagliarella che mette due volte i brividi a Vidic e compagni e alla terza bussa con successo. Vidic al 19’ contrasta in area l’ex juventino, tirandogli appena la maglia e Doveri - esagerando - indica il dischetto. Larrondo convince El Kaddouri, rigorista di successo giovedì in Coppa, ma si fa ipnotizzare da Handanovic. Scampato il pericolo, i nerazzurri non riescono comunque a cambiare marcia. Contro un avversario così chiuso, se non riesci a pressare alto e se partendo da dietro rumini il pallone non trovi sbocchi. Soprattutto se i movimenti senza palla sono pigri e se chi deve accendere la luce, i due trequartisti, è molle e fumoso. Non a caso gli unici parenti lontani di una palla gol arrivano sui calci spiazzati, quando avanzano le torri nerazzurre.

SECONDO TEMPO — Nessun cambio nell’intervallo, ma almeno arriva qualche emozione. L’Inter al 5’ spreca un ottimo contropiede sull’asse Hernanes-Icardi, ma poi è il Toro a sfiorare due volte il vantaggio prima con Larrondo e poi con Quagliarella, girata a lato di un soffio. Mazzarri rompe gli indugi, toglie M’Vila e mette Osvaldo, passando al 3-4-1-2 con Hernanes che affianca Medel. Ventura risponde con Sanchez Mino per El Kaddouri e Molinaro per Maksimovic, con Darmian che torna a destra. Più di un tiro da fuori di Hernanes e qualche mischia aerea l’Inter però non crea. Non che il Toro faccia molto di più, anche se Molinaro qualche fastidio a Jonathan lo crea. Esce anche Dodò per il fischiatissimo ex D’Ambrosio. Ma il risultato non cambia. E a referto va soltanto l’espulsione di Vidic per un applauso all’arbitro. Resta la sostanza che Ventura e Mazzarri avranno molto su cui lavorare durante la sosta.

Luca Taidelli

Fonte: gazzetta
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01/09/2014 00:26

Udinese, doppio Di Natale: Empoli battuto 2-0

I bianconeri sbloccano al 57' con Totò che insacca su assist di Muriel.
Quattro minuti dopo il raddoppio con l'attaccante che approfitta di un clamoroso errore della difesa dei toscani


E chi sennò? Sempre e solo Totò Di Natale. Il numero 10 bianconero onora nel migliore dei modi la festa per i suoi 10 anni cominciati proprio il 31 agosto del 2004 con l'ultimo botto di mercato della famiglia Pozzo regalando la vittoria all'Udinese (2-0) contro l'Empoli e togliendo un po' dai guai il suo tecnico Stramaccioni che nella prima parte aveva sofferto. Al campione (194 gol in A) bastano quattro minuti, per stendere l'altra squadra del suo cuore, quella della città della moglie Ilenia e in cui andrà a vivere a fine carriera. Un triangolo ben chiuso con Muriel e un gentile omaggio di Laurini messo in porta con freddezza alle spalle del buon Sepe. A 6 minuti dalla fine il tecnico romano gli ha concesso la meritata ovazione sostituendolo con Kone. Ma già si capisce che l'Udinese non potrà fare a meno della sua stella che, continuando così, forse sarà davvero utile anche ad Antonio Conte.


PRIMO TEMPO — La partita non comincia nel migliore dei modi, dopo la targa consegnata da Gianpaolo Pozzo a Totò. Stramaccioni sceglie di coprirsi un po' di più e schiera Badu che incolla su Valdifiori, colonna dell'Empoli di Sarri che a calcio gioca eccome. Decisamente meglio dell'Udinese. Hisay e Verdi scendono a tutta a sinistra e scombussolano Heurtaux, Mchelidze si muove tanto e Vecino (grande spunto al 37', sbagliata la mira) e Verdi le supportano con ottimi inserimenti. Mentre Croce è rapido e distribuisce ottimi palloni, uno Tavano lo spreca. L'Udinese balla parecchio e solo il mestiere di Danilo e Domizzi le evita il passivo. In realtà il portiere greco Karnezis, promosso titolare e al debutto assoluto in una partita vera non corre nessun pericolo. L'unico vero pericolo lo corre il suo collega Sepe, che ha vinto il ballottaggio con l'esperto Bassi, sull'unica bella cosa dell'Udinese al minuto 14: Guilherme serve Muriel che lo spedisce in porta con un gran pallone, ma la botta del brasiliano è respinta dal giovane napoletano ex Lanciano. Resta l'unico guizzo del colombiano che Stramaccioni e la società continuano a tenere in grande considerazione ma che nella prima parte becca soprattutto gli insulti della tribuna perché di movimento ne fa davvero poco. L'ultimo brivido è prima del te caldo: Badu, corre sempre all'impazzata e serve Di Natale che, però scatta in fuorigioco, e il suo gol, bello, viene annullato da Di Bello.

RIPRESA SPRINT — Nel secondo tempo Muriel è un altro: parte con uno spunto che innesca Badu che non schiaccia bene di testa e al 12' manda in porta Di Natale, chiudendo un triangolo stupendo, per il delirio dell'unica tribuna del Friuli. Udinese in vantaggio. E 4 minuti dopo è bis, del solito Totò che non perdona Sepe sul retropassaggio sciagurato di Laurini. Poi è controllo, cori, spazio ai cambi. Insomma partita finita perché l'Empoli proprio non ne ha più e lamenta pure un rigore su Verdi che forse non ci stava Meglio di così all'Udinese non poteva andare prima della Juve. L'Empoli deve sperare in qualche botto di mercato finale (Zielinski è già certo) nel recupero di Maccarone e nel lavoro di Sarri che nel primo tempo ha fatto vedere ottime trame, pressing e ritmo, ma che nella ripresa ha pagato il calo e l'inesperienza.

Francesco Velluzzi

Fonte: gazzetta
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03/09/2014 15:09

SERIE A 2014/2011 1ª Giornata (1ª di Andata)

30/08/2014
Chievo - Juventus 0-1
Roma - Fiorentina 2-0
31/08/2014
Atalanta - Verona 0-0
Milan - Lazio 3-1
Cesena - Parma 1-0
Genoa - Napoli 1-2
Palermo - Sampdoria 1-1
Sassuolo - Cagliari 1-1
Torino - Inter 0-0
Udinese - Empoli 2-0

Classifica
Milan, Roma, Udinese, Napoli, Cesena e Juventus punti 3;
Cagliari, Palermo, Sampdoria, Sassuolo, Atalanta, Inter, Torino e Verona punti 1;
Genoa, Chievo, Parma, Lazio, Empoli e Fiorentina punti 0.

(gazzetta.it)
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14/09/2014 00:13

Seconda giornata, Empoli-Roma 0-1:
autogol di Sepe su tiro di Nainggolan

Buon primo tempo dei toscani, puniti da un rimpallo sulla schiena del portiere: giallorossi primi in classifica


Soffre e vince, la Roma. Lo fa cambiando cinque undicesimi di formazione rispetto all'esordio con la Fiorentina, capitalizzando al massimo un autogol di Sepe su tiro di Nainggolan nel recupero del primo tempo e gestendo il risultato nella ripresa, con qualche patema d'animo nel finale quando Manolas, uno dei migliori della squadra di Garcia, respinge al mittente un'incursione di Tavano. L'Empoli non demerita, gioca un primo tempo di grande orgoglio, poi nel secondo tempo - quando le gambe girano meno - non riesce a rimontare. Buon per la Roma, che ha rinunciato per tutta la partita a Iturbe e Totti, mentre Gervinho è entrato in campo solo nel finale.

UN BUON EMPOLI — Il primo tempo degli uomini di Sarri è stato impeccabile. Il 4-3-1-2, e la posizione di Verdi come trequartista, hanno messo a lungo in difficoltà Garcia. Proprio l'attaccante scuola Milan, al 3', ha mancato l'aggancio su servizio in area di Valdifiori. All'11' prima azione della Roma: Nainggolan per Florenzi, destro al volo respinto da Sepe. Poi lunga azione di studio, nella quale la Roma non riesce a prendere campo. Al 39' è Manolas a chiudere ottimamente su Tavano.

MOMENTO CHIAVE — Poi l'accelerazione giallorossa, nel finale del primo tempo: al 41' cross ancora di Naiggolan, sponda aerea di Florenzi, Maicon si divora incredibilmente un gol colpendo il palo, poi sulla respinta Pjanic reclama un rigore che Gervasoni non concede. E' l'antipasto del gol, che arriva pochi secondi oltre il 45': Nainggolan sulla trequarti carica il destro, la palla sbatte sul palo e poi sulla schiena di Sepe prima di finire in rete.


ROMA STANCA — Nella ripresa la Roma appare padrona del campo, anche se al 5' Verdi dopo un slalom si vede deviare in angolo il tiro da Manolas. Al 12' ancora Maicon, titolare dopo il caso Seleçao, riceve il triangolo da Florenzi ma cerca il cucchiaio invece di battere Sepe per il raddoppio. Al 27' il rigore lo chiede l'Empoli: contatto Manolas-Mchedlidze, Gervasoni lascia correre, il tecnico Sarri protesta e viene espulso. La Roma non ne ha più. Garcia fa entrare Keita per amministrare il pallone e poi Gervinho per sfruttare le ripartenze, l'Empoli spinge e ci prova con Mchedlidze al 32' (attento De Sanctis nella respinta) e al 38' con un destro debole del neo entrato Zielinski. Il conto degli angoli - 8-0 per l'Empoli - fa capire quanto la giornata della Roma non sia stata splendida. Ma a Garcia interessa(va)no i tre punti. E ora la testa alla Champions: mercoledì c'è il Cksa all'Olimpico.

Davide Stoppini

Fonte: gazzetta
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14/09/2014 00:16

Juventus-Udinese 2-0: gol di Tevez e Marchisio

Friulani battuti nettamente: apre l'Apache all'8', poi la squadra di
Allegri domina e chiude i conti con il centrocampista nella ripresa



tavolta Stramaccioni non è bastato. La Juventus ha battuto l'Udinese 2-0 nonostante lo spauracchio dell'ex nerazzurro, il primo ad aver violato lo Stadium bianconero, e tiene il passo della Roma. Risultato sbloccato dopo 8 minuti da Tevez, l'attaccante in dubbio fino all'ultimo per un problema muscolare, e messo al sicuro al 30' della ripresa con Marchisio, ottimo sostituto di Pirlo.


CI PENSA L'APACHE — Allegri e Stramaccioni si presentano con lo stesso spartito ma l'interpretazione della partita è completamente diversa. Tutte e due le squadre partono con 3-5-2, ma i meccanismi che nella Juve s'azionano a memoria nell'Udinese devono ancora essere messi a punto, perché i difensori sono troppo lenti e spesso si fanno sorprendere dalle giocate dei bianconeri e i due esterni non spingono ma non riescono neanche a evitare le incursioni di Lichtsteiner ed Evra. Così Muriel e Di Natale lì davanti predicano nel deserto e l'unico che corre è Kone. La Juve invece fa girare palla e punta molto sulle discese dei due laterali, sugli inserimenti di Pogba e Pereyra e sulla cattiveria di Tevez, che non molla un pallone. Il gol dell'1-0 arriva dopo una bella azione, partita proprio da Carlitos che resiste a una carica: palla di Pereyra per Lichtsteiner, lo svizzero la restituisce indietro a Tevez che di destro non sbaglia. La rete non cambia il canovaccio: la Juve continua a spingere e l'Udinese invece a difendersi come può, senza mai arrivare in zona Buffon (zero tiri in porta nel primo tempo). Il raddoppio non arriva nonostante costruisca altre palle-gol con Pereyra, Lichtsteiner, Pogba e Llorente (non brillantissimo).


RADDOPPIO MARCHISIO — La mossa di Stramaccioni nella ripresa è togliere Muriel per passare a un 3-4-2-1, con Kone e il neo entrato Fernandes alle spalle di Di Natale, nella speranza di vedere un atteggiamento più offensivo. Per venti minuti, però, l'unico tiro in porta resta quello di Allan. La Juve continua a tenere in mano la partita, ma il raddoppio non arriva neanche su punizione di Pogba (parata da Karnezis al 4') e allora subentra un po' di paura. Come a Verona contro il Chievo, dove i bianconeri per colpa di un rimpallo hanno temuto la beffa del pareggio di Maxi Lopez nel finale. Così poco prima della mezzora Llorente rischia l'autogol con un pallone deviato e il gol di Bubnjic viene annullato (giustamente) per fuorigioco. Stavolta però il sospiro di sollievo arriva prima del triplice fischio: grazie a Marchisio, che al 30' riceve un pallone da Tevez e lo catapulta in rete. Altra bella azione della Juve, partita da Evra. Buono l'inserimento dei nuovi: Pereyra non fa rimpiangere Vidal (anche se è meno preciso sotto porta) ed Evra parte piano ma poi cresce. Da segnalare anche il debutto di Morata, che sfiora il gol nel finale.

Fabiana Della Valle

Fonte: gazzetta
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14/09/2014 23:55

Sampdoria-Torino 2-0: Gabbiadini e Okaka, show a Marassi

Un gioiello su punizione del numero 11 sblocca il match nel primo tempo.
Nella ripresa arriva la rete di prepotenza di Okaka, che stende i granata.
Primo successo per il presidente Ferrero



Succede tutto dopo il secondo sigillo sampdoriano, figlio dell’ennesima prova di forza di un inarrestabile Okaka (con quattro granata che hanno vanamente cercato di fermarlo): lì è cominciata la festa blucerchiata, orchestrata in tribuna dal presidente Ferrero, che a fine gara è sceso in campo per raccogliere l’applauso del Ferraris. Quasi scontato che finisse così: due a zero Samp, Toro non pervenuto. Prova e riprova, era fatale che prima o poi il fortino granata (più una necessità, che una precisa scelta tattica) sarebbe saltato. Ci ha pensato nel primo tempo Gabbiadini su punizione (fallo di Glik su Soriano), con un diagonale che ha sorpreso Padelli. Addio imbattibilità del numero uno granata (durava da cinque giornate) e fine pure per la striscia consecutiva di risultati utili del Toro (erano tredici). Una considerazione è d’obbligo: l’attacco granata delle meraviglie non c’è più, e questi sono inevitabilmente i frutti che, in attesa di qualche intuizione di Ventura, i granata possono raccogliere.

MONOLOGO SAMP — La Samp ha condotto il gioco in un primo tempo comunque non bellissimo, ma dove la grande mole di gioco sviluppata in attacco da Okaka (davvero straripante), oltre che da Eder e Gabbiadini sulle corsie esterne, insieme alle accelerazioni di un lucidissimo Soriano, ha messo in grande difficoltà un avversario che è riuscito raramente a superare la metà campo. Un Torino molle, apatico, che ha fatto infuriare Ventura in panchina, mentre la tribuna d’onore blucerchiata, molto… cinematografica (con Ricky Tognazzi e la moglie Simona Izzo ospiti del presidente Ferrero) ha avuto ampi motivi per sorridere.


TORO UMILIATO — Samp più forte dell’anno scorso: lo avevano ammesso un po’ tutti, a cominciare da Mihajlovic, e il campo lo ha certificato. Grande circolazione di palla, esterni difensivi che salivano spesso ad aiutare il centrocampo, e granata incapaci di una vera e propria reazione. Anche perché, non pervenuti nel primo tempo Larrondo e Quagliarella (non solo per colpa loro), il resto della squadra ne ha risentito, abbassando sempre più il suo baricentro. Nella ripresa Ventura ha provato la carta-Amauri (mai in partita), dopo avere sostituito Molinaro con Darmian, ma è stato ancora monologo Samp, che prima del raddoppio ha colpito una traversa con Gabbiadini su punizione (20’).

Filippo Grimaldi

Fonte: gazzetta
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14/09/2014 23:58

Cagliari-Atalanta 1-2, a segno
Estigarribia, Boakye e Cossu su rigore

Sardi sconfitti all'esordio casalingo: un gol per tempo e Colantuono sorride.
Per i rossoblù troppe chance non sfruttate e un miracoloso salvataggio di Biava sulla linea.
Arriva troppo tardi la rete dal dischetto del fantasista



Cinica e pratica, l’Atalanta batte il Cagliari, colpito a freddo e poi tramortito proprio nel suo momento migliore. Finisce 2-1 per la formazione di Colantuono, che ha avuto il merito, una volta in vantaggio, di non chiudersi a riccio per custodire il gol.

PARTENZA SPRINT — Pronti-via e l’Atalanta si mette comoda: al 4’ su una fuga palla al piede di Dramè (Balzano infilato sulla corsa) e cross che taglia tutta l’area, Estigarribia fa centro, anticipando Avelar sul secondo palo. Scampato il rischio del crollo (Biava di testa, di poco a lato), il Cagliari prova a reagire subito, ispirato soprattutto da Cossu, che sulla sinistra detta assist e sovrapposizioni di Avelar (è in fuorigioco quando, al 13’, imbecca Farias, che segna un gol giustamente annullato). L’Atalanta alza una diga davanti alla propria area e punta sulle ripartenze, con Dramè ed Estigarribia bravi ad allargare la difesa rossoblù. Al 21’ D’Alessandro sfiora il palo, con deviazione sul fondo. Per quanto poco dinamico, Conti catalizza il gioco del Cagliari, chiamando con i suoi lanci le incursioni di Balzano e Avelar. Sau manca il bersaglio con una voleè debole; poi Cossu, Avelar e Farias tentano invano di bucare la retroguardia nerazzurra.

SFORTUNA CAGLIARI — Nella ripresa la formazione di Zeman, dopo gli inserimenti di Joao Pedro e Ibarbo, s’inchioda sulla linea di porta: al 20’ il colombiano lancia Sau, che in spaccata di destro supera il portiere Sportiello ma Biava salva il risultato con un intervento straordinario (s’infortuna e poco dopo è sostituito). Dal gol mancato alla rete incassata, passano due minuti: su un disimpegno sbagliato del Cagliari, Boakye riceve palla e batte Colombi con un rasoterra. Zeman continua a sperare e al 40’, per fallo di Cherubin su Ibarbo, gli isolani guadagnano un rigore, trasformato da Cossu. La fiammella così resta accesa, sino al prodigioso intervento di Colombi, che nega il pareggio su un colpo in acrobazia di Dessena.

Giuseppe Calvi

Fonte: gazzetta
[Modificato da binariomorto 14/09/2014 23:58]
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15/09/2014 00:03

Calcio, serie A: Fiorentina-Genoa 0-0

Termina senza reti la partita del Franchi.
Classifica che già piange per la squadra di Montella.
Impalpabile la prestazione di Gomez, sostituito


Il ritorno di Cuadrado non è bastato. La Fiorentina non va oltre lo 0 a 0 contro il Genoa. E la classifica già piange per la squadra di Montella. Dal punto di vista dell'impegno, la squadra viola ha poco da rimproverarsi visto che ha attaccato per tutta la gara. La prima occasione arriva dopo soli tre minuti con un diagonale di Borja Valero neutralizzato da Perin. Poi, al 15' una delle poche limpide occasioni da gol: perfetto il cross a rientrare di Aquilani per Gomez che, però, di testa pasticcia. Il Genoa si limita a difendersi con dieci uomini fissi dietro la linea della palla. Chiaro il tentativo di Gasperini di non regalare spazio a Cuadrado, Babacar e Aquilani. Al 27' la Fiorentina va ancora vicina al bersaglio. Stavolta è Babacar a entrare in area e a impegnare Perin con un violento destro. Il portiere del Genoa non riesce a trattenere la palla ma Borja Valero, disturbato da Burdisso, alza sopra la traversa.


FORCING FINALE — Il copione della partita non cambia nella ripresa. La squadra di Montella riparte a cento all’ora ma ancora una volta è bravo Perin a neutralizzare le conclusioni di Aquilani. Poi, all'11', il tecnico viola richiama in panchina un Gomez generoso, ma poco incisivo e inserisce il giovane talento Bernardeschi. La Fiorentina impiega qualche minuto a ridisegnare le posizioni in campo regalando al Genoa l'unica palla gol della gara. Bello il cross di Edenilson per Pinilla la cui conclusione in semirovesciata sorvola la traversa. Poi, ancora Fiorentina. Al 27' l’attento arbitro Orsato espelle per doppia ammonizione l’ex Roncaglia. Il vantaggio numerico regala un’altra spinta alla Fiorentina che si rituffa in avanti. Tante mischie, tante conclusioni dalla distanza, ma anche tanta confusione. La palla giusta in pieno recupero ce l'ha Gonzalo Rodriguez, ma Perin è ancora bravo ad alzare sopra la traversa. Per la Fiorentina l’inizio di campionato è tutto in salita. Il Genoa, invece, incassa un punto prezioso che cancella l’amarezza per la sconfitta a Marassi contro il Napoli al debutto in campionato.

Luca Calamai

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15/09/2014 00:08

Inter-Sassuolo 7-0, Icardi-Osvaldo coppia regina

La squadra nerazzurra supera gli emiliani con l'identico risultato strappato in trasferta nello scorso campionato.
Tripletta per l'argentino, doppietta per l'azzurro. Gol (e assist) anche per Kovacic e Guarin. Espulso Berardi al 15' st


A furia di incensare Zaza e Berardi dopo le prodezze in azzurro, finisce che l'Inter si carica a pallettoni e il Sassuolo si affloscia come un soufflé venuto male. Arriva così l'incredibile bis del già incredibile 7-0 del settembre scorso. E il pallottoliere non si ingolfa soltanto perché la squadra di Mazzarri, che chiude con 4 punte in campo, a un certo punto si ricorda che tra giovedì e domenica avrà due trasferte delicate a Kiev e Palermo. Con l'aggiunta di Guarin, la goleada porta le stesse firme del set rifilato allo Stjarnan il 28 agosto, ma stavolta la tripletta è di un Icardi maestro di cinismo, mentre Kovacic si accontenta di un gran gol e magie assortite. Osvaldo completa l'opera con una doppietta e WM concede minuti rigeneranti anche a Guarin, che invece di segnare prima manda in porta Daniel poi non può esimersi dal firmare il 7-0 finale, due minuti più tardi e a 9' dal suo ingresso in campo. Sassuolo molle e supponente. L'espulsione di Beraradi non conta. I nerazzurri erano già sul 5-0.

LE SCELTE — Mazzari preferisce Osvaldo a Palacio come compagno d'attacco di Icardi. Suggli esterni ci sono Nagatomo e Dodò. Esordio a San Siro per Medel. Andreolli rileva lo squalificato Vidic. Di Francesco punta forte sul tridente Berardi, Zaza, Sansone. A destra gioca l'unico straniero, Vrsaljko, preferito a Gazzola.

PRIMO TEMPO — Neanche il tempo di registrare il gran silenzio dovuto alla chiusura per squalifica della Curva Nord che l'Inter passa. Strappo di Kovacic dalla sinistra, tentativo di tiro dal limite che dopo un rimpallo finisce sul piede di Icardi, al limite del fuorigioco. Consigli ipnotizza l'argentino, ma sulla respinta non può nulla. Anche tatticamente, la gara dovrebbe mettersi in discesa per i nerazzurri, che sembrano alzare il piede dall'acceleratore e lasciare campo all'avversario. Al 15' Berardi viene fermato per un fuorigioco che non c'è. Vero anche che l'attaccante era in posizione defilata. Vrsaljko ha la peggio dopo un contrasto con Dodò e lascia il campo per Gazzola. Con un ex trequartista come Missiroli, il centrocampo a tre del Sassuolo però è troppo leggero e al 21' l'Inter raddoppia al termine di una splendida azione tutta di prima: tacco di Icardi, Osvaldo appoggia per l'accorrente Kovacic che taglia a fette la difesa emiliana e fredda Consigli con un tocco di esterno. Con la mediana che non fa filtro, la difesa va in tilt. E l'Inter va a nozze, facendo tris poco dopo con Icardi che riceve da Hernanes al limite e invece di puntare la porta, prende la mira e fa centro con un destro a giro nell'angolino. Festa grande, applaude pure Massimo Moratti, in tribuna dopo 4 mesi. Ma non è finita qui, perché i neroverdi sembrano anche presuntuosi. Mentre Zaza è il fratello" sfigato" di quello visto in azzurro, la difesa è proprio impresentabile. Dodò al 43' scherza Gazzola e Terranova e fila in porta. A Consigli riesce un doppio miracolo, ma la palla finisce a Osvaldo che da 5 metri fa poker in mezzo alle statuine emiliane.


SECONDO TEMPO — Anche se a buoi scappati, Di Francesco dà un minimo di peso alla mediana con l'ex Taider che rileva Missiroli. Ma la musica non cambia, il luna park rimane aperto e ad ogni tiro l'Inter vince una bambolina. Icardi si porta a casa la terza, incrociando alla perfezione di sinistro sull'assist di Kovacic. L'argentino è di nuovo in posizione dubbia, ma resta il fatto che il Sassuolo non c'è. Berardi poi lo affossa facendosi espellere per una gomitata a Juan Jesus. Entra Guarin per l'applauditissimo Kovacic e fa subito di avere l'atteggiamento giusto. Prima invece di tirare manda in gol Osvaldo, poi si prende la gloria personale con un destro dal limite. C'è tempo per rivedere anche Palacio, che prende il posto di Dodò. In campo ci sono dunque i 4 attaccanti in rosa, in una sorta di improbabilissimo 4-3-3 che conferma trattarsi di partita in cui di normale non c'è nulla. Ora starà all'Inter maneggiare con cura questo risultato, evitando di perdersi come fece l'anno scorso dopo l'abbuffata al Mapei Stadium. Lo stesso vale per il Sassuolo, che dopo quella scoppola pareggiò a Napoli iniziando la risalita salvezza. Ma urgono più equilibrio tattico e soprattutto un bagno di umiltà.

Luca Taidelli

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15/09/2014 00:11

Lazio-Cesena: super Candreva trascinatore. Cesena battuto 3-0

Ottima prova degli uomini di Pioli che raccolgono i primi 3 punti grazie
ai due ex della formazione romagnola (in gol anche Parolo) e Mauri. Bianconeri poco incisivi


Prima vittoria in campionato della Lazio che ritrova l’abbraccio dell’Olimpico. Dopo la fine dello sciopero del tifo (anche se non sono mancati cori contro il presidente Lotito) in 30mila hanno festeggiato i gol di Candreva, Parolo e Mauri. I due ex del Cesena hanno lanciato la formazione di Pioli alla vittoria suggellata dalla rete all’ultimo del capitano. Una prova che ha evidenziato, al di là del risultato, la netta superiorità della Lazio. Giornata tutta da dimenticare per il Cesena, apparso troppo debole e timoroso.


LA LAZIO PARTE FORTE — Nella Lazio Pioli lancia Djordjevic dal primo minuto al posto di Klose (premiato prima della gara da Lotito per il record di gol, 16, ai Mondiali). In difesa, debutto in A per Gentiletti e Braafheid (infortunato Radu). Nel Cesena conferma in blocco della formazione reduce dal successo interno contro il Parma. Avvio arrembante della Lazio che cerca il gol soprattutto con Candreva: al 9’ punizione all’incrocio sventata da Leali in angolo. La pericolosità dell’azzurro annuncia la rete del vantaggio laziale. Al 19’, Braafheid scatta in profondità eludendo la sorveglianza di Capelli, traversone radente per il destro a volo di Candreva, che sotto porta non dà scampo a Renzetti e Leali. La squadra romagnola avverte il gap tecnico con quella di Pioli, cerca di alzare un muro col pressing che però va in tilt dinanzi alle iniziative degli incursori biancocelesti. Al 28’ la Lazio reclama un rigore per un intervento di Renzetti su Candreva. La squadra di Pioli affila le proprie geometrie, mentre i romagnoli non riescono a reagire.

PAROLO-MAURI GOL — Dopo l’intervallo Bisoli inserisce Mazzotta e Djuric, rispettivamente al posto di De Feudis e Rodriguez, per rianimare la manovra. Ma all' 11' la Lazio raddoppia: cross di Candreva dalla sinistra per la capocciata di Parolo che insacca capitalizzando un altro svarione difensivo del Cesena. Al 15’ Klose subentra a Djordjevic tra gli applausi dell’Olimpico. Il Cesena non ingrana: al 25’ troppo alta una punizione di Brienza, così come è fuori bersaglio una botta di Marilungo al 33’. Nel frattempo, Parolo e Candreva avevano tentato di arrotondare il risultato con conclusioni dalla distanza. Al 41’ annullato un gol di Keita per fuorigioco. Chiude i conti al 45’ Mauri, subentrato a Lulic: tocco angolato su delizioso assist di Klose.

Nicola Berardino

Fonte: gazzetta
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15/09/2014 00:15

Napoli-Chievo 0-1: Bardi para un rigore
a Higuain, poi segna Maxi Lopez: fischi

Continua la crisi degli azzurri: gara sempre all'attacco, ma la squadra di Corini sfrutta l'unica occasione


Maxi Lopez e «Maxi Bardi»: il gioco è fatto. Giù la testa, Napoli. Finisce con i fischi e la contestazione del pubblico del San Paolo nei confronti del presidente Aurelio De Laurentiis. Una disfatta, quella degli azzurri, maturata in fondo ad una sfida vissuta nel segno del centravanti del Chievo (bestia nera dei campani), autore ad inizio ripresa del gol-vittoria, e soprattutto del portiere Francesco Bardi, prodigioso in diversi interventi.

BARDI SHOW — Il Napoli va in campo col collaudato 4-2-3-1: confermati Insigne, Hamsik e Callejon dietro a Higuain, alla 50esima partita in maglia azzurra. Gli ospiti rispondono Birsa e Lazarevic a sostegno di Maxi Lopez, mentre in difesa Frey vince il ballottaggio con Sardo. Padroni di casa col piede sull’acceleratore fin dai primi minuti. E Cesar è costretto ad un doppio salvataggio in area su Higuain e Callejon, poi Bardi risponde da campione al Pipita servito da Insigne. Il portiere del Chievo è attento pure sul rasoterra velenosissimo di Hamsik (248esima gara col Napoli, lo slovacco supera Ferrara e raggiunge l’ottavo posto nella classifica delle presenze in campionato di tutti i tempi). È un Napoli aggressivo: tocca a Insigne allarmare l’estremo gialloblù con un tracciante terminato di poco a lato. Diventa all’improvviso «Napoli contro Bardi» quando il bravo portiere ospite para in plastico tuffo il suo primo rigore in Serie A, deviando in angolo il forte tiro dagli undici metri di Higuain al 26’: penalty concesso per plateale fallo di Cesar sullo stesso centravanti argentino. Occasione nitida per il Chievo, la prima del match: sul cross di Birsa - gran dormita di Albiol e Maggio -, al 32’, Maxi Lopez tutto solo davanti a Rafael tocca di testa e colpisce la traversa, poi ribatte il pallone col tacco ma la sfera finisce sull’esterno della rete. Ancora Bardi dice no a Insigne, ultimi minuti col Chievo in sofferenza: ci riprovano Higuain e Insigne, ma il fortino gialloblù resiste.


ASSALTO — Niente cambi, si riparte. E lo show personale di Bardi continua anche nella ripresa. Sulla bordata in avvio di Zuniga dal limite dell’area, il portiere dei clivensi è eccellente. La bravura del numero uno del Chievo infonde coraggio agli uomini di Corini e sugli sviluppi della ripartenza di Lazarevic al 4’ gli ospiti trovano il vantaggio: pallone intercettato da Jorginho, Izco di forza sdradica un pallone e lo serve sui piedi di Maxi Lopez che, approfittando del vuoto lasciato da Albiol, fulmina in diagonale Rafael. Il Napoli si lancia allora all’assalto nei sedici metri gialloblù: tirano Insigne e Hamsik, ma la mira è imprecisa. Super Bardi stoppa pure Hamsik, liberato da Mertens al 20’ e Higuain al 26’. Gli azzurri, sempre più nervosi, cercano di sfondare sulle fasce e di sfruttare gli inserimenti di Hamsik (più arretrato dalla mezz’ora in poi), ma Corini predispone adeguate contromisure. Pericoloso al 34’ Cofie, smarcato da un colpo di tacco di Maxi Lopez. La squadra di Benitez fa un’incredibile fatica: lo spagnolo inserisce pure Zapata allargando Higuain sul versante destro. Eppure non basta. Nonostante 5’ di recupero, un colpo di testa di Zapata respinto dall’insuperabile portiere gialloblù e un assedio costante, gli azzurri non spostano l’inerzia. E il Chievo di Maxi Lopez e Bardi si prende la copertina della giornata. Che colpo, ragazzi.

Alessio D'Urso

Fonte: gazzetta
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