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Serie A 2012/2013 Cronache, Risultati e Classifica

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2013 22:27
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02/09/2012 23:51

Belfodil e Rosi, il Parma va
2-0 a un Chievo troppo timido

Gli emiliani battono i veronesi grazie al colpo di testa dell'attaccante su assist di Galloppa e al contropiede concluso dall'ex romanista. Chievo rinunciatario e poco pericoloso

E' ancora presto per parlare di sfide salvezza, ma intanto certe partite è meglio vincerle. La pensa sicuramente così Roberto Donadoni, che vede un Parma non brillante ottenere tre punti preziosi contro il Chievo reduce dall'exploit di Bologna. Un colpo di testa di Belfodil e un contropiede micidiale Biabiany-Rosi: poco altro sia da una parte che dall'altra. Ma alla fine il 2-0 fa sorridere il Tardini.


FIDUCIA A CRUZADO — Dopo la rete della settimana scorsa al Bologna, Di Carlo non rinuncia al fantasista peruviano e manda in panchina Di Michele per fargli spazio. I Rigoni vanno entrambi in panchina, a centrocampo giocano Hetemaj e Guana insieme a Luciano. Nel Parma l'unica novità è Gobbi per Rosi sulla fascia; in attacco - assente Amauri - Donadoni si affida a Belfodil. E verrà ripagato.


LAMPO NEL BUIO — La partita è molto tattica sin dall'inizio: squadre corte a centrocampo, pochi spazi, nessuno salta l'uomo. E allora via con i lanci lunghi, manna dal cielo per i "lunghi" delle due difese. Pellissier da una parte, Belfodil e Pabon dall'altra non ne vedono una. Gli unici che si fanno dare palla a terra sono Valdes e Thereau. E proprio dai piedi del cileno, reinventato centrale di centrocampo nell'ultima parte della scorsa stagione da Donadoni, parte l'unica accelerazione del primo tempo, altrimenti giocato a ritmi da amichevole d'agosto. Il numero dieci sprinta e trova il sempre vivo Galloppa sulla sinistra: pennellata al centro per Belfodil che anticipa Cesar da rapinatore d'area di rigore. Il Chievo ricomincia come prima del gol: Thereau si sbatte, Pellissier cerca spazi e Cruzado latita. Così non ci avvicina alla porta di Mirante.


UN ALTRO CHIEVO — Nella ripresa la squadra di Di Carlo entra in campo più convinta. Il centrocampo aggredisce alto e le punte attaccano gli spazi. Ma l'occasione più clamorosa arriva per caso: destro al volo sporco di Luciano che diventa un assist per Thereau. Il francese arriva scoordinato e manda altissimo a due passi da Mirante. Poi solo un tiro dal limite di Pellissier che impegna Mirante in angolo. Gli ingressi di Palladino da una parte e Di Michele dall'altra non producono fuochi d'artificio e il Parma piano piano si riprende il controllo della mediana con la concretezza di Galloppa, Valdes e Parolo (poi Morrone). Il palleggio emiliano ci mette poco a spegnere il Chievo e Biabiany vola verso il 2-0. Cerca Rosi, appena entrato, a centro area: dribbling e raddoppio per l'ex romanista.

Alberto Agostinis

Fonte: gazzetta
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02/09/2012 23:55

Samp, buona la seconda
Il Siena si arrende: 2-1

Maxi Lopez e Gastaldello firmano le reti con cui la squadra di Ferrara infila la seconda vittoria in campionato. Di Vergassola l'inutile rete del momentaneo pareggio dei toscani

Cinque punti in due giornate: impossibile per tutti, tranne che per la Sampdoria. Scherzi di questa strana serie A, in cui le penalizzazioni disegnano scenari che la matematica, solitamente, non permetterebbe. Al Ferraris, dopo il colpaccio a San Siro, i blucerchiati vincono la seconda partita di questo campionato. Ancora di misura: un 2-1 al Siena più netto di quanto dica il risultato, visto che sul taccuino vanno annotati anche un palo di Eder e una traversa di Maresca. Il protagonista del match, però, è Maxi Lopez: una rete, tanto movimento e mille punizioni conquistate, per farsi amare dai nuovi tifosi.


AVVIO BLUCERCHIATO — Arrivato in extremis a fine calciomercato, Ze Eduardo trova subito spazio nel 3-5-2 disegnato da Cosmi, dove Sestu e Del Grosso giocano larghi e Mannini diventa mezzala. La Samp, invece, è quella che ci si aspettava alla viglia, col terzetto sudamericano in avanti: il paraguaiano Estigarribia e il brasiliano Eder danno velocità a un attacco in cui l'argentino Maxi Lopez è il riferimento centrale, mentre Obiang, Poli e Maresca compongono un trio di centrocampo che ha idee, freschezza e corsa. E proprio correndo all'impazzata i blucerchiati iniziano la gara: i primi venti minuti sono dominati dagli uomini di Ferrara, che sprecano con Eder la migliore (doppia) occasione. Molto bravo, nella circostanza, Pegolo a uscire per tempo.

MAXI LAMPO — Cosmi si agita in panchina, capisce che qualcosa non va e che la sua squadra rischia l'imbarcata. Il Siena reagisce positivamente ai suoi richiami:addormenta un po' il ritmo, affida il pallone spesso e volentieri ai piedi di D'Agostino e cerca di mettere in partita anche le punte, che tendono a finire con troppa frequenza in fuorigioco. Ze Eduardo, che in questo stadio è stato protagonista (si fa per dire) di una stagione in rossoblù, si segnala più che altro per le sportellate coi difensori blucerchiati. Del primo tiro in porta per il Siena deve incaricarsi, dunque, Del Grosso: Romero vola e interviene, ma la sensazione è che la Samp abbia perso un po' della spinta iniziale e che si possa andare negli spogliatoi ancora senza reti. Invece, proprio un attimo prima dell'intervallo, Maxi Lopez prende in mano la situazione e inventa il gran gol dell'1-0: Felipe gli lascia troppo tempo e spazio in area, l'argentino ringrazia e scarica in rete un sinistro preciso.


EX E CONTRO-EX — Il Siena inizia la ripresa con un atteggiamento più deciso, nonché con Valiani al posto di Mannini. E' la prima mossa di Cosmi, che per la seconda attende meno di un quarto d'ora e inserisce l'altro neoacquisto Rosina al posto di Ze Eduardo. In mezzo, si vede il primo spunto di Calaiò (girata deviata in corner), ma anche un palo di Eder su punizione velenosa. E dopo aver rischiato di incassare il raddoppio, come spesso avviene, il Siena pareggia. Calaiò prende il tempo a Gastaldello, che lo mette giù in area: lo stesso attaccante calcia dal dischetto, centro il palo e Vergassola mette dentro sulla respinta. E' il 17' e l'1-1 dura solo sei minuti, perché a un ex (Vergassola) risponde un altro ex (Gastaldello): il centrale blucerchiato si fa perdonare l'errore sul penalty e incorna in gol il cross di Obiang per il 2-1.


TRAVERSA DI MARESCA — Cosmi si gioca anche la carta Verre al posto di D'Agostino, ma la mossa si rivela sfortunata: Valiani prende un colpo a un occhio, resta a lungo fuori dal campo lasciando il Siena in dieci e rientra con la vista appannata per il gonfiore. In queste condizioni, più che avvicinarsi al pareggio, i toscani rischiano di incassare il terzo gol. Lo sfiora Maresca, che colpisce in pieno la traversa su punizione. E' l'ultimo brivido del match: finisce 2-1 e il Ferraris applaude convinto. Il Siena, invece, resta ultimo a -5: la quota zero è ancora lontana.

Stefano Cantalupi

Fonte: gazzetta
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02/09/2012 23:55

SERIE A 2012/2013 2ª Giornata (2ª di Andata)

01/09/2012
Torino - Pescara 3-0
Bologna - Milan 1-3
02/09/2012
Udinese - Juventus 1-4
Cagliari - Atalanta 1-1
Catania - Genoa 3-2
Inter - Roma 1-3
Lazio - Palermo 3-0
Napoli - Fiorentina 2-1
Parma - Chievo 2-0
Sampdoria - Siena 2-1

Classifica
1) Juventus, Napoli e Lazio punti 6;
4) Sampdoria punti 5;
5) Catania e Roma punti 4;
7) Genoa, Inter, Fiorentina, Milan, Torino, Chievo e Parma punti 3;
14) Cagliari punti 1;
15) Udinese, Bologna, Palermo e Pescara punti 0;
19) Atalanta punti -1;
20) Siena punti -5.


Penalizzazioni inflitte in conseguenza delle sentenze della giustizia sportiva relative ai
processi per illeciti sportivi dello scandalo calcio-scommesse (per le squadre di Serie A e
salvo ulteriori variazioni):

Sampdoria -1 punti;
Torino -1 punti;
Atalanta -2 punti;
Siena -6 punti.
[Modificato da binariomorto 17/09/2012 14:07]
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15/09/2012 23:06

Rios dà la sveglia al Palermo
Ma Sau entra e salva il Cagliari

Una brutta partita finisce 1-1 al Renzo Barbera: rosanero avanti con un tiro dell'uruguaiano sul finire di primo tempo. I sardi ci provano e nel finale il talento ex Juve Stabia firma un giusto pari


Fabrizio Miccoli è stato chiaro. "Il Palermo è più debole dell'anno scorso. Pensiamo a salvarci". E non basta certo il mediocre 1-1 col Cagliari a far cambiare le prospettive. Partita davvero brutta e risultato giusto: i sardi partono meglio, ma vanno sotto. Poi nella ripresa, quando la squadra di Sannino, al primo punto, pare in grado di gestire la situazione, prende un gol evitabile nel finale e rinvia l'appuntamento con la prima vittoria.

SCELTE — Sannino, privo di Brienza, giocatore chiave per lui, va col 4-4-2 con Arevalo Rios accanto a Donati e Ilicic-Bertolo esterni. Soprattutto lo sloveno ci pare un pesce fuori d'acqua. Questo giocatore, che ha dato il meglio quando giostrava centralmente alle spalle di una punta in coppia col Flaco Pastore, non sarà mai un esterno e si vede. Il Cagliari risponde con Ariaudo accanto a Rossettini, perché Astori non sta bene. Cossu sta largo a sinistra in un 4-3-3 in cui c'è qualità in mezzo al campo, meno dietro, specie sugli esterni.

BRUTTA — La prima mezz'ora è mediocre. Di quelle che ti fanno riflettere sul reale valore di questa Serie A. Si fa comunque preferire il Cagliari: Thiago Ribeiro, più vivace del solito, calcia un paio di volte verso Ujkani, Agazzi rimedia a una quasi papera con un pizzico di fortuna, parando col tacco la punizione velenosa di Miccoli. Tutto qui. Soprattutto il Palermo, al di la dei suoi limiti, pare bloccato.

GRAZIE CAPITANO — Ci pensa allora Miccoli, a 33 anni ancora giocatore chiave per Sannino, a dare la svolta. L'ex juventino punta un Pisano troppo contemplativo, attira il raddoppio, forse troppo accentuato, di Nainggolan e serve Rios a rimorchio. L'uruguaiano, che è giocatore di sostanza e non certo uno col gol nelle corde, impatta benissimo col destro a batte Agazzi. Primo gol del Palermo in campionato.

CAMBIO DECISIVO — Ficcadenti, che ha già perso Cossu per infortunio, nella ripresa inserisce anche Sau per Thiago Ribeiro. Sannino toglie l'inutile (ma non per colpa sua) Ilicic per Kurtic. Il Palermo, con un Hernandez da alti (pochi) e bassi (molti) , è pericoloso solo con la solita punizione di Miccoli. E' il Cagliari che fa la partita, con poche idee però. Pinilla ha poche palle giocabili, Ibarbo non si vede mai. Per fortuna c'è Sau, che sembra da subito il più vivace. La difesa rosanero, imperniata sull'ottimo Von Bergen, costretto a uscire a 15' dalla fine, tiene bene stavolta. Almeno fino al 43': brutta persa davanti all'area, cross di Conti e girata di Perico. Salva Ujkani, ma sulla respinta il piccoletto Sau salta in testa al colosso Morganella. Primo gol in serie A. Al debutto. E pareggio. Giusto che a firmarlo sia una delle poche novità di questa Serie A. Ma le perplessità, su entrambe le squadre, restano. E nemmeno poche.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
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15/09/2012 23:11

Il Milan sprofonda ancora a San Siro
L'Atalanta fa il colpo con Cigarini

Dopo la Samp anche i bergamaschi passano al Meazza: decide una rete del centrocampista al 19' della ripresa. Rossoneri senza qualità, i nerazzurri conquistano il primo successo stagionale e abbandonano il segno meno portandosi a quota 2 in classifica


Dopo la Samp anche l’Atalanta. Dopo il gol di Costa quello di Cigarini. Il Milan affonda ancora a San Siro, terra di conquista, dilatando tutti i suoi problemi. Se non è crisi questa, poco ci manca. Troppo brutta e inguardabile è la formazione rossonera, tanto bella e tosta è la squadra di Bergamo che conquista San Siro con una prova autorevole.

IL PALO DEL TANQUE — Ci vuole poco a capire che l’Atalanta è osso duro. Stefano Colantuono, che è un marpione, anche se deve rinunciare a Schelotto, vittima di una delle sue serpentine (questa volta in auto), schiera un compatto 4-4-1-1, dove i terminali offensivi sono Maxi Moralez e Denis. Dicono che l’argentino abbia smarrito la forma, ma con questo Milan si fa presto a diventare giganti. Al 21’, infatti, Acerbi si smarrisce in piena area, consegnando la palla a Denis: rasoterra e palo pieno. Occasione pazzesca a cui fa seguito la girata di sinistro al 23’ fuori di poco.

LA CRESTA NON BASTA — Insomma, è sufficiente analizzare i primi minuti di gioco, in cui i rossoneri non cavano un ragno dal buco con un gioco approssimativo e spesso scombinato, per mettersi le mani nei capelli. Allegri schiera El Shaarawy al fianco di Pazzini, lancia Ambrosini davanti alla difesa e la coppia olandese Emanuelson-De Jong esterni di centrocampo. Come dire, un muro davanti alla difesa. Al 28’ un lampo. Emanuelson lancia El Shaarawy; bolide del Faraone e respinta di Consigli che compie il miracolo su un’inspiegabile ribattuta del compagno d’armi Bellini. Solo un lampo, perché al 35’ Moralez impegna Abbiati. Merita un encomio Boateng al 41’, quando servito sull’esterno destro dell’area da Abate, allarga un po’ troppo il diagonale. Impreciso a scoordinato come tutto il Milan: 45 minuti senza senso e gioco; solo corsa e null’altro. Le buone notizie riguardano De Jong, fisico e dotato di piedi buoni, ma più che i meccanismi tattici servirebbero al povero Allegri poteri taumaturgici.


ANGOLI E ANGOLI — Scatta la ripresa e al 9’ Brivio con una sventola dalla distanza fa bruciare le mani ad Abbiati. Poco dopo l’ingresso di Nocerino per Ambrosini, all’11’ El Shaarawy si accentra al limite ma servirebbe un tiro angolato per sorprendere Consigli. L’ingresso di Nocerino regala qualcosa al Milan che però non riesce a decollare. La verità, invece, è che rossoneri e Atalanta giocano alla pari. E non è affatto un caso che al 19’ Cigarini da fuori area trovi l’angolo giusto alla sinistra di Abbiati. Così si fa.

ABBIATI EVITA L’UMILIAZIONE — Povero Milan. Lo sconcerto dilaga. E la palla non entra. Al 25’, addirittura, davanti a Consigli lisciano in tre: Boateng, Acerbi e De Jong. Allegri vivacizza la partita con un cambio: dentro Bojan per El Shaarawy. Tanto per gradire, insomma. E guarda caso mette Pazzini per la prima volta in condizione di colpire di testa una palla innocua. Ma come gioca male il Milan: incapace di confezionare un’azione degna di nota, mentre l’Atalanta esibisce gioco e sicurezza. Uno smarrimento conclamato che si allarga a macchia d’olio quando Abbiati al 39’ deve compiere un miracolo per alzare oltre la traversa il tiro di Moralez. Alla fine la vittoria dell’Atalanta, che abbandona il segno meno in classifica e si porta a quota 2, è meritata. A tre giorni dall’Anderlecht è davvero preoccupante.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 15:17

La Lazio a punteggio pieno
Hernanes liquida il Chievo

I biancocelesti vincono 3-1 a Verona con una doppietta del brasiliano che crea anche l'azione del gol di Klose. Solo con Maestrelli nel 1974 i biancocelesti avevano vinto le prime tre partite di campionato. Gialloblù troppo fallosi, in gol solo al 37' della ripresa con Pellissier su rigore


Nell'anticipo delle 12.30 della quarta giornata un super Hernanes lancia la Lazio ancora più su con la terza vittoria su tre partite: finisce 3-1 sul campo del Chievo. Solo con Maestrelli in panchina nel 1974 i biancocelesti, allora campioni d'Italia in carica, avevano vinto le prime tre partite di campionato. E adesso la Lazio è prima a punteggio pieno, grazie alla doppietta del brasiliano, che fa uno show e crea anche l'azione del gol di Klose. Gialloblù vogliosi ma con troppi errori, il gol dell'1-3 arriva solo al 37' della ripresa con Pellissier su rigore. A match chiuso.

PUNTE STAGIONATE — Di Carlo ha Paloschi e Dramé infortunati, così inserisce dal primo minuto Jokic e cambia modulo e passa da due a un solo trequartista, Hetemaj preferito a Marco Rigoni e Théréau dietro Di Michele e Pellissier in una partita dagli attaccanti stagionati, visto che l'unica punta della Lazio è Klose in un 4-5-1 che Petkovic conferma rinunciando al turnover nonostante giovedì in Europa League c'è la sfida al Tottenham. Unica novità il belga-angolano Cavanda che subentra a Lulic, col bosniaco che si accomoda in panchina a causa di una caviglia in disordine.


SHOW DEL PROFETA — Pronti via e la Lazio passa in vantaggio dopo appena 5 minuti. Il merito è di un Hernanes in giornata di grazia: con una serpentina il brasiliano si libera al tiro al limite dell'area: il suo sinistro colpisce il palo alla destra di Sorrentino e si insacca per lo 0-1. La partita è così segnata dal via. Il Chievo cerca di fare la partita con un pressing asfissiante, arrivando spesso agli interventi duri, con lanci lunghi sulle punte che attaccano bene gli spazi, ma quanti errori per i gialloblù, che a centrocampo sono disorientati dai laziali, compatti, solidi, lucidi e di una categoria superiore e capaci di togliere punti di rifermento agli avversari. La difesa alta biancoceleste mette in difficoltà le punte, eppure arriva un'occasione ghiotta per Di Michele, fino a quel momento impegnato soprattutto a lamentarsi con l'arbitro Rizzoli, al 35': erroraccio di Dias che di testa cerca di servire Marchetti alle sue spalle e invece dà la palla all'attaccante: il tiro a botta sicura è salvato dal portiere, sempre più una sicurezza della Lazio. E sull'azione seguente arriva la magia di Hernanes, che con una finta di corpo si libera di due rivali, scappa e arriva al tiro, Sorrentino ribatte e Klose lì insacca per lo 0-2. Inutile la spinta del Chievo, la Lazio gestisce bene dietro e a ogni verticalizzazione dà la sensazione di poter far male.


TROPPI ERRORI — Konko ha problemi al polpaccio sinistro: Petkovic nella ripresa lo sostituisce con Scaloni. Il Chievo ci prova, si affida a Pellissier e Luciano che generosamente lottano su ogni pallone e creano un paio di occasioni senza trovare però compagni a supporto. La Lazio si chiude dietro e con qualche apprensione tiene nei primi minuti. Un canovaccio che va avanti nella prima parte della ripresa, con ripartenze veloci dei biancocelesti grazie a Hernanes e Gonzalez che di fatto spaventano il Chievo tenendolo sulle corde. Lazio compatta e cortissima, per il Chievo è una faticaccia trovare buchi. La squadra di Di Carlo è costretta a cercare la velocità, pagando la frenesia con gli errori che si susseguono assieme ai falli. E così gli ospiti provano a gestire i tempi rallentando il gioco. Di Carlo inserisce Moscardelli e Marco Rigoni per un deludentissimo Di Michele e per Hetemaj. Il Chievo sbaglia meno e arriva vicino al gol con Thereau e Cesar sfortunati in un'area laziale sempre più ingolfata. L'ordine non basta e i biancocelesti, costretti a sostituire Gonzalez con Cana, rischiano grosso al 25', con un altro errore di Dias che permette a Pellissier di dare a Moscardelli. Botta sicura, Marchetti battuto, ma palla fuori di un niente. E allora? Ci pensa Hernanes, che prende palla a sinistra, si beve Marco Rigoni, scappa fin dentro l'area e giustizia Sorrentino per lo 0-3. Siamo al 29'. Match chiuso in anticipo? Per niente. Il Chievo non si arrende e continua a spingere fino a arrivare al gol dell'1-3 al 37'. Klose trattiene in area Sardo: rigore che Pellisser realizza per l'1-3. E' il primo gol incassato dalla Lazio in questo campionato. E stavolta il match è chiuso davvero.

Nicola Melillo

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 17:37

Jovetic e Toni fermano il Catania
Montella archivia il passato

La Fiorentina vince 2-0 al Franchi grazie al montenegrino, sempre più indispensabile. Bene il rientro dell'attaccante che segna a 2 minuti dall'ingresso in campo. Gol annullato a Bergessio e a Roncaglia

Ci sono storie che si intrecciano indissolubili, tra passato e presente e Firenze se ne sta lì a rimirarle. Jovetic resta e segna, Toni torna e segna pure lui. La nuova Fiorentina della versione Montella funziona alla grande e rifila un 2-0 a un Catania capace di contenere la manovra viola nel primo tempo, ma totalmente fiacco nella ripresa.


SUBITO CUADRADO — La Fiorentina si affida al collaudato 3-5-2, con la conferma della linea difensiva Roncaglia, Rodriguez, Tomovic. Il blocco di centrocampo deve fare a meno di Aquilani, acciaccato da una tendinopatia. Dentro quindi Migliaccio a dar manforte a Pizarro e Borja Valero, mentre sulla destra l’energia di Cuadrado vince il ballottaggio con Cassani. Coppia d’attacco Jovetic-Ljajic, con El Hamdaoui indisponibile per un problema a un ginocchio e Toni che frigge in panchina. Il Catania di Maran ripropone il marchio di fabbrica del 4-3-3. Dietro Spolli prende il posto di Bellusci, mentre in mezzo il tifoso viola Biagianti e Almiron afficancano Lodi, pronto a tessere le trame per il trio argentino Gomez, Bergessio, Barrientos.

IMBUTO — In tempi non sospetti Pulvirenti aveva lanciato la sua invettiva contro Montella: “E’ come se non fosse mai stato qui”. Si sbagliava il patron: il Catania al Franchi è una squadra compatta, come la voleva proprio l’Areoplanino a suo tempo, sa occupare gli spazi con criterio e soffocare la Fiorentina a ridosso dell’area. I toscani macinano una buona mole di gioco, Pizarro prova a sventagliare palloni, le fasce cercano di pungere con Pasqual e Cuadrado, ma in avanti è calma piatta. Il Catania dà la scossa a Firenze con la rete di testa di Bergessio a scavalcare Viviano, ma è un falso allarme: fuorigioco e Doveri pronto ad annullare il vantaggio. La partita sembra un imbuto e quando si arriva a tirare gli spazi si restringono. L’unica incursione pericolosa è ancora di Bergessio, chiuso con splendida puntualità da Tomovic. Il resto è palla che gira fino alla trequarti e casellina dei tiri sconsolata e vuota.


LA MIRA DI JOJO — Al 43’, allora, ci pensa lui, quello che sa bastare a se stesso e alla tifoseria viola: Stevan Jovetic. Il montenegrino detta il passaggio a Ljajic che capisce un filo in ritardo il movimento da fare. Vanificato l’inserimento, allora, JoJo decide di ballare da solo: si prende palla, se la porta sul sinistro e infila con una precisione accecante Andujar sul primo palo. Una mira, quella di Jovetic, che non ha niente da invidiare a quella di Niccolò Campriani, oro ai Giochi di Londra con la sua carabina, oggi in tribuna a gustarsi la nuova Fiorentina targata Montella.


TONI C'È — Maran cambia immediatamente: via Almiron, dentro Castro. Subito Barrientos e Bergessio si inventano un uno-due, con quest’ultimo che tenta la conclusione sul secondo palo. La Fiorentina risponde con un colpo di testa di Migliaccio su punizione, ma non sfrutta il fatto di essere completamente solo in area etnea. Il Catania è perdonato, ma deve rivedere il modo di piazzare gli uomini sui calci da fermo. I toscani premono, Montella vuole decapitare definitivamente la gara. Prima Jovetic scucchiaia una delizia a Ljajic, ma Andujar e Spolli ci mettono una pezza, poi Ljajic stesso si inventa una traiettoria velenosa su cui Roncaglia interviene di testa, in fuorigioco. La palla si infila in rete e Doveri annulla. E’ solo questione di tempo, però, per il raddoppio: al 18’ entra Luca Toni che appena due minuti dopo può far roteare di nuovo la mano vicina all’orecchio, proprio come ai vecchi tempi. Uno Jovetic ovunque gli offre una palla comodissima sul destro e l’attaccante al regno bis a Firenze mette tranquillo in rete. E’ 2-0. Il Catania si è involuto lentamente, mentre la Viola brilla. Bergessio prova a dare la sveglia ai suoi, con un colpo di testa schiacciato sotto porta, su cui la mano di Viviano è provvidenziale. Alla fine la Fiorentina fa girare la palla e si resta sul 2-0, con l’impressione che un uomo di peso di fianco a Jovetic lo renda – se possibile- ancora di più di un altro pianeta.

Azzurra Saggini

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 17:39

Juve, rimonta griffata Vucinic
Il Genoa spreca e si arrende

I bianconeri vanno sotto a Marassi per il gol di Immobile, ma nella ripresa rimontano grazie alle reti di Giaccherini, Vucinic su rigore e Asamoah. Decisivo l'ingresso dalla panchina del montenegrino, protagonista in tutti i centri bianconeri. I rossoblù hanno dominato nel primo tempo, e pagato i troppi sprechi

La Juventus vince anche a Marassi, in rimonta, contro il Genoa. Alla rete dell'ex "impertinente", Immobile replicano nel secondo tempo, dopo un po' di paura, Giaccherini, Vucinic su rigore e Asamoah. La Juve declina con successo la regola del tre. Tre gol e tre vittorie in altrettante partite di questo campionato, con nove gol segnati, dunque 3 a partita, di media. La Vecchia Signora è così davanti a tutti, a braccetto con Napoli e Lazio. Appunto, là davanti si conferma la regola del tre.


UNA SUDATA PAZZESCA — Quella che ha fatto la Juve a Genova, però. E non solo per il pomeriggio estivo. Il Genoa nel primo tempo ha dominato, e nella ripresa sprecato almeno tre occasioni clamorose per chiudere la gara. Poi la Juve è venuta fuori come un diesel, implacabile. E ha punito gli errori altrui, grazie soprattutto a Buffon e Vucinic. Il portierone si è riscattato di Bertolacci, che gli aveva segnato per il Lecce nello scorso campionato, quando fu protagonista di un clamoroso errore, il montenegrino è entrato dalla panchina, ha segnato e regalato il pallone del pari a Giaccherini a l'assist del definitivo 3-1 all'altra subentrato, Asamoah.

LE SCELTE — De Canio schiera insieme Immobile e Borriello, due centravanti. Per farlo cambia modulo: chiude in un cassetto di Marassi il consueto 4-3-3 e propone piuttosto un 4-3-1-2 nel quale Bertolacci, bestia nera della Juve col Lecce, dà un'occhiata a Pirlo e una ai suoi due attaccanti. Conte fa turn over in vista del Chelsea, in Champions: cambiano gli esterni, Caceres e De Ceglie diventano titolari, in mezzo Gioccherini prova a fare il Vidal, davanti Vucinic si riposa. Giocano Matri e Giovinco.

GENOA SCATENATO — I rossoblù partono a mille all'ora. Borriello, l'ex recente, va vicinissimo al vantaggio: errore di Bonucci, la punta napoletana mette appena a lato il sinistro incrociato. L'altro ex - pure lui napoletano - Immobile, un po' meno recente ma cresciuto nelle giovanili della Juve che ne detiene ancora la comproprietà, si divora un'occasione ghiotta, cercando un improbabile colpo sotto quando gli si para davanti Buffon. Poi, però, alla seconda opportunità sottoporta, trova la rete del vantaggio. Colpisce di destro appena dentro l'area, palla angolatissima, Buffon proprio non può arrivarci.

JUVE SORPRESA — La Juve, colpita dalla sua arma classica, il ritmo alto, proprio non riesce a scuotersi. Neanche lo schiaffo dello svantaggio la sveglia. È come se aspettasse il calo del Genoa, che però non arriva, per poi replicare. E i rossoblù hanno con Jankovic e Borriello (stavolta Bonucci è provvidenziale) le palle gol per il 2-0. Che non arriva, però. La Juve è vivace a sinistra con De Ceglie, poco più, Caceres a destra si propone, ma spesso è impreciso nei cross. Giovinco ronza, ma non punge, Matri ha un unico guizzo, che lo porta (in sospetto fuorigioco) davanti a Frey, grazie ad un "taglio" sull'idea di Giaccherini. Il sinistro del centravanti è però sciagurato: palla in curva. Siamo al 38': significativo che la Juve abbia creato il primo pericolo agli sgoccioli del primo tempo. Che si chiude con il Genoa in vantaggio, e il punteggio sta pure stretto alla squadra di De Canio.

UN LEGNO PER PARTE — La Juve del secondo tempo si è rimessa i panni che l'hanno resa vincente. È carica, cattiva, continua. Spinge forte. Crea occasioni, e costringe il Genoa a rintanarsi, anche se poi concede comunque troppo, ai colpi di testa di Sampirisi (appena fuori) e Borriello (traversa). Un palo l'aveva colpito anche Giovinco, con un bel destro incrociato. Occasioni come le ciliege, una tira l'altra. Da entrambe le parti. Conte cambia: fuori De Ceglie e Matri, dentro i titolari Asamoah e Vucinic.


GOL SBAGLIATO GOL SUBITO — Un classico detto del pallone è confermato al 18' della ripresa. Bertolacci si vede respingere i sogni di gloria da Buffon, che ha un gran riflesso, sul seguente contropiede la Juve pareggia. Sponda di Vucinic, bello l'interno destro piazzato di Giaccherini dal limite dell'area. 1-1.

VINCE LA JUVE — Grazie al rigore decretato dall'arbitro Rocchi per un contatto in area Sampirisi-Asamoah. Vucinic prende il pallone, non lo molla quando gielo chiedono Giovinco e Pirlo, va sul dischetto e trafigge Frey. 2-1 Juve. Che poi amministra il vantaggio, con un Genoa che, esausto, non riesce più a cambiare passo. Addirittura, segna ancora la Juve, con Asamoah, su assist di Vucinic. E resta in vetta, in una giornata in cui l'imbattibilità in serie A, che durava da 41 partite, è stata a rischio molto più di quanto racconti il punteggio finale.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 17:43

Napoli a tutto attacco
Il Parma cede il passo 3-1

Mazzarri si gode le reti di Cavani, Pandev e Insigne e gli azzurri restano a punteggio pieno. Per gli emiliani a segno Parolo

Su un buon terreno di gioco (il San Paolo è stato rizollato in settimana) il Napoli raccoglie la sua terza vittoria in tre gare, applaude i suoi tenori (protagonisti in tutti i gol, con Pandev-record: un rigore procurato, una rete e un assist) e festeggia il primo gol del gioiellino Insigne, che entra e segna, tutto in un minuto. E il 3-1 sul Parma è pure meritato, anzi avrebbe potuto essere più largo visto le occasioni mancate d'un soffio e il palo colpito da Dzemaili. Con Mazzarri che festeggia alla grande la sua trecentesima panchina in serie A.


BUM BUM NAPOLI — Mazzarri sceglie Pandev alle spalle di Cavani, con Zuniga a sinistra e Maggio a destra a garantire palloni e raccordo col centrocampo. E naturalmente Hamsik libero di svariare in avanti, a sostegno della manovra d'attacco. Lo slovacco appare ispirato fin dai primi minuti. Anzi, dal 3', per l'esattezza: un suo suggerimento innesca lo scatto in area di Pandev e induce Mirante all'harakiri: rigore e ammonizione per il portiere. Dal dischetto ci pensa Cavani, di destro, e dopo tre minuti il Napoli è già in vantaggio. Il Parma ancora si sta assestando in campo, con il greco Ninis lanciato al fianco di Belfodil e Parolo in mezzo ad affiancare Valdes e Galloppa. La squadra di Donadoni si trova a dover attaccare ma ha buon gioco il Napoli nel controllare il match, limitando al minimo le incursioni in avanti dei gialloblù. Cavani e compagni non rinunciano poi ad attaccare, confermando le ottime impressioni destate nei primi due turni. Squadra equilibrata e rodata in tutti i reparti, dimostra di sapere ciò che vuole e come ottenerlo. E per il Parma si fa dura. Al 39' arriva il raddoppio azzurro: stavolta è Cavani a sradicare un pallone a centrocampo e a lanciare in Hamsik (in sospetta posizione di fuorigioco, ma le immagini fanno pensare che lo slovacco sia in posizione regolare), con Pandev che si trova sul sinistro un pallone solo da appoggiare in rete. E' il 2-0, ma non è finita qui, nonostante le apparenze. Al 43' Dzemaili su punizione scheggia infatti il palo alla sinistra di Mirante, ma un minuto più tardi è il Parma a riaprire la gara: Parolo di testa sfrutta un cross di Ninis e firma il 2-1 con cui si chiude il primo tempo.


INSIGNE ENTRA E SEGNA — La ripresa si apre con Gamberini in campo al posto di Aronica, che si era fatto male alla caviglia destra già nel primo tempo. Ma soprattutto il Napoli ha due occasioni per chiudere la gara. Capitano all'8' e al 9': prima Mirante di piede dice no a Cavani, poi Inler sbaglia la mira d'un soffio. Per il resto è bel Napoli, che orchestra azioni su azioni con i tre tenori che vanno a memoria, e Parma coriaceo e tosto, che ritrova anche vivacità offensiva con l'innesto di Pabon. Al Napoli mancano solo un po' di lucidità e di precisione per chiudere il match, come Mazzarri non manca di sottolineare durante la gara. Ancora Cavani si trova fra i piedi il pallone del tris, ma dopo aver spiazzato con una finta di corpo Mirante, riesce a mettere sul fondo da due passi. Finisce che Mazzarri lo richiama in panca, al suo posto entra Insigne, al 31': non passa un minuto, e il gioiellino sfrutta un assist di Pandev e firma, di destro, l'atteso 3-1. Il San Paolo impazzisce, il Parma saluta l'ultima occasione, quella sprecata da Belfodil al 39'. La gara finisce qui e inizia il countdown all'esordio in Europa League, giovedì contro l'AIK Solna.

Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 17:46

Maxi Samp: terza vittoria di fila
3-2 a contro il Pescara di Stroppa

La doppietta dell'argentino Maxi Lopez e il gol del paraguaiano Estigarribia confermano i blucerchiati nei quartieri alti della classifica. Inutili le reti di Celik e Caprari per gli abruzzesi.

Una Samp cinica passa quasi con facilità all'Adriatico: controlla il gioco, un Pescara volenteroso ma arruffone e troppo aperto in difesa, e punisce senza pietà. Per la squadra di Ferrara è la terza vittoria su tre partite, trend che fa sognare i tifosi blucerchiati (8 punti in classifica causa penalizzazione, ma virtualmente in vetta a punteggio pieno); situazione diametralmente opposta in casa Pescara (tre sconfitte), dove Stroppa non è ancora riuscito a trovare l'assetto giusto ad una squadra prima ribaltata e poi rattoppata alla meglio (o alla peggio) in estate.

RIVOLUZIONE STROPPA — Tre gare di serie A, altrettanti vortici di cambi in casa pescarese, a cominciare dal modulo: si parte col 4-2-3-1 e il giovane colombiano Quintero (all'esordio da titolare) dietro l'unica punta Vukusic; ai suoi fianchi gli esterni Balzano a destra e Weiss a sinistra. Ferrara si deve affidare al terzo portiere Berni per la contemporanea assenza del titolare (Romero che è rimasto in Argentina per stare vicino alla moglie partoriente) e del secondo Da Costa (squalificato per la vicenda scommesse); davanti, però, la Samp può contare su un tridente di alto livello composto da Estigarribia, Maxi Lopez e Eder.


MAXI SAMP — Giocatori di quelli che, al primo errore, ti puniscono. Succede esattamente questo, infatti: il Pescara parte anche bene sfruttando un po' di ruggine di Berti (insicuro in paio di occasioni: in avvio tiro di Quintero dalla distanza controllato con difficoltà, rinvio addosso a Vukusic a metà primo tempo), ma alla prima opportunità la Samp passa. Errore di Zanon, che si abbassa troppo, e la trappola del fuorigioco non scatta: Eder offre a Maxi Lopez un pallone da spingere in rete a porta vuota.

MINI PESCARA — Il Pescara accusa il colpo, anche perché quello dell'argentino al 31' è il primo tiro della Samp fino a quel momento, e tale resterà fino all'intervallo. Prima della pausa i padroni di casa tentano una reazione, un assalto confuso e sterile verso l'area blucerchiata che produce solo qualche timida protesta all'indirizzo dell'arbitro Pinzani. Nella ripresa la squadra di Stroppa riparte anche bene, ma il suo problema è piuttosto evidente ogni qual volta la Samp si affaccia sulla trequarti offensiva: capita di nuovo al 15' del secondo tempo e indovinate un po'? Estigarribia raddoppia: il paraguiano spunta alle spalle della difesa abruzzese e in diagonale batte l'inerme Perin. Massimo risultato col minimo sforzo per gli ospiti: due occasioni, due gol, partita virtualmente chiusa. Immancabile, arriva anche la prima contestazione dei tifosi del Pescara.


APRI E CHIUDI — Sarà la "spinta" del pubblico o l'intuizione di Stroppa (che aveva appena richiamato Weiss per dare spazio a Celik), ma il Pescara alla fine trova il pertugio: è sempre Quintero (buona la sua prestazione) a imbeccare appunto il neo entrato, che supera Berni. La partita sarebbe riaperta, se solo la difesa pescarese (appena 1' dopo aver accorciato le distanze) non concedesse un'altra prateria a Maxi Lopez, che ovviamente non si fa pregare e blinda nuovamente il risultato. Fino al 45', quando l'altro nuovo entrato Caprari, dal limite, trova l'incrocio e accorcia ancora il risultato. Troppo tardi, però, perché nei 4' di recupero concessi da Pinzani la Samp alza le barricate e porta a casa la vittoria.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 17:51

Super Totti non basta
Gilardino travolge la Roma

La squadra di Zeman parte alla grande chiudendo il primo tempo 2-0 grazie ai gol di Florenzi e Lamela. Nella ripresa il patatrac: la difesa giallorossa sbanda e segnano il Gila, Diamanti e ancora l'ex viola al 91'

Dopo il 2-2 con il Catania all'Olimpico, la sconfitta con il Bologna. Un 3-2 che fa tanto male, perché la Roma si fa raggiungere sul 2-0 dai rossoblù nello spazio di un minuto fra il 72' e il 73' e infine superare al 91' da Gilardino, che saluta la Capitale con una doppietta. Non basta Totti a illuminare la squadra che segna nel primo tempo con Florenzi e Lamela. Nella ripresa arrivano le reti dell'ex viola e di Diamanti e la frittata è fatta. Da incorniciare le due parate miracolose di Agliardi su altrettanti colpi di testa di Totti, soprattutto quello all'ultimo secondo.


TUTTO FACILE — Eppure, pur senza De Rossi e Osvaldo, Zeman aveva superato l'ostacolo puntando sulla spensieratezza di Tachtsidis e la buona visione del gioco di Pjanic, preferendo Lamela a Lopez. Ne sa qualcosa Pioli, che assiste da bordo campo alla frenetica manovra giallorossa: disinvolta e sciolta; possesso palla magistrale. Il suo Bologna si impegna nella fase difensiva, ma quelli della Roma spuntano da tutte le parti. A destra Pjanic e Lamela, a sinistra con le falcate di Balzaretti. Poi ci si mette il Capitano e il giocattolo è confezionato.


TOTEM TOTTI — Che meraviglia Totti: 36 anni e non sentirli. Sembra coetaneo dei ragazzotti che gli girano attorno. Gigante vero. Crea, scatta e corre. Come al 38', quando Lamela sfugge in contropiede e lui lo segue correndo come un matto, tenendosi anche la forza per scagliare un pallonetto da fuori area che sorvola di poco la traversa. Ma aveva fatto ben altro prima il Capitano. Al 7' il tiro dalla distanza da cui parte il vantaggio: palo pieno, palla ribattuta e ribadita in rete di testa da Florenzi che esordisce nella sua casa come sognava anni fa quando andava in Curva a tifare Totti e la Roma. Poi al 14' con quel tiro che Agliardi deve deviare in angolo superandosi. Si scatena anche Lamela che al 16' coglie il 2-0 con un rasoterra che va a scheggiare il palo interno. Il Bologna? Praticamente solo Diamanti: geniale ma solitario, mentra Gilardino girovaga senza una meta precisa, ma, conoscendolo, pronto a colpire al momento giusto.


MAI DIRE MAI — La ripresa inizia con Pulzetti al posto di Guarente. Il Bologna è più incisivo, ma al 10' è la Roma a mancare il 3-0 ancora con Totti, questa volta di testa con la deviazione miracolosa di Agliardi sul palo. E' lui a giganteggiare ancora, nonostante il caldo dell'Olimpico. Ma Zeman gli va in soccorso regalandogli forze fresche: Lopez per Lamela e Marquinho per Pjanic. Roba da chiudere in scioltezza. Ma il Bologna non molla mai e la Roma va in bambola. Soprattutto la difesa; soprattutto Piris. Nel giro di un minuto, fra il 27' e il 28', accade l'incredibile: il difensore si fa gabbare, prima da Gilardino poi da Diamanti, il migliore tra i rossoblù. Zeman inorridito toglie Piris per Marquinhos che regala velocità e profondità alla manovra. Ma servirebbe lucidità per vincere la partita. Quella che non manca al Bologna, al 91' in vantaggio ancora con Gilardino, sull'ennesimo pasticcio difensivo della Roma (scontro fra Burdisso e Stekelemburg): è il pazzesco 2-3.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 17:55

Siena, rimonta da 0-2
Udinese raggiunta in dieci

I toscani recuperano dallo 0-2 grazie alle reti di Calaiò e Ze Eduardo su rigore nella ripresa. Decisivo il rosso a Lazzari. I friulani avevano segnato nei primi cinque minuti con Basta e Di Natale. De Marco allontana anche Guidolin

Il campionato 2012-13 dell'Udinese è fatto di attimi. Con la Juventus in pochi secondi il match aveva preso una brutta piega per un'espulsione e un rigore segnato dai campioni d'Italia. A Siena sembrava dovesse accadere l'inverso: due azioni in cinque minuti di gioco sembravano aver chiuso il match. Protagonista assoluto Dusan Basta, uno splendido gol e un assist al bacio per il primo gol stagionale di Totò Di Natale. Ma un nuovo rosso ha lanciato il Siena verso una non prevedibile rimonta.


ZE EDUARDO IN PANCA — L'Udinese scende in campo con il duo inedito Di Natale-Barreto in attacco, a centrocampo ci sono Allan e Lazzari. Cosmi sorprende per le sue scelte: inventa Del Grosso terzo centrale di difesa (in panchina Contini), sceglie Rubin sulla sinistra e Rodriguez dietro le punte al posto di Ze Eduardo.


PARTENZA THRILLER — Le scelte del tecnico umbro si rivelano disastrose. Pronti, via: una corta respinta di Del Grosso finisce dalle parti di Basta e Rubin. L'ex torinista si addormenta, Basta lo anticipa e inventa un destro dal limite che spolvera l'incrocio di Pegolo. Da quella parte arriva anche il raddoppio qualche minuto dopo. L'esterno serbo ha un altro passo, si porta a spasso Rubin per 40 metri e poi regala un cross perfetto a Di Natale, per il primo gol stagionale dell'attaccante campano. A questo punto il Siena si sveglia, almeno dal centrocampo in su e se la gioca alla pari con l'undici di Guidolin. Ma in difesa Danilo e Domizzi annullano Calaiò, Rosina e Rodriguez faticano, l'unico che ci prova è D'Agostino. Che Cosmi però manda sotto la doccia alla mezz'ora per Ze Eduardo. Tra i mugugni del pubblico senese. Ma non cambia niente e il taccuino si riempie solo per segnalare l'allontanamento di Guidolin dalla panchina per proteste.


ROSSO PESANTE — Una partita solo da controllare per i friulani, ma anche stavolta un rosso complica i piani di Guidolin. All'8' della ripresa un intervento da dietro a centrocampo di Lazzari viene punito con il secondo giallo da De Marco. Dopo uno spavento dovuto all'ennesimo errore di Del Grosso che lancia Basta verso la porta (bravo Neto su Di Natale), il Siena cresce insieme a Ze Eduardo e grazie a un cambio indovinato da Cosmi. Sestu, entrato per Rubin, mette in difficoltà Basta sulla sinistra, mentre Angelo imperversa sulla destra. Dopo un miracolo di Padelli su colpo di testa di Sestu, arriva il gol di Calaiò lasciato libero in area. Il Siena ci crede, Ze Eduardo guadagna punizioni e trova un varco vincente per Angelo. Domizzi interviene in ritardo, rigore e gol del brasiliano. Un 2-2 assolutamente insperato fino all'espulsione di Lazzari. Cosmi sorride, ma la sua squadra va troppo piano per rimontare i punti di penalizzazione.

Alberto Agostinis

Fonte: gazzetta
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16/09/2012 23:39

L'Inter da trasferta corre: 2-0
Due lampi piegano il Toro

Milito nel primo tempo indirizza la gara con un gran destro da fuori area, nel finale Cassano, subentrato a Sneijder, chiude i giochi. In mezzo qualche buona azione dei granata, stoppata da Ranocchia e Juan. Due vittorie su due fuori casa per Stramaccioni, primo k.o. per Ventura


Conta più cambiare modulo, inserire un centrocampista in più, tenere Cassano per il finale, o avere uno come Diego Milito? Il Principe indirizza la gara di Torino col primo pallone toccato. Non ne passeranno molti di più dalle sue parti, ma tanto basta. L'Inter passa a Torino 2-0 con due lampi, il Toro incassa le prime reti e la prima sconfitta stagionale, nonostante una prestazione tutto sommato non da buttare, e anche qualche occasione per pareggiare. Dopo la sconfitta contro Zeman, Stramaccioni si fa prudente e ripiega sul 4-4-1-1: trova Sneijder in giornata non proprio esaltante (sostituito, non la prenderà bene), ma vede la sua porta protetta alla grande da una prestazione di forza e di precisione della coppia Ranocchia-Juan. A livello di gioco, non c'è troppo da spellarsi le mani, ma la squadra nerazzurra se non altro a lungo mantiene un possesso palla che limita le folate dei granata. Seconda vittoria esterna per l'Inter: se ci aggiungete il rendimento in Europa League, e le disavventure del Milan, viene da pensare che il nuovo manto di San Siro sia stregato. Per Ventura zero punti, ma qualche segnale che il lavoro impostato può pagare anche in questa categoria.


I GOL — La rete che mette fine all'imbattibilità del Torino 2012-13 è frutto di un gentile omaggio di Gazzi, che dopo un rimpallo rinvia centrale, proprio sui piedi di Milito: non fa tempo a disperarsi che il Principe si inventa un detro fulminante, che finisce nell'angolino basso e porta il risultato sull'1-0. Probabilmente è la prima palla toccata dall'argentino, che però confeziona un gran gol. Cassano, invece, fa centro al secondo pallone che transita dai suoi piedi: è il 38' della ripresa, prima ha sbagliato un passaggio per Nagatomo, ma sul cross di Alvarez, dopo la finta di Milito, è pronto. Con un gran controllo manda a spasso Masiello, poi il rasoterra è preciso. E' il 2-0 che piega le ultime resistenze granata.


INTER SOLIDA — In tutto il primo tempo la squadra di Stramaccioni mette insieme il gol di Milito e una punizione di Sneijder. Nelle ripresa, siamo fermi al gol di Cassano: è cinica, ma fatica un po' a creare gioco. Al tempo stesso rischia poco, grazie a una prestazione convincente dei due centrali, Ranocchia e Juan (schierato titolare a sorpresa) e alla doppia cerniera sugli esterni Jonathan e Zanetti a destra, Nagatomo e Pereira (qualche passo indietro rispetto al debutto) a sinistra. Strama infatti sceglie inizialmente il 4-4-1-1, con il solo Milito davanti, supportato da Sneijder, che in realtà rientra molto a cercar palloni. L'infortunio di Jonathan (spalla) lancia Alvarez nelle ripresa: si piazza esterno alto a sinistra, soffrirà un po' in copertura su Darmian, mentre Pereira retrocede di qualche metro e nagatomo passa a destra. Poi Strama butterà dentro anche Cassano: ma esce Sneijder, che la prende male e si lamenta pubblicamente del cambio.


TORO, MEGLIO LA RIPRESA — Il Toro di Ventura mostra parte di quel gioco che ha riportato un po' di entusiasmo sul fronte granata, nonostante una campagna acquisti in parte contestata. La squadra arriva bene fino alla linea dei quattro attaccanti, dove Bianchi è riferimento continuo, poi però spesso fallisce l'ultimo passaggio. Gli esterni Stevanovic e Santana raramente saltano l'uomo e Handanovic è impegnato solo da un tiro da fuori di Ogbonna e, soprattutto, da un retropassaggio di Nagatomo. Le cose vanno meglio con gli ingressi di Meggiorini e soprattutto Cerci: il Toro nella ripresa pare avere più birra, va vicino al pareggio con Bianchi (che centra Handanovic con un tiro al a volo), esalta il pubblico e per una decina di minuti ci crede. Poi le energie scemano, Cassano punisce e arriva la prima sconfitta.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
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17/09/2012 14:07

SERIE A 2012/2013 3ª Giornata (3ª di Andata)

15/09/2012
Palermo - Cagliari 1-1
Milan - Atalanta 0-1
16/09/2012
Chievo - Lazio 1-3
Fiorentina - Catania 2-0
Genoa - Juventus 1-3
Napoli - Parma 3-1
Pascara - Sampdoria 2-3
Roma - Bologna 2-3
Siena - Udinese 2-2
Torino - Inter 0-2

Classifica
1) Juventus, Napoli e Lazio punti 9;
4) Sampdoria punti 8;
5) Inter e Fiorentina punti 6;
7) Roma e Catania punti 4;
9) Torino, Milan, Genoa, Parma, Chievo e Bologna punti 3;
15) Atalanta e Cagliari punti 2;
17) Udinese e Palermo punti 1;
19) Pescara punti 0;
20) Siena punti -4.


Penalizzazioni inflitte in conseguenza delle sentenze della giustizia sportiva relative ai
processi per illeciti sportivi dello scandalo calcio-scommesse (per le squadre di Serie A e
salvo ulteriori variazioni):

Sampdoria -1 punti;
Torino -1 punti;
Atalanta -2 punti;
Siena -6 punti.
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22/09/2012 23:50

Fiorentina, illusione e sprechi
Parma pareggia in 10 al 93': 1-1

Grandi emozioni: eurogol di Roncaglia, un palo per parte poi 3 rigori; Viviano blocca il primo a Valdes, poi Mirante a Jovetic, infine Valdes tira ancora dal dischetto e segna l'1-1

Il colore viola brilla per 45 minuti e non basta per sbancare il Tardini. La Fiorentina sta studiando da grande squadra, ma il pari realizzato dal Parma al 93' racconta che manca ancora qualcosa per diventarlo. Premiato, dunque, il cuore degli emiliani, che in una gara al cardiopalma, hanno il merito di non mollare mai. Incredibile la girandola di emozioni: 2 gol, altrettanti pali, un cartellino rosso e 3 rigori di cui uno solo realizzato: quello finale dell'1-1, che fissa il primo pareggio stagionale per entrambe le squadre.


SPETTACOLO — Per capire che tipo di partita sarà Parma-Fiorentina basta guardare i primi cinque minuti: pronti, via e gli emiliani si lanciano all'arrembaggio provando un paio di cross dalle fasce (senza esito); quando i viola recuperano palla, la mantengono per circa 120 secondi con una eccellente combinazione tra Pizarro, Borja Valero e Mati Fernandez, la cui verticalizzazione finale per Jovetic è leggermente troppo lunga. Il gol che sblocca la partita è quasi una contraddizione per lo spettacolo offerto da Montella e i suoi ragazzi nel primo tempo: Roncaglia calcia da oltre 25 metri, leggermente defilato sulla destra, sorprendendo Mirante. Una gemma che esalta il Torito e di fatto può far felice il tecnico: la sua Fiorentina può arrivare in porta (o almeno ci prova) con la palla tra i piedi, ma se riesce a colpire anche con un eurogol da fuori area, va anche meglio. Una soluzione in più che non guasta.

LA DIFFERENZA — Alla lettura delle formazioni la prima sorpresa è leggere il nome di Seferovic tra i viola al posto di Ljajic. Montella vuole uno che sappia giocare anche di sponda e crei spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Volendo trovare il pelo nell'uovo, in realtà, è proprio ciò che manca: la Fiorentina gioca che è una meraviglia e l'altra novità dal primo minuto, Mati Fernandez, aggiunge ulteriore fantasia al tandem di registi Pizarro-Borja Valero. Insieme formano il triangolo delle meraviglie. La giornata "normale" di Jovetic e la scarsa intraprendenza nell'attaccare lo spazio da parte dei centrocampisti (come dello stesso Cuadrado, bravo a saltare l'uomo ma sempre piuttosto largo come gli impone il ruolo) non danno grosso lavoro a Mirante che rischia solo in un'altra circostanza, dopo l'1-0, quando Roncaglia (ancora lui) colpisce il palo sugli sviluppi di un calcio piazzato.


LA REAZIONE — A quel punto anche il Parma aveva già colpito un legno, con Lucarelli, lasciato solo in area. Di fatto, però, è l'unica occasione fino all'intervallo per i gialloblù, che hanno prima il torto di lasciare almeno per mezzora l'iniziativa al terzetto di centrocampo dei viola rinunciando al pressing, poi il merito di alzare il baricentro soprattutto nella ripresa pur lasciando inalterato il modulo (3-5-2) speculare a quello dei rivali. La svolta potrebbe darla ancora Roncaglia, stavolta a vantaggio degli avversari, commettendo un ingenuo fallo da rigore su Pabon, defilato e spalle alla porta: fortuna sua che Viviano blocca il penalty di Valdes. E' il 10' della ripresa. Donadoni fa entrare Amauri, Palladino e Ninis, con il greco che sostituisce proprio Palladino, in campo solo per 4 minuti. Montella si cautela con Romulo e Migliaccio e avrebbe anche l'opportunità di raddoppiare, ma Jovetic all'88' si fa parare anche lui un rigore. Il Parma in dieci (espulso Rosi) si lancia all'attacco e al 93', dopo un miracolo di Viviano su Amauri, trova il pari grazie a.... Toni: clamoroso il suo fallo di mano, Valdes dimostra grande coraggio e stavolta fa centro dagli undici metri.

Ivan Palumbo

Fonte: gazzetta
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22/09/2012 23:51

Juve inarrestabile: Chievo k.o.
Decide ancora Quagliarella

I bianconeri superano i veneti nell'anticipo serale della 4ª giornata. E' un tiro al bersaglio per 90': Sorrentino para tutto, ma poi deve arrendersi alla doppietta dell'attaccante napoletano. La squadra di Conte prima a punteggio pieno

La Juventus vince ancora. Supera il Chievo 2-0 a Torino e conquista il quarto successo in altrettante partite di campionato: 12 punti, punteggio pieno, in attesa di vedere se domenica Napoli e Lazio sapranno tenere il passo della capolista. Decide ancora Quagliarella, come contro il Chelsea in Champions, stavolta addirittura con una doppietta. I ricambi dimostrano di funzionare, e la Juve domina dal 1' all'ultimo minuto un Chievo rinunciatario. Che tiene fino a quando si esauriscono i miracoli di un grande Sorrentino, portiere sottovalutato. Poi, subìto il primo gol dell'attaccante napoletano, ne prende subito un altro, e non sa mai cambiare passo e atteggiamento. Per la Juve nel finale sembrava quasi un allenamento.


SORRENTINO PARA TUTTO — Conte fa turn over in vista delle gare ravvicinate con Fiorentina (martedì), Roma (sabato prossimo) e Shakhtar Donetsk (tra due martedì). E allora restano a riposo Barzagli, Lichtsteiner, Pirlo e Giovinco. Dal 1' giocano ai loro posti rispettivamente Lucio, Isla, Pogba e Quagliarella. Per Isla e Pogba è la prima da titolari in bianconero, per l'attaccante napoletano la fiducia rinnovata dopo la rete decisiva a Stamford Bridge col Chelsea. Il Chievo è chiuso a chiave, là dietro: Pellissier è abbandonato davanti, Thereau e Rigoni infatti si preoccupano più di coprire che di ripartire. Bonucci fa il regista, indisturbato, con Pogba in versione frangiflutti. La Juve colleziona occasioni con Quagliarella, Giaccherini e Asamoah, ma Sorrentino para tutto, e non è il primo partitone contro la Vecchia Signora del portiere dei gialloblù. Vucinic segna, ma è in fuorigioco.Tutto da rifare per una Juve più che discreta, ma che all'intervallo non ha sfondato il muro di un Chievo rinunciatario.


LA JUVE QUAGLIA — A inizio ripresa Carrera inserisce Vidal, recuperato dagli acciacchi di Londra, per Isla, non ancora al meglio. La porta del Chievo sembra restare stregata: parata straordinaria di Sorrentino sul colpo di testa ravvicinatissimo di Chiellini. Come un gol. Ma poi la Juve passa. Gol di Quagliarella, in mezza rovesciata su angolo dalla destra, stavolta super Sorrentino non può arrivarci. E' il 18'. Una volta in vantaggio, la Juve esonda. Sfruttando gli spazi che il Chievo deve inevitabilmente concedere. Cinque minuti dopo segna ancora Quagliarella, che salta Dainelli e poi d'interno destro supera Sorrentino in uscita. 2-0. Juve in controllo. Esordisce pure Bendtner, che permette l'ovazione dello Juventus Stadium a Quagliarella. Tre gol in due partite. Decisivi. Una settimana memorabile.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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23/09/2012 17:05

A Bianchi risponde Pozzi
Samp-Torino è 1-1 di rigore

Dal dischetto passano in vantaggio i granata con Bianchi. Replica doriana con Pozzi (entrato da poco in campo) nel finale. Nel primo tempo gran traversa di Maresca su punizione

Rigore chiama rigore e Sampdoria-Torino finisce 1-1. Dal dischetto le due reti che hanno deciso l’anticipo di Marassi. Avrebbe meritato di più la Sampdoria, soprattutto per la quantità di occasioni create, ma l’undici di Ventura si è presentato al Ferraris contro la potenziale capolista (-1 di penalità ma tre vittorie su tre) giocandosela ad armi pari, anzi, con quattro punte che hanno dato parecchio fastidio alla difesa blucerchiata per larghi tratti della gara. E’ stata comunque una bella partita tra due potenziali sorprese del campionato che l’anno scorso si sfidavano in serie B e che invece oggi - sommando i punti conquistati - hanno fatto meglio di Milan e Inter (senza peraltro contare le penalità).


PROTAGONISTI ATTESI — sono passati 10 anni (e qualche mese) ma a Torino, sponda granata, Enzo Maresca se lo ricordano tutti. E’ il 24 febbraio 2002 quando il fantasista salernitano allora alla Juventus segna all’88’ il gol del definitivo 2-2 di un combattutissimo derby della Mole. E poi l’esultanza con tanto di corna (Toro incornato), la rabbia dei granata e la fuga negli spogliatoi al fischio finale inseguito dagli avversari inferociti. Dopo 10 anni si ripresenta l'eterna sfida Maresca-Torino. Samp-Toro è un’intricata sfida di derby e di ex anche in panchina. Ferrara ha fatto la storia della Juventus ed era in campo in quello storico 2-2 delle corna di Maresca, Ventura invece ha iniziato la carriera di allenatore proprio con la Doria. I due si stimano e l’ex tecnico dell’under 21 azzurra del collega alla vigilia ha detto: “Per battere Ventura dovremo giocare a cento all’ora”.

SAMP, QUANTE OCCASIONI — E invece a partire a 100 all'ora è il Toro, forse anche più veloce. Nessuna grande occasione in realtà ma il predominio territoriale è netto, almeno nella prima mezzora. La Sampdoria che si affida a Maresca viene spesso bloccata a centrocampo, ai doriani viene difficile impostare azioni offensive. Ferrara si sgola, la soluzione non è facile. Dopo il 30’ però i padroni di casa escono fuori dal guscio ringraziando anche gli errori della difesa granata. Prima Glik lancia a rete Maxi Lopez, poi Darmian lo emula con Estigarribia. Che errori, ma è sempre bravo Gillet che risponde alla grande anche ad una conclusione ravvicinata nel finale di Gastaldello. L’occasione più nitida la crea però Maresca che batte quasi alla perfezione una punizione da sinistra. Traversa piena (poi Maxi segna ma è in fuorigioco). Quindi più Toro inizialmente ma gran Samp nel finale che con 4 occasionissime avrebbe meritato il vantaggio.


RIGORI DECISIVI — Più equilibrio in apertura di ripresa. Prova a spezzarlo Darmian con un tiro da posizione defilata, una deviazione rende più difficile la parata a terra di Romero, al primo vero intervento della gara. La Samp non è più bella come nei primi 45’ e il Toro ne approfitta. Palla dentro per Cerci al 23’. L’ex viola salta Costa e viene atterrato da Soriano. Rigore ineccepibile che Bianchi realizza (e già il torinista aveva fatto male alla Samp in altre occasioni in carriera, memorabile un gol di tacco tre anni fa). Doriani tutti in avanti. Entrano Pozzi ed Eder e proprio quest’ultimo, su lancio di Maxi, viene atterrato in area al 39’ da Glik. Altro tiro dal dischetto che Pozzi manda in gol. Sull’1-1 e sotto la pioggia è soprattutto la squadra di casa a non accontentarsi del pari ed all’ultimo minuto sfiora il 2-1 con un bolide ancora di Eder da fuori area. Miracolo, l’ennesimo, del migliore in campo, il granata Gillet che vola a deviare in angolo per l’ultima emozione della gara.

Aldo Cangemi

Fonte: gazzetta
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23/09/2012 18:22

Raimondi rovina l'esordio a Gasp
Atalanta-Palermo decisa nel finale

L'ala bergamasca trova l'1-0 all'88' battendo Ujkani con un bel colpo di testa. Siciliani bene nel primo tempo, si spengono alla distanza. La dedica a Morosini

Il Palermo del primo tempo sembra stravolto nella tattica, ma soprattutto nell'atteggiamento. Domina, ma crea poco. Quello del secondo tempo, invece, è tremendamente simile alle prime e deficitarie uscite. L'Atalanta, spenta e inconcludente nei primi 45', si rianima e nel finale trova il gol vittoria di Raimondi, bergamasco Doc e tifoso dell'Atalanta, che dedica la rete a Morosini.


GASP CHE PALERMO — Dire che il neo tecnico rosanero rivoluzioni la squadra, è quasi un eufemismo. Semplicemente la ribalta: sceglie il 3-4-3, il suo marchio di fabbrica, arretrando Donati al centro della difesa. Davanti ci sono Giorgi a destra, Ilicic a sinistra ed Hernandez in mezzo. Miccoli? Al centro della panchina. Il capitano, però, sembra averla presa bene, se è vero che da lì si sbraccia e dà indicazioni ai compagni neanche fosse il secondo di Gasperini. Più contenuti, e soprattutto forzati, i cambi di Colantuono: Bellini si fa male nel riscaldamento, al suo posto Ferri, in mezzo c'è Cazzola per l'infortunato Biondini.

LAMPADINA ILICIC — Il Palermo, tutto sommato, si fa preferire per intensità e abnegazione nei primi 45', anche se Consigli non corre grandi pericoli. I rosanero premono, chiudono l'Atalanta nella propria metà campo, ma non ne infrangono la diga difensiva: Hernandez sembra troppo leggerino per scalfire Manfredini e Lucchini, definire Giorgi un attaccante esterno forse è un po' eccessivo e dunque il peso dell'attacco resta tutto sulle spalle di Ilicic. Lo sloveno sonecchia per metà primo tempo, ma quando si innesca accende tutto il Palermo. Munoz, al 39', troverebbe anche il gol di testa da calcio di punizione, ma partendo da posizione irregolare. Per il resto, una punizione di Donati proprio allo scadere che passa sotto la barriera ma non supera Consigli e una conclusione precedente dell'ex Barreto, sempre dalla distanza, e sempre ben respinta dal portiere bergamasco.

ASSENTI INGIUSTIFICATI — L'Atalanta fa una tremenda fatica a rendersi pericolosa, anche perché Moralez sulla sinistra si preoccupa più di contenere Morganella piuttosto che attaccarlo e Bonaventura è semplicemente spettatore non pagante della partita. Infatti Colantuono dopo un quarto d'ora della ripresa ne ha abbastanza e inserisce De Luca nella speranza di rianimare un attacco asfittico. Gasperini fa lo stesso dall'altra parte, richiamando lo spento Ilicic del secondo tempo e chiamando capitan Miccoli a salvar la patria.


LE ZANZARE — Tra i due, il cambio giusto sembra essere quello dell'Atalanta, se non altro perché l'ingresso di De Luca comincia a infastidire la retroguardia rosanero. La sua rapidità dà noia a Donati e compagni, solo che l'ex Varese, quando ha la palla buona (23') spreca la ghiotta occasione solo davanti a Ujkani tentando di superarlo con un velleitario pallonetto. Denis, solo in mezzo all'area, se lo sbrana. Poco meno di 15' più tardi è sempre De Luca a far impazzire la difesa ospite: ne salta due e si presenta ancora davanti a Ujkani, che però gli respinge il tiro-cross. Denis a centro area continua a non mandare al compagno messaggi d'affetto. L'Atalanta del secondo tempo, però, è trasformata: Cigarini fa venire i brividi ai tifosi del Palermo al 43', la sua conclusione è deviata in corner. Lo stesso Cigarini va dalla bandierina e pennella un capolavoro sulla testa di Raimondi: questa volta Ujkani può solo inchinarsi. Gasperini a questo punto si gioca la carta Dybala, ma è troppo tardi.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
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23/09/2012 18:26

Il Pescara respira: primo punto
Quintero rimonta Gila a Bologna

Gli abruzzesi pareggiano nonostante l'inferiorità numerica per 30': espulso il portiere Perin in occasione del rigore procurato per fallo sul Gila. Entra Pelizzoli che para il penalty calciato da Diamanti. Stroppa muove la classifica, Pioli deve rammaricarsi degli sprechi dei suoi

Il Pescara conquista il primo punto del suo campionato. A Bologna, in 10 uomini. Alla rete del solito Gilardino, implacabile sottoporta, replica infatti Quintero. Decisivo Pelizzoli, che, entrato dalla panchina al posto di Perin, espulso per fallo in area sul Gila, para il rigore a Diamanti, che esibisce sprazzi di talento puro, ma fallisce nel momento più importante. Il Bologna ha prodotto di più, ma ha avuto il torto di pensare che fosse tutto facile, trovato il vantaggio. E si è rilassato, subendo il pari che fa respirare Stroppa in panchina, non riuscendo poi a concretizzare 30' di superiorità numerica.


IL BOOGNA PARTE FORTE — I rossoblù entrano in campo con la giusta carica, dopo l'abbraccio corale a bordocampo, Pioli compreso, modello football americano. Intensi, determinati. E trovano il vantaggio. Rinvio precipitoso di Perin, palla persa, poi Garics crossa per Gilardino che, dimenticato sottoporta, segna la sua terza rete in campionato, da predatore d'area. Sono i suoi gol. Il Bologna domina. Diamanti è elettrico. A volte confusionario, ma scodella anche palloni dolci come miele per i compagni avanzati. L'azzurro sfiora pure il raddoppio, come Kone, Perin è attento.


PARI QUINTERO — Poi il Bologna si addormenta. Forse troppo sicuro. E permette al Pescara di venir fuori. La squadra di Stroppa è leggerina in attacco, ma talentuosa, con i ragazzini Vukusic, Caprari e Quintero. È proprio il colombiano a firmare il pareggio con una bella punizione tagliata, di sinistro. Agliardi però si ricorda di tuffarsi in ritardo, e quando lo fa, non ci può più arrivare. All'intervallo è 1-1, dunque.

PELIZZOLI IPNOTIZZA DIAMANTI — Al 17' Gilardino viene atterrato in area di rigore da Perin in uscita disperata. Rigore ed espulsione del portiere. Entra Pelizzoli, che para il rigore calciato da Diamanti. Il Bologna, con l'uomo in più, si riversa in avanti. Pioli inserisce una punta, Gabbiadini, per un mediano, Pulzetti. A farsi pericoloso è sempre e solo il solito Gilardino, comunque la manovra degli emiliani non convince: imprecisa, poco fluida. E il Pescara tiene, in qualche modo. E festeggia il primo punto di una stagione che resta comunque complicata.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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23/09/2012 18:30

Napoli, uno in più non basta
Catania resta un tabù: 0-0

Nonostante l'espulsione di Alvarez dopo 2', la squadra di Mazzarri crea poco. De Sanctis decisivo e palo di Gomez nel finale. Gli azzurri non hanno mai vinto al "Massimino"

La squadra di Mazzarri inciampa nel primo pareggio stagionale: al Massimino finisce 0-0 e il Catania conferma la sua imbattibilità casalinga quando l'avversario è il Napoli, per la prima volta senza gol in questa stagione. Buona prova di personalità dei siciliani, capaci di resistere per 88', recuperi esclusi, in dieci. Cavani (alla gara n.100 con la maglia azzurra) e C. incappano invece in una giornata di scarsa vena: lenta e imprecisa, la manovra offensiva partenopea raramente crea problemi a un Catania ordinato in difesa e pronto a ripartire in attacco.


ALVAREZ ESPULSO DOPO 2' — Il Napoli vuole tenere il passo della Juve e dunque Mazzarri richiama tutti i suoi "titolarissimi" risparmiati giovedì in Europa League. Non solo: l'espulsione di Alvarez dopo due soli minuti di gioco sembra mettere in discesa la gara. Ma è proprio forse il pensiero di una facile quinta vittoria consecutiva (compreso quella internazionale) a rallentare inconsciamente gambe e idee azzurre, tanto che alla fine del primo tempo l'occasione più pericolosa sarà quella che il Catania costruisce al 41': Lodi crossa, Spolli, in mezzo all'area, salta ma non trova l'impatto perentorio di testa col pallone, mentre Bergessio arriva in ritardo di una frazione di secondo sul secondo palo. Il Napoli controlla il match e spinge in avanti, ma alla fine arriva dalle parti dell'area di Andujar passeggiando o accontentandosi di (ripetitive) conclusioni da fuori, assolutamente sterili. Con la prima conclusione che arriva comunque al 18' (Pandev sbaglia mira dal limite) e Andujar quasi disoccupato (un paio di uscite basse e una respinta in angolo su un sinistro di Cavani, l'occasione azzurra più ghiotta). Insomma è un Napoli che riduce i rischi al minimo, ma che non riesce a impensierire l'avversario: mai graffiante, mai veloce, mai risolutivo. Tanto che già verso la mezz'ora Mazzarri chiama Insigne e gli mostra qualche schema, salvo poi farlo riaccomodare in panchina. Intanto Maran al 22' aveva inserito Bellusci per Barrientos per ripristinare una linea difensiva a 4 e rinunciando a un attaccante.

INSIGNE C'E' — La ripresa si apre con due novità in campo: Mazzarri cerca di dare la scossa ai suoi inserendo Insigne al posto di Inler, Maran richiama un impreciso Biagianti a favore di Izco. L'assedio napoletano al Catania comincia subito: il Napoli fa la partita e alza il baricentro, il Catania, molto compatto, fa grande intensità e non lascia varchi agli azzurri, senza peraltro rinunciare ad attaccare. Il tempo passa e il Napoli non riesce a creare nitide occasioni da gol: la squadra di Mazzarri non trova soluzioni offensive pericolose. L'allenatore livornese al 20' getta allora nella mischia anche Edu Vargas, tre gol giovedì scorso, al posto di Aronica. Chiaro il segnale: il Napoli deve cambiare passo, ritrovare aggressività e cattiveria in zona gol. Ma la squadra, forse complice un caldo ancora estivo, non lo raccoglie, e dall'assedio sulla trequarti nascono ben poche conclusioni e ancora meno occasioni da gol. Anzi, sarà il Catania a sfiorare il gol della vittoria nei minuti finali, con De Sanctis decisivo sul diagonale di Gomez al 42' e lo stesso Gomez che di destro, con un interno a giro, colpisce un palo. Il match finisce con sette ammoniti e un espulso: un chiaro indizio che il Napoli dovrà lavorare anche sulla tenuta nervosa. In attesa di incontrare la Lazio nel turno infrasettimanale di mercoledì.

Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
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