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Campionato di calcio Serie A stagione 2022/2023 di SEXY FORUM

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2023 14:30
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12/09/2022 00:05

Il "nuovo" Bologna ribalta la Fiorentina:
decidono Barrow e il solito Arnautovic



Viola in vantaggio con Martinez Quarta, il pari con il gambiano.
Al 62' la rete della vittoria dell'austriaco (dopo un lungo Var check) che poi esce per infortunio.
Thiago Motta in tribuna osserva e sorride. Out anche Dodo: l'infortunio è serio


Matteo Dalla Vite

Il Bologna si prende la prima vittoria del campionato sotto gli occhi di Thiago Motta (in tribuna) e guidata da Luca Vigiani, tecnico della Primavera: c’è un dubbio sul 2-1 di Arnautovic (Kasius commette fallo su Quarta prima dell’assist) ma a livello di ordine (ritrovato), battaglia e umiltà la squadra di Saputo ha legittimato i tre punti, anche per le conclusioni cercate e fatte. Tre punti che la Fiorentina – presa proprio dal Bologna in classifica – non prende in trasferta dal 10 aprile scorso: troppe poche occasioni in avanti, il tutto mentre Thiago Motta ha preso appunti e da oggi inizierà il proprio lavoro sulla squadra. E il suo inizio è un buon viatico.

THIAGO C’È, DODÒ BARELLA — È la prima gara senza Sinisa Mihajlovic dopo tre anni e mezzo, ed è Vigiani (tecnico della Primavera) a guidare la squadra. Confermata la formazione del Bologna che – senza Dominguez, Soumaoro e Sansone – fa esordire Posch come braccetto di destra e mette in mezzo al campo lo svizzero Aebischer; per Italiano, attacco con Kouamé, Jovic e Sottil con in mezzo Barak dal 1’. Non arrivano saluti (tramite striscione) a Sinisa Mihajlovic ma solo un coro destinato al Bologna in toto; Thiago Motta è presente e si siede in tribuna dopo essere arrivato al Dall’Ara a pochissimi minuti dal fischio d’inizio di Orsato. L’inizio è pressione del Bologna che cerca di togliere tranquillità e serenità di manovra alla Fiorentina: per un quarto d’ora c’è un’occasione buona – non conclusa – per Arnautovic, mentre la Viola si fa vedere con Bonaventura al 18’, tiro da fuori area sul quale Skorupski smanaccia bene e in angolo. Il Bologna lavora – come mai prima – uomo su uomo; la Fiorentina cerca di uscire dalla pressione affidandosi soprattutto alle ali, Kouamé e Sottil. Al 36’ una bella palla in profondità di Soriano apre alla fuga di Arnautovic: è pane suo ma Terracciano, in uscita e coi piedi, gli porta via la pagnotta. Al 45’ Italiano deve sostituire Dodo (che esce in barella) per un problema al tendine d’Achille destro: entra Venuti. Italiano dirà poi che "l'infortunio è serio, speriamo di non perderlo troppo a lungo".

1-1 IN 5' — La ripresa vede Saponara al posto di Sottil e Kouamé (5’) scartarne due in area per poi arrivare al tiro un po’ moscio, respinto da Skorupski. Il ritmo non cresce, il Bologna butta via un contropiede con Barrow mentre un minuto dopo la Fiorentina si affida ancora a Kouamé. Al nono, la Viola va in vantaggio: cross dalla sinistra di Saponara, Lucumi è in ritardo e disturbato da Jovic, spunta Quarta da solo a Skorupski battuto ed è 0-1. E’ il secondo tiro in porta della Fiorentina mentre il Bologna non ha mai impensierito Terracciano se non in uscita su Arnautovic: una disattenzione e la Fiorentina ha colpito in maniera gelida, feroce. Gelida la Viola ma alla prima palla buona anche il Bologna sa replicare: palla in profondità di Arnautovic, Igor si fa scavalcare da Barrow che – volando – infila Terracciano in uscita al 14’ st. Uno e uno al primo segnale serio dei rossoblù sotto gli occhi di Thiago Motta nello “Sky box” del Dall’Ara.

DUBBI — Poi, ecco subito il vantaggio del Bologna al 17’: palla persa dalla Fiorentina, Quarta cerca di controllare un pallone sulla destra, arriva Kasius che col gomito colpisce la nuca del fiorentino, Orsato dice che non c’è nulla, palla crossata e Arnautovic fa il 2-1: la Fiorentina protesta, “check” in corso da parte del Var Maggioni e gol assegnato. Col vantaggio quasi insperato, Vigiani mette Orsolini per Arnautovic mentre dall’altra parte Italiano infila Ikoné: il Bologna crea altre due occasioni e in una Barrow, come risvegliato dal gol, sfiora l’incrocio al 36’. Finisce con gli assalti della Fiorentina e sette minuti di recupero: Igor riceve la seconda ammonizione (per fallo su De Silvestri) e viene espulso al 56’ s.t. mentre il Bologna si prende la prima vittoria del campionato e molta, molta fiducia in più.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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12/09/2022 00:09

Gioiello di Sensi, poi il Lecce pareggia.
E Di Gregorio cala la saracinesca



Bellissima punizione dell’ex Inter, poi i salentini si scatenano:
Gonzalez fa 1-1, e il portiere ospite con due miracoli impedisce la rimonta


Finisce con il primo punto nella storia del Monza in Serie A, da cui Giovanni Stroppa può ripartire, e con Baroni che urla come un pazzo in campo e poi nel tunnel che riporta agli spogliatoi. Il tecnico del Lecce recrimina per due calci di rigore che Pairetto non ha fischiato per falli di mano in area di Izzo e Pablo Marì. Intanto però manda in gol un altro 2002, lo spagnolino Joan Gonzalez. Ma anche in area Lecce c'è stato un episodio sospetto con un tocco di mano di Hjulmand su iniziativa di Ciurria. Stesso metro.

PERLA SENSI — La prima mossa è di Baroni, che manda Bistrovic sulle tracce di Rovella, regista del Monza. In effetti il Lecce bada da subito al contenimento, mentre i brianzoli si incaricano di costruire la partita. Ma il primo angolo sboccia al 13’, infruttuoso, subito seguito da un altro sulla bandierina opposta. Da lì il Lecce costruisce la prima occasione della gara: parabola di Bistrovic e testata di Baschirotto che atterra di pochissimo a lato, con Di Gregorio battuto. La chance concessa indurisce le idee del Monza, che al 16’ rischia ancora: palla persa da Sensi, Ceesay accende Banda, il cui tiro cross d’esterno attraversa l’area. Risponde il Monza: affondo di Caprari e cross verso il secondo palo, Pessina colpisce di testa ma Hjulmand devia in angolo. Al 28’ ancora Banda pericoloso a sinistra: cross verso il secondo palo dove Di Francesco non arriva. Al 35’ si sblocca la partita: Pairetto fischia un fallo di Hjulmand su Caprari molto contestato dai padroni di casa, della battuta si incarica Sensi che disegna un perfetto, angolato e potente destro a giro su cui Falcone non arriva. Sotto di un gol, il Lecce si rende conto che non può limitarsi ad aspettare l’errore dell’avversario, anche perché il Monza ha preso confidenza con la partita e con le proprie linee di gioco. Ma i giallorossi faticano a muoversi in avanti contro la difesa schierata. E così il Monza va all’intervallo in vantaggio: mai successo finora.

REAZIONE LECCE E POLEMICHE — Dura poco, però. Baroni mette mano all’undici dopo il break, toglie Helgason e mette il più mobile Gonzalez. Stroppa risponde con Molina per Birindelli, in difficoltà con Banda. Ma il cambio giusto è quello del Lecce. Solito dribbling di Banda, stavolta su Molina, filtrante per Ceesay su cui Marlon perde il tempo, cross smanacciato da Di Gregorio ma che arriva sui piedi proprio di Gonzalez che con il piattone infila in rete. È il 3’ e il Via del Mare si scalda, in un clima già incandescente. Stroppa perde Rovella, colpito duro da Di Francesco, e con lui sostituisce pure Pessina e Caprari, esausti. I cambi non aiutano il tecnico biancorosso: Colpani non entra in partita, Valoti un po’ di più ma mica tanto, Ciurria la vede poco. Il Lecce prende campo e protesta al 22’: tocco molto sospetto di Molina con il braccio largo in area. L’arbitro Pairetto dice no e nemmeno il cooling break lo convince alla revisione video. Proteste più timide dall’altra parte di Valoti per un presunto tocco di mano di Hjulmand. Unici episodi di una partita che rimanda tutto al finale, che è interamente del Lecce: 5 corner consecutivi, due occasioni monumentali. E si capisce perché Stroppa faccia giocare Di Gregorio invece di Cragno. Minuto 91: angolo di Askildsen, colpo di testa di Gonzalez, riflesso strepitoso del portiere del Monza. Subito dopo: angolo di Askildsen, Colombo si gira in area, Di Gregorio va in deviazione bassa. Ancora proteste sull’ennesimo angolo: contrasto tra Colombo e Pablo Marì che tocca con il braccio sul tocco dell’attaccante giallorosso. Ancora una volta il Var non interviene. E il Monza porta a casa il primo punto. È pur sempre un inizio.

Fonte: Gazzetta delo Sport
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12/09/2022 00:13

L'Udinese fa sul serio: il Sassuolo è
travolto nel finale con Beto e Samardzic

Quarta vittoria consecutiva per i friulani a meno 1 dalla vetta.
Neroverdi avanti con Frattesi, poi rosso a Ruan,
pari di Beto e nel recupero match chiuso per il 3-1 finale


GB Olivero


Quarta vittoria consecutiva per l’Udinese che la prossima giornata ospiterà l’Inter alla Dacia Arena precedendola di un punto in classifica. Il successo sul Sassuolo, però, è stato sofferto nonostante la superiorità numerica per tutta la ripresa. I cambi hanno fatto la differenza: Beto ha segnato una doppietta e Samardzic, già nel recupero, ha realizzato la rete che ha indirizzato il risultato.

Il Sassuolo è in piena emergenza, ma ha disputato una gara attenta e ordinata. Fino al 75’ non ha concesso alcun tiro nello specchio agli avversari, ma le assenze in avanti hanno impedito di ripartire. E alla fine è arrivata la sconfitta.


PRIMO TEMPO — Il ritmo iniziale è piuttosto basso, gli attacchi producono poco e si assiste solo a una sterile esercitazione dalla bandierina: nei primi 13 minuti il Sassuolo batte 4 corner e l’Udinese 3. Per i portieri, comunque, sembra una giornata tranquilla: i bianconeri calciano un paio di volte fuori senza particolari velleità, mentre i neroverdi faticano ad arrivare alla conclusione. Frattesi, però, è in crescita e cerca di inserirsi con maggiore frequenza rispetto alle altre partite. Al 25’ proprio Frattesi conclude con un cross pericoloso una bella combinazione con Lopez e Laurientè. Il francese è guizzante e costringe all’ammonizione prima Ebosse e poi Becao. Al 33’ il primo tiro in porta di tutta la partita consente al Sassuolo di passare in vantaggio: Ebosse sbaglia un comodo passaggio, Lopez intercetta e scarica su Laurientè che, dopo un rimpallo fortunato, serve Frattesi che batte Silvestri. Cinque minuti dopo il portiere dell’Udinese evita il raddoppio deviando in angolo un diagonale di Laurientè. Ma prima dell’intervallo il Sassuolo resta in dieci. Grave errore nel fraseggio di Henrique che passa a Deulofeu: lo spagnolo serve Success in profondità e Tressoldi interviene fallosamente appena fuori area. Davanti a Success ci sarebbe stato solo Consigli, è chiara occasione da gol e l’arbitro Camplone espelle Tressoldi. L’Udinese, comunque, conclude il primo tempo senza alcun tiro nello specchio della porta.


SECONDO TEMPO — Sottil si gioca subito due cambi inserendo Ehizibue e Samardzic, ma l’Udinese fatica ad arrivare al tiro per la generosità del Sassuolo, che si organizza in un 4-3-2 ordinato: nessuna ripartenza, ma grande attenzione. A metà ripresa Sottil inserisce anche Nestorovski e Beto passando a un 4-2-3-1 molto offensivo perché a sinistra Udogie si muove costantemente in avanti. Pereyra entra nel vivo dell’azione e al 30’ mette sulla testa di Beto il pallone del pareggio: è il primo tiro dell’Udinese nello specchio. Dionisi passa al 4-4-1 e poi al 5-3-1 togliendo Pinamonti e inserendo Marchizza: l’estremo segnale dell’emergenza. L’Udinese accerchia l’area neroverde e sfonda nel recupero. Al 46’ Samardzic si accentra da sinistra e pesca l’angolino con una conclusione precisa di destro. E al 48’ Lovric lancia Beto indisturbato verso il 3-1 che chiude l’incontro. L’Udinese non si ferma più: siamo a quattro vittorie consecutive e secondo posto in classifica a un punto dalle prime in classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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12/09/2022 00:17

Immobile sblocca, Luis Alberto chiude:
il Verona lotta ma deve arrendersi

Vittoria preziosissima per la squadra di Sarri,
messa a lungo in difficoltà da quella di Cioffi:
entrambi i gol arrivano nella ripresa


Nicola Berardino


I colpi di Ciro Immobile e Luis Alberto riportano la Lazio ai tre punti dalla vetta in campionato, bissando la vittoria di giovedì col Feyenoord in Europa League. Ma il successo sul Verona è stato decisamente in salita. Solo a metà ripresa, alla prima distrazione della retroguardia gialloblù, i biancocelesti sbloccano la gara col ritorno al gol di Immobile. Ed il raddoppio arriva al quinto minuto di recupero con un tocco di biliardo di Luis Alberto, subentrato nel secondo tempo per ridare vivacità a una manovra senza la dovuta incisività e ben controllata dalla squadra di Cioffi.

IN EQUILIBRIO — Sei novità nella Lazio rispetto alla formazione schierata giovedì contro il Feyenoord, in Europa League. In difesa, tornano Lazzari e Patric, mentre l’ex Casale è al debutto assoluto in biancoceleste con Romagnoli che parte dalla panchina. A metà campo, riecco Milinkovic, con Marcos Antonio alla prima da titolare al posto dello squalificato Cataldi in cabina di regia, e col ritorno di Basic sulla corsia sinistra. Nel Verona, in difesa, si rivede Ceccherini dal primo minuto. Per il resto, conferma dell’assetto col 3-4-1-2 che battuto la Sampdoria. Partita subito a tutto campo. Cerca profondità l’Hellas. La Lazio punta sulle fasce: dalla sinistra, traversone dell’ex Zaccagni non agganciato a Immobile; Lazzari anticipato da Montipò. La squadra di Sarri aumenta la pressione in avanti. Rapida ripartenza veneta con Lasagna: diagonale fuori. Montipò vigila su una botta di Milinkovic dalla distanza. Al 27’ palo interno su bordata dai 25 metri di Basic deviata dal portiere gialloblù. Si rilancia il Verona; Provedel fuori dai pali, Terracciano prova a sorprenderlo ma non inquadra la porta. Ritmi elevati. Verona compatto e coperto. Lazio a caccia di varchi. Al 36’ si ferma Veloso dopo aver provato a riprendere in seguito a una pallonata allo stomaco (nel frattempo anche ammonito) ed entra Tameze. Discesa di Lazzari: conclusione a lato. La squadra di Sarri pecca di precisione e concretezza in fase conclusiva. La formazione di Cioffi è guardinga in copertura e agile nelle ripartenze. Poco prima dell’intervallo, veneti vicini al gol: Henry timbra la parte alta della traversa.

SBLOCCA IMMOBILE — In avvio di ripresa, il Verona avanza il proprio baricentro. Riparte la Lazio: incursione di Felipe Anderson murata da Hien. Biancocelesti appannati nella costruzione del gioco. Al 10’ Sarri fa entrare Luis Alberto al posto di Basic. Sei minuti dopo Cioffi inserisce De Paoli e Cabal per Terracciano e Ceccherini. Lazio vicina al gol: si gira Luis Alberto in area, palla di poco a lato. Al 20’, doppia sostituzione nella Lazio: escono Marcos Antonio e Felipe Anderson , in campo Vecino e Cancellieri, altro ex gialloblù. Biancocelesti più intraprendenti. Al 23’, la gara si sblocca: cross lungo dalla destra pennellato da Milinkovic, in area sbuca Immobile che di testa porta in vantaggio la Lazio. Terzo gol in campionato per il capitano di Sarri dopo esser rimasto a secco nelle ultime due gare. Cioffi procede subito a una doppia sostituzione: fuori Lazovic e Lasagna, dentro Hrustic e Kallon. Che si rende pericoloso alla prima chance: a lato. Fastidi muscolari per Lazzari: entra Hysaj. Al 33’ Immobile sciupa clamorosamente l’occasione per raddoppiare: su lancio di Luis Alberto, supera Hien, arriva davanti a Montipò ma si fa fermare al dribbling dal portiere. E il numero uno del Verona è pronto sette minuti dopo ad opporsi a una rasoiata di Cancellieri. Che al primo minuto di recupero va a segnare ma viene fermato dal fuorigioco. Cincischia Hysaj , il Verona si fa largo in area, Provedel para su Ilic. Gara intensa fino all’ultimo soffio. Al 50’ chiude i conti Luis Alberto: micidiale il destro angolato del Mago, servito da Zaccagni. Il 2-0 dei biancocelesti esalta i 35mila dell’Olimpico. Al fischio finale, viene annunciata dagli altoparlanti la riapertura della campagna abbonamenti da parte della Lazio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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12/09/2022 00:21

Salernitana a un passo dall'impresa.
Pari Juve al 91' e poi scoppia il caos

Candreva ed un rigore di Piatek portano in vantaggio gli ospiti nel primo tempo,
i bianconeri accorciano con Bremer e Bonucci realizza il
2-2 dopo la respinta di Sepe sul suo rigore.
Poi Milik segna ma il gol viene annullato e la Juve finisce in 9


Livia Taglioli


Al 90' la Salernitana si sentiva la vittoria in tasca, forte di un 2-1 meritato all'Allianz Stadium, grazie alle reti del primo tempo di Candreva e Piatek su rigore, vantaggio dimezzato da Bremer a inizio ripresa. Nei minuti di recupero scoppia la bufera: prima Bonucci realizza il pareggio rispedendo in gol un rigore respinto da Sepe, poi Milik segna il clamoroso 3-2, si sfila la maglia nell'esultanza e viene espulso (seconda ammonizione). Poi però il Var sancisce una posizione di fuorigioco di Bonucci nell'azione del gol di Milik e dunque annulla la rete. In un clima da far west vengono espulsi anche Cuadrado, Fazio e Allegri.

IN&OUT — In casa Juve l’infermeria lievita anziché svuotarsi: dopo le notizie poco incoraggianti sul fronte-Chiesa (escluso il previsto rientro ad ottobre, se va bene se ne riparla a novembre), arriva anche lo stop di Rabiot, dopo quello di Locatelli, per un sovraccarico al soleo. La margherita da sfogliare resta comunque ampia, ed Allegri decide di ricorrere a McKennie e Miretti. In avanti fiducia a Kean, al fianco di Vlahovic. Nicola infoltisce il centrocampo e piazza Dia e Piatek davanti, chiedendo ai suoi di tenere strette le linee, grande aggressività nell’intercetto prima ancora che dietro e grande prontezza nel ribaltamento dell’azione.

DOPPIO VANTAGGIO SALERNITANA — Risultato: la Salernitana esegue lo spartito alla perfezione, la Juve dopo aver chiamato in causa Sepe due volte nei primissimi minuti con Miretti si assenta in maniera ingiustificata dal match. Un paio di errori di Cuadrado e la Salernitana è in vantaggio: prima Maggiore non sfrutta al meglio una buona azione, poi Mazzocchi danza in area, si libera per il cross e Candreva trova l’impatto più felice. E’ il 18’, il primo tempo è definitivamente capovolto: la Juve non riuscirà più non solo ad arrivare al tiro, ma nemmeno a costruire azioni offensive degne di nota. Per contro la Salernitana gioca a memoria e vola sulle ali della fiducia, infilando di continuo una Juve spaesata con azioni in velocità che la proiettano puntualmente in zona tiro. Piatek non arriva per un soffio alla deviazione vincente al 30’, poi Perin gli devia in angolo un gran tiro al 42’. Il terzo tentativo è quello buono, per il Pistolero, e al 50’ arriva il raddoppio della Salernitana: rigore per un fallo di mano di Bremer su una sua conclusione e dal dischetto il polacco spiazza Perin con un gran destro.

BREMER RIAPRE IL MATCH — La ripresa si apre con Milik in campo al posto di Kean, e, una manciata di minuti dopo, con la Juve che dimezza lo svantaggio: Kostic sfugge a Couilibaly e crossa teso, Bremer di testa supera Sepe. E’ il 51’ la gara è sull’1-2. La Salernitana accusa il colpo, e un minuto dopo rischia l’autogol: Vlahovic lanciato da Milik scatta in contropiede e mette in mezzo, Fazio nel tentativo di liberare l’area colpisce la traversa. Ma il gioco era fermo per un fuorigioco del serbo. La Salernitana ha perso un po’ di brillantezza, anche se continua a macinare gioco offensivo con intraprendenza e personalità. Al 63’ Miretti e De Sciglio lasciano il posto a Fagioli ed Alex Sandro. Trascorrono i minuti e la Juve cerca di stringere i tempi: Vlahovic prima chiama Sepe a una difficile deviazione in angolo e poi sbaglia di poco la mira, Paredes non trova lo specchio, Milik, servito da Vlahovic, sfiora il palo di sinistro, ma anche Perin para a terra su Dia . Il polacco tiene alti i giri: prima non arriva a deviare sotto rete un cross di Cuadrado, poi colpisce la traversa. Ma la Salernitana resiste e agisce di rimessa.

FINALE DA FAR WEST — Marcenaro concede cinque minuti di recupero, e qui succede di tutto: Vilhena atterra Alex Sandro in area, Bonucci si fa respingere il rigore e poi perdonare spingendo il pallone in rete per il 2-2, al 91'. Al 94' tocca a Milik ribaltare il risultato siglando il 3-2: l'esultanza senza maglietta gli costa la seconda ammonizione e dunque l'espulsione. Ma non è finita qui, perché il Var controlla l'azione del gol e decreta che vada annullato per un fuorigioco di Bonucci, che non ha toccato il pallone ma è oltre la linea dei difensori. In campo scoppia una rissa: cartellini rossi anche per Cuadrado, Fazio e Allegri, e la Juve esce con un punto, secondo pari consecutivo dopo quello di Firenze.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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13/09/2022 13:25

Riscatto Roma a Empoli:
Dybala e Abraham regalano i 3 punti a Mou

Finisce 2-1 per i giallorossi che hanno pure fallito un rigore con Pellegrini:
nel primo tempo alla rete iniziale dell’argentino
ha fatto seguito il pareggio di Bandinelli.
Nella ripresa, gol vincente dell’inglese.
I toscani finiscono in 10 per l’espulsione di Akpa Akpro


Andrea Pugliese


Con un po’ di fatica e sofferenza, ma alla fine la Roma riesce a buttarsi alle spalle la settimana nera nata ad Udine e peggiorata a Razgrad, tornando da Empoli con tre punti pesantissimi (2-1), che le permettono di riportarsi a una sola lunghezza dalla vetta. A mettere il marchio sulla vittoria giallorossa è uno strepitoso Dybala (gol e assist per Abraham), sempre più il gioiello di casa. L’Empoli ci ha provato, ha giocato anche una buona partita, intensa e vivace. Ma la maggior qualità romanista alla lunga ha fatto la differenza.

BOTTA E RISPOSTA — Zanetti lascia Bajrami in panchina e davanti si affida a Pjaca alle spalle di Lammers e Satriano, Mourinho invece in mezzo al campo conferma a sorpresa la coppia Cristante-Matic. Ne viene fuori subito una partita frizzante, giocata a viso aperto, con l’Empoli che prova a fare come l’Udinese, sfruttando il quadrilatero di centrocampo tra Marini e Pjaca come vertici e Haas e Bandinelli come mezzali. Lammers e Bandinelli si rendono subito pericolosi, Dybala impreca per il palo in mischia. Insomma, le emozioni non mancano: Pjaca mette i brividi a Rui Patricio su schema d’angolo, mentre Dybala stavolta piazza da fuori un colpo da biliardo per il vantaggio giallorosso (su respinta difettosa di Luperto). Allora la reazione toscana si sviluppa sull’asse Parisi-Satriano, con il primo a confezionare assist e il secondo a cercare la via del pareggio (che gli viene negata dal palo). Nel frattempo però la Roma ha arretrato il baricentro, anche per provare a far male negli spazi con le ripartenze. Paradossalmente, però, le occasioni arrivano da azioni manovrate, prima per Pellegrini e poi per Celik. E proprio il turco (con la complicità di Mancini) si addormenta al 43’, lasciando solo Bandinelli per il pareggio dell’Empoli. Tutto sommato un 1-1 giusto, visto che i toscani hanno giocato con sfacciataggine, senza paura, e la Roma ha fatto valere la maggior cifra tecnica dei suoi interpreti.

SUPER JOYA — La ripresa si apre con la Roma ad un soffio dal nuovo vantaggio, ma Parisi respinge sulla linea di porta il colpo di testa di Ibanez. La pressione giallorossa cresce di minuto in minuto, anche se il vero problema è che Abraham trova a lungo un’altra giornata così così di questo suo inizio di stagione. Pellegrini invece costringe al giallo prima Ismajli e poi Akpa Apro, appena entrato. Dietro, del resto, l’Empoli rischia tanto nella costruzione dal basso e un paio di volte rischia quasi di farsi gol da solo, regalando palloni d’oro ai giallorossi. Poi Mancini sbaglia ancora la marcatura e gli va bene che Satriano si divora il gol del 2-1. E allora a tirare fuori il coniglio è ancora una volta Dybala, con una magia delle sue e un assist al bacio per Abraham, che stavolta non sbaglia. Poi Pellegrini trova il modo peggiore di festeggiare le sue 200 gare in giallorosso, calciando sulla traversa il rigore concesso per fallo di Cacace su Ibanez. Allora Mou decide di inserire un centrocampista in più (Bove), per provare a cementare la vittoria nella zona nevralgica del campo. Ma le emozioni sono senza fine: palo dal limite di Akpa Akpro, che subito dopo viene espulso per un’entrataccia su Smalling. Quindi Vicario salva prima su Bove e poi su Belotti, arrivano 7 minuti di recupero e l’ultimo tentativo disperato di Bandinelli. Ma non c’è più tempo per niente, la Roma torna a vincere.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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13/09/2022 13:26

SERIE A 2022/2023 6ª Giornata (6ª di Andata)

10/09/2022
Napoli - Spezia 1-0
Inter - Torino 1-0
Sampdoria - Milan 1-2
11/09/2022
Atalanta - Cremonese 1-1
Bologna - Fiorentina 2-1
Lecce - Monza 1-1
Sassuolo - Udinese 1-3
Lazio - Verona 2-0
Juventus - Salernitana 2-2
12/09/2022
Empoli - Roma 1-2

Classifica
1) Napoli, Atalanta e Milan punti 14;
4) Udinese e Roma punti 13;
6) Inter punti 12;
7) Lazio punti 11;
8) Juventus e Torino punti 10;
10) Salernitana punti 7;
11) Fiorentina. Bologna e Sassuolo punti 6;
14) Verona e Spezia punti 5;
15) Empoli punti 4;
16) Bologna punti 3;
17) Lecce punti 3;
18) Cremonese e Sampdoria punti 2;
20) Monza punti 1.

(gazzetta.it)
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17/09/2022 14:08

Strefezza regala la prima vittoria al Lecce:
il suo gol capolavoro stende la Salernitana

Pugliesi in vantaggio al 42' in contropiede con Ceesay, pari con autogol di Gonzalez al 55'.
A 7' dalla fine la rete del brasiliano, entrato 5' prima, che decide il match


Roberto Guerriero


Il Lecce sbanca l’Arechi e conquista la prima vittoria in campionato. Dopo il pari di Napoli, la Campania si conferma terra di conquista per la formazione salentina che, in un colpo solo, risolve così il problema del gol e compie un importante balzo in classifica. Per la Salernitana si interrompe la serie positiva che durava da cinque giornate.

LA PARTITA — Nicola schiera Gyomber al posto dello squalificato Fazio ed è l’unica novità rispetto alla sfida con la Juventus. Baroni squalificato, in tribuna stampa a seguire la gara e sostituito dal vice Del Rossi in panchina, conferma il 4-3-3 cambiando la linea mediana con la contemporanea presenza di Gonzalez e Askildsen. Nel primo tempo la Salernitana, dopo un guizzo iniziale di Coulibaly che va in gol ma in fuorigioco, va in difficoltà. Merito del Lecce che gioca meglio; a metà campo Maggiore è limitato dalla presenza di Hjulmand, mentre Coulibaly e Vilhena sono poco brillanti, così la manovra della Salernitana è prevedibile e solo sulle corsie laterali Candreva e Mazzocchi (galvanizzato dalla prima convocazione in azzurro) provano a costruire, ma senza successo, qualche opportunità per gli attaccanti. La squadra di Nicola soffre i cambi di gioco con lanci lunghi del Lecce che, in avanti, si affida alla vivacità di Banda, chiuso in due occasioni dagli interventi provvidenziali di Daniliuc. Dopo un’occasione fallita da Mazzocchi (colpo di testa a lato da pochi metri), il Lecce sblocca con merito il punteggio al 42’ con Ceesay che sfrutta un millimetrico lancio di Hjulmand. L’accelerazione dell’attaccante gambiano è micidiale: supera in velocità Daniliuc, poi anche Sepe in uscita e realizza il gol del vantaggio.

CAMBI — In avvio di secondo tempo Nicola schiera Kastanos e Bradaric, ridisegna la squadra che passa al 4-4-2. Cambiano anche gli equilibri. La Salernitana inizia a premere e va subito vicino al pareggio con Piatek che impegna Falcone con un tiro in diagonale. Il pari arriva al 55’ grazie a una incredibile autorete di Gonzalez, autore di un intervento scomposto sul calcio d’angolo di Candreva. Sull’1-1 Piatek e Banda si rendono pericolosi ma a decidere la partita è Strefezza. All'83', cinque minuti dopo l'ingresso in campo, il brasiliano con uno splendido tiro a giro dal limite dell’area di rigore firma il gol della prima vittoria in campionato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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18/09/2022 00:32

Thiago Motta, debutto amaro col Bologna:
l'Empoli fa il colpo con Bandinelli

Ottimo avvio dei toscani che sfiorano il gol con Lammers.
Al 75’ arriva la rete del centrocampista su assist di Henderson.
Palo di Arnautovic e traversa di Zirkzee al 90’


Matteo Dalla Vite


Non bastano un palo di Arnautovic e una traversa di Zirkzee per abbattere la gioia di un Empoli che coglie la sua prima vittoria stagionale e anche meritatamente. La pattuglia di Zanetti ha legittimato i tre punti con un gioco diretto e sicuro per tutta la gara, sfiorando tre volte il vantaggio già nei primi minuti e cogliendolo alla mezz’ora della ripresa con Bandinelli, bravo a infilarsi in un caos creato da Skorupski e Posch con in mezzo Lammers a fare da guastatore. Il Bologna di Motta non è ancora un qualcosa di preciso: il nuovo 4-2-3-1 ha mostrato pecche, vuoti, non quell’aggressione che il tecnico voleva. Insomma, è un mix evidentemente caotico e di difficile lettura.

TUTTO EMPOLI — Le previsioni erano giuste: Motta passa al 4-2-3-1 e sposta Medel in mezzo al campo varando per la prima volta la coppia di centrali Posch-Lucumì con ai fianchi De Silvestri (che torna dal 1’) e Cambiaso. Zanetti apparecchia la formazione ipotizzata ma con Bajrami al posto di Pjaca e un sistema che stacca Marin davanti alla difesa per un 4-1-3-2 con coppia d’attacco Lammers (che porta il pericolo subito al 5’, parata di Skorupski) e Satriano. Per Thiago Motta è il debutto assoluto sulla panchina del Bologna e l’inizio è molto più Empoli: Cambiaso perde un pallone (7’) al limite dell’area e Satriano ne approfitta fino alla parata di piede ancora di Skorupski. Che si deve ripetere, quindi per la terza volta in 10’ ancora su Lammers dopo una palla terribilmente corta in retropassaggio di Posch. Bologna che inizia imbambolato, Empoli deciso ma sprecone. Thiago Motta non riesce a vedere ciò che vuole, ovvero pressing alto, recupero immediato del pallone, coperture che Barrow e Orsolini non sono abituati a rincorrere: il tutto anche e soprattutto per merito dei toscani che manovrano con rapidità, trovandosi e scambiandosi anche di posizione, creando alternative di gioco. Aveva ragione Zanetti: il suo Empoli crea ma quanto è dura finalizzare… In tre minuti Orsolini impegna Vicario, poi comincia a crescere la squadra di casa: uomo su uomo, ricerca immediata della riconquista del pallone ma la scintilla non si vede da parte bolognese per tutto il primo tempo. Meglio l’Empoli: dietro non sbaglia nulla (a parte i rientri di Furore-Parisi), in mezzo trova sempre compagni liberi acuendo l’affanno di un Bologna che è ancora una via di mezzo fra tanti concetti fra passato e presente.

PALO E TRAVERSA — La sveglia bolognese potrebbe trillare due volte all’alba della ripresa: l’arbitro Volpi decreta un rigore per braccio di Stojanovic (largo) su cross di Cambiaso che però, prima, aveva ricevuto palla in fuorigioco: Nasca, al Var, mette tutto in ordine. Stessa cosa pochi minuti dopo: combinazione veloce con tiro finale (parato da Vicario, 16’) di Orsolini, ma Barrow aveva assistito tutto in posizione “illegale”. Ma è alla mezz’ora che si apre tutto: cross da destra di Henderson, Posch e Lammers disturbano l’uscita di Skorupski, palla che finisce all’interventista Bandinelli e vantaggio empolese. Meritato. Il Bologna reagisce ma non va oltre un palo preso da Arnautovic (77’) e una traversa di ginocchio di Zirkzee (90’): troppo poco contro un’Empoli che – a differenza del Bologna – ha sempre saputo cosa fare e come colpire.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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18/09/2022 00:35

Sabiri illude la Samp:
l’autogol di Murillo e Nzola
danno i 3 punti allo Spezia

Un’autorete di Murillo e Nzola regalano il successo dopo oltre un mese alla squadra di Gotti.
Strepitoso nel finale Dragowski su Quagliarella


Alex Frosio


La Spezia ancora fatale alla Sampdoria. Per il terzo anno di fila i blucerchiati cadono al Picco e ora è crisi: terza sconfitta di fila, la quinta su sette giornate in cui la squadra di Giampaolo non ha ancora vinto. Si inizia con un po’ di tensione. Un gruppo di tifosi blucerchiati vengono sistemati su un lato della tribuna, dove c’è il pubblico di casa. In fretta e furia viene organizzato un cordone di polizia per separare ospiti e casalinghi. Sul campo, un lampo illumina l’inizio della partita. Sul primo vero attacco della Sampdoria, all’11’, Sabiri riesce a ricevere sulla trequarti, si gira e non ci pensa un attimo: destro improvviso da 25 metri, il pallone si alza e poi si abbassa all’improvviso verso il palo lontano. Gol strepitoso, con un tiro che la Gialappa’s avrebbe definito “a voragine”. Talmente abbagliante che la stessa Samp si distrae. Il vantaggio dura un’ottantina di secondi e non di più. Lo Spezia infatti pareggia subito: aggiramento da sinistra verso destra, cross basso di Holm, Ferrari chiude ma il pallone sbatte su Murillo e rotola in rete.

LATO DEBOLE — Rete fortunata ma che espone il lato debole della Samp, a sinistra, dove Augello stringe la posizione, Djuricic e Sabiri aiutano poco, così Holm è sempre libero di affondare. Murillo al 15’ chiude in extremis su Nzola, lanciato da un pasticcio tra il colombiano e Ferrari, al 28’ Gyasi sbuca alle spalle della difesa su lancio di Ampadu ma allarga il diagonale: segnalato un fuorigioco, ma è un’occasione sprecata. Al 41’ affondo di Reca e cross basso, Augello anticipa di un soffio Holm. Lo Spezia chiude il primo tempo senza conclusioni in porta, la Samp tocca quota due perché al gol di Sabiri aggiunge al 28’ un sinistro centrale di Rincon, il più vivace nel condurre la caccia nella metà campo avversaria.

RIPRESA — La pressione Samp si intensifica a inizio ripresa: al 6’ Sabiri ci riprova da fuori (alto), al 7’ Djuricic scippa Bourabia in costruzione bassa e mette Caputo davanti a Dragowski che si esibisce nel primo di una serie di interventi decisivi. All’11’ la risposta dello Spezia arriva da piazzato: Ampadu di testa costringe Audero al balzo. I padroni di casa però faticano a riavviare i cambi-campo, la Samp prende metri. Al 16’ punizione di Sabiri: Dragowski coi pugni. Al 21’ ancora Sabiri dal limite, stavolta prova a piazzare ma il pallone esce di poco. Lo Spezia sfonda sempre a destra: al 24’ cross di Holm sputato dall’area, dal limite prova Nzola ma Audero blocca. Al 27’ il vantaggio spezzino. Da dove? Da destra, ovviamente. Bourabia manda al cross Holm, e stavolta il pallone arriva giusto per l’irruzione di Nzola. Nel frattempo i cambi: nella Samp Gabbiadini per Leris (dopo Vieira per Villar), Gotti legge subito i cambi, metter Hristov per Reca e Ekdal per Kovalenko e ridisegna il 4-2-3-1 per arginare con un difensore puro la destra, dove si piazza Gabbiadini. Conti, sostituto dello squalificato Giampaolo, allora vira sul 4-3-1-2, con Quagliarella per Caputo e Verre per Djuricic. È assalto. E Dragowski diventa protagonista. Al 37’ intercetta il doppio tentativo di Gabbiadini e Sabiri, nel recupero esce sui piedi di Quagliarella lanciato da Gabbiadini. Dopo 4’ di recupero, al fischio finale, tutto lo Spezia va ad abbracciare il portiere.

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 18/09/2022 00:37]
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18/09/2022 00:40

Alvarez all'ultimo secondo:
mezzo Sassuolo sorprende il Torino

Al 93' l'attaccante uruguaiano, appena entrato,
regala la vittoria agli emiliani decimati dalle
assenze con uno splendido colpo di testa


Mario Pagliara


Ancora una volta all’ultimo respiro. Dopo San Siro, il Torino subisce la seconda sconfitta, stavolta al 93’. Il giustiziere è Alvarez, servito da un cross Rogerio, che anticipa Buongiorno e beffa di testa un incolpevole Milinkovic Savic. Fino a quel momento, il Toro pur soffrendo più delle altre partite era riuscito tutto sommato a tenere botta. Il Sassuolo di Dionisi ha giocato meglio e ha creato di più, soprattutto nel primo tempo quando un prodigioso intervento di Milinkovic ha impedito a Frattesi di urlare per un gol che sembrava già a fatto. Il Toro ha corso, si è battuto, ha sofferto ma non è riuscito a essere mai pericoloso.

SAN MILINKOVIC — In un solo colpo Juric modifica due dogmi consolidati: rinuncia sia al doppio trequartista sia a un centravanti di ruolo. Il suo Toro si schiera davanti con le due punte, Radonjic è in linea con Seck, alle spalle c’è Vlasic. Sanabria e Pellegri dalla panchina. In mattinata Juric aveva perso Rodriguez (febbre) e Vojvoda (noie muscolari). L’elenco degli infortunati di Dionisi è molto più lungo, il tecnico del Sassuolo ha pochi margini di manovra nell’undici. Decide di lanciare nel tridente l’appena diciottenne D’Andrea (è maggiorenne dal 6 settembre), protagonista di una buonissima prova al suo debutto assoluto in Serie A. Nel primo quarto d’ora il Toro parte pure forte, con un Radonjic elettrico e un Seck vivace. Manca spesso nella concretezza e nell’assistenza sule due fasce. A metà gara è un ordinato Sassuolo a essere più pericoloso, con almeno tre buone occasioni. Al 28’ serve un intervento salva-vita di Schuurs su Pinamonti (assist di D’Andrea) per evitare il peggio, quattro minuti dopo D’Andrea ci prova a giro ma Milinkovic è attento. Al 37’ un lampo lungo la direttrice Singo-Vlasic permette a Lazaro di firmare il vantaggio, ma è tutto inutile per la posizione di fuorigioco di Vlasic (segnalata dal Var). Nel finale di primo tempo, la seconda buona chance del Sassuolo cade sui piedi del baby D’Andrea, Buongiorno è provvidenziale nel salvataggio. Un minuto dopo, sull’angolo che ne nasce battuto da Laurienté, lampo di Frattesi che trova tempo e spazio giusti per battere a rete. Sembra praticamente gol, con l’Olimpico che sospende il respiro per una frazione di secondo, ma (San) Milinkovic con un guizzo impressionante, da gatto, salva in maniera prodigiosa il risultato e per poco non si infortuna pure. Allo scadere Ayhan mura Vlasic.

ATTACCO PESANTE — Scollinata l’ora di gioco, con il punteggio e la gara bloccata, Juric piazza un triplo cambio: fuori Radonjic, Seck e Lazaro, dentro Pellegri, Sanabria e Aina. Il croato vara così un Toro con l’attacco pesante. La partita però non trova l’impulso per crescere nel ritmo, e nessuna delle due squadre riesce a trovare lo spunto o la giocata per spezzare l’equilibrio. Scorre via un secondo tempo, tutto sommato, carico di agonismo ma sempre con interventi corretti, pur tuttavia senza particolari sussulti, tranne quando Djidji cicca malamente da due passi una conclusione tutt'altro che impossibile. Nel finale, il banco salta quando Rogerio indovina l’assist giusto per il neo entrato Alvarez. Al 93’ è il colpo di testa da tre punti.

Fonte: Gazzetta delo Sport
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19/09/2022 13:36

Inter, che combini?
Barella gol, poi si scatena l’Udinese:
Inzaghi nella bufera

I nerazzurri partono benissimo con una punizione del centrocampista,
poi il tracollo: terzo k.o. in campionato in 7 partite


Davide Stoppini


Com'è che si dice? Chi vince esulta, chi perde spiega. L'Inter deve spiegare un'altra volta, la terza in questo campionato, la quarta in stagione. Sconfitta pesante, perché il 3-1 dell'Udinese arriva nel finale ed è segnale di una squadra ci ha creduto di più e con maggiore lucidità. Sottil esulta: è la quinta vittoria consecutiva, arrivata con il gusto di una rimonta dopo lo svantaggio iniziale di Barella. Un autogol di Skriniar, un colpo di testa di Bijol e un altro di Arslan disegnano il tabellino dei sogni, per l'Udinese.

PRIMO TEMPO — Non c'è tempo di studiarsi, la partenza è lanciata e i ritmi subito alti, come previsto. L'Udinese si affaccia al 2' con Lovric, che spaventa Handanovic con un destro di poco largo. La prima occasione Inter, invece, porta subito al vantaggio. Ed è una giocata non usuale: Barella non è esattamente uno specialista di calci piazzati, ma al 5' trova un destro perfetto sopra la barriera su cui Silvestri può nulla. Inzaghi subito avanti: alla vigilia aveva chiesto ai suoi di fare attenzione alle partenze lampo dell'Udinese, è lui invece a ritrovarsi in vantaggio. Sottil accusa il colpo, l'Udinese ci mette qualche minuto a carburare. Poi aumenta i ritmi del pressing e schiaccia l'Inter all'indietro. Il pareggio, al 22', arriva in realtà da un altro calcio piazzato: Pereyra mette dentro un pallone dalla trequarti, in mischia Skriniar devia alle spalle di Handanovic. L'Inter protesta per un fallo su Dzeko, ma Valeri convalida dopo il check del Var. Tutto da rifare per i nerazzurri. E pure per Inzaghi, che piazza la mossa a sorpresa, di sicuro inedita. Bastoni e Mkhitaryan, ammoniti, vengono sostituiti al 30' da Gagliardini e Dimarco, subito dopo il tiro potente dello stesso Bastoni - parato - con una conclusione di sinistro su sponda di Dzeko. Il pallino del gioco resta in mano all'Udinese, che pressa fin dentro l'area avversaria oscurando la costruzione di Brozovic. L'Inter concede campo per poi guadagnarlo in ripartenza. Al 33' la chance è per Dzeko, che manda alto un cross di Dumfries dopo un ottimo lavoro di Lautaro sulla trequarti ed è l'ultima vera azione segnalabile del primo tempo, tra un paio di mischie irrisolte nell'area nerazzurra e un buon contropiede sprecato malamente da Dumfries al momento del cross.

SECONDO TEMPO — Il secondo tempo comincia con una chance per l'Udinese: Dumfries perde palla sulla destra, Deulofeu guadagna e accentrandosi cambia fascia, dove Pereyra però strozza la conclusione. Non c'è tempo per i ragionamenti, le due squadre non gestiscono ma spingono. Al 7' l'occasione d'oro è sulla testa di Dumfries, che però schiaccia troppo a terra il colpo di testa. Dopo il gol annullato a Dzeko per fuorigioco (10'), è l'Udinese ad avvicinarsi al 2-1: Beto con un rimpallo va via ad Acerbi, ma il suo pallone giocato dentro l'area piccola non trova nessun compagno per il tap-in. Ritmi altissimi, che provocano gialli in serie: Udogie, Becao e Brozovic, quest'ultima un'ammonizione pesante perché da diffidato il croato salterà la sfida con la Roma dopo la sosta. Primo cambio per Sottil: dopo un'ora di gioco fuori Makengo e dentro Samardzic. La gara ora ha una fisionomia diversa rispetto al primo tempo: è l'Udinese a lavorare sulle ripartenze o gli errori altrui. Da uno di questi – minuto 18 – nasce una grande occasione: Brozovic perde un pallone sulla trequarti, Lovric punta dritto verso Handanovic, destro dal limite che il portiere sloveno devia in angolo. Inzaghi cambia ancora, altri due nuovi ingressi: minuto 23, dentro Correa e D'Ambrosio per Dzeko e Darmian (con Dimarco che si alza a centrocampo). Sottil risponde: escono Beto e Pereyra per Success ed Ehizibue. Il pareggio pare non essere un'opzione per nessuno in campo. E infatti al 28' l'Udinese arriva a un soffio dal vantaggio: Deulofeu colpisce il palo lontano ad Handanovic battuto, sulla respinta è D'Ambrosio è salvare quasi sulla linea la conclusione di Samardzic. L'Inter si sbilancia alla ricerca del vantaggio, ma così facendo si espone alle ripartenze degli uomini di Sottil. Una di queste – al 29' – per poco non è chiusa da Ehizibue (bravo D'Ambrosio nell'occasione). Handanovic è chiamato a usare i piedi per respingere una conclusione di Walace. Nuovi cambi: fuori Acerbi per De Vrij nell'Inter, dentro Arslan ed Ebosse per Lovric e Udogie nell'Udinese. In generale l'Udinese pare averne di più e non è solo un'impressione. Al 40', annunciato, il 2-1 friulano: decisivo un altro calcio piazzato, angolo di Deulofeu che Bijol, marcato dal nuovo entrato De Vrij, devia di testa sul palo lungo. L'Inter prova a reagire: al 42' Lautaro spreca ciccando la girata in area da buona posizione, al 45' Brozovic si vede respingere da Silvestri una conclusione dal limite. In mezzo Deulofeu, egoista, aveva sprecato una ripartenza. Si farà perdonare al 48', servendo magistralmente Arslan, che sul secondo palo di testa fissa il 3-1 che vale la quinta vittoria di fila e il primo posto momentaneo, aspettando i risultati di giornata. Il Paradiso è qui, per l'inferno chiedere all'Inter.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 13:40

La Lazio si rialza:
poker alla Cremonese per dimenticare il Midtjylland

Sarri riparte dopo la brutta sconfitta europea grazie alla
doppietta di Immobile e i gol di Milinkovic-Savic e Pedro.
I grigiorossi ultimi con la Sampdoria


Matteo Pierelli


E’ presto per dire se il famoso germe che si annidava nello spogliatoio della Lazio sia stato individuato. Di sicuro Maurizio Sarri è stato bravo a trovare un antidoto capace di rimettere in careggiata i suoi, dopo la terribile sbandata in Danimarca. Contro una Cremonese sottotono, la peggiore della stagione, i biancocelesti, grazie a una doppietta di Ciro Immobile, al sigillo di Milinkovic Savic nel primo tempo e a quello di Pedro nella ripresa, cancellano il disastro in Europa e ottengono la prima vittoria in trasferta di questa stagione. E adesso possono godersi la sosta in serenità, in attesa di trovare quella continuità necessaria per ambire a traguardi super ambiziosi. La Cremonese, invece, si lecca le ferite e dovrà cercare di capire da dove nasce questo improvviso e inaspettato blackout.

SUPERIORITÀ — Lazio in campo con cinque cambi rispetto alla disfatta in Danimarca. In difesa parte dal via Casale al posto di Romagnoli, mentre davanti Zaccagni gioca esterno alto al posto di Pedro. Partita subito in discesa per la squadra di Sarri, anche se dopo cinque minuti Valeri ha una buona occasione sulla sinistra: il suo mancino finisce alto. Poi sale in cattedra Milinkovic-Savic che con un'invenzione delle sue mette Immobile davanti alla porta e il bomber a due passi da Radu la butta dentro. A quel punto la partita è subito in discesa per i biancocelesti che giocano più sciolti e tranquilli, facendo circolare la palla con grande fluidità. Così, al 21’, arriva il raddoppio con il rigore di Immobile, assegnato da Orsato dopo consulto al Var per un braccio (troppo alto) di Lochoshvili dopo che la palla era carambolata sul suo petto su un tiro dello stesso Immobile. La partita in pratica finisce lì: la Cremonese patisce lo svantaggio ed entra in uno stato confusionario. Come dimostra l’incomprensione fra Escalante e Radu in una rimessa dal fondo che per poco non costa il terzo gol: Bianchetti (entrato al posto di Chiriches) salva su Felipe Anderson. Ma la squadra di Alvini proprio non c’è e, dopo un paio di tentativi di Dessers calciati malamente, nel recupero arriva la rete di Milinkovic-Savic, abile a sfruttare una respinta corta di Radu su tiro di Cataldi.

LA CHIUDE PEDRO — Nella ripresa Alvini inserisce Ascacibar e Vasquez per Escalante e Lochoshvili. Ma il centrocampo dei grigiororossi continua a essere in sofferenza nei confronti di quello biancoceleste, sorretto dalle imbucate di Milinkovic e dal dinamismo di Cataldi e Vecino. La Cremonese ha una buona occasione con Sernicola, ma Provedel è bravo a respingere il pallone. Poi un errore di Vasquez in un retropassaggio a Radu non viene sfruttato da Felipe Anderson. Poco dopo Immobile, solo davanti a Radu, si mangia il gol del 4-0. Come al 22’ sparando alto su erroraccio di Aiwu. Ma a un quarto d’ora dalla fine è bravo a servire Pedro in contropiede e lo spagnolo segna il poker che fa sprofondare la Cremonese nell’abisso dell’ultimo posto con la Sampdoria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 13:44

Rilancio Fiorentina dopo 8 gare senza vittorie, Verona battuto

Segnano Ikoné e Gonzalez, la squadra
di Italiano interrompe la serie negativa.
Montipò para un rigore a Biraghi


G.B. Olivero


Un gol all’inizio, uno alla fine e la Fiorentina torna alla vittoria. Il Verona ha giocato una partita monocorde, tirando una sola volta in porta e creando raramente le premesse per colpire. I viola, anche stanchi per l’impegno di coppa, hanno saputo soffrire nella parte centrale della ripresa, non hanno giocato in modo sciolto, ma nel primo tempo hanno pure sprecato un rigore. Oggi, comunque, per la Fiorentina contava solo vincere.

PRIMO TEMPO — Italiano sceglie Kouame come centravanti: un segnale per i deludenti Jovic e Cabral. La coppia d’attacco del Verona è invece composta da Henry e Lasagna, che tira fuori dopo una quindicina di secondi. La Fiorentina sfonda facilmente a sinistra, dove Hien soffre la verve di Sottil. Al 4’, su cross dell’esterno sinistro, Kouame non trova il guizzo in area. Ma al 13’ la Fiorentina segna: lunga rimessa laterale di Venuti per Ikoné che salta Coppola, si accentra e calcia. Il tiro non sembra irresistibile, ma Montipò non riesce a parare. Al 21’ un’azione condotta da Sottil e rifinita da Ikoné viene conclusa male da Venuti che tira centrale da ottima posizione consentendo a Montipò di deviare. Tra il 26’ e il 28’ succede di tutto. Prima la Fiorentina spreca un rigore: Coppola atterra Kouame, ma Biraghi si fa respingere una brutta conclusione da Montipò. Poi Quarta intercetta in modo quasi miracoloso un tiro di Lasagna destinato al gol. Infine Henry segna, ma la rete è annullata per fuorigioco. Il primo tempo si conclude con due buoni interventi di Montipò su Venuti e Quarta.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa il Verona cresce e prende in mano la partita contro una Fiorentina molto stanca dopo l’impegno di giovedì in Conference League. Però la squadra i Cioffi non tira mai in porta. Il tecnico inserisce Kallon, Verdi e Djuric, ma è la Fiorentina ad andare vicina al raddoppio con Bonaventura che, subentrato all’infortunato Amrabat, costringe Montipò a una bella parata al 7’. Anche Italiano cambia i suoi giocatori offensivi inserendo Saponara, Gonzalez e Cabral, ma i viola non ripartono quasi mai. Al 36’ il Verona costruisce la più grande occasione da gol della sua gara: imbucata di Verdi per Kallon, che spreca sulla pronta uscita di Terracciano. E al 45’ Gonzalez chiude la gara sfruttando un perfetto cross di Mandragora, splendidamente lanciato da Duncan.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 13:48

Juve e Allegri, è un disastro senza fine.
Prima vittoria in A del Monza

Seconda sconfitta consecutiva per i bianconeri, la prima in campionato.
Sotto gli occhi di Allegri, in tribuna, la sua squadra non crea
alcun pericolo e finisce in dieci: espulso Di Maria al 40'


Livia Taglioli


Ti aspetti una Juve reattiva dopo un inizio di stagione un po’ così in campionato e sciagurato in Champions: e invece alla settima giornata, in una gara che sa già di ultima spiaggia, ti arriva la prima sconfitta in serie A, contro il Monza, che passa 1-0 con merito per gioco espresso e occasioni create. Il Monza dell’ex Palladino, all’esordio in panchina, dopo aver perso le prime tre gare casalinghe, ottiene con la Juve i suoi primi tre punti - i primi assoluti in serie A - che vanno a sommarsi all’unico punto ottenuto fin qui, la scorsa settimana. Con un agitatissimo Galliani che lascia la tribuna ben prima del fischio finale, lui che del Monza è tifoso fin da bambino.

IN&OUT — Nella Juve rientra dal 1’ Di Maria dopo l’infortunio muscolare, inizialmente in un tridente con Kostic e Vlahovic, poi in posizione di seconda punta. Ma il risultato non cambia un granché: l’argentino non incide, si innervosisce e commette un plateale fallo di reazione tirando una gomitata in peno petto a Izzo che lo stava ostacolando. Risultato: rosso diretto all’argentino, al 40’ del primo tempo, e Juve in dieci. La Juve, con Allegri in tribuna a scontare il turno di squalifica dopo l’espulsione con la Salernitana e Landucci in panchina, schiera Gatti con Bonucci in panchina e il solito centrocampo, con Miretti e McKennie ai lati di Paredes. Squalificati Cuadrado e Milik, nessuno dei tre più recenti infortunati (Locatelli, Rabiot e Alex Sandro) è disponibile. Sull’opposto fronte Raffaele Palladino schiera un 4-3-3 tutto grinta e coraggio.

MONZA PADRONE NEI PRIMI 45’ — Una Juve trasparente lascia sfilare via il primo tempo senza mai farsi pericolosa e senza lasciare segni particolari sul match. La partita la fanno infatti i padroni di casa, che tengono linee strette, buon giro palla e lucchetti chiusi su ogni varco. Mostrando anche un’apprezzabile intraprendenza offensiva e arrivando varie volte al tiro, dal limite o dall’area, ben orchestrati da Rovella, prestito bianconero arrivato a Monza nelle ultime battute del mercato. La migliore occasione dei primi 45’ porta la firma di Ciurria, all’esordio da titolare, che sbaglia mira da ottima posizione. La Juve si limita a una gara di contenimento, occasionalmente arriva anche dalle parti di Di Gregorio, ma Vlahovic e Di Maria non graffiano e al solito il centrocampo fatica a chiudere e ripartire. Landucci chiede ai suoi di pressare più alto: il Monza, che alla fine del primo tempo farà registrare il 59% del possesso palla, sale senza difficoltà e arriva in scioltezza al limite, salvo poi non riuscire a rifinire con qualità l’ultimo passaggio o non trovare lo specchio con conclusioni anche coraggiose. Miretti sente il duello a distanza con Rovella ed è fra i più attivi dei suoi, spolmonandosi nell’alternare fase di contenimento e qualche incursione. Poi, al 40’, la Juve resta in dieci, per una clamorosa ingenuità di Di Maria, che non controlla un moto di stizza e si fa espellere.

JUVE, NESSUN CAMBIO DI PASSO NELLA RIPRESA — La ripresa si apre sulle stesse note, con Mota e il neo entrato Gytkyaer che graziano Perin a due passi dalla porta. Oltre al danese, dal 55’ sono in campo anche Barberis e Caldirola, mentre nella Juve McKennie è chiamato ad allungare la squadra, giocando in posizione più avanzata. E’ Miretti però a dare un segno di vita bianconero dalle parti di Di Gregorio, poi il Monza riprende il controllo del match, con una Juve più spettatrice che soggetto attivo della gara, ordinata quel tanto che basta ad eseguire il compitino ma priva di guizzi, di cambi di passo, e naturalmente di gioco offensivo. Davvero troppo poco. Non stupisce quindi il vantaggio del Monza: arriva al 74’ con Gytkjaer che, sbucando dietro a Gatti, si avventa in scivolata in area su un cross di Ciurria e di destro infila Perin. E per la Juve, che prima del 90’ si gioca anche le carte Kean, Fagioli e Soulé, cala il sipario.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 13:48

Juve e Allegri, è un disastro senza fine.
Prima vittoria in A del Monza

Seconda sconfitta consecutiva per i bianconeri, la prima in campionato.
Sotto gli occhi di Allegri, in tribuna, la sua squadra non crea
alcun pericolo e finisce in dieci: espulso Di Maria al 40'


Livia Taglioli


Ti aspetti una Juve reattiva dopo un inizio di stagione un po’ così in campionato e sciagurato in Champions: e invece alla settima giornata, in una gara che sa già di ultima spiaggia, ti arriva la prima sconfitta in serie A, contro il Monza, che passa 1-0 con merito per gioco espresso e occasioni create. Il Monza dell’ex Palladino, all’esordio in panchina, dopo aver perso le prime tre gare casalinghe, ottiene con la Juve i suoi primi tre punti - i primi assoluti in serie A - che vanno a sommarsi all’unico punto ottenuto fin qui, la scorsa settimana. Con un agitatissimo Galliani che lascia la tribuna ben prima del fischio finale, lui che del Monza è tifoso fin da bambino.

IN&OUT — Nella Juve rientra dal 1’ Di Maria dopo l’infortunio muscolare, inizialmente in un tridente con Kostic e Vlahovic, poi in posizione di seconda punta. Ma il risultato non cambia un granché: l’argentino non incide, si innervosisce e commette un plateale fallo di reazione tirando una gomitata in peno petto a Izzo che lo stava ostacolando. Risultato: rosso diretto all’argentino, al 40’ del primo tempo, e Juve in dieci. La Juve, con Allegri in tribuna a scontare il turno di squalifica dopo l’espulsione con la Salernitana e Landucci in panchina, schiera Gatti con Bonucci in panchina e il solito centrocampo, con Miretti e McKennie ai lati di Paredes. Squalificati Cuadrado e Milik, nessuno dei tre più recenti infortunati (Locatelli, Rabiot e Alex Sandro) è disponibile. Sull’opposto fronte Raffaele Palladino schiera un 4-3-3 tutto grinta e coraggio.

MONZA PADRONE NEI PRIMI 45’ — Una Juve trasparente lascia sfilare via il primo tempo senza mai farsi pericolosa e senza lasciare segni particolari sul match. La partita la fanno infatti i padroni di casa, che tengono linee strette, buon giro palla e lucchetti chiusi su ogni varco. Mostrando anche un’apprezzabile intraprendenza offensiva e arrivando varie volte al tiro, dal limite o dall’area, ben orchestrati da Rovella, prestito bianconero arrivato a Monza nelle ultime battute del mercato. La migliore occasione dei primi 45’ porta la firma di Ciurria, all’esordio da titolare, che sbaglia mira da ottima posizione. La Juve si limita a una gara di contenimento, occasionalmente arriva anche dalle parti di Di Gregorio, ma Vlahovic e Di Maria non graffiano e al solito il centrocampo fatica a chiudere e ripartire. Landucci chiede ai suoi di pressare più alto: il Monza, che alla fine del primo tempo farà registrare il 59% del possesso palla, sale senza difficoltà e arriva in scioltezza al limite, salvo poi non riuscire a rifinire con qualità l’ultimo passaggio o non trovare lo specchio con conclusioni anche coraggiose. Miretti sente il duello a distanza con Rovella ed è fra i più attivi dei suoi, spolmonandosi nell’alternare fase di contenimento e qualche incursione. Poi, al 40’, la Juve resta in dieci, per una clamorosa ingenuità di Di Maria, che non controlla un moto di stizza e si fa espellere.

JUVE, NESSUN CAMBIO DI PASSO NELLA RIPRESA — La ripresa si apre sulle stesse note, con Mota e il neo entrato Gytkyaer che graziano Perin a due passi dalla porta. Oltre al danese, dal 55’ sono in campo anche Barberis e Caldirola, mentre nella Juve McKennie è chiamato ad allungare la squadra, giocando in posizione più avanzata. E’ Miretti però a dare un segno di vita bianconero dalle parti di Di Gregorio, poi il Monza riprende il controllo del match, con una Juve più spettatrice che soggetto attivo della gara, ordinata quel tanto che basta ad eseguire il compitino ma priva di guizzi, di cambi di passo, e naturalmente di gioco offensivo. Davvero troppo poco. Non stupisce quindi il vantaggio del Monza: arriva al 74’ con Gytkjaer che, sbucando dietro a Gatti, si avventa in scivolata in area su un cross di Ciurria e di destro infila Perin. E per la Juve, che prima del 90’ si gioca anche le carte Kean, Fagioli e Soulé, cala il sipario.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 13:52

Colpo Atalanta, il 18enne Scalvini stende
la Roma e manda la Dea in vetta

Senza Dybala, out nel riscaldamento, i giallorossi si fanno
sorprendere da un gol del difensore nel primo tempo:
nella ripresa espulso Mourinho per eccessive proteste verso l’arbitro Chiffi


Massimo Cecchini


Si respira aria buona lassù in alto. Ma forse, un po’ a sorpresa, a goderne è la sempre più capolista Atalanta, che gela l’entusiasmo dei sessantamila dell’Olimpico La Roma di José Mourinho, infatti, cade in casa per la prima volta nella stagione, a causa di uno 0-1, santificato dalla rete di Scalvini nel primo tempo. Diciamo la verità, per le occasioni create i giallorossi avrebbero meritato il pareggio, ma hanno sciupato troppo sotto porta, e nel calcio chi sbaglia paga.

DYBALA STOP — Nel riscaldamento Mourinho perde Dybala per un problema al flessore e questo lo costringe a rilanciare Matic, che nel foglio di distinta era in panchina. Al solito, Pellegrini avanza sulle zolle della trequarti accanto a Zaniolo e dietro ad Abraham. Insomma, i soliti noti, con Celik al posto dell’infortunato Karsdorp. Gasperini, invece, miscela le sue tante scelte, piazzando De Roon in difesa, Hateboer e Maehele, con Scalvini in mediana a fianco a Koopmeiners, mentre Pasalic e Ederson sono in appoggio di Hojlund. Subito dopo un colpo di testa alto di Smalling al 2’, a causa di uno scontro con Demiral esce per infortunio Musso - trauma cranico con ricovero all’ospedale Gemelli - che rilancia Sportiello, all’esordio stagionale. Per mezz’ora, però, la partita è solo spigolosa e con tanti errori. I giallorossi hanno il baricentro più alto, ma quando tocca ai bergamaschi fare pressioni alte, entrambe le squadre hanno praterie dietro i difensori di cui non approfittano. Le vere ostilità, insomma, le apre Cristante al 29’, con un tiro dal limite fuori di poco, seguito dal 32’ da una conclusione simile di Ibanez controllata da Sportiello. Ma l’Atalanta è pronta alla rasoiata, perché al 35’ Scalvini, ben servito da Hojlund ai sedici metri, piazza un destro a fil di palo che sblocca il match. La reazione della Roma però è furiosa, tant’è che nel giro di quattro minuti sfiora il gol tre volte. Al 42’ Abraham, lanciato da Pellegrini solo davanti al portiere, mette incredibilmente a lato. Pochi secondi più tardi il varco giusto lo trova Ibanez che, a tu per tu con Sportiello, gli tira addosso. Non basta, perché al 45’ ancora Abraham, servito da Matic a pochi passi dalla porta, conclude sul portiere.

ESPULSO MOU — Nella ripresa Gasperini fa uscire i due protagonisti del gol (Hojlund e Scalvini) per inserire Muriel e Okoli, riportando De Roon in mediana, ma il segno della partita diventa subito la corrida. Al 10’ Zaniolo reclama per un presunto rigore per fallo di Okoli. L’ambiente si fa bollente e così al 12’, quando Hateboer parte a palla ferma verso la porta della Roma, Mournho perde la testa ed entra in campo dicendone quattro all’olandese che risponde. Il “rosso” è inevitabile e lo Special One fa una scena in stile Pozzecco, c.t. del basket azzurro. Al 16’, comunque, tocca ad Abraham evitare la beffa, perché una conclusione di Pasalic deviata da Celik viene salvata del centravanti sulla linea. Il gioco si spezzetta, le squadre si allungano, però le occasioni vere incredibilmente scemano. Un colpo di testa di Ibanez e un tiro debole di Pellegrini sono il prodotto giallorosso, imitato da una sventagliata di Muriel. Intanto i giallorossi inseriscono prima Belotti, poi Zalewski e Shomurodov, passando anche alla difesa a quattro, ma arriva solo un tiro di Abraham dal limite parato da Sportiello e una conclusione alta di Zaniolo. E se i bergamaschi alla fine, abbassando il baricentro, provano a gelare il pallone negli spazi, l’ultima occasione è giallorossa, con Celik che al 42’ crossa a beneficio di Shomurodov, il cui colpo di testa a botta sicura finisce al lato. Il resto è solo nervosismo e poco, più, con i nerazzurri che chiudono con sette ammoniti. Ma per stare in testa alla classifica ne valeva la pena.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 14:08

Colpo Napoli: vince a San Siro ed è primo.
Il Milan scivola al quarto posto

I rossoneri alzano bandiera bianca dopo
una striscia di 22 risultati utili di fila.
A segno Politano (rigore), Giroud e Simeone.
Il Diavolo colpisce due traverse


Stefano Cantalupi


Dopo Inter e Juve, cade anche il Milan: domenica di passione per le tre tifoserie più numerose d’Italia (non succedeva dalla 6ª giornata della stagione 2015-16), che guardano gli altri festeggiare e vanno alla pausa di campionato col pieno di dubbi. Napoli gode, pazza di gioia: impresa azzurra a San Siro e primo posto riagganciato, grazie a un guizzo di Simeone e a un po’ di buona sorte. Pioli riassapora la sconfitta che in Serie A non conosceva da gennaio: 22 partite fa, lo Spezia e quella serata tremenda dell’arbitro Serra.

LE SCELTE — Ci sono due nomi inattesi nell’undici di partenza del Milan: se la presenza di Kjaer al posto di Kalulu stupisce soprattutto pensando alla rapidità del trio offensivo napoletano Politano-Raspadori-Kvaratskhelia, quella di Krunic sul lato sinistro dell’attacco sorprende perché il bosniaco è reduce da un infortunio. Non è dunque Saelemaekers a sostituire lo squalificato Leao cambiando fascia di competenza, ma a farne le spese è Messias, perché "Saele" è comunque titolare a destra, accanto all’altro belga De Ketelaere. Spalletti - e Domenichini che è in panchina al suo posto - se la giocano invece come previsto, col 4-3-3 che vede Anguissa, Lobotka e Zielinski in mediana.

TRAVERSA DI GIROUD — Pronti-via e la mossa difensiva di Pioli sembra subito azzardata, perché Kjaer stende Kvaratskhelia che stava prendendo velocità sulla sinistra. Succederà di nuovo al 18’, ma nel frattempo il Milan è salito di colpi, eseguendo a buon ritmo le trame "pioliane". Krunic ci mette anche qualità: c’è il suo zampino quando Giroud colpisce la traversa (bravissimo Meret a deviare) e c’è il suo cucchiaio quando il francese toglie involontariamente a Calabria un gol potenziale, dopo un inserimento con sponda volante di De Ketelaere. Ancora lui, Krunic, per poco non interrompe la siccità del Milan alla voce "gol da calcio d’angolo", ma niente, Meret non collabora. Così il Napoli, a lungo costretto a rincorrere e rinculare come non piace a Spalletti, prende coraggio e mette fuori il naso. Prima con un "back door" che ricorda le migliori interpretazioni di Insigne e Callejon: lancio di Zielinski dalla trequarti sinistra, Politano timbra il cartellino sul palo destro, ma non trova l’impatto vincente. Poi con un paio di lampi del sornione Kvaratskhelia, che fa ammonire Calabria, fin lì ben attento a contenerlo. Si va al riposo senza reti e con la sensazione che debba ancora succedere tutto.

BOTTA E RISPOSTA — Le ammonizioni mettono in apprensione Pioli, che all’intervallo decide due cambi: dentro Dest per Calabria (che in realtà esce a causa di un affaticamento muscolare) e Kalulu per Kjaer. Il crash-Dest, pardon, il crash-test arriva immediatamente: Kvaratskhelia punta l’americano in area e va a terra, Mariani propende per il corner ma Irrati al Var lo invita all’on-field review, rigore. Politano lo trasforma, esplode il terzo anello verde occupato dai tifosi ospiti, mentre il numero 21 in maglia azzurra risponde agli insulti della Sud rossonera. L’inerzia passa dalla parte del Napoli, Pioli allora butta nella mischia la coppia Diaz-Messias e per poco il brasiliano non pareggia subito. Ma è questione di poco: minuto 69, Hernandez sfonda a sinistra e mette al centro per Giroud, che dall’area piccola non perdona. San Siro ruggisce, 1-1, partita che gira di nuovo.

LAMPO CHOLITO — Nel frattempo, però, s’è iscritto al match anche il Cholito Simeone, entrato insieme a Zerbin. E in queste situazioni, quando i match perdono un po’ d’ordine e conta l’istinto, l’argentino dà il meglio di sé. Sono trascorsi meno di dieci minuti dal gol di Giroud quando Simeone pulisce un pallone al limite dell’area rossonera, lo tocca per Mario Rui e va a ricevere il passaggio di ritorno in area: colpo di testa perfetto e Maignan non può evitare il 2-1. Finita? Assolutamente no, perché il Milan ha cuore e orgoglio, le armi principali per vincere uno scudetto. Manca la fortuna, però, almeno stasera. E così, quando Kalulu comincia e finisce una percussione di ottanta metri centrando la seconda traversa milanista della serata, anche Pioli capisce che la prima sconfitta stagionale è destinata a materializzarsi. Il Napoli va alla sosta in testa, in compagnia dell’Atalanta. Il Milan è quarto, dietro anche all’Udinese. Scherzi di una stagione strana, e non solo perché c’è un Mondiale in mezzo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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19/09/2022 14:10

SERIE A 2022/2023 7ª Giornata (7ª di Andata)

16/09/2022
Salernitana - Lecce 1-2
17/09/2022
Bologna - Empoli 0-1
Spezia - Sampdoria 2-1
Torino - Sassuolo 0-1
18/09/2022
Udinese - Inter 3-1
Cremonese - Lazio 0-4
Fiorentina - Verona 2-0
Monza - Juventus 1-0
Roma - Atalanta 0-1
Milan - Napoli 1-2

Classifica
1) Napoli e Atalanta punti 17;
3) Udinese punti 16;
4) Lazio e Milan punti 14;
6) Roma punti 13;
7) Inter punti 12;
8) Juventus e Torino punti 10;
10) Fiorentina e Sassuolo punti 9;
12) Spezia punti 8;
13) Salernitana e Empoli punti 7;
15) Lecce e Bologna punti 6;
17) Verona punti 5;
18) Monza punti 4;
19) Cremonese e Sampdoria punti 2.

(gazzetta.it)
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01/10/2022 17:26

Il Napoli non si ferma più:
Anguissa e Kvara stendono il Toro

La doppietta del camerunese nel primo quarto
d'ora indirizza la partita sul binario azzurro,
poi un'altra gemma del georgiano.
Di Sanabria la rete granata.
Espulso Juric per proteste


Mario Pagliara


Dodici minuti per alzare la voce e riempire un sogno. Il Napoli è avanti 2-0 già dopo una dozzina di minuti grazie alla doppietta di Anguissa, il resto è una naturale conseguenza. Spalletti vince 3-1 contro Juric (3-0 al 37’ di Kvara, poi il diagonale vincente di Sanabria) e prosegue la cavalcata di inizio stagione in vetta al campionato. Tanto Napoli sì, forse pure troppo per questa versione dei granata molto superficiali e capaci di seminare lungo un primo tempo da incubo una pesante serie di errori. Tanto Napoli, ma pure poco Toro. Che incassa la terza sconfitta consecutiva e ora Juric (espulso nella ripresa) dovrà riflettere a lungo in vista dell’Empoli.

12 MINUTI — Tridente contro tridente. Napoli-Torino è anche la sfida di due attacchi che si specchiano ma non si somigliano per nulla. Spalletti allarga Politano e Kvara, come da protocollo, e sceglie Raspadori. Juric non rinuncia ai tre uomini offensivi, ma li piazza lungo l’asse verticale: c’è Miranchuk sulla trequarti alle spalle della coppia Vlasic-Sanabria. Lo aveva detto, alla vigilia, Juric: davanti ai 40.000 del Maradona servirebbe un Toro perfetto. Nell’avvio granata l’imperfezione, invece, regna sovrana: il Toro gioca sotto il suo standard di ritmo, riempie la prestazione di ripetuti errori – alcuni anche grossolani -, e viene sovrastato dal tasso tecnico e dalla padronanza degli azzurri. I primi dodici minuti sono da elettrochoc per il Toro, colpito a freddo da una doppietta di Anguissa. Al 6’ Mario Rui scappa a Singo sulla destra, crossa e Anguissa (perso da Linetty) svetta saltando su Buongiorno e Rodriguez. Cinque minuti dopo, Rodriguez apre una falla sulla sinistra, nella quale si inserisce ancora Anguissa (su invito di Politano). Riesce a fare tutta la metà campo in solitaria fino a infilare Milinkovic.

SPERANZA SANABRIA — Due a zero dopo dodici minuti è una mazzata per il Toro. Il Napoli prende il controllo totale della sfida, tanto gira palla con i granata sempre a rincorrere. Serve addirittura il volto di Lukic (31’) per evitare il tris a Zielinski, prima Vlasic aveva saggiato i riflessi di Meret (18’), anche Rrahmani sfiora il gol di testa (33’), ma al 37’ altra frittata del Toro e 3-0 del Napoli. Stavolta è Djidji a sbagliare i tempi dell’intervento, aprendo tutto il campo a Kvara. Inutile la ricorsa di Lukic. Al secondo minuto di recupero un bel diagonale di Sanabria riaccende la speranza granata (è il 3-1), e trenta secondi dopo sempre Sanabria sfiora addirittura il 3-2.

GARA ADDORMENTATA — Nella ripresa il Napoli addormenta la partita attraverso il palleggio, il Toro ha il merito di riordinarsi ma non riesce mai a trovare il varco. Poco da segnalare, se non fosse per i cambi. Dopo un’ora di gioco Spalletti avvia la staffetta Raspadori-Simeone e sostituisce Zielinski con Ndombele. Uscirà poco dopo anche uno stremato Politano, dentro Lozano. Juric risponde al 23’ della ripresa giocandosi la piazza Radonjic (rientra in panchina Miranchuk). Il tecnico croato si espellere per proteste plateali poco prima del doppio cambio Adopo-Linetty, Aina-Lazaro. L’unico graffio granata arriva a sei minuti dalla fine con una sventola di Radonjic sulla quale Meret si guadagna la giornata, al 90’ Lozano fa volare Milinkovic. Giù il sipario e Maradona in festa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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