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Campionato di calcio di Serie A 2015/2016

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2016 00:34
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12/09/2015 22:53

La Fiorentina batte il Genoa, Babacar affonda i rossoblù.
Si rivede Pepito

I Viola dominano per tutta la partita. Basta un solo gol, firmato dal senegalese, per portare a casa i tre punti.
I liguri sembrano sterili in attacco con il solo Pandev a provarci.
Nel finale assalto a Tatarusanu sulle molte iniziative di Perotti entrato solo a 15' dalla fine



La Fiorentina batte il Genoa 1 a 0 con gol di Babacar. L'attenzione, però, era tutta per il ritorno in campo di Giuseppe Rossi, apparso in buone condizioni e autore di alcune giocate di qualità.

PRIMO TEMPO — La Fiorentina schiera i suoi uomini migliori. Paulo Sousa fa sette cambi rispetto alla partita persa col Torino e consegna le chiavi del centrocampo a Borja Valero, risultato a fine gara il migliore in campo. Accanto a lui Vecino, autore anche di un'ottima prestazione. Gasperini, invece, lascia Perotti in panchina e punta tutto su Pandev al centro dell'attacco. Il primo tempo non ha regalato grandi emozioni, al di là di diverse conclusioni verso la porta effettuate da Babacar. Giuseppe Rossi ha concesso qualche colpo di tacco e ha provato più volte ad attaccare la profondità senza però risultare pungente. Il Genoa è apparso intimorito dalla padronanza del gioco esercitata dai Viola e non si è mai fatto pericoloso in avanti.

SECONDO TEMPO — Al rientro sul campo dopo l'intervallo la musica non cambia. La Fiorentina prova a spingersi sempre più avanti, creando diverse occasioni nate quasi sempre dai piedi di Borja Valero. E proprio da un cross dalla destra messo in area dallo spagnolo è nato il gol vittoria. Babacar porta in vantaggio i Viola dopo un quarto d'ora dalla ripresa con un gran colpo di testa, forse anche ostacolato dal suo compagno di squadra Vecino, pronto anche lui a raccogliere l'assist al bacio. Al 18' la Fiorentina resta in 10 per l'espulsione di Badelj. Il Genoa abbozza una reazione, grazie all'ingresso in campo di Perotti, che si dimostra subito pericoloso creando superiorità numerica e cercando la conclusione verso la porta. Al 34', per la Fiorentina c'è l'esordio di Błaszczykowski, accolto con entusiasmo dai tifosi. Sul finale, i padroni di casa, stanchi per l'inferiorità numerica si chiudono dentro la propria area e il Genoa tenta uno sterile affondo finale, ma la Fiorentina si difende bene e porta a casa i tre punti.

Angelo Deiana

Fonte: gazzetta
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12/09/2015 22:59

Frosinone-Roma 0-2, Iago Falque-Iturbe decisivi. Ma che fatica

I giallorossi passano 2-0. Totti, per la prima volta titolare, non riesce a segnare il 300° gol.
Traversa di Florenzi



È stata una vittoria più sofferta del previsto e di quanto non dica il risultato finale, con i gol di Iago e Iturbe che lanciano la Roma in vetta alla classifica. Per i giallorossi, però, non è stato un successo semplice, con il Frosinone che nel secondo tempo ha spinto a lungo. Stellone però manca di qualità e di peso in fase offensiva; l'impressione è che con Dionisi e Ciofani si possa andare davvero poco lontano a livello di Serie A.

AD INTERMITTENZA — Garcia lancia dal via Rüdiger (rivedibili alcuni disimpegni) e Totti e cambia modulo, affidandosi al 4-2-3-1 con il capitano giallorosso alle spalle di Dzeko. Stellone invece conferma il classico 4-4-2, con Tonev e Soddimo a dover correre e tamponare. Ed i due esterni ciociari lo fanno spesso e con voglia, tanto da risultare i migliori della propria squadra. Il bulgaro a destra spinge e si accentra, provando anche a fare male da fuori (decisiva la parata di Szczesny al 28'), Soddimo si danna l'anima per contenere Florenzi, unico vero duello di una partita mediocre. A fare il match, però, è sempre la Roma, con Dzeko che a causa di un contrasto di testa con Diakitè dopo appena 3' è costretto a giocare con la testa fasciata. Il colpo, evidentemente, lo condiziona tanto che all'11' il bosniaco si divora un gol facile facile, non riuscendo a ribadire in gol (a porta vuota) la palla tagliata di Iago. Il possesso palla della Roma è a tratti sterile, non riesce mai a produrre gli effetti desiderati. Neanche su calcio da fermo (18'), quando Florenzi pesca Keita che di testa spreca tutto. La replica del Frosinone è una bella percussione di Rosi, liberato dal tacco di Dionisi, ma il tiro dell'ex giallorosso è da dimenticare. Così la logica vuole che il gol arrivi casualmente, su di una rimessa laterale di Digne su cui Blanchard e Pavlovic bucano e Iago si trova quasi sulla linea di porta un pallone che deve solo essere insaccato.

GRANDE SOFFERENZA — Il secondo tempo è tutta altra partita, con il Frosinone che si scrolla di dosso la paura, comincia a giocare e mette a lungo alle corde una Roma in grande sofferenza sotto il profilo del gioco. Rosi alza il baricentro del suo gioco e mette in forte difficoltà Digne in almeno tre occasioni, sull'ultima delle quali c'è un rigore netto per i padroni di casa (fallo di mano del francese su cross del gialloblù) che Gervasoni però non vede. Poi è Ciofani a sfiorare il pari di testa, Rosi cerca un altro rigore su Rüdiger ma stavolta viene giustamente ammonito per simulazione e Totti al 36' calcia fuori da media distanza. Poi è Verde, appena entrato a mettere in campo tanta energia anche se a sfiorare il raddoppio in contropiede è la Roma: assist di Nainggolan e destro di Florenzi che si stampa sulla traversa. Il raddoppio arriva nel recupero: ripartenza rapida di Iturbe che cristallizza la vittoria giallorossa con un sinistro che non lascia scampo a Leali.

FROSINONE-ROMA 0-2 (0-1)

MARCATORI: Iago al 44' p.t.; Iturbe al 48' s.t.

FROSINONE (4-4-2): Leali; Rosi, Diakitè, Blanchard, Pavlovic; Tonev, Chibsah, Gucher (dal 20' p.t. Sammarco), Soddimo (dal 44' s.t. Longo); D. Ciofani, Dionisi (dal 31' s.t. Verde) (Zappino, Gomis, Crivello, Russo, Frara, M. Ciofani, Paganini, Castillo, Bertoncini). All. Stellone.

ROMA (4-2-3-1): Szczesny; Florenzi, Manolas, Rüdiger, Digne; Keita, De Rossi; Gervinho, Totti (dal 36' s.t. Iturbe), Iago (dal 24' s.t. Salah); Dzeko (dal 12' s.t. Nainggolan) (De Sanctis, Castan, Gyomber, Maicon, Emerson, Torosidis, Uçan, Vainqueur, Ponce). All. Garcia.

ARBITRO: Gervasoni di Mantova.

NOTE: spettatori 9mila circa, incasso non comunicato. Ammoniti: Iago, Totti, De Rossi e Pavlovic per gioco scorretto, Diakitè per comportamento non regolmentare, Rosi per simulazione, Leali per proteste. Angoli: 3-8. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t..

Andrea Pugliese

Fonte: gazzetta
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12/09/2015 23:02

Juventus-Chievo 1-1: Dybala risponde a Hetemaj, per Allegri un punto e fischi

I bianconeri si salvano nel finale grazie al rigore trasformato dall'argentino: decisivo l'ingresso di Cuadrado che dà la sveglia


C'era una volta la Juve schiacciasassi che dominava in Italia e incuteva timore agli avversari. Adesso non c'è più. Al suo posto c'è una Juve che arranca e non sa più vincere: un punto dopo tre partite, un 1-1 in casa con il Chievo che smuove poco la classifica. I gialloblù si confermano squadra tosta, discutibili invece le scelte di Allegri, che lascia Pogba in panchina e rinuncia a Cuadrado dall'inizio, uno dei più attivi nel finale.


JUVE COLPITA A FREDDO — Essere a zero punti dopo due giornate è già un handicap, ritrovarsi in svantaggio dopo appena sei minuti di sicuro non aiuta. Il Chievo legittima il suo primo posto in classifica gelando lo Stadium (peraltro già tiepido di suo, vista anche la chiusura della curva per la bomba carta nel derby) con un esterno destro dal limite di Hetemaj: cross di Birsa dalla sinistra, rimpallo di Barzagli che finisce dalle parti del centrocampista del Chievo, un po' tropo solo e indisturbato. La Juve prova subito a reagire con Hernanes, poi due volte con Pereyra e ancora con Dybala e Sturaro. I bianconeri attaccano parecchio, ma lo fanno in maniera confusa e senza troppo furore agonistico. La nota lieta è Alex Sandro, molto bene sulla fascia sinistra, Hernanes invece non brilla sulla trequarti, lento e ancora poco inserito negli schemi. In realtà è tutta la Juve a sembrare scarica, con il centrocampo in difficoltà: Marchisio, che finora non aveva giocato neanche un minuto, in questo momento non è il giocatore che può non far rimpiangere Pirlo. L'assenza di Pogba si sente tutta, manca qualcuno che possa inventare qualcosa. Meno quella di Lichtsteiner, perché Caceres a destra fa il suo. Però questa Juve è solo lontana parente di quella cattiva e agguerrita di un anno fa. E' una squadra senza testa e con poche gambe.

CI PENSA DYBALA — Il Chievo invece è una squadra ordinata e ben messa in campo, che difende diligentemente e sa sfruttare le pause dell'avversario. Maran schiera la squadra a specchio, con Birsa in marcatura su Marchisio ed Hetemaj largo a sinistra che gioca per quattro: copre, spezza il gioco, imposta. Niente di esaltante, ma quanto basta per imbrigliare la Juve 2.0. I gialloblù controllano il vantaggio nel primo tempo e nella ripresa hanno subito l'occasione per raddoppiare: dopo 6 minuti paratona di Buffon su Cesar, con palla che finisce sul palo. Allegri dopo l'intervallo toglie Marchisio, mette Hernanes a fare il play e manda in campo Pogba. La Juve dà segnali di ripresa con un legno di Pereyra, ma il Chievo è vivo e lo dimostra subito dopo: spizzata di Paloschi e gol di Cesar, che però viene annullato per fallo (dubbio) su Bonucci. Dopo venti minuti tocca a Cuadrado al posto di Sturaro, uno dei peggiori in campo: piovono fischi, per lui e per tutta la Juve, come era già successo prima dell'intervallo, tanto che Buffon per due volte ha detto ai tifosi "Abbiamo bisogno di voi". Gli applausi sono solo per l'ingresso in campo dell'amato ex Pepe. Con il colombiano schierato a destra, che sembra tutt'altro che fuori forma, si passa al 3-5-2. Il più pericoloso però è Hernanes, prima con un tiro da fuori respinto da Bizzarri e poi su punizione, spizzata ancora dal portiere del Chievo. Per pareggiare però serve un fallo di Cesar sul vivace Cuadrado in area di rigore: Dybala fa il Tevez e dal dischetto mette fuori causa Bizzarri. Ma la Juve resta dentro la crisi.

Fabiana Della Valle

Fonte: gazzetta
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13/09/2015 16:09

Verona-Torino 2-2: a segno Toni, Baselli, Gomez e Acquah

Quattro reti al Bentegodi nella gara delle 12.30:
sotto una pioggia battente, la partita si decide nella ripresa con quattro gol in 27 minuti



Due volte raggiunto, il Verona manca di nuovo l’appuntamento con la prima vittoria in questo campionato. Il Torino invece perde i primi punti della stagione, ma per lunghi tratti si è trovato in sofferenza e alla fine non può lamentarsi del risultato. Le quattro reti arrivano nella ripresa, sotto il diluvio, con Toni (rigore), Baselli, Gomez e Acquah. Il Verona non riesce a difendere a lungo i due vantaggi, concedendo il recupero ai rivali, anche se tiene in mano il gioco con maggior continuità e ha una superiorità netta sulle palle alte, soprattutto se nascono da calci piazzati: il 2-1 di Gomez è la ripetizione di un giochino che riesce sempre, con l’imbeccata di Viviani e la conclusione dei gialloblù. Ma sono tutte di testa anche le migliori occasioni della prima parte, con Marquez e Toni che vanno vicini al bersaglio. Sul centravanti c’è anche una trattenuta sospetta di Bovo però l’arbitro Irrati non fischia il rigore facendo infuriare i gialloblù, a inizio ripresa invece punisce un contatto fra Jansson e Gomez che pare meno grave.

EMERGENZA TORO — Va ricordato comunque che il Torino ha una difesa d’emergenza, con il solo Glik fra i titolari fissi. Bovo e Molinaro lo affiancano, poi dopo un quarto d’ora va ko anche Avelar ed entra Jansson, spostando sull’esterno Molinaro. E’ la mossa decisiva per tenere il Toro a galla perché la fascia diventa di proprietà del granata. Anche a centrocampo, senza Benassi e Gazzi, c’è l’ex interista Obi non in gran giornata e cambiato poi per Acquah, che firma il 2-2. Quando il Toro non va, Ventura si arrabbia parecchio: fra le urla del tecnico anche lo spostamento di Baselli da sinistra a destra e proprio l’ex atalantino trova l’1-1 con il terzo gol in tre giornate. Mandorlini invece piazza Greco nella posizione dell’infortunato Hallfredsson e poi prova Pazzini sono nel finale. Ma i più positivi per il Verona sono Viviani e Greco.

Pierfrancesco Archetti

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13/09/2015 19:50

Empoli-Napoli 2-2, l'ex Sarri costretto ad una doppia rimonta

I padroni di casa vanno due volte in vantaggio ma alla fine vengono ripresi:
Insigne risponde a Saponara, Allan a Pucciarelli.
Higuain attivo ma innocuo sotto rete



Finisce in parità, il risultato più giusto. Un tempo per parte per un 2-2 che regala il primo punto stagionale all'Empoli e che conferma le solite difficoltà difensive del Napoli. Gioca Gabbiadini, diversamente da quanto aveva annunciato, Maurizio Sarri, alla vigilia. Pretattica? Semmai fosse, il suo fare ha poco da allenatore di una squadra importante. Nonostante la presenza dell'ex sampdoriano, al fianco di Higuain, il peso offensivo resta inconsistente per tutto il primo tempo.

BUON EMPOLI — Di contro, c'è un Empoli attento e concreto, Giampaolo ha preparato la partita chiudendo tutti gli spazi alla manovra napoletana. Così, Reina si trova costretto, dalla sua area piccola, a tentare di lanciare il contropiede per saltare il centrocampo, dove Allan, Valdifiori e Hamsik sono sovrastati dal grande movimento di Croce e Zielinski, mentre Saponara tiene in apprensione la difesa avversaria. Ed è proprio il trequartista a trovare il gol dopo appena 3 minuti: la dormita di Hysaj, che scatta in ritardo sul fuorigioco, ne libera il destro per il vantaggio empolese. Ancora una volta, dunque, il, Napoli viene penalizzato dalla mediocrità difensiva. Ma è nell'insieme che la squadra non convince.

RIMONTE — Il pareggio, tuttavia, arriva al 7' , grazie ad una girata di Insigne che fulmina Skorupski. Resta questa l'azione migliore del Napoli in tutta la prima fase, mentre l'Empoli trova il raddoppio con Pucciarelli, lesto a girare in rete un cross del solito Saponara. Nella ripresa il Napoli parte in quarta e raggiunge subito il pareggio, con Allan (5'), che di forza batte sullo scatto Tonelli e spinge in rete il suggerimento di Gabbiadini. Molto meglio, il centrocampo con l'ingresso di Jorginho al posto di Valdifiori, mentre nemmeno l'attacco a tre, con Callejon e Mertens ai lati di Higuain riesce a dare maggiore consistenza alla fase offensiva.

Mimmo Malfitano

Fonte: gazzetta
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13/09/2015 19:54

Carpi-Palermo 2-2: Borriello subito in gol, gli risponde Djurdjevic

Era la partita di Gilardino e Borriello. Il primo non ha influito sulla gara, il secondo,
invece, ha subito segnato dopo due minuti dall'ingresso in campo al 64'


Il Carpi accarezza il sogno dei primi tre punti, il Palermo rimedia al fotofinish una partita iniziata bene, ma condotta male. Iachini lancia Quaison al fianco di Vazquez come secondo rifinitore alle spalle di Gilardino, al debutto. E proprio da un numero dello svedese dopo 6’ nasce il vantaggio dei rosanero: finta su Lollo e galoppata in area di Quaison che mette in mezzo, per Hiljemark è un gioco da ragazzi insaccare alle spalle di Benussi. La premiata ditta svedese è la più attiva sul fronte offensivo. La pressione del Palermo sbatte, però, sul muro degli emiliani che pungono in contropiede. Al 15’ Matos dalla destra crossa al centro per Fedele che spedisce alto. Gli uomini di Iachini calano di ritmo e il Carpi ne approfitta al 24’: Mbakogu da destra salta Gonzalez e piazza un palla tesa in mezzo a cercare Matos sulla quale interviene Vitello che spedisce in rete. Al 32’ la replica dei padroni di casa, sempre con una percussione dalla sinistra di Quaison che tenta la conclusione diretta in porta, Benussi si salva con i piedi.


SECONDO TEMPO — Anche nella ripresa il copione non cambia il Palermo pressa, ma in modo sterile. Castori gioca la carta Borriello per Mbakogu, Iachini risponde con Djurdjevic al posto di Gilardino, ma sono gli emiliani a capitalizzare al 19’ col nuovo entrato su splendido servizio di Matos. La reazione dei rosanero è confusa e disordinata, Jajalo ci prova dal limite con una rasoiata che finisce di poco a lato. Più pericoloso il Carpi i con Borriello al 35’ al quale si oppone Sorrentino. L’arrembaggio finale premia i padroni di casa, al 43’Djurdjevic su cross di Lazaar insacca di testa, complice un’indecisione di Benussi, bagnando l’esordio con il gol.

Fabrizio Vitale

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13/09/2015 19:57

Sassuolo-Atalanta show! Eurogol per Pinilla e Floro Flores

L'attaccante cileno fa e disfa:
si rende protagonista con l'ennesima rovesciata vincente,
poi si fa espellere per doppia ammonizione.
Floro Flores trascina il Sassuolo e segna un gol bellissimo con un gran tiro



A dispetto di chi si è divertito un sacco (quattro gol, due espulsioni, due rigori parati e pure un gol annullato giustamente a Floro Flores), chissà per quanto il Sassuolo rimpiangerà questo pareggio: in attesa del risultato del derby di stasera ha potuto toccare da vicino l’illusione di trovarsi in testa alla classifica da solo, ma nonostante più di mezzora di superiorità numerica nel secondo tempo (espulsione di Pinilla, dopo una doppietta fantastica) non è riuscito a piegare la resistenza dell’Atalanta. Che anzi, a sua volta, si è illusa di poter fare il colpaccio, quando Moralez, dal dischetto, ha avuto a disposizione il tiro del 3-2, ma se lo è fatto parare da Consigli.

LE SCELTE — Nessuna sorpresa nei due 4-3-3 di riferimento: Di Francesco ha preferito Floro Flores (per ora specializzato in gol dalla panchina) a Politano per affiancare Defrel e Sansone e per il resto ha insistito con la squadra che aveva meritato il primato in classifica. Reja ha scelto di cambiare un solo centrale difensivo e dunque, fra i nuovi acquisti, di lanciare solo Paletta (e non anche Toloi); confermati l’annunciato utilizzo di Bellini invece di Masiello, la fiducia all’olandese De Roon (Cigarini non è ancora pronto) e il tridente tutto sudamericano, con Moralez che ha compiti ormai stabili di esterno in partenza da destra, ma sempre con libertà di accentrarsi.

PRIMO TEMPO — Si è capito presto che sarebbero stati fuochi d’artificio, perché le squadre si sono affrontate subito senza concentrarsi solo sulle contromisure, lasciando alla distanza spazi poco coerenti con gli equilibri difensivi che forse i due allenatori avrebbero preferito. Più possesso palla del Sassuolo, ma la nuova Atalanta punta sul suo gioco imperniato in particolare sui tre attaccanti, senza limitarsi a spezzare quello degli emiliani. Favorita, in questo, dal fatto di passare per due volte in vantaggio, grazie prima ad una prodezza di Sportiello, che toglie dall’angolino basso alla sua sinistra un rigore calciato senza troppa forza da Sansone, dopo fallo in area (piuttosto ingenuo) du Cherubin su Missiroli. E poi a due graffi di Pinilla: il primo è più che altro un’invenzione, ovvero una rovesciata stratosferica su cross dalla sinistra di Gomez; il secondo un guizzo da killer su regalo di Peluso, che inciampa in uno sciagurato retropassaggio non perdonato dal cileno. Ma il Sassuolo, nonostante l’Atalanta interpreti la situazione di vantaggio anzitutto chiudendo bene gli spazi, trova per due volte il pareggio cercando soluzioni da fuori, entrambe favorite da ingenuità di Carmona, che lascia troppo spazio a due grandi tiri da fuori di Magnanelli e Floro Flores.

SECONDO TEMPO — Per il Sassuolo sembrerebbe il prologo di un secondo tempo nel quale concretizzare la superiorità e il progetto è in effetti favorito da una grande ingenuità di Pinilla che, già ammonito per una simulazione, al 3’ cerca un inutile fallo su Peluso e lascia l’Atalanta in dieci, in balia degli attacchi del Sassuolo, che Di Francesco prova a scatenare cambiano via via tutti tre gli attaccanti e trovando in Missiroli la scheggia impazzita che punta a sfiancare l’Atalanta. Ma le vere occasioni da gol non si vedono perché la squadra di Reja si rannicchia bene nel suo 4-4-1 e la variabile (negativa) per il Sassuolo diventa Vrsaljko, che impiega ancor meno tempo di Pinilla a prendere due gialli. Il secondo per un fallo in area su Moralez, ma stavolta è Consigli a ipnotizzare il centravanti avversario (suo ex compagno di squadra) che sbaglia dal dischetto, lasciando che Sassuolo e Atalanta alla fine si dividano tutto: punti e anche errori.

Andrea Elefante

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13/09/2015 23:02

Lazio-Udinese 2-0: doppietta di Matri

Dopo un primo tempo poco brillante e bloccato, l'ex attaccante del Milan entra al 11'
della ripresa e piazza un uno-due terribile in 8': Pioli ringrazia e l'Udinese resta a secco



Alessandro Matri lascia subito il segno al debutto con la maglia biancoceleste. Subentra all’11’ della ripresa e sblocca il risultato al primo tiro in porta. Poi raddoppia e chiude i conti con l’Udinese. Torna a vincere la Lazio, mentre l’Udinese incappa nella seconda sconfitta di fila. Dopo un primo tempo grigio, la partita decolla nella ripresa. La squadra di Pioli inserisce una marcia in più con gli innesti di Felipe Anderson e dello stesso Matri.

EQUILIBRIO — Nella Lazio, infortunati Biglia, Klose, Djordjevic e De Vrij. Pioli si affida al 4-2-3-1. Tra i pali torna Marchetti. In difesa, al centro Mauricio con l’olandese Hoedt al debutto. In avanti, prima stagionale per Mauri, che ritrova anche la fascia di capitano. Nell’Udinese, in mediana Kone dal primo minuto, mentre Di Natale parte dalla panchina. Pioggia torrenziale sull’Olimpico già da prima del fischio d’inizio. La Lazio cerca subito di dare profondità al gioco, Udinese guardinga e attenta. Al 13’ Marchetti controlla una punizione di Fernandes. Un minuto dopo, si ribalta la scena con Karnezis vigile su calcio piazzato di Candreva. Che al 23’ ci riprova dalla distanza: conclusione insidiosa deviata in angolo. Campo sempre più pesante. La squadra di Pioli ha difficoltà a incidere in fase offensiva. Col passare dei minuti guadagna metri la formazione di Colantuono. Al 38’ rilancia la Lazio con un tentativo di Cataldi da fuori area: a lato. Al 43’ rapida combinazione fra Keita e Candreva che conclude con un diagonale radente.

LA SVOLTA — Dopo l’intervallo, la Lazio tenta subito l’assalto frontale. Al 3’ Keita pericoloso con un destro a giro: fuori bersaglio. All’11’ Pioli opera un doppio cambio: fuori Candreva e Lulic, dentro Felipe Anderson e Matri. Cosi, in avanti, Anderson e Keita vanno sulle face, nel mezzo Matri supportato da Mauri. Replica dalla panchina friulana con Badu al posto di Fernandes. La squadra di Colantuono sfiora il vantaggio al 12’ con Thereau (si oppone Marchetti) e al 15’ con Adnan (fuori). I due nuovi entrati trovano la giocata giusta per portare al gol la Lazio. Al 19’, invenzione di Felipe Anderson sulla sinistra. Sul traversone si avventa Matri per la zampata vincente. L’Udinese cerca la reazione immediata ma sulla bordata di Kone sfodera una vera prodezza. Al 25’ Matri si avvita per un colpo di testa. Tre minuti dopo il raddoppio con l’ex milanista, lesto a colpire su un rimpallo in area friulana dopo una rasoiata di Keita respinta da Karnezis. Olimpico in estasi per il nuovo bomber laziale. L’Udinese non molla. Insegue il gol per riaprire la gara con i subentrati Di Natale e Aguirre. Ma la Lazio sa proteggere la doppietta di Matri per incassare tre punti preziosi.

Nicola Berardino

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13/09/2015 23:07

Inter-Milan 1-0: Guarin regala il derby a Mancini,
a Miha non basta Balotelli

Una rete del colombiano decide il derby, SuperMario entra nella ripresa e sfiora il pareggio due volte:
adesso Mancini vola in testa da solo, a punteggio pieno


Tre partite, nove punti. Il derby vinto 1-0. La stracittadina di settembre, emette un primo verdetto: è l’Inter la prima sfidante-scudetto di una Juve che pare non essere più lei. Ed è già parecchio squadra per essere stata così rivoluzionata dal faraonico mercato estivo. Ma il derby settembrino a differenza degli esami, non emette una sentenza inappellabile: il Milan gioca sostanzialmente alla pari, sfiorando in almeno due occasioni l'1-1. Trascinato da proprio dall’uomo-copertina per eccellenza Mario Balotelli, entrato per Bacca e subito nel cuore della partita. Il derby, sempre intenso e a tratti anche bello, ha fatto dimenticare le due inquietanti stracittadine dell’anno scorso, mostrando il buono (parecchio) delle due squadre e qualche difetto senz’altro migliorabile. Il grande calcio sta tornando a Milano.


SUBITO HANDA — Alla prima vera azione della partita si capisce perché MIhajlovic stravede per Bacca e Luiz Adriano: il colombiano mette un filtrante per il perfetto movimento del brasiliano, stoppato da una grande uscita bassa di Handanovic. La difesa dell’Inter soffre i sincronismi di una coppia più affiatata di due sposini che banchettano alle nozze d’argento. L’Inter si riassesta subito, con Felipe Melo che impiega 5’ a far capire ad Honda, il peggiore del Milan, che non è aria. L’ex Juve è subito dentro il derby: corre, raddoppia, filtra e gioca semplice, come spesso (non) faceva. Le manovre, che non trovano quasi mai sbocco lateralmente, si appoggiano sui movimenti degli attaccanti: nell’Inter c’è un Jovetic versione tempi belli di Firenze. Già buona l’intesa con un Perisic ancora più indietro e non esattamente a suo agio da trequartista, ma che ha tutto per diventare l’arma impropria di questa Inter. Il problema è Icardi: finché partecipa poco alla manovra nulla di nuovissimo, ma quando si divora il vantaggio a due passi da Lopez nell’unico minuto di recupero capisci che Maurito non è al top. Si va al riposo sullo 0-0 e non è uno scandalo per quanto visto.


GUARIN DA TRE PUNTI — La partita riparte equilibrata, con un Kondogbia in crescita e un Kucka in calo dopo un primo tempo sopra le righe. Lopez prima sbaglia di piede poi è attento su Guarin. E proprio colombiano, forse il miglior tiratore puro da fuori area in campo, la sblocca. Un disimpegno rischioso dell’Inter fa alzare il battito della curva nerazzurra ma paradossalmente anche il baricentro Milan poi sorpreso dall’uscita nerazzurra: Guarin sale come un quarterback e colpisce da dietro l’arco come Danilo Gallinari col gran sinistro a giro. Terminati i paragoni con altri sport, il colombiano rischia di essere un acquisto in più per Mancini. Mihajlovic, col Milan che fa fatica a creare, decide di lanciare Balotelli. Il 4-3-1-2 con questi interpreti è una puntata al rosso e nero (nel senso di roulette, non di Milan) ed esce Bacca. Non perché abbia demeritato.

CHE BEL BALO MA… — Mario entra al 16’. Pronti via e un Melo fondamentale spende subito il giallo per tirargli una stecca e farlo innervosire. Mario sfrutta il suo punto forte, un calcio di destro da predestinato, per spaventare l’Inter su palla inattiva. Poi semina il panico e Telles (entrato per Juan Jesus, bravino ma da rivedere) fa quasi autogol. Non è finita: l’ex subissato di fischi (con anche Miha, all’annuncio delle formazioni) scheggia il palo da fuori area e costringe un super Handanovic alla deviazione in corner. Con lui in campo cala il rendimento di Luiz Adriano, ma se Balotelli con troppa massa grassa è questo, sollecitiamo il nutrizionista rossonero. A Miha il compito di trovargli spazio.

MANCINI GONGOLA — Eh sì. Perché la capolista vista stasera non è al top, non solo perché con 9 giocatori nuovi ci vuole tempo. Jovetic non ha i 90’ ma ha fatto vedere grandi cose, Icardi segnerà la solita caterva di gol e Murillo, dopo impacci iniziali, ha chiuso da gran difensore, come Kondogbia, centrocampista dai mezi fisici inesplorati che ha dominato senza Kucka. Mancio gongola e Sinisa, già a meno sei dal collega-amico, brontola.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
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13/09/2015 23:14

SERIE A 2015/2016 3ª Giornata (3ª di Andata)

12/09/2015
Fiorentina - Genoa 1-0
Frosinone - Roma 0-2
Juventus - Chievo 1-1
13/09/2015
Verona - Torino 2-2
Empoli - Napoli 2-2
Palermo - Carpi 2-2
Sampdoria - Bologna rinviata
Sassuolo - Atalanta 2-2
Lazio - Udinese 2-0
Inter - Milan 1-0

Classifica
1) Inter punti 9;
2) Chievo, Torino, Roma, Sassuolo e Palermo punti 7;
7) Fiorentina e Lazio punti 6;
9) Sampdoria(*) e Atalanta punti 4;
11) Genoa, Milan e Udinese punti 3;
14) Napoli e Verona punti 2;
16) Juventus, Empoli e Carpi punti 1;
19) Bologna(*) e Frosinone punti 0.

(gazzetta.it)

(*) Sampdoria e Bologna una partita in meno (rinviata a Genova per maltempo Sampdoria-Bologna).
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14/09/2015 23:50

Sampdoria-Bologna 2-0: decidono Eder e Soriano,
Giaccherini si ferma ancora

I due azzurri stendono i rossoblù: Zenga vola a 7 punti, nel gruppone alle spalle dell'Inter.
Che iella per l'ex juventino: il suo esordio dura 28', nella ripresa Rizzo si fa espellere


Nel gruppone dietro all’Inter si affaccia prepotente la Samp. Sonnecchia per una settantina di minuti, poi si sveglia e si butta lì, tra Roma, Toro e le altre inseguitrici sgomitando con i suoi assi. Eder e Soriano, pezzi pregiatissimi del mercato estivo, cercati più o meno da tutte le big e rimasti in blucerchiato. Anche per risolvere serate come questa: il 2-0 al Bologna porta la loro firma, Zenga si gode la seconda vittoria in campionato e il secondo posto in classifica. Un buon Bologna regge fino all’espulsione di Rizzo: il cuore c’è, i punti e i gol di Destro ancora no.

IELLA GIACCHERINI — Nel trio di esordienti del Bologna (Taider, Giaccherini e Mounier) ce n’è uno che avrebbe dovuto attirare l’attenzione del c.t. Conte in tribuna, ma la sua partita dura poco meno di mezz’ora: scatto sulla fascia, frenata improvvisa e mano sull’inguine, la serataccia di Giaccherini è tutta qui. Il ritorno ai campi di Serie A coincide con l’ennesimo stop, la sfortuna non concede tregua all’ex juventino. Sono buoni invece i primi 45 minuti di Mounier, il più pericoloso nel Bologna che prova a stanare una Samp svogliata: sul centro-destra, il francese dà un bel da fare a Barreto ed è proprio da una sua iniziativa che nasce la punizione che Brienza al 9’ manda dritto sulla traversa. Le occasioni del primo tempo sono tutte qui: il legno di Brienza e un tiro di Donsah bloccato da Viviano.

ATTENTI A QUEI DUE — Quando Rizzo, entrato proprio per Giaccherini, si fa espellere al 17' del secondo tempo rimediando due gialli ingenui nel giro di una decina di minuti, si capisce che per gli emiliani non è la serata giusta. La Samp si accende e il trio di attacco Soriano-Eder-Muriel si butta negli spazi che i rossoblù iniziano a concedere. Ci provano tutti e tre: Eder spara un missile che Mirante smanaccia in angolo, Soriano centra la traversa su un’azione che viene fermata per fuorigioco, Muriel manda a un soffio dal palo dopo una percussione alla Ronaldo. Poi, i 4 minuti letali: Eder, servito dal colombiano, non perdona al 30’ (5 gol in 3 gare), Soriano si inventa un destro all’incrocio al 34’. Delio Rossi si mangia le mani: se li avesse avuti lui, quei tre lì davanti…

Marco Fallisi

Fonte: gazzetta
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14/09/2015 23:54

SERIE A 2015/2016 3ª Giornata (3ª di Andata)

12/09/2015
Fiorentina - Genoa 1-0
Frosinone - Roma 0-2
Juventus - Chievo 1-1
13/09/2015
Verona - Torino 2-2
Empoli - Napoli 2-2
Palermo - Carpi 2-2
Sassuolo - Atalanta 2-2
Lazio - Udinese 2-0
Inter - Milan 1-0
14/09/2015
Sampdoria - Bologna 2-0

Classifica
1) Inter punti 9;
2) Chievo, Sampdoria, Torino, Roma, Sassuolo e Palermo punti 7;
8) Fiorentina e Lazio punti 6;
10) Atalanta punti 4;
11) Genoa, Milan e Udinese punti 3;
14) Napoli e Verona punti 2;
16) Juventus, Empoli e Carpi punti 1;
19) Bologna e Frosinone punti 0.

(gazzetta.it)
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19/09/2015 23:48

Serie A, Udinese-Empoli 1-2: decide Maccarone al 92'

I toscani vincono 2-1 in rimonta: apre Zapata, pari di Paredes, nel recupero il grande gol di BigMac.
Primo successo in campionato per la squadra di Giampaolo


Il primo successo dell'Empoli di Giampaolo arriva in rimonta in casa dell'Udinese, che cade per la terza volta di fila, la seconda su due nel nuovo stadio. L'Udinese cerca subito di prendere il controllo della partita. Il disegno di Colantuono è ribaltare di frequente il gioco e passare dalle fasce. L'Empoli si affida al caldissimo Saponara, controllato a uomo da Iturra, mentre Badu si preoccupa di Diousse a inizio azione. Qualche errore di troppo rimanda finora 19' i pericoli: la prima occasione è quella buona.

GIOIA FRIULI — La difesa dell'Empoli si addormenta su una rimessa laterale, Di Natale è libero di andare al cross: troppo facile metterla precisa sulla testa del colosso Zapata, che perdi più arriva in corsa e non può essere fermato irrompendo di testa. Per il colombiano primo gol nell'Udinese e primo gol dell'Udinese nel Friuli ormai quasi completato. Di Natale sfiora il 2-0 lanciato da Ali Adnan al 31' (esterno della rete), Kone ci va ancora più vicino girando un angolo di Di Natale e trovano la deviazione di Skorupski al 38', due minuti dopo l'ammonizione di Maccarone per simulazione (salta Karnezis poi si lascia andare).

RIBALTONE — Nel secondo tempo, il piano del gioco si ribalta totalmente. Giampaolo immette Ronaldo per Diousse e ne guadagna metri, fluidità e pure tiri dalla distanza. L'Udinese intanto abbassa inspiegabilmente il baricentro, e l'aggressività, chiave del buon primo tempo, diventa una zavorra. I friulani sono carichi di falli, Colantuono deve togliere Iturra a rischio rosso per Bruno Fernandes, che non ha la stessa capacità di contenimento su Saponara. Il trequartista dell'Empoli è incontenibile: sua una penetrazione con destro fuori di pochissimo al 5', mentre Ronaldo spara due volte da fuori, una fuori e una che impegna Karnezis. Maccarone si vede annullare un gol in mischia per fuorigioco al 24'. È un monologo dell'Empoli, l'espulsione di Kone per doppia ammonizione rompe gli argini. Al 28' arriva il pareggio. È un destro di giustezza sugli sviluppi di un angolo, lo realizza Paredes, altro cambio di Giampaolo. I toscani hanno una voglia matta di vincere, l'Udinese sparisce. Karnezis rimanda la sentenza opponendosi a Ronaldo e soprattutto a Saponara al 46', ma un minuto dopo Saponara lancia Maccarona, Danilo non regge l'urto e lascia a Big Mac il colpo incrociato vincente. E i tifosi dell'Udinese scatenano la contestazione. "Andate a lavorare" durante la partita alla squadra, "Devi spendere" a Pozzo a fine partita.

Alex Frosio

Fonte: gazzetta
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19/09/2015 23:51

Serie A, Milan-Palermo 3-2: in gol Bacca, Hiljemark e Bonaventura

Nel primo tempo, la squadra di Mihajlovic passa con il colombiano,
si fa raggiungere dallo svedese e risorpassa con l'ex centrocampista dell'Atalanta.
Nella ripresa, la doppietta personale del centrocampista di Iachini
viene resa vana dal gol dell'ex centravanti del Siviglia al 75'.


Squadra che ben figura non si cambia e Mihajlovic, stavolta, ha ragione: Sinisa aveva perso il derby, una settimana fa, ma il suo Milan era finalmente piaciuto. E stavolta, oltre al gioco, arriva pure la vittoria: 3-2 al Palermo con un grande Bacca, autore di una doppietta. L’allenatore ha ripresentato lo stesso undici battuto dall’Inter, con Bonaventura arretrato in mediana, Honda trequartista, Bacca e Luiz Adriano davanti e soprattutto Balotelli tra le riserve. Iachini si affida invece a Djurdjevic, con l’ex Gilardino in panchina. In tribuna si rivede Silvio Berlusconi, alla sua prima di campionato a San Siro (il presidente c’era in coppa con il Perugia, non con l’Empoli e l’Inter).

BOTTA E RISPOSTA — Come successo nell’altra partita casalinga, contro l’Empoli, il Milan passa e subito viene riacchiappato. Bella l’azione del vantaggio rossonero: discesa e cross tagliato di Calabria (entrato dopo meno di venti minuti per l’infortunato Abate), tacco-assist di Bonaventura e centro di Bacca, il secondo a San Siro e in campionato. Quattro minuti più tardi l’ingenuità difensiva che costa il pareggio (Sinisa deve registrare i movimenti della retroguardia): De Sciglio disturba Diego Lopez e Hiljemark è libero di infilare. Se contro l’Empoli era servito aspettare il secondo tempo e Luiz Adriano, stavolta ci pensa Bonaventura prima ancora dell’intervallo: Jack conquista una punizione da fuori area e colpisce di destro, con un calcio a giro di grandissima precisione. Il Milan chiude così il primo tempo in vantaggio. Altre note: i rossoneri ci avevano provato nei primi 45’ anche con Luiz Adriano (deviato in angolo), con Honda (pallonetto) e ancora con Bacca (rabona!). Poco Palermo, da segnalare c’è solo l’espulsione di Iachini (proteste) in occasione del gol del raddoppio rossonero.

RIPRESA — Nel primo quarto d’ora della ripresa il Milan controlla senza troppi pensieri: un tiro di Chochev, senza grandi pretese, e poco altro di cui preoccuparsi. A metà tempo l’ingresso in campo di Balotelli (acclamato dalla curva) per Luiz Adriano. Ma al 27' è di nuovo Palermo e di nuovo il Milan è disattento dietro: De Sciglio tiene in gioco Hiljemark, perfettamente servito da Gila, ed è 2-2. Per lo svedese è il terzo gol in campionato, dopo quello già decisivo per il pareggio con il Carpi. Stavolta è però il Milan a reagire con un gol al colpo dell’avversario: passano tre minuti ed è di nuovo Bacca, su invito di Kucka, a decidere la gara con un gran colpo di testa. Il colombiano piazza così il suo tris in Serie A. Hiljemark, scatenato, ci prova ancora ma Diego Lopez devia. Poco dopo tentativo pure per Vazquez, poi più nulla: la vittoria è rossonera.

Alessandra Gozzini

Fonte: gazzetta
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20/09/2015 16:47

Chievo-Inter 0-1. Icardi si sblocca e Mancini cala il poker al comando


I nerazzurri soffrono nel primo tempo il gioco dei veneti,
poi al 42' un errore difensivo favorisce la zampata di Maurito.
Nella ripresa gara in controllo:
dopo 4 giornate, l'Inter continua a essere in testa al campionato a punteggio pieno.
Nel finale espulso Maran


L’urlo di Melo in faccia a Mpoku nei minuti di recupero è il quadro migliore per dipingere questa Inter. Solida, di personalità, concreta. Quarta vittoria consecutiva in campionato, vetta confermata indipendentemente dagli altri e Icardi che si sblocca. Ci sono tanti ingredienti buoni per spiegare l’1-0 con il quale i nerazzurri girano anche la pagina Chievo. I veneti perdono la prima gara di questo campionato, ma lasciano un buon segno. E con 7 punti dopo 4 turni anche la classifica rimane più che positiva.

IL MEGLIO — Roberto Mancini rimanda il turnover e contro il Chievo schiera ancora il meglio che ha a disposizione (Juan Jesus e Miranda sono rimasti a casa infortunati). Il che vuol dire Kondogbia interno sinistro di centrocampo e Perisic in attacco con Jovetic e Icardi (a caccia del primo gol in campionato); e c’è l’esordio da titolare per Telles. Rolando Maran entra nella stessa scia riproponendo il 4-3-1-2 che tanto sta facendo bene in questo avvio di campionato. Birsa ancora trequartista alle spalle di Paloschi e Meggiorini.

PRESSIONE CHIEVO — La pressione del Chievo parte dalla trequarti nerazzurra giusto per evitare che la squadra di Mancini possa impostare in serenità. Il primo squillo è veneto con un destro volante di Castro che raccoglie un cross dalla parte opposta. Handanovic blocca senza problemi. Due minuti e risponde l’Inter con un interno destro di Jovetic che gira poco. Bizzarri, come il collega sloveno, blocca. I dieci minuti successivi sono un compendio illustrato del possesso palla nerazzurro con varie imprecisioni. Il Chievo attende e riparte ottenendo un corner al 18’ dopo un destro di Castro deviato da un difensore. I veneti sembrano più concreti quando attaccano rispetto all’Inter. In effetti è Castro ad avvicinarsi ancora al gol con un colpo di testa da calcio d’angolo. La traiettoria non finisce altissima e la sensazione che la difesa interista abbia schiacciato un pisolo non lascia tranquillo Mancini in panchina. La reazione è un’azione insistita stile rugby con nascita a destra e morte a sinistra dove Telles crossa teso per Guarin anticipato da Bizzarri. E’ un lampo che non scompagina i fogli del menu. Perché il Chievo mantiene la pressione alta e l’Inter fatica a svolgere i propri compiti. Il sinistro di Perisic del 26’ (schiacciato, debole e impreciso) è il sunto del momento non brillante nerazzurro.

SENZA GROSSI MERITI — Il Chievo è così bravo a fare pressione sui portatori di palla nerazzurri che gli errori in casa interista si sprecano. Da uno di questi nasce una punizione per i veneti che Birsa gira col mancino sopra la traversa di Handanovic. Difficoltà evidenti che i veneti provano a rimarcare. Paloschi calcia da posizione defilata e diventa un assist per Meggiorini anticipato da Medel giusto un metro e mezzo dal gol. La reattività degli uomini di Maran paga decisamente di più l’occhio; quelli di Mancini, invece, sembrano giocare una nota sotto. Ma al 42’ ecco la spiegazione concreta del perché questa Inter può permettersi lunghi passaggi a vuoto. Rimessa di Telles, velo di Jovetic, palla a Kondogbia che innesca di prima Icardi, Gobbi sbaglia l’anticipo, non Icardi che con la punta ruba l’attimo a Bizzarri. Inter in vantaggio senza grossi meriti con un gol dell’ultimo capocannoniere della A (insieme con Luca Toni) che si sblocca in assoluto quest’anno e contro il Chievo. Immediata la reazione orgogliosa dei veneti con una giocata di Birsa che trova pronto Handanovic alla risposta. Finisce qui il primo tempo con la capolista in vantaggio e il Chievo pieno di rimpianti. Soprattutto per esser andato sotto proprio poco prima dell’intervallo.


ALLA RICERCA DEL RADDOPPIO — Nessun cambio alla ripresa del gioco e nessun cambio d’atteggiamento. Il Chievo resta propositivo e intenso. Telles lo subisce in prima persona perdendo un pallone in uscita dall’area, viene servito Paloschi che di destro manda fuori non di molto. Da qui in poi si ripropone il film del primo tempo con una fase centrale guidata dal Chievo che tiene l’Inter sotto pressione e i nerazzurri che provano a giocare di conseguenza, ovvero ripartendo. Maran non ritocca il suo assetto visto che comunque il Chievo rimane in gara. Rimane tutto identico fino al 23’ quando entrano Inglese per Paloschi e Murillo (problema fisico) per Ranocchia. Il tiro dalla distanza di Medel, alto, alleggerisce la coscienza nerazzurra. Proprio questo Mancini vorrebbe, allentare la pressione veneta e cercare il raddoppio. I cambi successivi mostrano bene gli intenti dei tecnici. Dentro Palacio per Jovetic (serve sì attaccare, ma anche sapersi sacrificare) e Mpoku per Birsa (stesso discorso, qualità e quantità). Cambia poco tatticamente. Mpoku si cerca aria sugli esterni, mentre Palacio appoggia Icardi sul centro-sinistra con Perisic in zona trequartista. L’ultima mescolata delle carte di Maran propone Pepe per Rigoni al 36’ con l’obiettivo di portare più pericolosità al largo. L’ingresso di Brozovic per Kondogbia aiuta Mancini a rimettere fiato in mezzo al campo dato che il francese ha speso ormai tutto. Il finale è tutto veneto: cross di Pepe per la testa di Cesar che sfiora la base del palo. L’espulsione di Maran al 40’ toglie un po’ di presenza al Chievo nel finale che non crea altro se non qualche palla lunga per i tre attaccanti.

CONCRETEZZA — L’Inter vince ancora per 1-0, terza volta su quattro. Segnali di grande concretezza e di margini ancora da esplorare in fase offensiva. Gli scudetti si vincono con la difesa, però qualche gol in più farebbe stare più tranquilli società, tifosi e allenatore.

Matteo Brega

Fonte: gazzetta
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20/09/2015 17:27

Serie A: Atalanta-Verona 1-1, Bologna-Frosinone 1-0. Jankovic espulso

Bergamaschi beffati all'ultimo dai veronesi in dieci, dopo l'espulsione di Jankovic.
Mounier smuove la classifica al Dall'Ara



ATALANTA-VERONA 1-1 — Marcatori: 44' Maxi Moralez, 51'st Pisano. Due colpi di testa nel finale infiammano una partita discretamente brutta e consegnano agli archivi un giusto pareggio perché né Atalanta né Verona meritavano di vincere. Prima il piccolo Moralez su cross di Gomez, poi all’ultimo minuto del recupero Pisano che ruba il tempo a Raimondi su punizione di Viviani da destra. Scintille solo in coda, dunque. L’unica emozione del primo tempo è, purtroppo, l’infortunio di Toni (probabile distorsione al ginocchio). Entra Pazzini e dà una piccola scossa a una squadra apparsa fino a quel momento apatica, avendo subito senza reagire il ritmo dell’Atalanta nella prima mezz’ora. Gollini, che ha sostituito Rafael, in panchina per problemi muscolari ma comunque non in forma, è salvato dal palo (Moralez) poi respinge di piede su Gomez. inizio. Si vivacchia fino al doppio episodio decisivo. (Guglielmo Longhi)

BOLOGNA-FROSINONE 1-0 — Vince il Bologna la delicata sfida salvezza col Frosinone: decisivo il bel gol di Mounier nel primo tempo. Davanti al dimissionario presidente Joe Tacopina, all’ultima apparizione in tribuna al Dall’Ara (raggiunto un accordo con l’ormai ex socio Joey Saputo per la liquidazione della propria quota societaria), i rossoblù vengono a capo del Frosinone (vivace solo nella ripresa) in fondo ad una brutta gara mette in evidenza tutti i limiti delle due squadre.

LA SVOLTA — Spettacolare il gol della svolta di Mounier al 27’: lancio dalle retrovie di Oikonomou, stop in corsa e tiro potente in diagonale dell’attaccante che Leali tocca appena e non riesce a deviare. L’acuto dell’attaccante è l’unico raggio di sole di un match di cupa battaglia e innumerevoli errori dei singoli. Feriti nell’orgoglio gli ospiti rischiano di capitolare in avvio di secondo tempo (tiro sull’esterno della rete di Brienza), poi però i ciociari colpiscono due volte la parte alta della traversa con Ciofani e Rosi, mentre in un’occasione Oikonomou è decisivo in chiusura sul medesimo Ciofani e Mirante nel finale dice no a Verde. Finisce così: Frosinone sempre più depresso a quota 0 in classifica, rossoblù felici per i primi 3 punti della stagione. Con i tifosi pace fatta. (Alessio D’Urso)



BOLOGNA-FROSINONE 1-0

(primo tempo 1-0)

MARCATORI: Mounier (B) al 27’ p.t.

BOLOGNA (4-3-3): Mirante; Ferrari, Oikonomou, Masina; Taider, Diawara (dal 10’ s.t. Crisetig), Pulgar; Brienza (dal 34’ s.t. Falco), Destro (dal 28’ s.t. Mancosu), Mounier. (Da Costa, Stojanovic, Morleo, Mbaye, Maietta, Gastaldello, Brighi, Crimi, Acquafresca) All. Rossi.

FROSINONE: (4-4-2): Leali; Rosi, Diakitè, Blanchard, Pavlovic; Paganini (dal 34’ s.t. Verde), Chibsah, Sammarco, Tonev (dal 16’ s.t. Soddimo); Longo (dall’8’ s.t. D. Ciofani), Dionisi. (Zappino, Gomis, M. Ciofani, Russo, Bertoncini, Crivello, Frara, Gori, Castillo) All. Stellone.

ARBITRO Orsato di Schio.

NOTE: Ammoniti Diawara e Ferrari (B) Longo, Sammarco, Paganini, Soddimo e Pavlovic (F). Spettatori paganti 15.722, incasso di 230.068 euro, abbonati 12.714, quota di 184.716 euro. Tiri in porta 5-4. Tiri fuori 4-4. In fuorigioco 1-2. Angoli 5-4. Recuperi p.t. 0, s.t. 5’.

Gasport

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20/09/2015 17:30

Genoa-Juventus 0-2: autogol Lamanna e
rigore di Pogba, primi 3 punti per Allegri

L'autorete del portiere rossoblù e un gol del francese regalano ai
bianconeri regalano ai bianconeri il successo che ancora mancava.
Izzo espulso, Morata si ferma per infortunio


Rieccola. La Juventus centra il primo successo stagionale in campionato ed espugna con qualche affanno il Ferraris. Il due a zero di Marassi permette alla squadra di Allegri di risalire la corrente contro un Genoa che dopo un buon avvio si arrende ai bianconeri ed incassa la terza sconfitta in quattro giornate. Oltre metà gara con l’uomo in più per l’espulsione di Izzo a fine primo tempo agevolano il compito della squadra di Allegri. Che, infatti, nella mezz’ora iniziale è un’autentica incompiuta. Pesante sulle gambe e prevedibile nel gioco, la Juve rimane ostaggio della vivacità di un Genoa intelligente, abile a rompere il gioco bianconero ed a ripartire, ma non altrettanto preciso ed efficace al momento di concludere, nonostante il ritorno da titolare di Perotti.


UNO-DUE FATALE — Poi, all’improvviso, il risveglio dei campioni d’Italia, con una botta di Pogba (37’) dalla destra sulla traversa, che l’incerto Lamanna (e sfortunato nell’occasione) devia con il corpo in rete. Un’autorete clamorosa, che toglie certezze alla squadra di Gasperini, costretto poco dopo all’inferiorità numerica per la trattenuta di Izzo su Cuadrado lanciato a rete, con il genoano costretto a rimediare su un errore di Rincon. Sono i due episodi che fanno svoltare la partita e la mettono in discesa per gli ospiti.

JOLLY MANCATI — Fino a quel momento, però, grande sofferenza per la Juve. La scelta di Allegri di schierare Morata titolare, in imperfette condizioni fisiche, nel tridente offensivo (sostituito a metà del primo tempo da Pereyra per un problema muscolare), toglie velocità alla manovra juventina. Rossoblù rubapalloni in mezzo al campo, con Pogba che prova a invano a far ripartire la squadra in contropiede. Una triangolazione Ntcham-Perotti-Capel (12’) porta il Genoa vicino al vantaggio, che poi gli uomini di Gasperini sfiorano ancora al 35’ con la punizione di Capel (schierato a sorpresa al posto di Pandev), a lato di un soffio.

K.O. (CONTESTATO) — L’uomo in meno costringe il Genoa a cambiare atteggiamento nella ripresa: dentro Diogo Figueiras per Perotti, ma il Genoa continua a faticare per costruire la manovra. La Juve ne approfitta e chiude la partita con il contestatissimo rigore di Pogba (15’), concesso per un contatto fra il nuovo entrato rossoblù e Chiellini. E’ il momento più caldo della gara, perché la scomposta esultanza del bianconero (poi ammonito) sotto la gradinata Nord scatena l’ira del pubblico di casa. La partita finisce qui: sotto di due gol, e con l’uomo in meno, il Genoa va a fondo. Burdisso pasticcia e per un soffio riesce a rimediare su Mandzukic (24’), poi Tachtsidis alla mezz’ora calcia altissimo. Finale senza storia, con un po’ di apprensione bianconera per l’infortunio di Mandzukic, che esce dolorante toccandosi il gluteo destro.

Filippo Grimaldi

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20/09/2015 17:33

Roma-Sassuolo 2-2, Totti da record ma non basta, continua la maledizione

I giallorossi non hanno mai battuto i neroverdi all'Olimpico: a segno Defrel e l'ex Politano, gran gol di Salah



Aveva ragione Garcia, le partite dopo la Champions sono sempre pericolose. Ecco perché tutte le sue scelte hanno lasciato di stucco, con un turnover esasperato sconfessato in corsa, quando il tecnico francese è stato costretto a rimettere dentro Florenzi, Iago e Dzeko, tutti fuori ad inizio partita. Dall'altra parte, invece, c'è un Sassuolo che conferma tutte le cose belle fatte vedere finora: squadra organizzata, corta, capace di distendersi bene in contropiede. Prima Defrel e poi Politano mettono in ginocchio la Roma, che recupera prima con Totti (al 300esimo gol in giallorosso) e poi con Salah. L'egiziano è stato il più attivo tra i padroni di casa, nelle logiche di Garcia ha oramai sostituito Gervinho: prima il francese si affidava prevalentemente alle folate dell'ivoriano, adesso a quelle dell'ex Chelsea.

BEL SASSUOLO — Garcia rivoluzione la Roma e manda dentro dal primo minuto Maicon (all'esordio stagionale dopo oltre 7 mesi di assenza), Torosidis, Iturbe e Totti. Di Francesco risponde con un tridente con l'ex Politano e Floro Flores dal primo minuto. E la differenza la fanno proprio le intuizioni degli allenatori: tutte sbagliate quelle di Garcia, tutte indovinate quelle di Di Francesco. Gli imbarazzi di Rüdiger sono senza fine, Manolas soffre su entrambi i gol ospiti, Maicon e Torosidis lasciano a desiderare che è dir poco e Iturbe conferma tutti i suoi limiti a livello di intelligenza calcistica. Ne viene fuori una partita in cui il Sassuolo gioca, diverte e acquista fiducia minuto dopo minuto, con Magnanelli si piazza davanti alla retroguardia per un 4-1-4-1 in fase difensiva che non lascia spazi alla manovra giallorossa. Così tutte le occasioni sono di marca emiliana: prima Manolas sporca un sinistro di Defrel, poi è Duncan a calciare fuori da lontano, infine è ancora Defrel (21') a gelare De Sanctis con un sinistro dal limite, dopo una bella iniziativa di Politano. Il gol scuote la Roma, ma Salah un po' per sfortuna un po' per errori non riesce a segnare in tre occasioni: la prima a tu per tu con Consigli (28'), la seconda in contropiede e la terza con una palombella di un soffio fuori su di magia di Totti. Già, il capitano giallorosso, l'uomo che per un attimo riesce a mettere la partita in parità con il 300esimo gol romanista: patatrac di Consigli che consegna la palla centralmente a Pjanic, assist del bosniaco per Totti che (in fuorigioco) fa 1-1 di destro. Sembra l'inizio di una nuova partita ed invece il Sassuolo non solo ripassa con Politano (44', sinistro vincente dopo una bella percussione di Floro Flores) ma sfiora anche il clamoroso 3-1 con Defrel: orrore difensivo di Rüdiger, con sinistro ravvicinato del francese su cui salva De Sanctis.

SALAH E POCO ALTRO — Pronti via e la Roma trova subito il pari con una perla di Salah: respinta su calcio d'angolo e sinistro al volo dell'egiziano che si infila alla destra di Consigli. Poi c'è spazio per la crisi isterica di Iturbe sul cambio con Iago Falque e per la simulazione di Maicon (13'), che va a cercare il contatto con Acerbi per avere in dote il rigore. Per il resto poco altro, se non un paio di mischie in area emiliana, un tiro di Dzeko (il cui ingresso è stato "chiamato" dall'Olimpico) rimpallato da Acerbi al 33' e un Sassuolo corto e ben organizzato, pronto a far male in contropiede nel caso si fosse creata l'occasione. In corsa Garcia infila dentro anche Florenzi (19') per dare maggiore spinta in fascia, finendo con sconfessare completamente tutte le sue scelte iniziali. Al 37' è ancora Salah a trovare l'angolo giusto da fuori, ma stavolta Consigli è strepitoso in angolo, togliendo la palla da sotto il sette. Al 43' episodio da moviola: Rüdiger va via a Peluso quasi sul fondo, con il terzino neroverde che lo affossa e Massa che non se la sente di dare un rigore che sembra netto. Finisce così, con l'Olimpico che fischia e il Sassuolo che per la terza stagione consecutiva esce imbattuto dall'Olimpico.

Andrea Pugliese

Fonte: gazzetta
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20/09/2015 17:38

Torino-Sampdoria 2-0, doppietta Quagliarella, granata secondi

In campo sembra esserci una sola squadra, trascinata da un incontenibile
Bruno Peres e da Quagliarella autore dei due gol del match.
La Sampdoria non è mai stata pericolosa



Per fortuna all’Olimpico la Samp per quest’anno non giocherà più visto come è finita contro il Toro, (5-1 il primo febbraio), 2-0 quest’oggi, e la sfortunata passerella dei preliminari di Europa League sul campo torinese contro il Vojvodina. Che il Toro sia squadra solida, tecnicamente attrezzata e con grande cuore, si era visto nelle tre uscite precedenti, 7 punti tutti in rimonta con gol tutti nei secondi tempi. C’era una lacuna da colmare, la partenza diesel con una difesa che aveva sempre subito una rete. C’è riuscita la squadra di Ventura contro una Samp che nel primo tempo ha barcollato rischiando il tracollo se Quagliarella avesse infilato altre due occasioni nitide. I granata consolidano il secondo posto solitario in vetta grazie a 45’ a ritmi vertiginosi, ad un Bruno Peres, Molinaro, Quagliarella ed Acquah in forma smagliante.

SFIDA AZZURRA — La partita nella partita, per un posto in azzurro quando a metà ottobre Antonio Conte diramerà le convocazioni, tra Quagliarella e l’italobrasiliano Eder è andata ad appannaggio dell’attaccante di Ventura. Eder prima della gara con il Torino aveva capitalizzato i 7 punti della Samp grazie ai 5 gol in tre gare, per contro Quagliarella non era stato da meno con due reti contro Frosinone e Fiorentina ed un assist a Verona. Quagliarella è la bestia nera della Samp, tre gol a febbraio, doppietta sette mesi dopo. Tanta la voglia di incidere del bomber da mandare a stendere Ventura quando il mister lo ha rimbrottato per un pallone perso davanti alla panchina.

STRATEGIE — Il Torino si è presentato al fischio di inizio con Moretti recuperato in difesa, due scelte obbligate, Bovo e Vives (infortunati Maskimovic e Gazzi), in attacco Belotti in coppia con Quagliarella. La Samp ha risposto con uno schieramento a trazione integrale con Muriel-Eder avanzati e Soriano alle spalle. Almeno sulla carta perché pronti via Fernando si piazza davanti alla difesa ed Eder da una mano a centrocampo in un 4-1-4-1. Strategie e schieramento tattico diversi, stessa voglia di fare bottino pieno per non perdere le zone alte della classifica. Parte bene il Torino che cerca di sfondare sulle ali grazie alle belle giocate di Molinaro e Peres. Al quarto pallone spedito dagli esterni granata nell’area di rigore della Samp, Quagliarella al 17’ azzecca l’incornata di testa con pallone alle spalle di Viviano. L’attaccante granata, al terzo gol stagionale, trascorsi doriani, non esulta. Sul gol due dormite, di Regini che si perde Peres e Silvestre che lascia inzuccare indisturbato l’attaccante granata. Neppure il tempo di ricucire le fila con Zenga che dalla panchina ordina la carica, che il Toro addomestica la partita. Al 24’ da un calcio d’angolo di Baselli Belotti non trova la porta ma dal tiro sporco nasce un assist per il tapin di Quagliarella. Doppietta e gol numero 91 in serie A. Deviata da Peres in angolo la prima conclusione della Samp, di Eder, al 35’. Al 38’ Regini, irretito da Peres che fa il bello e cattivo tempo, si lascia andare ad un fallo plateale (ammonito). Incontenibile Peres tanto che Zenga le prova tutte, chiamando al raddoppio Barreto, spostando Ivan a sinistra. Nella ripresa Zenga lascia negli spogliatoi Regini, in campo il greco Christodoupoulos. Occasione dopo pochi secondi per riaprire la partita sul piede di Eder che salta Padelli, ma prima Glik e poi Moretti proteggono la porta sguarnita. Altra Samp nella ripresa, almeno nello spirito. L’ingresso di Correa alle spalle delle due punte sortisce solo un radente isolato di Pereira, al contrario il Torino gioca in souplesse, meno cinico in area di rigore.

Francesco Bramardo

Fonte: gazzetta
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20/09/2015 23:11

Serie A, Napoli-Lazio 5-0: a segno Higuain, Allan, Insigne e Gabbiadini

Prima vittoria stagionale in serie A per la squadra di Sarri,
che travolge un'avversaria nettamente inferiore sul piano tecnico, atletico e tattico.
Per il Pipita, autore di una doppietta, undici gol ai biancocelesti in sette partite


Semplicemente impressionante. Il Napoli che asfalta la Lazio ha lasciato davvero a bocca aperta il pubblico, poco numeroso, del San Paolo. Un cinque a zero che non ammette repliche e che racconta, anche, di una squadra biancoceleste in crisi lontano dall'Olimpico visto che in trasferta continua a racimolare poco (giusto il pari con il Dnipro) e subire tanti gol. Il Mapoli, invece, pare aver pure arrestato l'emorragia difensiva. Leggendo le formazioni, più conferme che sorprese: Sarri schierava Hysaj e Ghoulam sulle fasce e optava per il 4-3-3 con Callejon preferito a Mertens perché era impensabile lasciar fuori Insigne dopo la prestazione di Empoli. Pioli aveva l'infermeria piena, ripescava Mauri e cambiava modulo passando al 4-3-1-2 con Keita a supporto di Matri. Spesso, però, l'ex del Barcellona si allargava a destra trasformando lo schieramento biancoceleste in 4-2-3-1.

DOMINIO AZZURRO — Un avvio di partita così scoppiettante non lo si vedeva da tempo al San Paolo. Nemmeno quattro minuti ed Insigne da sinistra imbeccava Higuain con un lancio millimetrico: il Pipita toccava appena il pallone e Marchetti di istinto metteva in angolo. Neppure il tempo di annotare la prima emozione che Basta scappava a Ghoulam e metteva al centro un pallone d'oro per Keita che da non più di sette metri calciava incredibilmente alto. Insigne era letteralmente imprendibile a sinistra e grazie una sua sgroppata Allan al decimo poteva andare al tiro da buona posizione, Radu ci metteva il polpaccio e mandava in angolo. Il gol era nell'aria ed al 14' Higuain sbloccava il risultato: retropassaggio errato di Matri, l'argentino prendeva posizione su Mauricio, lo aggirava e batteva in diagonale. Gol splendido, il decimo di Higuain contro la Lazio. Il raddoppio era la logica conseguenza del dominio azzurro: la squadra di Sarri non buttava mai il pallone ed Insigne faceva solo magie: il suo taglio per mettere Allan davanti a Marchetti resta una perla: il brasiliano come ad Empoli era freddo sotto porta e trasformava in sicurezza. Insigne al 38' sfiorava il tris: serpentina in area, Basta annichilito e deviazione decisiva di Mauricio in corner. Il monologo azzurro non veniva mai interrotto fino a fine primo tempo perché anche atleticamente la Lazio appariva poco brillante e soprattutto i mediani non riuscivano mai a fare filtro.

STESSA MUSICA — Logicamente, Pioli provava a mischiare le carte ad inizio ripresa inserendo Milinkovic Savic e Felipe Anderson per Mauri e Lulic. Il problema è che la musica però non cambiava: appena tre minuti e Higuain imbeccato da Hamsik saltava mezza difesa ospite e concludeva forte, Marchetti respingeva ma il tap in di Insigne era davvero troppo facile. Tre a zero è partita in freezer. A quel punto, la Lazio anche mentalmente mollava mentre il Napoli non alzava la testa dal manubrio: al 14' Higuain trovava la doppietta con una azione personale nella quale superava Hoedt in velocità e poi da posizione defilata batteva Marchetti con un diagonale di rara potenza e precisione. Per vedere un tiro della Lazio bisognava aspettare il minuto 64, ma Milinkovic Savic prendeva solo l'esterno della rete. Gabbiadini, invece, faceva cinquina per il Napoli praticamente al primo pallone giocabile: verticalizzazione perfetta di Allan e mancino preciso dell'ex doriano su Marchetti in uscita. Finiva con Reina che sbarrava la strada a Keita e la traversa di Milinkovic di testa su azione d'angolo. Si vede che per la Lazio non era proprio serata.

Gianluca Monti

Fonte: gazzetta
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